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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Agguato a Roggiano, 2 morti
Duplice omicidio di Roggiano, agguato in piena regola. Una sola era la vittima predestinata. Trovata bruciata l’auto dei killer 04 gen 09 L'obiettivo, presumibilmente, era soltanto uno, ma sono state due le persone uccise nell'agguato compiuto nella tarda serata di ieri a Roggiano Gravina, nella piazza principale del paese, a poche decine di metri dal Duomo. Le persone assassinate sono Vincenzo Chimenti, di 52 anni, pregiudicato ed ex sorvegliato speciale, e Salvatore Abate, di 51, incensurato. Pochi i dubbi, secondo i carabinieri della Compagnia di San Marco Argentano, che stanno svolgendo le indagini, che obiettivo dei due assassini fosse Chimenti, figura emergente della criminalità cosentina, con precedenti penali di vario tipo. Abate, probabilmente, ha pagato con la vita il fatto di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Abate dopo essere uscito con Chimenti da un bar, aveva accettato il passaggio che gli era stato offerto dal pregiudicato con la propria auto, per tornare a casa visto il temporale che imperversava in quel momento. Gli investigatori attribuiscono scarsa considerazione, nel valutare la dinamica del duplice omicidio, al fatto che Salvatore Abate fosse stato sposato con una sorella del pentito della 'ndrangheta cosentina Umile Arturi. I due assassini erano entrambi armati, uno di pistola e l'altro di una mitraglietta. La tempesta di fuoco abbattutasi su Chimenti e Abate è stata devastante. Il primo è rimasto inchiodato al posto di guida della sua Mini Cooper, mentre Abate, che non aveva ancora preso posto in auto, ha abbozzato un tentativo di fuga ma è stato raggiunto subito da uno dei due killer ed ucciso con alcuni colpi di pistola. Circostanza che mal si concilia con l'ipotesi di un suo coinvolgimento casuale nell'agguato e fa propendere, piuttosto, per quella di un'azione deliberata anche nei suoi confronti degli assassini, che potrebbero averlo preso di mira per i suoi rapporti con Chuimenti, che sarebbero andati ben al di là della semplice conoscenza. Il movente del duplice omicidio è da inquadrare in una vendetta maturata negli ambienti della criminalità. La situazione di Roggiano Gravina, sotto questo aspetto, ha sempre risentito dell'influenza di Cosenza e dei rapporti mutevoli tra le cosche, con momenti di pacificazione che si alternano, secondo gli interessi criminali contingenti, con altri di forte contrapposizione. Chimenti, soprannominato, negli ambienti criminali, "pettinicchio" (piccolo pettine), per la sua mania nella cura dei capelli, potrebbe avere pagato, con l'agguato di ieri, il prezzo delle sue scelte, fatte o che accingeva a fare, sul piano delle alleanze con altri esponenti della criminalità. Le indagini stanno seguendo varie ipotesi, ma non avrebbero ancora imboccato una pista concreta. Si spera di ricavare elementi utili dagli accertamenti peritali che sono in corso sull'automobile utilizzata dagli assassini, trovata incendiata ad alcune centinaia di metri dal luogo dell'agguato. La vettura (una Fiat Uno) era stata rubata nei giorni scorsi a Cosenza. A Roggiano, intanto, regna la paura. Nessuna delle numerose persone che si trovavano nella piazza in cui è avvenuto il duplice omicidio ha fornito un contributo utile alle indagini, sostenendo di non avere visto nulla. "Si ripete - commenta sconsolato un investigatore - la storia di tanti fatti di criminalità accaduti in Calabria. Ognuno antepone, a quelle che dovrebbe essere le giuste esigenze di giustizia, la necessità tutta personale di non avere grane". Tutti hanno visto ma nessuno parla.
Sono state numerose le persone che nella tarda serata di ieri, a Roggiano
Gravina, hanno assistito all'assassinio di Vincenzo Chimenti e Salvatore
Abate, ma nessuno parla impedendo così di acquisire elementi
utili alle indagini. E' quanto hanno riferito i carabinieri che, sotto
le direttive della Procura della Repubblica di Cosenza, stanno tentando
di ricostruire la dinamica ed accertare il movente del duplice omicidio.
Nella piazza principale di Roggiano, a breve distanza dal Duomo, dove
sono stati uccisi Chimenti ed Abate, c'erano molte persone che hanno
però riferito di non avere visto nulla. "E' il solito
atteggiamento - ha commentato un investigatore - che antepone alle
giuste esigenze di giustizia, che tutti dovrebbero perseguire, la
necessità di farsi comunque i fatti propri e non avere grane.
Si ripete, in sostanza, la storia di tanti fatti di criminalità
accaduti in Calabria" Bruciata l’auto dell’agguato. I carabinieri hanno trovato abbandonata nella periferia di Roggiano Gravina l'automobile che sarebbe stata utilizzata dalle due persone che ieri sera hanno ucciso il pregiudicato Vincenzo Chimenti, di 52 anni, e Salvatore Abate, di 51, incensurato. Segno evidente di un’azione organizzata da professionisti del crimine che avevao programmato nei minimi termini l’agguato. La vettura (una Fiat Uno) è stata trovata bruciata. Attraverso il numero di telaio si sta cercando, adesso, di identificarne il proprietario. Dalle indagini ha trovato conferma, intanto, l'ipotesi secondo la quale obiettivo dell'agguato, avvenuto nella piazza principale di Roggiano Gravina, sarebbe stato Chimenti, ex sorvegliato speciale, indicato come un esponente di spicco della criminalità locale soprannominato “pettinicchio”. Nel momento dell'agguato Chimenti aveva appena preso posto alla guida della sua auto (una Mini Cooper), accanto alla quale si trovava Salvatore Abate. Secondo quanto è stato riferito dai carabinieri, i due, che erano appena usciti da un bar, si trovavano insieme solo perché Chimenti, vista la pioggia insistente, aveva proposto ad Abate un passaggio fino a casa. Per compiere il duplice omicidio sono state usate due armi, una pistola ed una mitraglietta. Oltre 40 i bossoli rinvenuti sull’asfalto. .
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