Altro duro colpo alla ndrangheta.
Undici arresti ad opera dei CC nel reggino
10/01/06 -(servizio a cura di Giampaolo Cataldo)- Altro duro colpo inferto
dallo Stato alla ‘ndrangheta reggina. I militari dell’
Arma hanno arrestato 11 persone, tra cui un medico e due infermieri
dell'ospedale di Melito Porto Salvo , nell'ambito dell'operazione
contro la cosca Iamonte. Nell'operazione, sono stati impiegati unita'
cinofile, elicotteri e lo squadrone dei ''cacciatori''. Grazie alla
loro complicita', secondo quanto e' emerso delle indagini che ha portato
agli arresti, i capi della cosca, Vincenzo e Giuseppe Iamonte, nel
periodo in cui sono stati latitanti, avrebbero beneficiato di ricoveri
e analisi cliniche nella stessa struttura sanitaria. I carabinieri
lo hanno accertato nel corso delle indagini che hanno portato alla
ricostruzione del quadro delle complicita' e degli episodi di favoreggiamento
di cui avrebbero beneficiato i capi della cosca Iamonte nel lungo
periodo in sono stati latitanti.
Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia
cautelare emesse dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, Natina
Prattico', su richiesta del sostituto procuratore distrettuale Santi
Cutroneo. Uno degli arrestati e' accusato di associazione per delinquere
di tipo mafioso perche' ritenuto affiliato alla cosca Iamonte, mentre
agli altri dieci viene contestato il favoreggiamento nei confronti
dello stesso gruppo della 'ndrangheta.
Indagato un consigliere comunale
due infermieri e il Ds dell’Ospedale
Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi ci sono anche un dirigente dell'ospedale 'Tiberio Evoli' della cittadina
ionica, C.F., e due infermieri, B.G. e T.G. I carabinieri, inoltre,
hanno notificato anche un avviso di garanzia ad un consigliere della
maggioranza di centrosinistra del comune di Melito Porto Salvo. Gli
arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare
emesse dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, Natina Prattico',
che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore distrettuale
Santi Cutroneo. Uno degli arrestati e' accusato di associazione per
delinquere di tipo mafioso perche' ritenuto affiliato alla cosca Iamonte,
mentre agli altri dieci viene contestato il favoreggiamento nei confronti
dello stesso gruppo della 'ndrangheta.
Il boss Giuseppe Iamonte fu arrestato dai carabinieri il 14 maggio
2005, dopo dodici anni di latitanza, a Santo Stefano d'Aspromonte
mentre era in un bar in compagnia della moglie. Il fratello Vincenzo
fu preso il 30 luglio dello scorso anno in una abitazione a trecento
mentri dal carcere di Reggio Calabria. I carabinieri, successivamente
all' arresto di Vincenzo Iamonte avvenuto a Reggio Calabria nel luglio
del 2005, avevano potuto accertare una serie di collegamenti grazie
al rinvenimento di manoscritti e ''pizzini'', con i quali il boss
teneva i contatti con i suoi favoreggiatori che operavano all' interno
dell' ospedale e che, secondo l' accusa, gli avrebbero garantito la
possibilita' di effettuare sotto falso nome numerosi controlli di
laboratorio nella struttura ospedaliera. I due fratelli Iamonte, secondo
quanto si e' appreso, avrebbero potuto contare anche su false tessere
sanitarie, molte delle quali intestate ad alcuni degli arrestati,
con le quali avrebbero ottenuto prestazioni sanitarie anche in regioni
del nord'Italia.
Nell' ambito dell' inchiesta, inoltre, gli inquirenti starebbero valutando
grazie ai numerosi filmati e ai controlli ambientali la posizione
di alcune persone che al momento non sono comprese nell' elenco degli
indagati.
I commenti del mondo politico.
Il primo a complimentarsi dell’ operazione effettuata dai Carabinieri,
ai danni della cosca Iamonte, è stato il ministro dell'Interno
Giuseppe Pisanu che dichiara: ''Il piano De Sena, contro la 'ndrangheta
calabrese, la piu' aggressiva delle organizzazioni criminali italiane,
sta dando risultati sempre piu' rilevanti''. ''Come avevo detto nei
giorni scorsi -aggiunge il ministro- sono certo che arriveranno altri
buoni risultati, grazie soprattutto alla crescente collaborazione
tra i servizi di intelligence, le forze dell'ordine e la magistratura''.
Gli arresti eseguiti oggi sono ''un altro strappo alla rete delle
complicita' '': lo afferma il sottosegretario alla Giustizia, Jole
Santelli, commentando l' operazione dei carabinieri contro la cosca
Iamonte. ''Distruggere la rete di complicita' che protegge i criminali
della 'ndrangheta - dice il sottosegretario - e' sempre stato un obiettivo
primario delle forze dell'ordine, da anni impegnate in Calabria a
combattere la piaga della criminalita' organizzata. Esprimo quindi
il massimo apprezzamento per l'operazione dei carabinieri di Melito
Porto Salvo, che ha assicurato alla giustizia undici persone accusate
di aver favorito la latitanza dei vertici della cosca Iamonte, infliggendo
un altro duro colpo alle associazioni criminali e a chi le protegge''.
''E' una operazione di tutto rilievo quella condotta stanotte dai
carabinieri in Calabria nel territorio di Melito Porto Salvo''. A
sostenerlo e' Marco Minniti, responsabile del Dipartimento sicurezza
e difesa dei Ds. ''L' arresto di 11 persone accusate di aver aiutato
la latitanza di alcuni boss della cosca Iamonte - aggiunge Minniti
- colpisce uno dei punti piu' sensibili della 'ndrangheta, quello
delle complicita' di insospettabili e dei favoreggiamenti la cui disarticolazione
e' decisiva per poterla sconfiggere''.
''Da tempo vado denunziando la necessita' di individuare e colpire
i fiancheggiatori dei grossi boss della 'ndrangheta. Risulta, altresi',
preoccupante sapere che spesso la lunga latitanza degli stessi malavitosi
e' favorita non solo da uomini appartenenti alla semplice manovalanza
della criminalita', ma anche da uomini di varia professionalita',
appartenenti alla zona grigia che costituisce humus vitale per la
malavita stessa''. A sostenerlo e' stata la vice presidente della
Commissione parlamentare antimafia, Angela Napoli. ''L' operazione
di Carabinieri effettuata la notte scorsa contro i fiancheggiatori
dei boss Giuseppe e Vincenzo Iamonte di Melito Porto Salvo, che ha
portato all' arresto di ben 11 persone, tra le quali anche un medico
e due infermieri - ha aggiunto la parlamentare - ne e' la piu' ampia
dimostrazione. Sento, pertanto, il dovere di esprimere vive congratulazioni
al col. Antonio Fiano, Comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio
Calabria e a tutti gli uomini che hanno partecipato e portato a termine
l' operazione in questione''.