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In piazza i lavoratori di Sviluppo Italia Calabria
In sciopero i lavoratori di Sviluppo Italia. Mascaro (Ugl) “Il Governo non ha rispettato gli impegni” 06 ott 08 I lavoratori di Sviluppo Italia Calabria
hanno indetto due giorni di sciopero per domani, con manifestazione
a Cosenza nella sede della società, e mercoledì con
una manifestazione a Roma. Le rappresentanze sindacali aziendali di
Fisac-Cgil, Fiba-Cisl e Uilca-Uil, di Sviluppo Italia Calabria, in
un comunicato chiedono provvedimenti urgenti per i lavoratori. "La
legge Finanziaria 2007 - è scritto nella nota - ha attivato
un processo di riordino che avrebbe dovuto cedere le società
regionali di Sviluppo Italia alle Regioni e rilanciare l'Agenzia nazionale.
In realtà, questo riordino non si è avuto, ma si è
assistito ad un balletto di responsabilità, che ha portato
all'avvio della procedura di messa in mobilità dei lavoratori".
"I tre attori principali della vicenda - prosegue la nota - debbono
assumersi ciascuno le proprie responsabilità ed in particolare:
l'azienda, che ha messo in liquidazione la società ed avviato
la procedura di mobilità, senza offrire prospettive future
ai lavoratori; il Governo, che non è ancora intervenuto a chiarire
come intende condurre il processo di regionalizzazione e la Regione
Calabria, che non hncora presentato un piano di reimpiego dei lavoratori" UGL “Il Governo non ha rispettato gli impegni”. "Il Governo non ha rispettato gli impegni assunti con il nostro territorio". Lo afferma il segretario regionale di Ugl Credito, Armando Mascaro, facendo riferimento alla protesta annunciata dai lavoratori di Sviluppi Italia Calabria dopo la loro messa in mobilità. "Il Governo - sostiene ancora Mascaro - non comprende le conseguenze disastrose che i licenziamenti produrranno nella nostra regione. L'annullamento dell'imprenditoria locale provocherà una sorta di reazione a catena che strozzerà il mercato degli investimenti e metterà in ginocchio l'intera economia meridionale. Fatto assai più grave l'annullamento delle imprese giovani che si erano affacciate con fiducia sul mercato finanziario. E' il solito copione, il solito, spicciolo rimedio della classe politica romana". Secondo Mascaro, "ad ogni stretta economica che paralizza il Paese, per il Governo è più facile penalizzare il sud che individuare strade alternative. Non si tratta di una vertenza circoscritta alle istanze dei 140 lavoratori e delle loro famiglie. Un equivoco pericoloso. Al contrario, la crisi investirà numerosi giovani calabresi, pronti a rischiare la coraggiosa carta dell'impresa e che, purtroppo, non avranno più un'occasione per emergere nel mondo del lavoro. Occasione che il Governo aveva garantito con il Decreto 185 del 2000 e che oggi si è rimangiato. Il tutto, guarda caso, a netto vantaggio delle banche e a discapito della popolazione"
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