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Cronaca
Sperpero di 16 milioni di euro dalle precedenti giunte regionali nella sanità

La Finanza scopre uno sperpero di 16 milioni di euro nella sanità. Acquistate, con fondi impropri e non distribuiti dalle precedenti Giunte regionali, apparecchiature medicali mai utilizzate. 12 denunce. 101 persone segnalate alal Corte dei Conti.

06/07 Fondi nazionali per lo screening femminile utilizzati per acquistare apparecchiature mamografiche mai usate. Questo è quanto hanno scoperto i militari della Guardia di finanza di Locri e di Reggio Calabria, che hanno accertato anche un danno erariale per oltre 16 milioni di euro segnalando alla Procura regionale della Corte dei Conti ben 101 persone, tra cui operatori sanitari, funzionari delle Asl e della Regione ed ex amministratori delle aziende sanitarie. I finanzieri hanno anche denunciato dodici persone alla magistratura ordinaria per reati contro la pubblica amministrazione. I risultati dell’inchiesta sono stai illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa nel Comando regionale della Guardia di Finanza a Catanzaro, dal comandante regionale generale di brigata, Riccardo Piccinni, dal colonnello Francesco Gazzani, comandante della fiamme Gialle di Reggio Calabria, da maggiore Luca Torzari, comandante della compagnia di Locri, da procuratore regionale della corte dei conti Cristina Astrali De Zorri e dal sostituto procuratore generale Pierpaolo Grasso della procura della repubblica di Catanzaro. L'inchiesta, avviata lo scorso anno, ha riguardato l'impiego di specifici contributi finalizzati all'acquisto di apparecchiature destinate ad ambulatori e reparti ospedalieri di oncologia, ma principalmente, l'utilizzo, da parte della Regione Calabria, di ingenti fondi destinati alla realiazzione di specifici obiettivi a carattere prioritario previsti nel piano sanitario nazionale 1998-2000. Sul piano pratico sarebbero stati acquistai attrezzatura che non sono state mai utilizzate. Nell'ambito della stessa operazione 101 persone sono ritenute responsabili di condotte illecite amministrative e contabili, mentre 12 sono state segnalate alla magistratura ordinaria. Tra le persone finite nel mirino delle Fiamme Gialle, ci sarebbero operatori sanitari, funzionari e amministratori pubblici, mentre le 12 persone segnalate alla magistratura sarebbero manager delle Aziende e imprenditori. Nell'inchiesta sono coinvolte le Aziende sanitarie di Locri, Reggio Calabria, Palmi, Rossano e Castrovillari, e quelle ospedaliere di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza. I fondi erano destinati alla realizzazione di specifici obiettivi di carattere prioritario, previsti nel Piano sanitario nazionale 1998-2000, e dovevano essere utilizzati nel triennio 1999-2001, con una campagna regionale di screening mammografico e citologico, indirizzata alla prevenzione dei tumori femminili, seguendo precise indicazioni ministeriali. L'obiettivo del programma di screening era quello di raggiungere tutta la popolazione calabrese femminile compresa tra i 50 e i 69 anni per esami mammografici, e le donne tra i 25 e 64 anni per i pap test. Invece secondo la Guardia di Finanza del Comando provinciale di Reggio Calabria e della Compagnia di Locri, che hanno agito su delega della Procura regionale della Corte dei conti, anziche' avviare la campagna di promozione e sensibilizzazione e l'acquisto dei materiali necessari per la prima fase dello screening, i fondi sono stati utilizzati per l'acquisto di apparecchiature sofisticate che non erano direttamente riferite al progetto. Attrezzature rimaste in larga parte imballate e mai utilizzate. Come nel caso di otto ''Mammotomi'', tre dei quali integrati con un sistema ancora piu' complesso denominato ''Mammotest Plus-S'', venduto in Italia in soli cinque esemplari, tre dei quali finiti nell'As di Locri, e nelle Aziende ospedaliere di Reggio Calabria e Cosenza. I Mammotomi presenti nelle Aziende sanitarie di Castrovillari, Rossano e Reggio Calabria, cosi' come i Mammotest presenti nell'ospedale di Gioia Tauro e il mammografo acquistato dall'Azienda ospedaliera ''Bianchi, Melacrino, Morelli'' di Reggio Calabria, erano completamente inutilizzati. La guardia di finanza sta valutando la posizione della ditta fornitrice degli otto macchinari, e che avrebbe avuto ulteriori affari commerciali con le Aziende interessate, considerato anche che il numero acquistato per la Calabria e' di molto superiore rispetto a quello delle altre regioni. ''In Lombardia - ha affermato il generale Riccardo Piccinni - esiste un solo macchinario per una popolazione di circa 9 milioni di persone, contro gli otto acquistati in Calabria per un bacino d'utenza di oltre 2 milioni di abitanti''. Una campagna mai avviata, secondo gli elementi raccolti dagli uomini della Guardia di Finanza durante l'inchiesta, nonostante le Aziende sanitarie calabresi e le Aziende ospedaliere di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza, avessero beneficiato di fondi compresi tra i 900 e i 1250 milioni di lire, senza attuare, in questo modo, i progetti di screening secondo le linee guida assessoriali. Dalle indagini, che hanno portato la guardia di finanza a effettuare 40 accessi nelle strutture sanitarie calabresi in quasi un anno di attivita' investigativa, e' emerso anche che nessuno degli enti interessati ha mai avviato un controllo sull'utilizzo dei fondi. Al punto che la parte non spesa della prima tranche del progetto, anziche' essere vincolata per lo scopo previsto, sarebbe finita nelle pieghe del bilancio sanitario regionale, e quindi utilizzata per scopi diversi. econdo il comandante regionale della Guardia di Finanza, generale Piccinni ''l'operazione 'Screening' ha messo in evidenza un modo filosofico di procedere su tutto il territorio regionale nella gestione della sanita' calabrese''. Quella di oggi ha spiegato il generale e' il proseguio di una indagine porta a a termine nel dicembre del 2004, denominata in codice ''Pianeta sanita''', ma circoscritta all'Azienda sanitaria di Locri. Anche in quel caso venne individuata una gestione non puntuale dei fondi sanitari. Per quanto riguarda le indagini concluse la scorsa settimana, oltre alla gestione dei fondi per la campagna di screening sui tumori femminili, sarebbero state riscontrate irregolarita' anche sull'acquisto di altre attrezzature. In particolare, sarebbe stato verificato l'inutilizzo di 26 apparecchiature medicali di diversa tipologia e di 3 software destinati all'implementazione di altrettante apparecchiature acquistate con i fondi destinati allo screening. Si tratta di sistemi elettromedicali per la biopsia del linfonodo sentinella e per la chirurgia radioimmuneguidata, acquistati dalle Aziende sanitarie di Locri e Castrovillari; di un'autoambulanza completa di mammografo, sviluppatrice e lettino ginecologico acquistata dall'As di Crotone; di un sistema per la misurazione dei parametri cerebrali voluto dall'Azienda ospedaliera reggina. Inoltre, sono state rinvenute numerose apparecchiature informatiche trovate ancora imballate dai militari guidati dal comandante provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, colonnello Francesco Gazzani, e dai colleghi della Compagnia di Locri, diretta dal maggiore Luca Torzani. Inutilizzate anche varie tipologie di presidi sanitari, materiale informativo, software, nonche' 1019 kit monouso e altri accessori per ''Mammotomi'', molti dei quali scaduti e altri prossimi alla scadenza. Nel corso dell'attivita' investigativa, sono emersi anche indebiti esborsi di denaro pubblico. A giudizio della Guardia di Finanza, si tratta di 315 mila euro relativi a emolumenti elargiti, a titolo di straordinario o incentivi, da cinque Aziende sanitarie a favore di personale coinvolto nell'attivita' dello screening, senza che fossero stati raggiunti gli obiettivi prefissati. .

