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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Blind trust aziende Vrenna
Sul blind trust alle aziende Vrenna, assessore Comune di Crotone “Una priorità i posti di lavoro” 25 ago 08 "La tutela di una azienda che assicura
posti di lavoro impone che ciascuno si assuma le proprie responsabilità".
E' quanto afferma, in una nota, l'assessore comunale alle Attività
produttive di Crotone, Cesare Spanò, facendo riferimento alla
soluzione adottata per le aziende del gruppo Vrenna. "E tutto
questo - aggiunge Spanò - non soltanto rivendicando un ruolo
di facciata e di moralizzatore che non incide sullo sviluppo del nostro
territorio, ma proponendosi fattivamente come attore di una azione
unitaria che veda insieme istituzioni e forze sociali". "Alle
innumerevoli analisi e dichiarazioni - prosegue Spanò - che
in questi ultimi giorni hanno incrociato la vita politica e sociale
del nostro territorio sul tema del 'trust' per le aziende del gruppo
Vrenna, non avevo intenzione di aggiungere alcunché. Il silenzio
che mi sono imposto è soprattutto una forma di rispetto nei
confronti di chi, avendo con specchiata moralità condotto la
propria vita professionale ultra quarantennale, come l'ex procuratore
Tricoli non aveva certo bisogno di una difesa d'ufficio. Ma sento
il dovere di intervenire non essendo un politico di mestiere, uno
di quelli che se anche sbagliano pensano di non dover pagare o al
massimo di pagare pedaggio dopo cinque anni, alla prossima tornata
elettorale, ma nascendo imprenditore e soprattutto in considerazione
che ancora oggi si guarda al dito invece di guardare alla luna".
"Si guarda, paradossalmente - sostiene ancora Spanò -
al dito (l'imprenditore) e non alla luna (l'azienda). Quanto sia importante
la vita di un'azienda su questo asfittico territorio é quasi
superfluo sottolinearlo. Eppure sembra quasi che questo dato sia marginale,
che centinaia di posti di lavoro siano elementi di secondo ordine,
che il futuro di decine di famiglie monoreddito sia una frivolezza.
Credo che, viceversa, su questo dato bisognerebbe riflettere piuttosto
che partecipare allo scambio di accuse velenose, al rimbalzo di responsabilità,
alle inutili esternazioni che non fanno altro che generare negatività
e tracciare un solco ancora più profondo tra economia reale
e virtuale". Per Spanò "quasi tutti, non tutti per
fortuna, hanno detto la loro ma paradossalmente solo per scambiarsi
fiumi di parole senza mettere al centro della discussione la piega
che le cose potevano prendere, con esiti senza dubbio disastrosi sul
piano economico ed occupazionale, se si fossero adottate soluzioni
diverse da quelle intraprese. Davanti a problemi seri come quelli
del futuro lavorativo non si deve e non si può fare né
populismo, né bassa demagogia. Sarebbe opportuno fare più
quadrato intorno ai problemi piuttosto che tentare di perseguire piccoli
e singoli obiettivi di facciata che non portano nessun beneficio effettivo
alla collettività". "Paradossalmente rispetto a tante
dichiarazioni - conclude Spanò - stiamo assistendo a tanti,
troppi silenzi sul futuro dell'azienda e dei lavoratori. Un silenzio
che non è produttivo e che non fa bene al futuro del nostro
territorio".
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