Colpo dei carabinieri che arrestano
nella piana di Gioia il super latitante D’Agostino.
23/03 I carabinieri del comando provinciale, del Ros e del Reparto
Cacciatori, hanno arrestato nelle campagne di Rizziconi, nella Piana
di Gioia Tauro, il latitante Giuseppe D' Agostino. D' Agostino, di
39 anni, latitante dal 1997 perche' colpito da quattro ordinanze di
custodia cautelare per associazione mafiosa, omicidio, tentato omicidio
e traffico di droga, e' ritenuto dagli inquirenti elemento di spicco
del clan Bellocco di Rosarno. D' Agostino, inserito nello speciale
elenco dei 30 latitanti piu' pericolosi d' Italia, al momento dell'
arresto era in compagnia di quattro persone di cui non sono state
rese note le generalita' ed arrestate insieme al latitante.Sotto una
forte scorta, D' Agostino e i suoi fiancheggiatori sono stati trasferiti
alla sede del Comando provinciale di Reggio Calabria a disposizione
dell' autorita' giudiziaria . I carabinieri del Ros e dei ''Cacciatori
di Calabria'', dopo serrati appostamenti hanno sorpreso D’Agostino,
all' interno di un' abitazione della periferia di Rosarno, dove stava
effettuando un summit con quattro affiliati. Capo dell' omonima cosca
della 'ndrangheta di Laureana di Borrello, il trentanovenne Giuseppe
D' Agostino era ricercato da quasi dieci anni. Oltre ad una condanna
gia' definitiva per concorso in omicidio, pendevano a suo carico numerosi
provvedimenti cautelari per associazione mafiosa, traffico di sostanze
stupefacenti ed altri episodi omicidiari. Gia' alla fine degli anni
'80, D' Agostino si era imposto nel corso della sanguinosa faida di
Laureana di Borrello, che aveva visto contrapposte le cosche Albanese-Cutelle'
e Chindamo-Lamari-D' Agostino. Queste ultime, appoggiate dal clan
Bellocco di Rosarno, si affermavano sul territorio, assumendo il controllo
delle attivita' illecite dell' area ed acquisendo un ruolo di primo
piano nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Nell'
ambito della guerra di mafia, sono stati addebitati ai D' Agostino
dieci omicidi, tra cui l' uccisione di Michele Messina, avvenuta nel
1991 in provincia di Padova, e di Francesco De Bartolo, consumata
sempre nello stesso anno in provincia di Reggio Calabria, eseguite
su richiesta di Umberto Bellocco, alla cui cosca D' Agostino ha sempre
fatto riferimento. L' intervento odierno rientra nella pressione investigativa
dell' Arma che ha consentito, negli ultimi due anni, l' arresto di
numerosi latitanti al vertice di altrettante cosche, quali Giuseppe
Morabito, Pasquale Tegano, Gregorio Bellocco e i fratelli Giuseppe
e Vincenzo Iamonte.
Al latitante addebitati dieci omicidi
Erano stati addebitati 10 omicidi a Giuseppe D'Agostino, il ricercato
inserito nella lista dei 30 latitanti piu' pericolosi in Italia arrestato
questo pomeriggio in una villetta alla periferia di Rosarno (Reggio
Calabria) mentre era in corso un summit con altri 4 affiliati. In
particolare, secondo i Carabinieri del Ros, tra gli omicidi addebitati
al latitante nell'ambito della guerra di mafia di Laureana di Borrello
che, negli anni '80, aveva visto contrapposte le cosche Albanese-Cutelle'
e Chindamo-Lamari-D'Agostino, ci sono l'uccisione di Michele Messina,
avvenuta nel 1991 in provincia di Padova, e quella di Franceso De
Bartolo, consumata sempre nello stesso anno in provincia di Reggio
Calabria. Entrambe sarebbero state eseguite su richiesta di Umberto
Bellocco, alla cui cosca D'Agostino ha sempre fatto riferimento. Infatti,
e' proprio grazie all'appoggio dal clan Bellocco di Rosarno (Reggio
Calabria) che i clan Chindamo-Lamari-D'Agostinosi si erano affermati
sul territorio, assumendo il controllo delle attivita' illecite dell'area
ed acquisendo un ruolo di primo piano nel traffico internazionale
di sostanze stupefacenti. ''L'intervento odierno - sottolineano i
militari - rientra nell'incessante pressione investigativa dell'Arma
che ha consentito, negli ultimi due anni, l'arresto di numerosi latitanti
al vertice di altrettante cosche, quali Giuseppe Morabito, Pasquale
Tegano, Gregorio Bellocco e i fratelli Giuseppe e Vincenzo Iamonte.
