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Processo Fortugno

 

Processo Fortugno: Cordì ribatte “In famiglia nessuna spaccatura”

16 giu 08 Dichiarazione spontanea di Vincenzo Cordì, imputato di associazione a delinquere di tipo mafioso, nell'udienza di oggi al processo per l'omicidio di Francesco Fortugno in corso a Locri. Cordì, in apertura d'udienza, ha chiesto di intervenire in relazione alla deposizione di Fausto Ciorba, ispettore capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, che in un'udienza precedente aveva parlato di una spaccatura all'interno della cosca Cordì di Locri dopo l'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale. "All'interno della mia famiglia - ha detto Cordì - non c'é stata alcuna spaccatura". Nella dichiarazione Cordì ha aggiunto di non avere litigato con altri detenuti suoi concittadini. "La mia famiglia non è in lotta con nessuno - ha detto - non conosco cos'é la 'ndrangheta, semmai chiedete ai giudici che scrivono libri''. Nel processo sono imputati dell'omicidio di Fortugno Salvatore Ritorto, Domenico Audino ed Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, mentre altri, oltre a Vincenzo Cordì, Antonio e Carmelo Dessì ed Alessio Scali, devono rispondere di associazione per delinquere di tipo mafioso.

Marcianò a Roma per nozze di amici. Il 21 settembre del 2005, Giuseppe Marcianò, imputato con il padre Alessandro di essere il presunto mandante dell'omicidio Fortugno, era a Roma per partecipare ad un matrimonio. A dirlo, nell'udienza di oggi del processo per l'uccisione del vicepresidente del Consiglio regionale calabrese, in corso a Locri, sono stati i coniugi Loredana Adornato di Locri e Daniele Dolari, di Roma. Giuseppe Marcianò e la sua famiglia, hanno riferito i coniugi Dolari-Adornato, hanno partecipato alle loro nozze. Il particolare è legato al fatto che, in base a quanto sostenuto dagli investigatori, Giuseppe Marcianò in quella data si sarebbe trovato nella Capitale per seguire Francesco Fortugno. L'udienza del processo si è conclusa ed è stata aggiornata al prossimo 26 giugno. In quella data l'avv. Giovanni Taddei, difensore di Cordì, effettuerà il controesame nei confronti dell'ispettore Fausto Ciorba, ispettore capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria (Dap).

 

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