Omicidio Fortugno si indaga sugli
appalti della sanità. Interrogato il killer, fa scena muta.
Gli omissis delle indagini celerebbero il referente politico della
cosca Cordì.
22/03
E a pensar male di solito ci si indovina sempre. Come vi anticipavamo
ieri le indagini, ora, stanno proseguendo anche sulla strada della
sanità. Infatti, è notizia di oggi, che s' indaga sugli
appalti della sanita' per identificare i mandanti dell' assassinio
di Francesco Fortugno. Gli enormi interessi economici che ruotano
attorno al sistema sanitario, con un diretto coinvolgimento di settori
collusi della politica e della criminalita' organizzata, potrebbero
rappresentare il movente dell' omicidio del vicepresidente del Consiglio
regionale della Calabria. Si tratta di un' ipotesi investigativa sulla
quale magistrati ed investigatori stanno cercando elementi di riscontro.
Proprio la sanita' e gli interessi economici che ruotano attorno a
questo settore, con riferimento, in particolare, ad appalti e forniture
ospedaliere, erano stati in piu' occasioni al centro degli interventi
e delle prese di posizione di Francesco Fortugno, che svolgeva la
professione di medico e che, tra l' altro, era il responsabile sanita'
della Margherita calabrese. Lo stesso vicepresidente del Consiglio
regionale, prima del suo ingresso in politica, era stato primario
del servizio di pronto soccorso dell' ospedale di Locri. La moglie
di Fortugno, Maria Grazia Lagana', da parte sua, e' vicedirettore
sanitario dello stesso ospedale di Locri.
Interrogato il killer, fa scena muta
22/03 Salvatore Ritorto, di 27 anni, il presunto killer di Francesco
Fortugno, si e' avvalso della facolta' di non rispondere nel corso
dell' interrogatorio di garanzia cui e' stato sottoposto stamattina,
nel carcere di Reggio Calabria, dal gip, Mariagrazia Arena. Ritorto,
assistito dal suo difensore di fiducia, Rosario Scarfo', ha deciso
di non rispondere, in attesa di conoscere il contenuto degli atti
dell' inchiesta che ha portato al suo arresto ed a quello di altre
otto persone, tre delle quali, Domenico Audino, Carmelo Dessi' e Domenico
Novella, sarebbero state sue complici nella fase esecutiva ed organizzativa
dell' assassinio di Fortugno. All' interrogatorio hanno assistito
anche i sostituti procuratori distrettuali Giuseppe Creazzo e Marco
Colamonici, i due magistrati che conducono l' inchiesta sull' omicidio
di Fortugno che ha portato agli arresti di ieri.
Gli omissis celerebbero il referente
politico della cosca Cordì
22/03Gli omissis contenuti nell' ordinanza di custodia cautelare
che hanno portato all' arresto degli esecutori dell' assassinio di
Francesco Fortugno celerebbero l' indicazione del referente politico
della cosca Cordi'. Su questo specifico punto sarebbero state numerose
le domande poste dai magistrati della Procura distrettuale di Reggio
Calabria a Bruno Piccolo, il collaboratore di giustizia che ha fornito
un contributo determinante alle indagini che hanno portato agli arresti
di ieri. Le risposte fornite da Piccolo agli inquirenti, coperte dagli
omissis contenuti nell' ordinanza, avrebbero consentito di definire
il contesto anche politico in cui sarebbe maturato l' assassinio di
Fortugno, affidato per l' organizzazione e l' esecuzione alla cosca
Cordi' da chi aveva interesse all' eliminazione del vicepresidente
del Consiglio regionale. Si tratta, pero', di elementi che necessitano
di un attento approfondimento e che rappresentano il fulcro delle
ulteriori indagini che si stanno effettuando per arrivare ai mandanti
dell' omicidio. E' stato lo stesso procuratore nazionale antimafia,
Piero Grasso, nel corso della conferenza stampa tenuta ieri a Reggio
Calabria, a definire quello di Fortugno un ''delitto politico, uno
dei piu' importanti di questo tipo accaduti nel nostro Paese'', assicurando
''massimo impegno per identificare i mandanti dell' omicidio''.
