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![]() Fratello cerca aviere di Magli scomparso nel '42
Aviere di Magli scomparso dal 42, il fratello lo cerca 09 ott 08 "Sono 65 anni che cerco mio fratello.
Non è possibile che sia svanito nel nulla. Anche lo Stato lo
ha dimenticato". A parlare è Antonio Falsetti, da più
di mezzo secolo combatte con la burocrazia per avere notizie di Francesco,
il primo dei figli maschi della sua famiglia. Aveva 19 anni Francesco
Falsetti quando partì da Magli, una frazione di Trenta, a pochi
chilometri da Cosenza. "Era un aviere - racconta Antonio in una
intervista esclusiva rilasciata alla televisione regionale TEN Teleuropa
Network- in servizio all'aeroporto 801.P.M. 3450 Egeo di Rodi nel
1942. Il verbale del ministero dell'Aeronautica militare che dichiarò
mio fratello disperso risale al 1947. Una comunicazione d'ufficio,
dopo le tante insistenze di mio padre". In casa si conservano
le foto di Francesco, il suo certificato di nascita datato 1922, la
pagella delle scuole elementari, il libretto degli esami nelle scuole
riunite per conseguire il brevetto di volo, le lettere indirizzate
alla madre e le tante richieste dei familiari per conoscere la verità.
"Spero - dice Antonio - di avere una tomba su cui piangere. Sapere
dove è sepolto mio fratello per poterlo riportare a casa. Se
fosse ancora in vita, lui, ne sono certo, avrebbe scritto, era molto
affettuoso. Se qualcuno lo ha conosciuto ci aiuti. Mi chiedo: come
è potuto accadere che si siano perse le sue tracce. Era in
un aeroporto. Lo abbiamo cercato anche tramite la Croce Rossa, ma
tutto è stato inutile". Antonio aveva 13 anni quando Francesco
andò via. Lo ricorda come un giovane che "voleva migliorarsi.
Nostro nonno - racconta - era un contadino. Francesco non voleva seguire
quella strada. Conseguì la licenza elementare a Cosenza. Poi
fece un corso per corrispondenza. Infine partì per le scuole
riunite, sognava un futuro diverso". La moglie di Antonio, Iolanda,
racconta di come questo cognato sia stato sempre presente nella loro
vita. Il ritratto nel salotto, le ricerche, con l'altalena di speranza
e delusione ogni volta che il postino bussava con in mano una lettera
del ministero. "Uno dei nostri figli - dice la donna - si chiama
Francesco, 'Ciccio', come ha voluto mio marito. Ci teneva tanto anche
mio suocero ed io non mi sono opposta". Ha gli occhi rossi Antonio:"Sono
65 anni di rabbia che ho dentro - dice - ed è una cosa troppo
grave".
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