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![]() Bronzi di Riace, ancora misteri
Bronzi di Riace il mistero su reperti scomparsi s’infittisce 24 ott 08 Il mare al largo di Riace, dove 35 anni
fa furono ritrovati i Bronzi, riserva ancora delle sorprese e delle
misteriose presenze metalliche. La presenza di metallo in fondo al
mare fa ipotizzare che i due Bronzi di Riace, ora custoditi nel Museo
di Reggio Calabria, non erano soli ma potrebbero essere appartenuti
ad un gruppo più ampio di statue. A scoprire la presenza di
metallo nei fondali marini al largo di Riace fu un magnate americano,
George Robb, nel corso di una spedizione marittima fatta nell'agosto
del 2004. A quelle ricerche, ufficialmente finalizzate ad individuare
porti ed approdi magnogreci, partecipò anche un sommozzatore
di Cropani, Franco Colosimo, che, dopo la pubblicazione del libro
'Facce di Bronzo' (Pellegrini editore) ha contattato l'autore del
volume, il ricercatore vibonese Giuseppe Braghò, per raccontargli
quanto avvenne a bordo dell'imbarcazione. "Nell'agosto del 2004
- ha raccontato Colosimo - il magnate americano George Robb effettuò
una spedizione marittima alla ricerca dei porti e degli approdi magnogreci.
Quando la spedizione arrivò al largo di Riace furono rilevate
delle anomalie metalliche. A bordo della nave erano tutti molto eccitati.
Con noi c'era anche uno studente universitario che era anche carabiniere
il quale scese in fondo al mare con Robb". Colosimo ricorda inoltre
che "mentre i due stavano cercando di capire di cosa si trattava,
e mentre Robb, con una particolare apparecchiatura, stava individuando
il tipo di materiale nascosto dalla sabbia, il carabiniere-studente
quasi gli impose di rientrare. Robb, visibilmente infuriato da quanto
era accaduto decise di abbandonare le ricerche e non rivelò
a nessuno le coordinate precise delle sue ricerche". Nel libro
scritto da Braghò si ricostruisce, attraverso alcuni documenti,
la presunta sparizione di alcuni oggetti appartenuti ai due Bronzi.
In particolare una delle due statue era dotata di uno scudo del quale
non si è mai avuto nessuna traccia. Recentemente il ricercatore
vibonese ha diffuso una foto, scattata poche ore dopo il ritrovamento
delle statue, dalla quale si intravede il maniglione dello scudo.
Dell'oggetto, dopo il restauro delle statue, si sono perse le tracce.
La testimonianza di Colosimo è stata raccolta da Barghò
il quale ha rivolto un invito al Ministero della Cultura ad approfondire
le ricerche al largo di Riace. "Potrebbe essere - ha detto Braghò
- che quelle anomalie metalliche appartengano a dei rifiuti. Ma potrebbe
essere anche che ci siano altre statue o altri reperti. E' per questo
motivo che ho sollecitato il Ministero a fare ricerche approfondite.
Da un colloquio con un funzionario del Ministero, però, mi
è stato detto che non ci sono in fondi necessari per avviare
una campagna di ricerca in mare. Mi sono offerto di finanziare in
prima persona gli scavi. Ora staremo a vedere cosa mi risponderà
il Ministero".
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