PM Creazzo “Le indagini sui
mandanti non cominciano certo oggi”
22/03 ''Le indagini per individuare mandanti e movente dell' assassinio
di Francesco Fortugno non cominciano certo oggi e non rappresentano
un fatto separato rispetto a quelle che hanno portato all' arresto
degli esecutori materiali''. Lo ha detto alle agenzie il sostituto
procuratore distrettuale di Reggio Calabria Giuseppe Creazzo, che
insieme al collega Marco Colaminici conduce l' inchiesta sull' assassinio
di Fortugno. ''Il fatto e' che il ventaglio delle ipotesi sulle possibili
causali dell' omicidio di Fortugno - ha aggiunto Creazzo - e' ancora
talmente ampio da non consentire di privilegiare od escludere alcuna
pista. Il che non vuole dire, pero', che su questo punto non sappiamo
nulla. Sin dal primo momento, comunque, abbiamo lavorato per identificare
i mandanti ed il movente dell' omicidio. Le indagini sono a tutto
campo e riguardano, dunque, non soltanto gli esecutori ma anche i
mandanti dell' omicidio. La domanda che si pone l' opinione pubblica
sul perche' Fortugno e' stato ucciso ce la siamo posta anche noi fin
dall' avvio delle indagini. Ed e' un aspetto della vicenda, posso
assicurarlo, su cui stiamo lavorando con grande intensita' e dedizione''.
L’omicidio commissionato alla
Cosca Cordì
L' assassinio di Francesco Fortugno non sarebbe stato frutto di un'
iniziativa autonoma della cosca Cordi', che avrebbe ricevuto l' incarico
di uccidere il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria
da qualcuno che magistrati ed investigatori tenteranno di identificare
nel prosieguo delle indagini. Nelle osservazioni dei magistrati della
Procura antimafia di Reggio Calabria che il gip, Mariagrazia Arena,
ha inserito come premessa introduttiva nell' ordinanza di custodia
cautelare si afferma, tra l' altro, che ''le indagini hanno consentito
di acclarare ancora una volta la validita' delle comuni, consolidate
e ferree regole di mafia che imperano nelle zone teatro dei fatti,
che vogliono che l' esecuzione di un cosi' rilevante fatto di sangue
venga 'naturalmente' affidata ad una delle cosche che dominano il
territorio''. Accertare da chi e perche' la cosca Cordi' abbia ricevuto
l' incarico di organizzare ed eseguire l' assassinio di Fortugno rappresenta
il prossimo obiettivo dell' inchiesta.
Il pentito Piccolo avrebbe fornito
indicazioni anche sui mandanti
22/03 Bruno Piccolo, il collaboratore di giustizia le cui rivelazioni
hanno portato ieri all' arresto dei presunti esecutori materiali dell'
omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria,
Francesco Fortugno, avrebbe fornito indicazioni anche sui mandanti
dell' assassinio. E' quanto si e' appreso, stamattina, in ambienti
investigativi. I riferimenti fatti in questo senso da Piccolo rappresentano
per i magistrati che stanno conducendo l' inchiesta, i sostituti procuratori
distrettuali di Reggio Calabria Giuseppe Creazzo e Marco Colamonici,
lo spunto per giungere, eventualmente, all' identificazione dei mandanti
dell' assassinio di Fortugno. Identificazione da cui sara' anche possibile
risalire al movente dell' omicidio. Gli omissis contenuti nell' ordinanza
di custodia cautelare riguarderebbero, secondo quanto si e' appreso,
proprio le dichiarazioni fatte su questo punto dal pentito. Dichiarazioni
che saranno utilizzate nelle indagini suppletive per definire il quadro
completo delle responsabilita' connesse all' assassinio di Francesco
Fortugno.
