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Masciari: nessun contributo
Masciari “Mai ricevuto soldi anzi ho perso tutto”. Mantovano “E’ ancora sotto protezione” 10 lug 08 Il testimone di giustizia Giuseppe Masciari smentisce di aver mai ricevuto dallo Stato la somma di 3,5 milioni di euro. Ieri il Viminale aveva reso noto che la commissione centrale per i programmi di protezione aveva offerto a Masciari un'ipotesi di definizione del rapporto "più ampia mai riconosciuta a un testimone di giustizia". "Delle somme che il ministero indica - ha detto Masciari in una nota - non abbiamo percepito alcunché, salvo quelle destinate a mia moglie per riacquistare le attrezzature odontoiatriche perse con la chiusura dello studio medico, su disposizione del servizio centrale di protezione". "Nelle delibere - ha aggiunto - del 27 ottobre 2004 e del 1 febbraio 2005 si dice che 'alla mancata accettazione da parte del Masciari, seguira' comunque la cessazione del programma speciale di protezione, trattandosi di rinuncia al piano di reinserimento sociale e lavorativo, così com'é articolato nella richiamata delibera del 27 ottobre 2004'". "Dunque - ha detto ancora Masciari - la soluzione è stata inaccettabile e ho deciso di fare ricorso presentato al Tar del Lazio. E' solo per questo che usufruisco, nelle more, del programma di protezione, e non per proroga del ministero". "Da quando siamo entrati nello speciale programma di protezione - ha concluso Masciari - abbiamo perso tutto". Sottosegretario Mantovano: “Nessuna revoca per Masciari”. ''Giuseppe Masciari è ancora nel programma, non gli è stata revocata la protezione, e anzi dal mio predecessore, Marco Minniti, essa gli è stata prorogata per un biennio (eventualmente prorogabile, previa verifica del pericolo)". Lo precisa il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, Presidente della Commissione Centrale sui programmi di protezione. "Masciari - prosegue - ha incassato 200.000 euro nel 2000, finalizzati all'apertura di uno studio odontoiatrico, senza aver mai dato conto dell'utilizzo di quella somma; non ha incassato altro, rispetto alla definizione prospettatagli (lo ripeto: la più alta mai messa a disposizione di un testimone di giustizia), poiché l'ha impugnata davanti al Tar in quanto la ritiene insufficiente". Più in generale Mantovano ricorda che le misure economiche per il mantenimento e il reinserimento sociale dei testimoni di giustizia "corrispondono a parametri oggettivi e a criteri di adeguatezza derivanti da una legge approvata all'unanimità dal Parlamento". "L'uso di queste risorse -prosegue - non è arbitrario ma tiene conto, come per ogni voce del bilancio dello Stato, che si tratta del denaro dei contribuenti da impiegare e non da dilapidare". "Riguardo le misure di protezione tese a garantire la sicurezza dei testimoni, queste non cessano finché le autorità di sicurezza, e cioé le Procure della Repubblica competenti, non valutano concluso il rischio, al di là della durata del programma di protezione. Così è stato finora - conclude - per decine e decine di testimoni di giustizia, in virtù di percorsi di tutela e di assistenza, concordati con piena soddisfazione degli interessati".
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