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Arrestato il boss Condello
I ROS setacciano l’abitazione del boss Condello. In cassaforte pizzini e manoscritti importanti 20/02 Una serie di accertamenti sono in corso da stamani all'esterno ed all'interno dell'abitazione nel quartiere Pellaro a Reggio Calabria dove lunedì sera è stato arrestato il boss Pasquale Condello. Alle attività stanno partecipando i carabinieri del Ros, del comando provinciale di Reggio Calabria ed i vigili del fuoco. All'esterno dell'abitazione, con un escavatore, i carabinieri ed i vigili del fuoco stanno scavando in un giardino per verificare se Condello oppure qualche suo fiancheggiatore possa aver nascosto degli oggetti o qualche altro materiale. All'interno dell'abitazione i carabinieri stanno cercando tracce utili alle indagini sulla latitanza del boss, durata 18 anni, per individuare la rete di fiancheggiatori e gli 'affari' della cosca. Gli investigatori hanno effettuato una serie di scavi e ricerche anche nelle tubazioni di scarico dell'immobile alla ricerca di tracce ematiche e di resti di alimenti che potrebbero dimostrare che in quel nascondiglio Pasquale Condello ormai si trovava da diverso tempo. L'intera area è stata comunque cinturata. Agli accertamenti, oltre ai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria, sta partecipando anche personale del Ris. Le indagini sono coordinate dai sostituti procuratori distrettuali Domenico Galletta e Giuseppe Lombardo. Gratteri “E’ presto per parlare di successione”. Il magistrato della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ed autore di due libri sulla 'ndrangheta, Nicola Gratteri, ritiene che dopo l'arresto del boss Pasquale Condello, detto il 'Supremo', è "troppo presto per parlare di successione". "Ora bisognerà vedere - ha aggiunto - le forze che ci sono in campo da parte delle varie cosche ed anche le varie alleanze che verranno fatte. Gli uomini della 'ndrangheta sono strateghi calcolatori e intelligenti che valutano tutto e tutte le situazioni''. Sull'ipotesi di una eventuale recrudescenza criminale per la successione a Condello, Gratteri ha poi detto che "le guerre e le faide si sono sempre dimostrate perdenti nel tempo e quindi credo che non vogliano ripercorrere gli errori del passato. Quindi secondo me faranno di tutto per accordarsi e per determinare i loro campi d'influenza" Pizzini e manoscritti importanti in cassaforte. Sono alcune decine ed erano custoditi in una cassaforte i pizzini scritti da Pasquale Condello e ritrovati nell'abitazione a Reggio Calabri dove il boss della 'ndrangheta e' stato arrestato dai carabinieri del Ros. I pizzini, secondo quanto si è appreso, sono manoscritti e contengono delle frasi o delle indicazioni non dirette. Per la scrittura, secondo gli investigatori, sarebbe stato utilizzato un codice che ora i carabinieri stanno cercando di decifrare. Le decine di piccoli fogli di carta sui quali sono state scritte una serie di frasi sono ora all'attenzione dei carabinieri del Ros che sul loro contenuto preferiscono mantenere il massimo riserbo. "Si tratta - sostengono gli inquirenti - dei classici pezzi di carta con frasi scritte a mano. Sono come quelli usati dai siciliani i quali hanno imparato dai boss della 'ndrangheta questa modalita' per comunicare con i loro complici" Il rifugio abitato da molto tempo. Pasquale Condello, secondo gli investigatori, potrebbe essersi nascosto da diverso tempo nell'abitazione del quartiere Pellaro di Reggio Calabria dove lunedì sera è stato arrestato. Dalla quantità e dal tipo di materiale trovato al momento dell'arresto, infatti, i carabinieri del Ros ritengono che Condello fosse nell'abitazione già da diverso tempo prima. All'individuazione del rifugio gli investigatori sono giunti attraverso il controllo di alcuni elementi della cosca, dei familiari del boss e del proprietario dell'abitazione. Le indagini sono ora finalizzate a stabilire se la villetta era un rifugio momentaneo oppure se era la base operativa dalla quale il boss dirigeva le attività criminali della cosca.
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