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Inchiesta Why Not
Inchiesta Why Not: chiesta incompatibilità difensore Merante 21 dic 09 L’avv. Giovanni Lacaria, indagato nell’inchiesta Why Not, ha chiesto al gup, Abigail Mellace, l’incompatibilità dell’avvocato Diddi ad occuparsi contemporaneamente degli indagati Merante e Pino Tursi Prato - imputato di reato connesso rispetto alla prima -, ed anche a curare gli interessi della “Why not”, costituita parte civile per il tramite della stessa Merante. Lacaria ha depositato in udienza un’istanza di cinque pagine, rispetto alla quale adesso il giudice Mellace dovrà dire la sua, probabilmente alla prossima udienza del 14 gennaio. L’udienza preliminare - che si sta celebrando per le 59 persone che no hanno chiesto il giudizio abbreviato - è proseguita poi con gli interrogatori in aula di Pier Luigi Leone e Pietro Andricciola, entrambi dipendenti della Regione Calabria coinvolti nella vicenda relativa al progetto “Tristezza degli agrumi”. Il secondo, alla fine dell’interrogatorio, ha chiesto il giudizio abbreviato come avevano già fatto prima di lui 38 persone, I riti alternativi, la cui trattazione avrà inizio il 15 gennaio, sono saliti dunque a 39. Questa mattina hanno infine discusso l’avvocato Domenico Colaci per Domenico Basile, l’avvocato Emilio Perfetti per Antonio Pizzini, l’avvocato Raffaele De Luca per Ernesto Caselli ed Alfonso Esposito. Due indagati nell’inchiesta Why Not, Pietro Andricciola e Pier Luigi Leone, sono stati sentiti nel corso dell’udienza preliminare, in corso dinanzi al Gup Abigail Mellace, e durante l’interrogatorio hanno affermato di non aver mai commesso irregolarità. Andricciola, che è un ex dirigente della Regione Calabria, è indagato per presunte irregolarità nell’ambito del progetto regionale per la prevenzione di un virus che danneggiava gli agrumi. L’ex dirigente regionale, rispondendo alle domande di accusa e difesa, ha affermato di avere svolto le procedure amministrative senza alcun tipo di irregolarità. Al termine dell’interrogatorio ha chiesto il processo con rito abbreviato e la sua posizione è stata aggiunta agli altri 38 indagati che, nel corso delle scorse udienze, avevano fatto analoga richiesta. Nel corso dell’udienza è stato sentito anche Pier Luigi Leone, il 'resource manager' della misura 6.3 dei fondi Por della Calabria per la realizzazione della 'Società dell’Informazione'. Durante l’interrogatorio Leone ha affermato di non aver mai parlato con i vertici della società Why Not delle fasi operative dei progetti. Leone ha affermato anche di aver conosciuto Antonio Saladino, principale indagato dell’inchiesta, nel 2003 e di non aver mai avuto rapporti con il Consorzio Brutium. Al termine degli interrogatori l’udienza preliminare è proseguita con le arringhe difensive di sette indagati. I difensori di Domenico Basile, Antonio Pizzini, Alfonso Esposito, Ernesto Caselli, Cristina Sanesi, Clara Magurno, Renato Pastore, hanno chiesto il proscioglimento dei loro assistiti. Il difensore di Basile, l’avvocato Domenico Colaci, ha chiesto anche che vengano dichiarati nulli gli atti fatti dalla Procura Generale di Catanzaro, compresa la richiesta di rinvio a giudizio, per la mancata esposizione nel fascicolo del pm per l'udienza preliminare di atti d’indagine ritenuti fondamentali dall’indagato per la sua difesa. L’udienza preliminare proseguirà il 14 gennaio con le altre arringhe difensive.
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