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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Agguato ad extracomunitari a Rosarno
Gli immigrati, dopo l’agguato subito, protestano per tutta la notte a Rosarno. Coro di proteste 13 dic 08 E' proseguita per tutta la notte la protesta di un gruppo di immigrati che hanno tenuto un presidio alla Periferia di Rosarno dopo il ferimento, ieri, di due stranieri della Costa D'Avorio da parte di persone non identificate. Stamani, dopo aver rimosso il presidio, una delegazione di stranieri ha partecipato ad una riunione con i commissari prefettizi che gestiscono il Comune di Rosarno e con i rappresentanti di polizia e carabinieri. Gli immigrati chiedono di ottenere di poter avere una sistemazione migliore dal punto di vista abitativo e lavorativa. Polizia e Carabinieri stanno effettuando controlli per evitare che si creino problemi di ordine pubblico. La protesta si è svolta nella vecchia fabbrica abbandonata che si trova lungo la strada che collega Rosarno a San Ferdinando, fuori dal centro abitato. Restano ancora da chiarire, invece, le circostanze del ferimento di due immigrati della Costa D'Avorio che ha provocato la reazione dei loro connazionali. I carabinieri stanno svolgendo indagini per identificare gli autori ed il movente del ferimento. Hanno sparato due bianchi. A sparare contro i due immigrati rimasti feriti ieri sera a Rosarno sarebbero stati due uomini di carnagione chiara. A dirlo ai carabinieri, che conducono le indagini, sono stati altri immigrati che insieme alle due vittime dormono in una vecchia fabbrica abbandonata sulla strada che da Rosarno conduce a San Ferdinando. Il racconto è adesso al vaglio degli investigatori per accertarne la veridicità e cercare di risalire al movente. Secondo quanto riferito dagli stranieri, i loro due amici stavano camminando nelle vicinanze della fabbrica quando è passata un'auto con due persone a bordo, una delle quali ha sparato. I due feriti sono ricoverati nell'ospedale di Polistena. Al momento non sono stati ancora identificati. Intervenuti “medici senza frontiere”. La protesta degli immigrati scoppiata a Rosarno era iniziata ieri sera. Gli stranieri hanno chiesto l'intervento di rappresentanti dell'associazione Medici senza frontiere, che hanno una propria sede a Rosarno ed è finito il lancio di oggetti contro le forze dell'ordine. La protesta si è svolta nella vecchia fabbrica abbandonata che si trova lungo la strada che collega Rosarno a San Ferdinando, fuori dal centro abitato. Restano ancora da chiarire, invece, le circostanze del ferimento di due immigrati che poi ha provocato la reazione dei loro connazionali. La protesta ha, di fatto, impedito ai carabinieri di svolgere i primi accertamenti per cercare di capire cosa sia successo. Nella fabbrica sono rimasti una cinquantina di immigrati, di varie nazionalità ma tutti provenienti da Paesi africani, che stanno parlando con una dottoressa di medici senza frontiere. La situazione adesso é tornata alla calma. Durante la protesta, gli immigrati hanno rovesciato alcuni cassonetti per la strada, ma, secondo quanto è stato riferito, non c'é stato un lancio di oggetti verso le forze dell'ordine. La protesta, da quanto si è saputo successivamente, è scoppiata perché gli immigrati pensavano che i loro due amici fossero morti. Lo Moro “Si ripropone il problema dell’accoglienza”.
"L'episodio di Rosarno, dove il ferimento di due extracomunitari
ha determinato la protesta degli immigrati, ripropone drammaticamente
il problema dell'accoglienza nel nostro Paese". Lo afferma la
parlamentare del Pd Doris Lo Moro. "C'é - aggiunge - una
parte di immigrazione, non soltanto illegale esposta a problemi di
sussistenza quotidiana, che garantisce i lavori più umili e
vive in strutture fatiscenti, in una condizione di marginalità
aggravata, in alcune aree del Meridione, dalla presenza della criminalità
organizzata. Situazioni come quelle del Casertano o di Rosarno, dove
la miseria dei migranti e la violenza spesso diventano elementi di
una realtà sociale della cui portata l'opinione pubblica si
rende conto soltanto quanto esplode in fatti di cronaca, non sono
ammissibili in un Paese progredito". "In Calabria - prosegue
Lo Moro - all'indomani dei fatti di Castel Volturno, non sono mancati
casi di integrazione, dove la prima accoglienza degli immigrati è
stata garantita grazie anche alla partecipazione attiva delle popolazioni
oltre che delle istituzioni locali, che hanno giovato all'immagine
della regione, e che oggi sono invece offuscati dai fatti registrati
nel reggino". "Andare incontro ai bisogni degli ultimi -
conclude - è un modo per appropriarsi del proprio diritto di
cittadinanza". Loiero “Sfruttamento intollerabile”.
“Mi indigna quello che è accaduto a Rosarno con il ferimento
dei due giovani ivoriani. E’ una vicenda indegna di un paese
civile e fa a pugni con la tradizione di accoglienza del popolo calabrese.
Ritengo poi intollerabile la condizione di sfruttamento a cui sono
soggetti migliaia di extracomunitari costretti a vivere in favelas
da terzo mondo”. Lo ha detto in serata il presidente della Regione
Calabria, Agazio Loiero, allarmato per l’agguato contro Ahamed
Hagi e Saga Ahabib. “Comprendo le ragioni della protesta messa
in atto da una massa di stagionali essenziali all’economia agricola
della zona, lavoratori da rispettare ai quali vanno riconosciuti diritti
elementari come quello di vivibilità – ha aggiunto Loiero
– e ritengo che istituzioni e associazioni di volontariato si
debbano far carico del problema”.- Limido “Governo latitante”. Il consigliere regionale de La Destra, Gabriele Limido, definisce il ferimento dei due immigrati a Rosarno "un atto da condannare fermamente nella speranza che i responsabili vengano presto consegnati alla giustizia" e rivolge un monito al governo Berlusconi che "sulla questione è latitante". "La rivolta degli extracomunitari - sostiene Limido - è la naturale conseguenza di una politica in tema di immigrazione troppo debole. Come è possibile che in uno Stato di diritto, come dovrebbe essere il nostro, dei clandestini, che dovrebbero essere immediatamente espulsi dal nostro territorio, possano non solo girare indisturbati, ma creare danni e disagi ad un territorio". "Il governo Berlusconi - sostiene ancora Limido - aveva promesso misure rigide in tema, invece dopo i fatti di Castel Volturno ci risiamo ancora. E' arrivato il momento di prendere dei provvedimenti più severi contro gli immigrati clandestini, ma anche verso chi li sfrutta e garantire allo stesso tempo una vita più dignitosa agli extracomunitari con regolare permesso di soggiorno che vengono in Italia a lavorare". "Senza dimenticare però - conclude il consigliere regionale - che devono essere gli italiani ad essere tutelati. E ad essi, in primis, va garantito il diritto alla casa, al lavoro e all'istruzione"
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