Gen, Piccinni “Dietro gli illeciti c’è una filosofia”

06/07 "L'operazione "Screening" portata a termine dalla Guardia di Finanza ha messo in evidenza un modo filosofico di procedere su tutto il territorio regionale nella gestione della sanita' calabrese". E' quanto ha affermato il generale Riccardo Piccinni (nella foto), comandante regionale delle Fiamme Gialle, nel corso della conferenza stampa con la quale e' stata presentata l'inchiesta che ha portato all'individuazione di un danno erariale per 16 milioni di euro. L'affermazione del generale Piccinni e' supportata da un'inchiesta che ha fatto da apripista a quella presentata questa mattina. Nel dicembre del 2004, infatti, le Fiamme Gialle conclusero un'altra operazione molto simile, denominata "Pianeta sanita'", e circoscritta all'Azienda sanitaria di Locri. Anche in quel caso venne individuata una gestione non puntuale dei fondi sanitari. Per quanto riguarda le indagini concluse la scorsa settimana, oltre alla gestione dei fondi per la campagna di screening sui tumori femminili, sarebbero state riscontrate irregolarita' anche sull'acquisto di altre attrezzature. In particolare, sarebbe stato verificato l'inutilizzo di 26 apparecchiature medicali di diversa tipologia e di 3 software destinati all'implementazione di altrettante apparecchiature acquistate con i fondi destinati allo screening. Si tratta di sistemi elettromedicali per la biopsia del linfonodo sentinella e per la chirurgia radioimmuneguidata, acquistati dalle Aziende sanitarie di Locri e Castrovillari; di un'autoambulanza completa di mammografo, sviluppatrice e lettino ginecologico acquistata dall'As di Crotone; di un sistema per la misurazione dei parametri cerebrali voluto dall'Azienda ospedaliera reggina. Inoltre, sono state rinvenute numerose apparecchiature informatiche trovate ancora imballate dai militari guidati dal comandante provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, colonnello Francesco Gazzani, e dai colleghi della Compagnia di Locri, diretta dal maggiore Luca Torzani. Inutilizzate anche varie tipologie di presidi sanitari, materiale informativo, software, nonche' 1019 kit monouso e altri accessori per "Mammotomi", molti dei quali scaduti e altri prossimi alla scadenza. Nel corso dell'attivita' investigativa, sono emersi anche indebiti esborsi di denaro pubblico. Secondo la Guardia di Finanza, si tratta di 315 mila euro relativi a emolumenti elargiti, a titolo di straordinario o incentivi, da cinque Aziende sanitarie a favore di personale coinvolto nell'attivita' dello screening, senza che fossero stati raggiunti gli obiettivi prefissati.