Vedova Fortugno: “Notizie che
acuiscono il dolore”
''Da Torino, dove mi trovo per partecipare alla giornata della memoria
e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, apprendo della
cattura dei presunti assassini di mio marito. Notizie come queste
acuiscono in me il dolore per la sua scomparsa''. Lo ha dichiarato
Maria Grazia Lagana', vedova dello scomparso Francesco Fortugno. ''Un
delitto inaccettabile - dice la Lagana' - di un uomo onesto, generoso,
giusto. Finalmente e' stata fermata la mano di chi si e' ''arrogato''
il diritto di porre fine alla sua vita, di chi ha sottratto un padre
ai suoi figli e un uomo al suo impegno vissuto come missione. Le notizie
di oggi riaprono ferite che mai potranno rimarginarsi. Sento fortissimo,
in questo momento, il bisogno di ringraziare il Capo dello Stato,
il Presidente Carlo Azeglio Ciampi, che in quel momento terribile
ha fatto sentire la sua vicinanza e si e' fatto portavoce di un impegno
alto dello Stato verso la mia famiglia e la nostra terra. Insieme
a lui la Signora Franca per le grandissime doti di sensibilita' ed
umanita'. Spero si continui a tenere alta l'attenzione e si continui
il lavoro fino in fondo. Verita' e giustizia fino in fondo''. ''Esprimo
sentimenti di vicinanza ai servitori dello Stato. Agli inquirenti,
alle forze dell'ordine, che mettono a rischio quotidianamente la loro
incolumita' per la nostra sicurezza. Non mi stanchero' mai di ringraziare
i giovani, che con coraggio hanno condotto e conducono una battaglia
di idee per la vittoria della giustizia e della verita', contro la
paura, l'omerta', il silenzio e la rassegnazione, per una societa'
libera dalla violenza e dalla prevaricazione. E' importante - conclude
la vedova Fortugno - che tutti quei ragazzi sappiano che lo Stato
non ci ha lasciati soli''
Il Sindaco di Lamezia scrive alla
vedova Fortugno: “In questo momento bisogna starle vicino”
''Lei ha dichiarato che la notizia dell'arresto dei presunti esecutori
del delitto di suo marito accresce il suo dolore ed allarga la ferita.
Proprio per questo e' giusto starle vicino''. E' quanto scrive il
sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, in una lettera inviata
a Maria Grazia Lagana', vedova di Franco Fortugno. ''L'indagine -
ha aggiunto - condotta da magistratura e forze dell'ordine apre uno
spiraglio di luce in una situazione cosi' drammatica come quella della
nostra terra che ogni giorno piange vittime innocenti. Dobbiamo ringraziare
gli inquirenti ed i magistrati ma anche personalita' come il ministro
Pisanu, il prefetto De Sena, il procuratore Grasso per questo importante
risultato. Bisogna continuare cosi' per fare piena luce sui mandanti
e sulle motivazioni che hanno spinto la mafia ad uccidere un uomo
onesto e che serviva fedelmente le istituzioni''. ''L'impegno di ognuno
di noi - ha concluso Speranza - dovra' svilupparsi con continuita'
e coerenza perche' questo debito lo abbiamo verso la sua famiglia
e tutte le vittime, verso i giovani di Locri e della Calabria e in
generale verso le forze che chiedono alle istituzioni pulizia e trasparenza''.
Coltella “Riconoscere alla famiglia
il debito di giustizia”
''L'arresto degli esecutori dell'omicidio di Franco Fortugno da un
segnale all'opinione pubblica del lavoro delle forze dell'ordine e
si attende di conoscere il movente che ha determinato il barbaro atto
di sangue''. E' quanto sostiene in una nota il segretario regionale
del Psdi, Carlo Colella, circa gli arresti per l'omicidio di Franco
Fortugno. ''Lo Stato - ha aggiunto - deve, alla famiglia Fortugno,
riconoscere il debito di giustizia, cosi come lo deve a tutta la societa'
calabrese per chiarire, sino in fondo, quali sono i rapporti tra la
criminalita', che ha colpito cosi in alto, e la politica. Lo deve
anche a tutti coloro, centinaia, che hanno subito dal cancro della
criminalita', violenza, intimidazioni e morte. Tutti costoro, oggi,
si sentono soddisfatti dall'esito delle prime indagini, ma si sentono
fuori dalle istituzioni, sin quando lo Stato, anche se in forte ritardo,
non avra' pagato il debito di giustizia''. ''Lo sento anch'io, chiedendomi
- ha concluso Colella - se lo Stato non voglia uscire con fatti concreti,
concedendomi una risposta sinora negata, in una indagine finita negli
scaffali impolverati di qualche Procura''.
