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Le mani della ndangheta sulla Costa Smeralda
Le mani della ndrangheta sulla Costa Smeralda, illeciti riciclati in ville e turismo, 9 arresti 09 giu 08 Guadagni illeciti della 'ndrangheta (estorsioni, traffico d'armi e di droga) 'ripuliti' nelle ovattate stanze di due finanziarie di Zurigo controllate da tre pregiudicati italo-svizzeri e rimandati indietro sotto forma di investimenti. Un giro di imprese nel settore turistico in Sardegna, ma anche in Spagna, appartamenti, ville, barche e tutto quello che poteva essere funzionale al riciclaggio di denaro sporco. Il tesoretto - almeno quello scoperto e sequestrato - ammonta a circa 8 milioni di euro tra immobili, denaro depositato su conti correnti all'estero, diamanti e infine terreni, in Italia e in Spagna sulla quale, sempre attraverso prestanome, l'associazione mafiosa della cosca Terrazzo sembra si proponesse di costruire un campo da golf, un villaggio vacanze e un residence di villette a schiera. Il colpo al sofisticato apparato finanziario della 'ndrangheta di Mesoraca (Crotone) e' stato inferto dagli investigatori di una squadra investigativa internazionale composta per l'occasione dai carabinieri del Ros di Milano e dagli agenti svizzeri della Polizia Federale di Lugano. Al termine di questa lunga indagine, coordinata, sempre a livello italo-elvetico, dal Pm della Dda Mario Venditti e dal Gip guido Salvini, di concerto col procuratore di Lugano Sergio Mastroianni e dal Gi-federale di Lugano Jaques Ducry, sono stati arrestati, oltre ai tre amministratori delle finanziarie svizzere, altre sei persone tra le quali l'avvocato milanese Giuseppe Melzi, un civilista molto noto per essere stato scelto come legale di un gruppo di piccoli risparmiatori nel processo per il crack del Banco Ambrosiano. Complesso il funzionamento della cosiddetta 'lavatrice' della 'ndrangheta. Secondo quanto e' stato riferito in una conferenza stampa dei Ros di Milano, le indagini si sarebbero avviate addirittura "tra il 2000 e il 2004" in ordine a episodi di estorsione, e di traffico di armi dalla Svizzera, compensato con un pagamento in denaro e partite di droga in senso inverso. Il traffico era gestito da alcuni esponenti della 'ndrangheta di Mesoraca trasferiti nella zona del confine italo-svizzero della provincia di Varese, in Canton Ticino e da altri elementi dislocati invece in altre localita' della Lombardia e in Calabria. La nascita dello speciale pool aveva consentito alle indagini di varcare il confine penetrando anche le rigide procedure di riservatezza degli ambienti finanziari. Gli investigatori si sono quindi concentrati su due finanziarie di Zurigo, la Wfs e la Pp Finanz, entrambe gestite da un terzetto di 'imprenditori finanziari' formato da Salvatore Paulangelo, 45 anni, nato a Zurigo e domiciliato a Olbia, ex meccanico, e dai soci Paolo Desole, 45 anni, anche lui nato a Zurigo, ex cuoco, e Alfonso Zoccola, di 40 anni, di Winterthur, residente a Zurigo, domiciliato a Cava dei Terreni, tutti pregiudicati. Eppure le loro finanziarie, oltre a disporre di una vasta rete di agenti per la raccolta di denaro, apparivano, sottolineano gli investigatori del Ros, come "solide e sicure strutture finanziarie con clienti in tutto il mondo, specializzate nel commercio di valute, il cosiddetto Forex, ed operavano tramite una nota società di brokeraggio londinese accreditata presso la Banca Mondiale. Un'attività dentro la quale, secondo gli investigatori, attraverso Zoccola che aveva conosciuto in carcere Fortunato Andali, era entrata la cosca "Ferrazzo-Iazzolino". Il riciclaggio consisteva nel 'deviare' su conti personali il provento dell'attività, cioé le commissioni sui movimenti di acquisto e vendita per un giro di affari di un centinaio di milioni di Euro. In questo modo il denaro 'pulito' poteva essere reinvestito. In tanti diversi rivoli, perfino entrando nel capitale di una società di lavoro interinale svizzera di cui è titolare un napoletano incensurato sul conto corrente della quale (a Vaduz, nel Liechtenstein) gli investigatori svizzeri hanno sequestrato 600.000 euro della 'ndrangheta. E con tanti prestanome: ad esempio le due finanziarie di Zurigo, condotte al fallimento quando le operazioni per incassare le commissioni cominciavano a puzzare di truffa, erano state 'giraté entrambe, con regolare atto notarile a un barbiere di un paesino del catanzarese. Tra gli altri 'imprenditori' figurano anche ex muratori, operai e cuochi. In un libro descritta in anticipo la situazione. Proprio in un libro uscito poco tempo fa la Costa Smeralda, con i suoi appetitosi terreni e ville da favola, e' stata descritta come preda di organizzazioni malavitose. Il libro si intitola 'Cosi' si dicé (Einaudi stile libero) e non a caso è stato scritto da un cronista, il cagliaritano Francesco Abate il quale ha raccontato che il contenuto è frutto di una sua intuizione supportata da un'indagine della procura di Milano, di cui è venuto a conoscenza dopo la stesura del libro, che ha portato agli arresti domiciliari di nove persone collegate alla 'ndrangheta. 'Così si dicé ha l'impianto di un romanzo, di una 'commedia noir' con al centro un cronista, Rudy Saporito, esiliato in una redazione marginale in Costa Smeralda per occuparsi di cronaca mondana. Finirà invece per indagare su una finanziaria, a sua volta dipendente da una grande holding, che concede mutui a piccoli imprenditori del settore turistico e fa in modo che i loro affari subiscano qualche 'incidente di percorso' che li manda sul lastrico e impedisce loro di pagare i mutui. Così la finanziaria si impossessa dei loro alberghi, ville o terreni per specularci sopra con la complicità di amministratori locali corrotti riciclando per l'occasione attraverso la holding denaro sporco fornito da varie mafie ('ndrangheta compresa)
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del 28/01/2004
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