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Cronaca
Arrestato Presidente Camera di Commercio di Crotone

 

Arrestato con l’accusa di bancarotta e truffa il Presidente della Camera di Commercio di Crotone, Luigi Siciliani. Truffati nache i nipoti degli Agnelli

23/05 Il presidente della Camera di commercio di Crotone, Luigi Siciliani, imprenditore nel settore oleario, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza con l' accusa di associazione per delinquere finalizzata alle false comunicazioni sociali, alla bancarotta fraudolenta e alla truffa. I reati contestati a Siciliani, arrestato insieme ad altre due persone, riguardano la sua attività di imprenditore e non quella di presidente della Camera di commercio. Siciliani, in passato consigliere delegato di Confindustria per i problemi del Mezzogiorno, è indagato nell'ambito del fallimento dell'azienda "La Giara" di cui era azionista. A Siciliani ed alle altre due persone coinvolte nell' inchiesta sono stati concessi gli arresti domiciliari. I tre arresti del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelari emesse dal gip di Crotone su richiesta del procuratore della Repubblica, Franco Tricoli, e del sostituto procuratore Gabriele Tomei. L' inchiesta che ha portato all' arresto di Siciliani, secondo quanto riferito dalla Guardia di finanza, riguarda un crack finanziario per un importo di 40 milioni di euro in cui sono coinvolte alcune società facenti parte di un gruppo che svolgeva attività di commercializzazione di prodotti agro-alimentari. Nella stessa inchiesta sono indagate altre sette persone nei confronti delle quali vengono ipotizzati gli stessi reati contestati a Siciliani ed alle altre due persone arrestate.

Coinvolti anche due commercialisti

Sono due commercialisti e consulenti aziendali le persone coinvolte nell' operazione della Guardia di finanza che ha portato all' arresto di Luigi Siciliani, presidente della Camera di commercio di Crotone. Si tratta di Renato Viscoli, di 61 anni, di Ancona, e Giovanni Di Leo, di 49, di Roma. Viscoli è stato arrestato dai finanzieri nel capoluogo marchigiano, mentre Di Leo, al momento, risulta irreperibile. Anche per Viscoli e Di Leo l' accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta ed alla truffa. Le altre sette persone coinvolte nell' inchiesta e denunciate in stato di libertà alla Procura della Repubblica non sono accusate di associazione per delinquere, ma soltanto di concorso nei reati di bancarotta fraudolenta, truffa e false comunicazioni sociali.

Gli altri indagati

La Guardia di finanza ha reso noti i nomi delle sette persone denunciate in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Crotone nell' ambito dell' inchiesta che ha portato all' emissione di ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell' imprenditore Luigi Siciliani e di altre due persone. Si tratta di Pasquale Petrolillo, di 39 anni, Assunta Parrilla (35) e Margherita De Novara (47), impiegati della società Giara; Francesco Stasi (38), impiegato della società Tradizioni di Calabria; Sandro Rascioni (52) e Catia Ottaviani (43), rispettivamente impiegato e collaboratrice dello studio di cui è titolare il commercialista Renato Viscoli, e Pier Luigi Mingrone (46), consulente tecnico.

Truffati anche i nipoti degli Agnelli

C' è anche Samaritana Rattazzi, nipote di Gianni Agnelli, tra le persone che hanno subito la truffa contestata all' imprenditore Luigi Siciliani, presidente della Camera di commercio di Crotone, arrestato stamattina dalla Guardia di finanza. Samaritana Rattazzi è parte lesa nella truffa che sarebbe stata congegnata da Siciliani e dai consulenti aziendali Renato Viscoli e Giovanni di Leo. La figlia di Susanna Agnelli e di Umberto Rattazzi era socia, infatti, della società La Giara cui erano collegate altre due società "Tradizioni di Calabria" e "Tradizioni italiane" che sarebbero state oggetto da parte della persone arrestate, secondo quanto riferito dalla Guardia di finanza, di finti versamenti per l' aumento del capitale sociale e di aumenti di capitale. Tali artifici, riferisce la Guardia di finanza, sarebbero stati posti in essere per inagannare i soci sottoscrittori, tra i quali c' era anche Samaritana Rattazzi, anche attraverso la simulazione e di contratti e false fatturazioni.

