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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Assolto l'ex patron del Cosenza Calcio
La sentenza Processo Lupi: L’ex patron del Cosenza, Pagliuso, assolto. Nel dispositivo si indica una documentazione falsa 07/10 (emmeffe) Tutti assolti i 14 imputati del processo Lupi, tra
cui l’ex patron del Cosenza 1914, Paolo Fabiano Pagliuso, il
figlio Luca e i componenti del consiglio di amministrazione della
società silana, Vincenzo Vetere, Carmelo Fedele e Pietro Marsico,
processo che si è chiuso venerdì mattina, a Cosenza,
dopo oltre due anni di dibattimento, con la lettura della sentenza
da parte del presidente della Corte d’Assise, dottoressa Gabriella
Portale (a latere Dr.ssa Russi e il Dott. Grillone). E ora chi ci restituisce l’immagine sportiva persa? 07/10 (Pippo Gatto) E’ commosso, non vuole parlare, gli occhi
gonfi e un felicità che tocca chi lo avvicina. Così
si presenta Paolo Fabiano Pagliuso al termine dell’udienza.
Poche parole. “Non condanno nessuno, perdono quelli che mi hanno
fatto del male, non voglio nessuna vendetta”. E via a rispondere
alle mille telefonate che arrivano una dopo l’altra. “grazie,
grazie” è una specie di rosario di ringraziamenti quello
che snocciolta a parenti, amici e conoscenti che lo telefonano, gli
stringono le mani, lo vogliono salutare. E’ letteralmente cambiato
rispetto al giorno in cui uscì dal carcere, costretto ad una,
carcerazione preventiva durata nove mesi. Ora ci chiediamo: perché
tanto accanimento? Possibile mai che addirittura, come si legge nel
dispositivo della sentenza, ci siano potuto essere carte false per
avallare il suo arresto? Un mostro creato soltanto da i “si
dice” i “può darsi” che mostrano una evidente
buco nella concessione dela carcerazione preventiva che ha modificato,
indelebilmente, l’equilibrio psicofisico di una persona. Non
è garantismo dell’ultimo momento, ma il garantismo di
chi chiede l’utilizzo della coercizione con raziocinio e non,
a colte, dettato da rancori o quant’altro. Non ci riferiamo
al caso di Pagliso. Sia chiaro. Ma dati oggettivi alla mano, da questo
processo si è innescato un processo di depauperamento di immagini
e capitali che hanno distrutto letteralmente la dignità di
una persona, come più volte il Prof. Paolo Fabiano Pagliuso
ci ha ribadito nelle nostre interviste. “Sono stato trattato
peggio di Riina” ci aveva detto commosso nell’intervista
in cui annunciava la sua denuncia al Procuratore Borrelli mandata
in onda in TV e pubblicata nel nostro giornale “ma per quale
motivo, io che ho sempre rispettato la legge”. E adesso la Lega,
la FIGC, che si sono costituite parte civile? E non solo. Tutti quei
giornali del nord che lo hanno dipinto come un novello Al Capone?
L’azienda del calcio distrutta e un capitale di giocatori andato
in fumo. Procuratore Borrelli, ne vogliamo parlare adesso? Il calcio
a Cosenza in questi quattro anni è stato preda di persone che
non sono riuscite a fare neanche un passo più lungo della loro
scarpa e anzi hanno contribuito a distruggere quel po’ di immagine
positiva che era rimasta. Ma ora chi ci restituisce il maltolto? Al
prof. Pagliuso ci penseranno i suoi legali ma a noi tutti cosentini
chi ci ridarà, un immagine, una collocazione sportiva sudata
con i risultati di oltre 90 anni di calcio spesi, anche, tra categorie
infime e 16 anni di B, ma tutti sudati con campionati giocati sul
campo?
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