Gasparri: “In Calabria troppe
voci su commisitioni”
''Dopo l'arresto degli esecutori materiali dell'omicidio Fortugno,
adesso e' il momento di fare chiarezza sui mandanti''. Lo ha detto,
in una dichiarazione, Maurizio Gasparri, della Direzione politica
di Alleanza Nazionale. ''In Calabria - aggiunge Gasparri - ci sono
troppe voci di commistioni tra esponenti politici dell'attuale maggioranza
di governo regionale e la criminalita' organizzata. E troppi sono
i rappresentanti del centro sinistra, presenti nelle istituzioni regionali,
candidatisi alle prossime elezioni politiche, per i quali, qualora
eletti, scatterebbe l'immunita' parlamentare''. Secondo Gasparri,
''lo Stato, con gli arresti di ieri, ha dimostrato, ancora una volta,
di essere presente sul territorio calabrese e di aver agito nell'interesse
dei cittadini. Ora spetta alla magistratura il compito di ristabilire
la verita' su un omicidio commesso da criminali i cui interessi potrebbero
ruotare attorno ad ambienti politico amministrativi e della sanita'
locale. Vogliamo tutta la verita' su quanto accaduto negli ultimi
mesi in Calabria''.
Corbelli “Gli esiti dell’operazione
sanno ragione all’on. Napoli”
''Un' operazione importante ma tardiva, parziale che getta ombre
inquietanti su tutta la drammatica vicenda e da' ragione all'on. Angela
Napoli, vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia, che
piu' volte aveva, in questi mesi, con le sue coraggiose denunce, chiesto
perche' non venissero assicurati alla giustizia i killer (e i mandanti)
dell' esponente politico reggino i cui nomi tutti, anche le pietre,
conoscevano''. Lo afferma Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti
Civili, commentando gli arresti dei killer del vicepresidente del
Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. ''Oggi abbiamo
appreso - sostiene Corbelli - che il pentito che ha permesso l' operazione
Arcobaleno ha fatto ai magistrati i nomi dei killer di Fortugno esattamente
il 6 dicembre scorso. Gli arresti sono stati effettuati dopo oltre
tre mesi e mezzo, esattamente dopo oltre 100 giorni dalla deposizione
del pentito. Perche' si e' atteso tanto tempo prima di procedere agli
arresti? Addirittura, come riportano oggi alcuni media, gia' 24 ore
dopo l'omicidio di Fortugno da una intercettazione telefonica e' stata
registrata la confessione dell'omicida. Eppure si e' aspettato tanto
tempo prima di intervenire e assicurare alla giustizia i responsabili
di questo efferato delitto''. A parere del leader di Diritti Civili
''non si puo' non dare atto all' on. Angela Napoli di aver sempre
agito con correttezza e coraggio quando denunciava che tutti conoscono,
anche le pietre, i nomi dei killer e dei mandanti di Fortugno. Aveva
ragione la parlamentare, nonostante le smentite del superprocuratore
antimafia Grasso e degli altri magistrati reggini. Oggi mentre aspettiamo
doverose risposte alle nostre domande chiediamo che vengano assicurati
alla giustizia i mandanti di questo omicidio eccellente, perche' e'
impensabile che un delitto politico - mafioso di questa portata e
gravita' possa non avere un movente e dei mandanti''.
Precedenti
21/03
(23.30) Omicidio Fortugno: Dopo gli arresti ora si punta ai mandanti.
Grossa operazione di intelligence per la cattura.
Il killer pedinò Fortugno per un mese. Dall'accesso
all'AS di Locri arriveranno sviluppi. Tutti
i particolari nel nostro speciale.
21/03
(14.30) Arrestati i presunti assassini del vicepresidente del Consiglio
regionale Francesco Fortugno. In quattro per
eseguire l’agguato. La vedova “Trovate
i mandanti”. La
svolta alle indagini a novembre. Gli
arrestati legati al clan dei Cordì. Indagini
accelerate da un collaboratore di giustizia. Grasso: “Solo
un punto di partenza. Sviluppi legati anche ad ambienti politici”.