Un calciatore del Locri, Enzo Cotroneo,
ucciso in un agguato mafioso vicino casa. Il caso diventa un giallo.
20/03
Si presenta, al momento, come un giallo inestriscabile l'assassinio
di Enzo Cotroneo, di 28 anni, il calciatore del Locri ucciso la scorsa
notte a Bianco mentre, alla guida della propria automobile, faceva
rientro a casa. Non c'e' un elemento, secondo quanto hanno riferito
i carabinieri della Compagnia di Bianco, che stanno svolgendo le indagini,
che possa consentire di collegare l'omicidio a un'ipotesi di movente
e indirizzare le indagini lungo una pista precisa. Secondo una prima
ricostruzione dell'omicidio, l'auto condotta da Cotroneo potrebbe
essere stata affiancata da un'altra vettura con a bordo due persone
che hanno sparato con un fucile caricato a pallettoni e con una pistola
calibro nove. Non e' escluso, comunque, che gli assassini attendessero
la vittima designata appostati lungo la strada. Contro Cotroneo si
e' abbattuta una valanga di fuoco che non gli ha lasciato scampo.
La morte del giovane e' stata istantanea. Le modalita' dell'omicidio,
tipiche degli agguati di mafia, non si conciliano ne' con la personalita'
dell'ucciso, ne' con le frequentazioni del giovane, che aveva una
condotta di vita irreprensibile. Gli investigatori hanno subito escluso,
tra l'altro, che il movente dell'omicidio di Cotroneo possa essere
legato al mondo dello sport. Ipotesi subito smentita anche dal presidente
della squadra di calcio del Locri, Giuseppe Pezzimenti. ''Nel nostro
settore - ha detto Pezzimenti - non ci sono grandi interessi. Le nostre
sono squadre dilettantistiche attorno alle quali il movimento di denaro
e' molto scarso. Anzi, in questi ambienti ci sono solamente debiti.
Chi ci lavora lo fa solo per passione. Non credo proprio che il calcio
c'entri qualcosa con quanto e' accaduto''. Cotroneo era una persona
conosciuta in provincia di Reggio Calabria proprio per la sua attivita'
di calciatore. Aveva giocato anche sabato scorso nell'incontro che
il Locri aveva disputato in casa contro il Roccella, vincendo per
1-0. Era un leader dello spogliatoio proprio per la sua personalita'
spiccata e il suo carattere forte, oltre che per la sua esperienza.
Compagni e amici, che non sanno darsi una spiegazione dell'omicidio,
lo descrivono come una persona dotata di qualita' che l'avevano fatto
primeggiare, sul piano della personalita', in tutte le squadre in
cui aveva militato. Cotroneo, da ragazzo, aveva giocato nelle giovanili
del Torino. Successivamente era passato alla Centese, in C/2, ed aveva
poi giocato in Puglia. Quindi, cinque anni fa, il ritorno in Calabria
e la militanza in varie squadre, dall' Africo, al Guardavalle e quindi
al Locri. Un fratello di Cotroneo gioca come portiere nell'Africo.
Il sostituto procuratore della Repubblica di Locri, Giorgia De Ponte,
ha sentito i genitori e altri parenti di Cotroneo. Tutti hanno sostenuto
che non c'e' nulla, al momento, che possa spiegare l'assassinio del
giovane, che a loro dire, tra l'altro, non aveva mai subito minacce.
Il calciatore, inoltre, non frequentava pregiudicati della zona, ne'
era mai stato coinvolto in fatti di criminalita' comune o organizzata.
Un mistero, dunque, quello che grava sull'assassinio di Cotroneo,
che al momento appare assolutamente impenetrabile.
Era un leader dello spogliatoio
Era
un leader dello spogliatoio Salvatore Vincenzo Cotroneo, il calciatore
del Locri ucciso ieri in un agguato a Bianco. Compagni ed amici, che
non sanno darsi una spiegazione dell' omicidio, lo descrivono come
una persona dal forte temperamento e dal carattere deciso, qualita'
che lo avevano fatto primeggiare, sul piano della personalita', in
tutte le squadre in cui aveva militato. Cotroneo, da ragazzo, aveva
giocato nelle giovanili del Torino. Successivamente era passato alla
Centese, in C/2, ed aveva poi giocato in Puglia. Quindi, cinque anni
fa, il ritorno in Calabria e la militanza in varie squadre, dall'
Africo, al Guardavalle e quindi al Locri. Era considerato un persona
di valore, soprattutto sul piano morale, e non aveva mai dato adito
ad alcun sospetto. Il che rende ancora piu' inspiegabile il suo assassinio.
Un fratello di Cotroneo gioca come portiere nell' Africo. Salvatore
Vincenzo Cotroneo, Enzo per tutti, collaborava anche col padre nel
suo lavoro di imbianchino. Ma la sua grande passione e' sempre stata
il calcio.
Il Presidente del Locri: “Un
fatto inspiegabile”
''Siamo tutti addolorati e sgomenti per un fatto che appare assolutamente
inspiegabile''. Cosi' Giuseppe Pezzimenti, presidente della squadra
di calcio del Locri, che milita nel campionato di promozione, ha commentato
l'uccisione di Enzo Cotroneo, centravanti della stessa formazione.
''Noi lo conoscevamo - ha aggiunto Pezzimenti - come un bravo ragazzo.
