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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Tagli nella scuola, persi 600 posti di lavoro nel cosentino
Nella provincia di Cosenza una perdita secca di 600 posti di lavoro nella scuola per i tagli 12 set 08 "Sono seriamente preoccupato delle
difficoltà in cui il mondo della scuola è costretto
a muoversi a pochi giorni dall'apertura del nuovo anno scolastico".
Lo ha detto il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio,
al termine di un incontro sulla situazione scolastica provinciale
al quale hanno preso parte il dirigente scolastico provinciale, Nicola
Penta, e l'assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Stefania
Covello. "Mai come quest'anno, infatti - ha proseguito il presidente
Oliverio - incombe sulla nostra scuola la scure pesante dei tagli
che, tra il 2008 e il 2009 porteranno alla perdita di migliaia di
cattedre e posti di lavoro. Nella sola provincia di Cosenza si registra
già una perdita secca di circa 600 posti di lavoro. E' un fatto
grave sul piano sociale, con pesantissime implicazioni negative sulla
qualità dei servizi e dell'offerta formativa". "Numerosi
presidi scolastici calabresi e cosentini - ha detto ancora Oliverio
- se non modificheranno gli orientamenti del Governo, rischieranno
addirittura la chiusura. I piccoli comuni, in particolare, rischiano
di subire i contraccolpi pesanti di indirizzi sbagliati che non tengono
conto delle realtà territoriali e della necessità di
garantire il servizio scolastico come fattore primario per bloccare
l'esodo e garantire il diritto allo studio". "Agli alunni
diversamente abili, ai docenti precari e agli insegnanti di sostegno
che quest'anno si sono visti privare della cattedra - ha aggiunto
il presidente della Provincia di Cosenza - vogliamo esprimere la nostra
più sentita solidarietà e confermare il nostro massimo
impegno a cambiare provvedimenti e scelte assolutamente non condivisibili".
"In questa direzione ci muoveremo nei prossimi giorni - ha concluso
Oliverio - attraverso una serie di iniziative in direzione della difesa
del diritto allo studio e della qualità del servizio scolastico
da garantire su tutto il territorio a ragazzi e ragazzi, offrendo
a tutti pari opportunità". No alla chiusura delle scuole in montagna. La giunta esecutiva della comunità montana Versante dello Stretto ha affrontato stamani, insieme ai sindaci dei comuni associati, la questione della chiusura delle scuole situate nel territorio montano che sta creando disagi e rabbia. "La scelta sciagurata di chiudere le scuole in montagna - è detto in una nota dell'ente - notoriamente aree svantaggiate ed emarginate, cancella l'unico residuo luogo di aggregazione socio-culturale e formativo, aggravando i fenomeni di abbandono di un territorio assolutamente centrale per lo sviluppo della Calabria e che, evidentemente solo a parole, si dichiara di dover difendere e rilanciare". "Il presidente della comunità montana, Antonino Micari - prosegue il comunicato - accogliendo pienamente il grido di allarme e di denuncia che viene dalle zone interne, esprime tutto il suo disaccordo con le chiusure scolastiche decretate nel silenzio e senza alcun confronto dalla Dirigenza scolastica regionale e provinciale. Micari stigmatizza tali decisioni e invita le suddette autorità a confrontarsi sul tema e ad abbandonare la linea che colpisce le aree e le popolazioni più deboli". "Lo Stato - conclude la nota - con questa politica scolastica abbandona il territorio montano e collinare e si ritira nei più comodi fortini scolastici delle aree urbane e della costa. La comunità montana ribadisce la condanna totale di tale politica e grida alto e chiede un confronto urgente con il Prefetto di Reggio Calabria, con la dirigenza scolastica regionale e provinciale e con le altre istituzioni locali"
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