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Sequestrato dalla DDA il tesoro delle cosche
La DDA sequestra il tesoro delle cosche a San Luca. Sigillati 150 mln di euro di beni 04 mar 03 - Le cosche di San Luca, impegnate dal 1991 in una sanguinosa faida culminata con i sei morti della strage di Ferragosto a Duisburg, in Germania, esercitavano il loro controllo sul paese non solo con la violenza e le minacce, ma anche con il possesso fisico del centro pre-aspromontano avendo la proprieta' di numerosi edifici, appartamenti, terreni e negozi. A far emergere questa situazione è stata l'operazione condotta stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros che hanno sequestrato beni per 150 milioni di euro riconducibili alle famiglie Nirta-Strangio e Pelle-Vottari. Una cifra immensa, frutto delle attività illecite condotte dalle cosche negli ultimi 30 anni, non solo in Calabria, ma anche al nord Italia ed in Europa (come dimostra la strage di Duisburg) e che spiega la durezza di una faida cominciata nel 1991 per un banale scherzo di carnevale, ma andata avanti a "tutela" degli interessi degli opposti schieramenti. I carabinieri hanno apposto i sigilli a decine di immobili, edifici, appartamenti, appezzamenti di terreno, negozi, imprese ed automobili di grossa cilindrata, in prevalenza Mercedes, tutti concentrati nella zona di San Luca. Alcuni di questi edifici erano stati costruiti abusivamente su terreni di proprietà dell'Enel e del Comune di San Luca. E un'ulteriore conferma del predominio, anche materiale, delle cosche viene dal fatto che tra gli immobili sequestrati c'é un complesso immobiliare parte del quale è utilizzato dalla parrocchia di Santa Maria della Pietà. L'operazione si è sviluppata anche in Lombardia, negli istituti di credito dove le famiglie di San Luca depositano il loro denaro. Ma sono stati sequestrati anche titoli azionari e polizze assicurative sottoscritti in Germania ed all'estero. A finire nella rete degli investigatori e della Dda reggina, che insieme alla Procura di Locri, ha chiesto e ottenuto il sequestro da parte del Tribunale, anche Antonia Giorgi, madre di una delle sei vittime della strage di Duisburg, Marmo Marmo, considerato uno degli elementi della cosca Pelle-Vottari. Alla donna è stato sequestrato un supermercato a San Luca nonostante le sue rimostranze sull'innocenza del figlio ucciso e dell'altro, Achille, finito in carcere nell'agosto scorso nell'ambito della maxi operazione contro i presunti affiliati alla due consorterie in guerra da anni. Nel corso dell'operazione non sono neanche mancate le sorprese per i carabinieri. E' successo quando, sequestrando la palazzina riconducibile ad Antonio Pelle, detto "'Ntoni Gambazza'', il boss latitante dal 2000, i militari hanno scoperto un altro covo, l'ennesimo, dopo quelli trovati, nei giorni scorsi, nello stesso edificio. Il nascondiglio era adiacente al muro di recinzione e vi si accedeva tramite una botola mimetizzata apribile con un congegno elettronico a distanza. Un covo "caldo", hanno detto gli investigatori dopo essere entrati nel piccolo locale di due metri per due. Il che significa che qualche latitante della famiglia Pelle-Gambazza vi ha soggiornato recentemente. Forse lo stesso boss cui i carabinieri stanno dando la caccia da tempo. Sequestrato il negozio della madre di una delle vittime di Duisburg. Un supermercato di San Luca, gestito da Antonia Giorgi, madre di Marco Marmo, una delle sei vittime della strage di Ferragosto a Duisburg, e' stato sequestrato dai carabinieri nell'ambito dell'operazione condotta stamani contro i beni delle famiglie Nirta-Strangio e Pelle-Vottari. Marmo, secondo l'accusa, era legato ai Pelle-Vottari. Un fratello della vittima, Achille, è stato arrestato nel corso dell'operazione condotta nell'agosto scorso contro i presunti appartenenti alle famiglie che da anni sono contrapposte in una sanguinosa faida. All'operazione di stamani, condotta tra San Luca, Bovalino e Benestare, hanno partecipato 110 carabinieri che hanno sequestrato numerosi edifici, appartamenti, appezzamenti di