Una persona molto ligia anche come calciatore, considerato che non
mancava mai a un allenamento. Era affiatato con tutti e per la squadra,
anche per la sua esperienza e le sue doti tecniche, era una sorta
di trascinatore. Nessuno, e meno che mai io, riesce a darsi una spiegazione
per quanto e' accaduto. Enzo era uno dei migliori elementi della squadra,
tanto che proprio per le sue capacita' beneficiava di un trattamento
economico particolare''. Pezzimenti ha anche escluso che il movente
dell'omicidio di Cotroneo possa essere legato al mondo del calcio.
''Nel nostro settore - ha detto - non ci sono grandi interessi. Le
nostre sono squadre dilettantistiche attorno alle quali il movimento
di denaro e' molto scarso. Anzi, in questi ambienti ci sono solamente
debiti. Chi ci lavora lo fa solo per passione. Non credo proprio che
il calcio c'entri qualcosa con quanto e' accaduto''
I parenti al PM: “Non aveva
nulla da temere”
Conduceva
una vita irreprensibile e non aveva nulla da temere Enzo Cotroneo,
il calciatore del Locri ucciso la scorsa notte a Bianco. E' quanto
hanno riferito i genitori e altri parenti del giovane nelle dichiarazioni
fatte al sostituto procuratore della Repubblica di Locri, Giorgia
De Ponte, ed ai carabinieri nell'ambito delle indagini sull'omicidio.
Non c'e' nulla, al momento, secondo gli stessi parenti di Cotroneo,
che possa spiegare l'assassinio del giovane, che a loro dire, tra
l'altro, non aveva mai subito minacce. Il calciatore, inoltre, non
frequentava pregiudicati della zona, ne' era mai stato coinvolto in
fatti di criminalita' comune o organizzata. Gli investigatori, per
risalire al movente dell'omicidio, stanno approfondendo la vita privata
di Cotroneo, che tra l'altro era fidanzato con una ragazza di Locri
e si sarebbe dovuto sposare da qui a poco. I carabinieri, tra l'altro,
stanno anche esaminando la vita sentimentale del giovane nella ricerca
di possibili spunti per le indagini. Si sta tentando anche di ricostruire
il giro di amicizie di Cotroneo e di identificare le persone che frequentava
in modo da poterle sentire. Il fatto che Cotroneo non temesse per
la sua vita, secondo quanto hanno riferito i suoi parenti facendo
riferimento anche alla dinamica dell'omicidio, e' dimostrato dal fatto
che il giovane girasse tranquillamente in auto di notte. Gli assassini,
tra l'altro, hanno scelto con attenzione luogo e momento per compiere
l' agguato, visto che la strada che il giovane stava percorrendo in
auto per raggiungere la propria abitazione e' in una zona isolata
ed e' priva d'illuminazione.
CIDS: “Nella locride una situazione
intollerabile”
''L' uccisione di Salvatore Vincenzo Cutroneo evidenzia eloquentemente
e drammaticamente quanto sia intollerabile e grave la situazione nella
Locride dove si uccidono medici, imprenditori, operatori, cittadini
e giovani''. Lo afferma Demetrio Costantino, presidente del Comitato
interprovinciale per il diritto alla sicurezza (Cids) commentando
l' omicidio del calciatore del Locri avenuto la notte scorsa in un
agguato a Bianco. ''Se non si riesce a garantire il diritto alla vita
delle persone e prevale la barbarie - prosegue Costantino - non vi
potra' essere vita democratica, liberta', sicurezza, svilupo economico
e civile''.
Da Bestini a Sculli, tante inchieste tra calcio
e mafia
Il tragico agguato che e' costato la vita a Salvatore Vincenzo Cotroneo
non ha precedenti, almeno in Italia. Ma sono molti i casi in cui l'intreccio
tra 'ndrangheta e tessuto sociale ha inevitabilmente coinvolto anche
il calcio, lambendolo o travolgendolo in pieno. Il caso piu' clamoroso
nel 2004: a Isola Caporizzuto, su indicazione dell'arbitro che poi
disse di essere stato ingannato dalla societa' ospitante, Isola Caporizzuto
e Strongoli osservano un minuto di silenzio prima della loro partita
del campionato dilettanti per onorare la memoria di un boss locale,
ucciso. All'estero l'omicidio di calciatori per mano della mafia non
sono una novita': era in odor di criminalita' organizzata tre anni
fa l'agguato in Russia costato la vita a Yuri Tishkov, ex giocatore
della Torpedo Mosca diventato titolare di una societa' impegnata a
trattare ingaggi calcistici. Clamoroso il caso del colombiano Andres
Escobar, ucciso a colpi di pistola all'uscita di un bar di Medellin,
perche' colpevole di aver provocato l'eliminazione della Colombia
da Usa '94 con un suo autogol: il cartello dei narcotrafficanti gliela
aveva giurata. In Italia in piu' di una circostanza nomi di calciatori,
anche eccellenti, sono finiti nel mirino della giustizia per inchieste
legate alla criminalita' organizzata, anche solo per rapporti troppo
stretti con esponenti malavitosi. L'ultimo caso e' quello dell'attaccante
del Messina Giuseppe Sculli, finito in un'inchiesta di 'ndrangheta
perche' nipote prediletto di un boss, Giuseppe Morabito, finito agli
arresti. Nel '95 in un'operazione antimafia fini' in manette Giovanni
Bertini, ex stopper di Roma e Fiorentina degli anni Sessanta e Settanta:
fini' assolto. Tra i precedenti anche quello di Salvatore Marino,
anche lui allora calciatore dilettante come Cotroneo, che nell'85
mori' in questura a Palermo dopo un violento interrogatorio. Numerosi
i presidenti indagati per mafia: l'ultimo fu l'anno scorso il massimo
dirigente del Gela Massimo Romano, insieme con il direttore generale
Giuseppe Cammarata.