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Operazione contro la pedofilia in 13 regioni
Operazione di Polizia contro la pedofilia: 32 indagati in tutta Italia, anche in Calabria 29 set 08 Si faceva chiamare 'SweetMoon 92' e in rete
diceva di avere 16 anni, ma in realtà era una talpa della polizia.
Con questo 'nickname', gli investigatori della Polizia postale e delle
comunicazioni dell'Emilia-Romagna si sono infiltrati in alcune chat,
arrivando a smascherare un vasto giro di scambio di foto e filmati
a carattere pedopornografico, con protagonisti ragazzini e anche bambini
di meno di 5 anni. L'operazione 'Sweetmoon' vede 32 indagati, fra
i quali anche due donne. Gli indagati sono stati sottoposti a perquisizioni
che hanno permesso di sequestrare migliaia di file illegali in 13
regioni: oltre all' Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana,
Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.
I pedofili avrebbero utilizzato la chat 'C6', sul portale Virgilio,
per trovare complici o adescare potenziali vittime, ai quali proporre
lo scambio di foto e filmati. Le immagini pornografiche oggetto dei
sequestri, secondo gli investigatori, sarebbero state in gran parte
reperite sulla rete internet. Ma non è escluso che gli indagati
abbiano anche proposto a ragazzini (o a utenti che in chat si spacciavano
per minori) lo scambio con foto e filmati personali, girati con il
telefonino o con la webcam. L'indagine, coordinata dal Pm di Modena
Mirco Miccolini, è cominciata due anni fa con l'arresto di
un modenese di 23 anni che adescava minorenni su internet. Il giovane
fu smascherato grazie a una segnalazione al numero '114 ' di Telefono
Azzurro da parte di una madre palermitana, che in chat si era imbattuta
nel pedofilo. L'associazione aveva poi denunciato la vicenda alla
polizia, facendo partire l'inchiesta che nel 2006 portò all'arresto
del ventitreenne, successivamente condannato con rito abbreviato a
un anno e 10 mesi e 8.000 euro di multa. Seguendo i suoi contatti
virtuali con una lunga attività 'sotto copertura', durata quasi
due anni e autorizzata dalla Procura di Modena, gli agenti della Polposta
si sono mescolati ai frequentatori delle chat, arrivando a individuare
i 32 indagati. Foto e filmati sequestrati sono stati ora inseriti
in una banca-dati internazionale delle forze dell'ordine che si occupano
di pedopornografia on-line, per cercare di risalire ai luoghi di produzione.
In questa direzione va anche il suggerimento di Don Fortunato Di Noto.
"Identificare i bambini ritratti nel materiale pedopornografico
sequestrato; solo così si può rompere il circuito e
il business dello sfruttamento sessuale a danno dei bambini",
ha commentato l'operazione il presidente dell' Associazione Meter
onlus e membro del Comitato Scientifico della Polizia Postale e delle
Comunicazioni: "Non dimentichiamoci che reprimere il fenomeno
della divulgazione e detenzione del materiale, scambiato da pedopornografi,
racchiude il dramma del reale sfruttamento dei bambini, vittime di
pedofili reali. Non bisogna divulgare né tantomeno detenere
questo materiale - conclude Don Di Noto - o si diventa complici di
questo turpe mercato"
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