I fondi per lo screening finiti nelle casse della Regione

06/07 Dalle indagini della Guardia di finanza sono emerse condotte negligenti compiute da dirigenti del Dipartimento Regionale Tutela Salute e da quello dell'Economia connesse alla seconda trance di finanziamenti della campagna di screening incassata dalla Regione Calabria nel 2001. E' quanto è stato riferito nel corso della conferenza stampa tenuta stamane a Catanzaro da magistrati contabili ed ufficiali della guardia di finanza. I fondi, che ammontavano a poco meno di 9 milioni di euro, non furono distribuiti, secondo quanto riferito dalla guardia di finanza, agli enti (Asl e Aziende ospedaliere) ma contabilizzati nel rendiconto generale della Regione come residuo passivo o in perenzione amministrativa, così come la restante parte della prima trance dei finanziamenti, pari a circa undici mila euro. "Le carenti verifiche sull'attività di screening da parte della Regione Calabria - è scritto in una nota della Guardia di Finanza - sono state tra le cause principali della fallimentare campagna che, sebbene fosse stata avviata da qualche Asl, in questi casi non è riuscita a coinvolgere nel triennio dei lavori nemmeno il 60% della popolazione target presente nel relativo ambito territoriale".

Procuratore De Zorzi “Le donne private della prevenzione”

06/07 "La popolazione femminile della Calabria è stata privata di un'importante attività di prevenzione e questo accentua ancora di più la rilevanza di questa indagine della Guardia di Finanza". E' quanto ha detto il Procuratore regionale della Corte dei Conti della Calabria, Cristina Astraldi De Zorzi (nella foto), nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli dell'operazione della guardia di finanza che ha portato all'individuazione di apparecchiature sanitarie acquistate dalle Asl e mai usate. "Abbiamo voluto dedicare particolare attenzione - ha aggiunto - agli sprechi di denaro nel settore della sanità e ci siamo trovati a scoprire questa situazione. E' emerso un fenomeno veramente molto negativo". "Siamo particolarmente attenti - ha detto il comandante regionale della Guardia di Finanza, generale Riccardo Piccinni - al settore della sanità ed alle modalità con le quali vengono utilizzati i fondi. Il denaro speso per l'acquisto di queste apparecchiature poteva essere utilizzato invece per offrire servizi più utili al cittadino. Abbiamo avuto modo di accertare un danno erariale di 16 milioni di euro. Un danno provocato principalmente al servizio sanitario regionale".

Frascà (DS) “Esiti scandalosi”