Questi continuavano a dirigere le rispettive famiglie mafiose, da
una latitanza condotta sul territorio calabrese, ove si sentivano
protetti da una fitta rete di affiliati. Il loro arresto costituisce,
pertanto la risposta piu' efficace delle Istituzioni per potenziare
la 'ndrangheta e per affermare ovunque la legalita'''.
Ricercato in Veneto per un omicidio
D'Agostino era ricercato, tra l'altro, dalla Procura di Padova in
quanto accusato dell'omicidio di Michele Messina, avvenuto a Carmignano
sul Brenta (Padova) il 12 maggio 1991. L'ordine di custodia cautelare
era stato emesso dalla magistratura euganea il 20 gennaio 1997 a conclusione
delle indagini dei Carabinieri di Padova che avevano accertato che
a commettere l'omicidio era stato un gruppo di fuoco arrivato nel
Veneto dalla Calabria per sopprimere Messina e avere cosi' il controllo
del territorio. Secondo quanto era emerso dagli accertamenti svolti
dai militari dell'arma, oltre a D'Agostino, che all'epoca aveva 24
anni e non era ancora un personaggio di spicco della 'ndrangheta calabrese,
nel gruppo era presente Gregorio Bellocco, a quel tempo trentaseienne,
che divenne successivamente capocosca di Rosarno e arrestato dal Ros
alla fine del 2005. L'omicidio, secondo quanto emerso dalle indagini,
era stato pianificato per avere cosi' il controllo della citta' di
Padova e di altre province limitrofe dopo che era stato soppresso
dagli investigatori il boss Felice Maniero e la cosiddetta Mafia del
Brenta. Con l'esclusione di ''faccia d'angelo'' e del suo gruppo,
Messina aveva cercato in qualche maniera di sostituirsi per gestire
tutte le attivita' illecite sino a quel tempo appartenute a Maniero
e alla sua organizzazione.
PM Gratteri: “Il risultato
di un attività di coordinamento”
La
cattura di Giuseppe D'agostino ''e' il risultato dell'attivita' di
coordinamento voluta dal procuratore Antonino Catanese il quale da
tanti anni ha disposto che vi fossero dei sostituti, distribuiti per
fasce di area, specializzati nella cattura di latitanti''. Lo ha detto
Nicola Gratteri, uno dei sostituti procuratori della Dda di Reggio
Calabria. Giuseppe D'Agostino, 39 anni, il latitante arrestato dai
Carabinieri del Ros di Reggio Calabria e dal reparto Cacciatori, nella
campagne di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, e inserito
tra i 30 latitanti piu' pericolosi d'Italia, viene indicato dagli
inquirenti come il capo dell'omonima cosca operante nel territorio
di Laureana di Borrello. Ricercato da oltre 9 anni D'Agostino deve
scontare 30 anni di carcere. D'Agostino spiega ancora Gratteri ''per
ben due volte era sfuggito ai carabinieri e oggi stava di nuovo sfuggendo
per la terza volta''. Gratteri sottolinea che il latitante arrestato
questo pomeriggio''non ha niente a che fare con quello di Sant'Ilario
che e' ancora latitante. La sua cattura - conclude Gratteri - la si
deve alla bravura e alla professionalita' dei Ros''. Sul capo di Giuseppe
D'Agostino pendevano quattro ordinanze di custodia cautelare per associazione
mafiosa, omicidio, tentato omicidio e traffico di droga. Al momento
della cattura, secondo gli inquirenti, era in corso un summit di mafia.