terreno, negozi, imprese commerciali ed automobili di grossa cilindrata, in prevalenza Mercedes. Alcuni immobili erano stati realizzati abusivamente su terreni di proprietà dell'Enel e del Comune di San Luca. In Lombardia, invece, sono stati sequestrati prevalentemente conti bancari. Sigillati i locali in uso alla parrocchia. Tra gli immobili sequestrati a San Luca dai carabinieri c'é anche un complesso immobiliare riconducibile a Giuseppe Nirta, di 68 anni, parte del quale è utilizzato dalla parrocchia di Santa Maria della Pietà. E' quanto si è appreso in ambienti investigativi. Il complesso, secondo quanto è stato riferito, è intestato a Palma Giorgi, parente di Nirta, ed è costituito da un appartamento di cinque vani più un immobile in costruzione. Un bunker nella casa del boss Pelle. Un bunker e' stato scoperto a San Luca dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria durante le operazioni di sequestro di beni immobili appartenenti alle famiglie Nirta-Strangio e Pelle-Vottari. Il nascondiglio è stato scoperto nella palazzina in uso ai familiari del latitante Antonio Pelle, detto "'Ntoni Gambazza'', il boss della 'ndrangheta che e' irreperibile dal 2000 in quanto deve scontare una condanna definitiva a 26 anni di reclusione. Nei giorni scorsi un altro bunker era stato trovato nello stesso edificio. Il nascondiglio, realizzato a piano terra ed al quale si accedeva con un meccanismo telecomandato, secondo i carabinieri, sarebbe stato utilizzato recentemente. Edifici in mano alle cosche. Il controllo territoriale su San Luca delle famiglie Nirta-Strangio da una parte e Pelle-Vottari dall'altra veniva esercitato anche attraverso il possesso materiale di numerosi immobili. Di fatto il paese preaspromontano era in mano alle cosche. E' quanto si é appreso in ambienti investigativi dopo l'operazione condotta stamani dai carabinieri, che a San Luca hanno sequestrato numerosi immobili e terreni riconducibili ai clan della 'ndrangheta. In Lombardia, secondo quanto si e' appreso, sono state sequestrate alcune aziende e attività commerciali, ma il grosso dei beni immobili era proprio a San Luca. Il sequestro di stamani giunge dopo oltre un anno di indagini, cominciate dai carabinieri in seguito alla strage di Natale del 2006 nella quale fu uccisa Maria Strangio, moglie di uno dei presunti boss, Giovanni Luca Nirta, ed altre tre persone, tra le quali un bambino, rimasero ferite. Indagini che nell'agosto scorso portarono al fermo di una trentina di persone - nei cui confronti poi furono emessi provvedimenti cautelari - sospettate di far parte dei due gruppi; e alla scoperta, nei giorni scorsi, di una serie di bunker in cui i latitanti del gruppo Pelle-Vottari si sono rifugiati anche recentemente. La strage di Dusiburg culmine della faida del 91. Le famiglie Nirta-Strangio e Vottari-Pelle di San Luca, colpite stamani dall'operazione dei carabinieri che stanno sequestrando beni per 150 milioni di euro, hanno dato vita ad una faida sanguinosa cominciata nel 1991 e culminata, a Ferragosto dello scorso anno, nella strage di Duisburg, in Germania, nella quale furono uccise sei persone. La faida di San Luca ha avuto inizio nel giorno della festa di carnevale del 1991. All'origine dello scontro un banale lancio di uova tra un gruppo di giovani. Quell'episodio portò al compimento di un agguato nel quale furono uccise due persone ed altre due rimasero ferite. Col passare degli anni, però, la faida ha assunto altri connotati, e gli omicidi che si sono susseguiti hanno avuto come movente principale il controllo del traffico di droga e l'infiltrazione negli appalti pubblici. Lo scontro ha fatto registrare anche un lungo periodo di pausa, sino al Natale 2006 quando, in un agguato, tre persone, tra le quali un bambino, rimasero ferite e fu uccisa una donna, Maria Strangio, moglie di uno dei presunti boss, Giovanni Luca Nirta, considerato dagli investigatori il vero obiettivo dell'agguato. La risposta a quell'agguato è stata la strage di Duisburg, con sei persone uccise a Ferragosto.
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