Contestata anche la falsificazione dei Bilanci

Hanno dovuto ricostruire "tortuosi e subdoli meccanismi contabili", secondo quanto riferito dagli stessi investigatori, i finanzieri che hanno condotto l' indagine che ha portato all' arresto dell' imprenditore Luigi Siciliani, presidente della Camera di commercio di Crotone, con l' accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed alla bancarotta fraudolenta. Tutti i bilanci presentati dalle aziende facenti parte del gruppo Giara presentavano perdite miliardarie, in media 8-10 miliardi di lire l' anno, e tali da abbattere l' intero capitale sociale, fino a giungere ad una perdita, nel corso dell' esercizio sociale 1998-1999, per oltre 25 miliardi di lire. Luigi Siciliani, nella qualità di amministratore della società Giara, attraverso "sistematiche e costanti falsificazioni - secondo la Guardia di finanza - e delle altre comunicazioni sociali e mediante artifici contabili che permettevano di evidenziare ed addirittura distribuire utili fittizi, occultava le perdite reali, sostenendo ed illustrando falsamente tali fatti agli organi della società e nelle relazioni sulla gestione". Secondo gli investigatori, inoltre, la società Giara, utilizzando un finto conto corrente e dei bonifici fittizi, simulava i versamenti, apparentemente corretti delle quote di sottoscrizione. Scopo di tali manovre economiche e finanziarie, sempre secondo la Guardia di finanza, era di nascondere ai soci la reale situazione patrimoniale dell' intero gruppo societario. Venivano anche pubblicizzate iniziative, come l' acquisto della Carapelli e l' emissione di prestiti obbligazionari, con potenziale quotazione in borsa, impedendo, di fatto, la ricapitalizzazione o la messa in liquidazione della stesse società che, nel momento del fallimento, avvenuto nel 2004, evidenziavano un dissesto finanziario di circa 40 milioni di euro, la quasi totalità dei quali ai danni di istituti bancari. Il sistema congegnato da Siciliani e dai suoi presunti complici avrebbe avuto lo scopo di accreditare il gruppo formato dalle diverse aziende al fine di quotarlo in borsa, scaricando sui risparmiatori le passività accumulate negli anni.

Siciliani si è dimesso dalla Presidenza della Camera di Commercio

Luigi Siciliani, dopo il suo arresto per associazione per delinquere, si è dimesso dalla presidenza della Camera di commercio di Crotone. A darne notizia é la Giunta dell' ente camerale in una nota a firma del vicepresidente, Francesco Barretta. La stessa Giunta sottolinea che l' arresto di Siciliani "non é in alcun modo connesso alle attività svolte nella qualità di rappresentante della Camera di commercio. La Giunta, inoltre, umanamente vicina a Luigi Siciliani ed alla sua famiglia, confida nell' operato della magistratura".

Agli Agnelli un danno da dieci milioni di euro

E' stata costretta a sborsare dieci milioni di euro, prelevandoli dal suo patrimonio personale, per fare fronte, attraverso una transazione, agli impegni assunti con le banche, Samaritana Rattazzi, nipote di Gianni Agnelli, vittima della truffa e della bancarotta fraudolenta che vengono contestate all' imprenditore crotonese Luigi Siciliani, arrestato stamattina dalla Guardia di finanza. Nel corso dell' incontro con i giornalisti per illustrare i particolari dell' operazione che ha portato all' arresto di Siciliani, denominata "Phishing Bank", il procuratore della Repubblica di Crotone, Franco Tricoli, e il comandante provinciale della Guardia di finanza, ten.col. Giuseppe Tuosto, hanno riferito che Samaritana Rattazzi è stata una delle vittime della truffa di cui si sarebbe reso responsabile Luigi Siciliana in complicità con i commercialisti Renato Viscoli e Giovanni Di Leo, aderendo alla società Giara . Secondo il procuratore Tricoli, episodi come quello emerso dall' indagine della Guardia di finanza di Crotone "suscitano amarezza e lasciano una ferita irreversibile all' immagine della società calabrese, con la scoperta di un intreccio economico che consentiva di prendere all' amo istituti di credito ed ignari operatori finanziari". Nel corso delle indagini sono stati esaminati migliaia di documenti, che hanno evidenziato una situazione in cui le ingenti perdite della società Giara venivano nascoste alle banche al fine di ottenere finanziamenti dalle banche. Secondo quanto riferito ai giornalisti, le passività complessive delle aziende create da Siciliani ammonterebbero a più di 40 milioni di euro: sei di finanziamenti pubblici, 27 ottenuti attraverso crediti da parte di istituti bancari e otto ottenuti da altre società.

 

 

 

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