Nella stessa operazione, infatti, sono state tratte in arresto altre
quattro persone Francesco Zangari, 69 anni, residente a Meliccucco;
Giuseppe Zangari, 40 anni, di Laureana di Borello; Angelo Monteleone,
33 anni, di Mileto e Rocco Luccicano, 49 anni, di Rizziconi. Sono
stati arrestati con l'accusa di favoreggiamento personale. Al momento
dell'irruzione in compagnia del latitante con molta probabilita' c'erano
altre persone, che sono riuscite a sfuggire alla cattura.
Ministro Pisanu: “Duro colpo
alle cosche”
''Dopo l'arresto dei presunti assassini di Francesco Fortugno, questa
volta i carabinieri mettono a segno due durissimi colpi contro la
ndrangheta: l'arresto per traffico internazionale di droga di 27 esponenti
di spicco delle cosche calabresi Facchineri e Parrello, e la cattura
del boss Giuseppe D'agostino, alla macchia da 9 anni perche' condannato
all'ergastolo, inserito nell'elenco dei trenta piu' pericolosi latitanti
d'Italia''. ''Le nuove linee operative del piano De Sena -prosegue
Pisanu- continuano dunque a dare eccellenti risultati, grazie anche
alla crescente collaborazione tra magistratura e forze dell'ordine.
Per queste due ultime operazioni, mi sono rallegrato vivamente con
il generale Luciano Gottardo, comandante generale dell'Arma, e con
tutti i suoi validissimi collaboratori che le hanno portate a termine''.
Ministro Martino: “Brillante
operazione”
''Compiacimento'' e' stato espresso dal ministro della Difesa, Antonio
Martino, per l'operazione condotta dai carabinieri del Comando provinciale,
del Ros e del Reparto cacciatori, che ha assicurato alla giustizia
il latitante Giuseppe D'Agostino. In un telegramma inviato al generale
Luciano Gottardo, comandante dell'Arma, Martino ha parlato di ''viva
soddisfazione che la prego di voler far giungere a quanti hanno preso
parte all'importante operazione''.
Minniti “Risultato importante”
''Quello di Giuseppe D'Agostino e' un arresto decisamente importante,
innanzitutto per la pericolosita' del soggetto assicurato alla giustizia,
che era inserito nell' elenco dei 30 ricercati piu' pericolosi ed
era latitante da oltre 10 anni''. Lo afferma Marco Minniti, responsabile
Sicurezza e Difesa della direzione nazionale Ds. ''L'operazione -
secondo Minniti - e' inoltre significativa perche' espressione di
come e' possibile raccogliere risultati eccellenti, quando in maniera
coordinata si riesce a far cooperare l' attivita' giudiziaria e le
forze di polizia operanti sul territorio, come e' avvenuto in questo
caso grazie anche all'intelligente impegno del prefetto De Sena''.
Gasparri: “Un successo del
piano sicurezza”
''Ancora un latitante della 'ndrangheta che finisce dietro le sbarre.
Ancora un successo per il piano di sicurezza per la Calabria, voluto
dal Governo''. E' quanto ha detto Maurizio Gasparri della direzione
politica di Alleanza Nazionale circa l'arresto di latitante Giuseppe
D'Agostino. ''Le forze dell' ordine, in questi giorni, in Calabria,
stanno compiendo - ha aggiunto - un'opera straordinaria. Con questo
arresto si e' andati a colpire al cuore la 'ndrangheta. ma cio' che
piu' conta e' la pressione che le forze dell' ordine, oggi piu' che
mai, stanno mettendo sulla criminalita' organizzata calabrese''. ''Lo
ribadisco - ha concluso Gasparri - il piano sicurezza del Governo,
in Calabria, sta portando a frutti insperati''.
Enzo Bianco “Un segnale forte”
''L'arresto del pericoloso latitante Giuseppe D'Agostino, boss della
'ndrangheta latitante da oltre 9 anni, e' un segnale forte e positivo
che le forze di polizia e i magistrati hanno dato alla Calabria''.
Lo ha dichiarato il presidente del Copaco e parlamentare della Margherita
Enzo Bianco. ''Un plauso - ha osservato Bianco - va al generale Luciano
Gottardo, comandante dell'Arma dei carabinieri ed al prefetto Luigi
De Sena che, insieme agli uomini del Comando provinciale dei carabinieri,
al Ros e al Reparto Cacciatori, hanno messo a segno un duro colpo
per la 'ndrangheta calabrese''.