06/07 "E' gravissimo, oltre che scandaloso, quello che sta venendo alla luce dall' inchiesta condotta dai militari della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e di Locri nelle strutture sanitarie regionali". E' quanto afferma Liliana Frascà, consigliere regionale dei Ds, presidente della Commissione Affari Europei e relazioni con l' esterno, in riferimento agli esiti dell' indagine della Guardia di finanza di oggi. "Esprimo il mio sdegno, in quanto donna, prima ancora che consigliera regionale - prosegue Frascà - nell' apprendere che sono state scoperte apparecchiature mai utilizzate per lo screening dei tumori femminili acquistate dalle Asl della Calabria e pagate oltre 16 milioni di euro. Insieme a una grande quantità di materiale informativo mai distribuito dovevano servire per una campagna di prevenzione per la salute delle donne. Invece che per una campagna di screening mammografico e citologico indirizzata alla prevenzione dei tumori femminili negli anni 1999-2001, questi fondi, evidentemente, hanno preso altre strade e anziché servire a tutelare, prevenire e curare gravissime patologie, purtroppo in crescita nella nostra regione, sono stati usati per accrescere, clientele, favoritismi e chissà quali altre trame". Il consigliere Frascà, riporta la nota, chiede chiarezza e "l' accertamento di ogni responsabilità, sia contabile che penale. Mi chiedo se c' è ancora la possibilità di non disperdere questi strumenti e di utilizzarli finalmente per il loro scopo a salvaguardia della salute delle donne calabresi. Il mio invito pressante, è diretto a tutti i responsabili, a cominciare dai direttori generali delle aziende sanitarie, a compiere ogni sforzo utile per recuperare questi gravissimi ritardi rilanciando una campagna adeguata e dotando tutte le strutture sanitarie delle risorse umane a tecnologiche necessarie. La sanità deve essere un servizio al cittadino, non un terreno di coltura per speculazioni, malaffare e interessi mafiosi"

Ass. Lo Moro “Il settore ora ha voltato pagina”

06/07 Non è un destino ineluttabile che la sanità calabrese debba evidenziare situazioni come quelle emerse dall'inchiesta della Guardia di Finanza sull'utilizzo dei fondi destinati agli screening oncologici. Chi governa oggi il settore ne è pienamente consapevole e si fa garante davanti all'opinione pubblica della corretta gestione delle risorse pubbliche. Il servizio sanitario calabrese, sotto questo aspetto, ha voltato pagina". E' quanto sostiene in una nota l'assessore alla Salute della Regione Calabria, Doris Lo Moro, circa l'operazione della Guardia di Finanza che ha evidenziato un danno erariale di 16 milioni di euro dovuto al mancato avvio della campagna di prevenzione antitumorale nelle Asl calabresi relativamente al triennio 1999-2001. Lo Moro ha reso noto inoltre che all'Asl di Palmi, sulla quale pure si è appuntata l'attenzione dei finanzieri, da oggi, dopo cinque anni di inattività ed una serie di irregolarità che ne avevano finora impedito l'uso, è stata resa operativa l'apparecchiatura relativa al sistema Mammotest plus. "I manager che governano la sanità calabrese da alcuni mesi - ha aggiunto l'assessore alla sanità della Calabria - sanno che il migliore utilizzo di tutto quanto rientra nel patrimonio della collettività è fra le cose che i cittadini ci chiedono. Evitare lo scempio di denaro pubblico è uno dei compiti che spettano alla politica e rispetto al passato l'inversione di tendenza è evidente. Sono rispettosa dell'operato degli inquirenti. Mi limito a prendere atto degli esiti dell'inchiesta perché non mi compete entrare nel merito delle vicende giudiziarie. La mia funzione è invece assicurare il migliore impiego delle risorse destinate alla tutela della Salute dei calabresi. E' stato uno dei primi atti del mio lavoro di assessore l'avvio di un piano di screening sui tumori femminili che va in tutt'altra direzione rispetto al passato. Obiettivo di chi ha oggi la responsabilità della sanità calabrese è migliorare il servizio sanitario regionale". "La prevenzione - ha concluso - è uno dei capisaldi dell'attività dell'assessorato. Non a caso abbiamo lavorato, con risultati proficui, nei mesi scorsi, per recuperare risorse ingenti che rischiavamo di perdere. La Calabria è oggi fra le regioni che investono di più in questo settore".

Bianchi (DL) “vergognoso mettere a rischio la salute”

06/07 "Che la criminalità in Calabria interferisca anche con il buon funzionamento della sanità non é cosa nuova. Eppure mi sorprendo e mi addoloro ancora quando apprendo di truffe ai danni della salute dei cittadini". Lo sostiene Dorina Bianchi, della Margherita, vicepresidente della commissione parlamentare Affari sociali e Sanità, a proposito dell' indagine della Guardia di finanza che ha portato alla scoperta di apparecchiature per lo screening dei tumori femminili acquistate dalle Asl della Calabria e mai utilizzate. "E' vergognoso - aggiunge Dorina Bianchi - che sia messa a repentaglio la salute dei cittadini, in questo caso delle donne. Lo dico non solo da donna e da politica, ma anche da medico. L' importanza della prevenzione nella lotta ai tumori della mammella è cruciale e non posso accettare che vi si passi sopra. In queste situazioni si ravvisano pesanti distrazioni centrali, ma anche conseguenze del modo troppo allegro con cui é stata amministrata la regione. Non va dimenticato, infatti, che se per la criminalità organizzata la competenza è interamente dello stato centrale, per quanto riguarda la sanità c'é una competenza quasi esclusiva delle Regioni".

 

 

 

 

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