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Due arresti per l'agguato di Melito
Due arresti per l’agguato a Melito in cui rimase ferito il piccolo Antonino Laganà 03 dic 08 Sono state arrestate dai carabinieri le due persone che erano ricercate nell'ambito dell'indagine sul ferimento per errore in un agguato di 'ndrangheta di Antonino Lagana', 4 anni, accaduto il 6 giugno scorso a Melito Porto Salvo. Si tratta di Leonardo e Antonino Foti, di 30 e 26 anni, zio e nipote, nei confronti dei quali è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Reggio Calabria su richiesta della Procura antimafia per concorso in duplice tentato omicidio con l'aggravante delle modalità mafiose. Leonardo e Antonino Foti, secondo l'accusa, sarebbero gli organizzatori e i mandanti dell'agguato, che secondo l'accusa aveva come obbiettivo il pregiudicato Francesco Borrello, nel corso del quale fu ferito per errore il piccolo, che stava partecipando ad una festa per la fine dell'anno scolastico sul lungomare di Melito Porto Salvo insieme a decine di altri bambini. Ad eseguire l'agguato fu una terza persona, secondo le indagini assoldata da Leonardo e Antonino Foti, che i carabinieri stanno tentando adesso di identificare Nell’agguato rimase ferito Antonino
Laganà. Nell’agguato dell 6 giugno scorso restò
ferito per errore un bambino di tre anni, Antonino Laganà.
Il bambino, raggiunto da un colpo di pistola, riportò gravi
lesioni alla testa dalle quali si è ristabilito dopo le cure
e gli interventi chirurgici cui è stato sottoposto nell'ospedale
Bambino Gesù di Roma. Nelle settimane scorse il bambino è
stato dimesso ed il 9 novembre è tornato a casa insieme ai
genitori, Carmelo Laganà, agente di polizia penitenziaria,
e Stefania Gurnari. Antonino Laganà era stato ferito mentre
partecipava sul lungomare di Melito Porto Salvo, insieme a decine
di compagni, alla festa di fine anno scolastico. Secondo quanto è
emerso dalle indagini, obiettivo dell'agguato era il pregiudicato
Francesco Borrello, di 50 anni, che riportò soltanto ferite
alle gambe. Procuratore Pignatone “Fu episodio di estrema gravità”: "Siamo nelle condizioni di potere affermare che non ci si trova dinanzi a delitti di mafia, ma non per questo motivo sono meno feroci e plateali". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, parlando dell'arresto dei presunti mandanti dell'agguato in cui restò ferito per errore il piccolo Antonino Laganà. "Si tratta di un fatto, comunque - ha aggiunto Pignatone - estremamente grave perché ha avuto come vittima un bambino. L'azione, inoltre, venne eseguita in mezzo ad una folla di persone innocenti ed ignare di quanto stava accadendo". Nel corso della conferenza stampa, gli inquirenti hanno reso noti anche alcuni stralci di dialogo tra Leonardo e Antonino Foti, intercettati grazie a potenti microspie, in cui si commentava con preoccupazione l'esito negativo del tentato omicidio di Francesco Borrello, che era l'obiettivo dell'agguato. "All'indagine - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, Leonardo Alestra - manca l'ultimo tassello, cioé l'identità certa del killer e su questo stiamo intensamente lavorando".
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