Presentato il rapporto Legautonomia
2005: In Calabria terrorismo ntranghetista
10/01 ''Dopo l' omicidio a Locri del vicepresidente del Consiglio
regionale della Calabria, Francesco Fortugno, si puo' ormai parlare,
a proposito della criminalita' organizzata calabrese, di 'terrorismo
'ndranghetista''. E' quanto afferma Legautonomie Calabria nel Rapporto
2005 sullo stato delle autonomie locali nella regione, presentato
stamattina a Catanzaro dal presidente, Antonio Acri, e da altri dirigenti
dell' organizzazione. ''Il calo delle intimidazioni compiute nel corso
del 2005 ai danni di amministratori calabresi, 82 rispetto alle 88
del 2004 - si afferma nel rapporto - e' reso statisticamente irrilevante
dalla gravita' dell' assassinio di Fortugno. Obiettivo del terrorismo
e' quello di creare paure ed incertezze e di indebolire la fiducia
del sistema istituzionale, diffondendo inquietudini e dimostrando
l' insignificanza dei Governi e la fiducia che vi ripongono i cittadini.
Esattamente cio' che accade in Calabria attraverso gli atti intimidatori
ai danni degli amministratori. Per questo occorre una risposta straordinaria
e continua. L' agenda delle cose da fare non puo' essere scandita
dalla violenza mafiosa perche' la 'ndrangheta esiste anche quando
non uccide e quando decide di non rendere eclatante la sua presenza''.
Nel rapporto si sottolinea anche come ''fatto nuovo'' il dato relativo
al numero di amministratori regionali che hanno subito intimidazioni,
tra cui lo stesso presidente della Giunta, Agazio Loiero; l' assessore
alla Sanita', Doris Lo Moro, e numerosi consiglieri regionali. Il
sindaco di Locri, Carmine Barbaro, parlando proprio delle intimidazioni,
ha sostenuto che ''si pone un problema di controllo del territorio,
che in alcune aree della Calabria e' pressoche' inesistente. Un problema
che e' dimostrato anche dalla vicenda del sindaco di Sinopoli, nel
Reggino, Domenico Luppino, poi decaduto in seguito alle dimissioni
della maggioranza dei consiglieri comunali, che ha subito ben nove
intimidazioni, il piu' alto tra gli amministratori locali calabresi.
Non c' e' dubbio che Luppino andava difeso meglio e che non si sia
riusciti a farlo''. Un altro elemento significativo che emerge dal
Rapporto di Legautonomie Calabria e' quello che riguarda le intimidazioni
ai danni di amministratori in provincia di Catanzaro, passate dalle
13 del 2004 alle 33 del 2005. Un ruolo importante, in questo senso,
lo svolge Lamezia Terme, dove il sindaco, Gianni Speranza, dei Ds,
e' stato oggetto di ripetute minacce. Nelle altre province della Calabria,
invece, il dato delle intimidazioni contro amministratori risulta
in calo.
Intimidazioni a 82 amministratori,
negli ultimi cinque anni 424 episodi di intimidazione
In Calabria nel 2005 sono stati 82 gli atti di intimidazione compiuti
contro amministratori pubblici contro gli 88 del 2004. Dato che emerge
da un rapporto della Legautonomie della Calabria, curato da Claudio
Cavalieri. Il rapporto e' stato presentato questa mattina nel corso
di una conferenza stampa. Mentre negli ultimi cinque anni in tutto
sono 424 gli episodi di atti intimidatori, mentre due sono sono stati
gli omicidi ''E' il secondo anno - ha spiegato Cavaliere - che si
registra una lieve regressione anche se la gravita' dell'omicidio
Fortugno rende statisticamente irrilevante il dato''. In valori assoluti
rispetto al 2004 tutte le province fanno registrare una diminuzione
degli episodi con la sola eccezione della provincia di Catanzaro,
con un aumento del 153%. Nel 2005, gli episodi fatti registrare in
questa area provinciale ammontano al 40% del totale. All'interno della
provincia di Catanzaro nella sola citta' di Lamezia Terme si sono
registrati nove episodi contro il Sindaco e consiglieri comunali e
regionali. Aumenta anche il numero dei Comuni che nei sei anni considerati
sono stati interessati dal fenomeno: ben 153 diversi Comuni calabresi,
un dato che si avvicina al 40% di tutte le municipalita' regionali,
di cui 47 in provincia di Reggio Calabria, 33 a Catanzaro, 31 in Provincia
di Cosenza e Vibo Valentia e 11 in Provincia di Crotone. Se lo stesso
dato lo riferiamo al numero dei Comuni per Provincia il dato cambia,
rimanendo in testa, come lo scorso anno, la Provincia di Vibo Valentia
(0,62), quindi Reggio Calabria (0,48), Catanzaro che sale al terzo
posto (0,41), quindi Crotone (0,40) e infine la Provincia di Cosenza
(0,20). Nel 2005 sono aumentati i Comuni nei quali si sono reiterati
episodi intimidatori: Argusto (Cz), Cosenza, Crotone, Cutro (Kr),
Decollatura (Cz), Fabrizia (Vv), Filandari (Vv), Lamezia Terme (Cz),
San Costantino Calabro (Vv), Simbario (Vv), Taverna (Cz) e Sinopoli
(Rc), dove tra il sindaco e gli altri amministratori sono stati compiuti
9 atti intimidatori che hanno portato alle dimissioni del civico consesso.
Oltre la meta' degli episodi intimidatori del 2005 hanno come destinatari
appartenenti agli esecutivi comunali (sindaci e assessori). ''Rispetto
allo scorso anno, il 2005 - ha spiegato ancora Cavaliere - ha visto
un notevole incremento degli atti intimidatori a danno di amministratori
regionali e provinciali, passati dai 4 episodi del 2004 ai 12 del
2005, sono aumentati gli incendi dolosi sulle strutture pubbliche,
i danneggiamenti ed i messaggi intimidatori mentre rimane stabile
la tipologia dei colpi di arma da fuoco contro beni di proprieta'
pubblica o privata''. Per quanto riguarda gli episodi di intimidazione
verificatisi nei comuni per classi demografiche, ''in termini assoluti
gli episodi si addensano in maniera quasi simmetrica - ha proseguito
Cavaliere - il 49,5% nei comuni fino a 5.000 abitanti e il 50,5% nei
comuni oltre 5.000 abitanti con il dato statisticamente piu' rilevante
che cresce (quasi 1 episodio su tre) nei comuni fino a tremila abitanti.
Tuttavia, se il dato lo si compara alla numerosita' percentuale dei
comuni per classi demografiche, si nota che sono i Comuni con oltre
15mila abitanti, che rappresentano solo il 4,88% dei comuni calabresi,
a far registrare il dato piu' significativo''. Cavaliere, dopo aver
sottolineato che la criminalita' organizzata non aveva alzato il tiro
solo per l'omicidio Fortugno ma che negli anni precedenti era stata
comunque molto attiva nei confronti degli amministratori locali, ha
sottolineato che ora ''si e' manifestato uno scenario reattivo e puntuale
in cui, per la prima volta, su iniziativa della societa' civile o
delle autorita', viene avanzato un approccio partecipato sul tema.
Potrebbe essere un buon inizio se questo approccio partecipato continuasse
oltre l'evento iniziale e si allargasse ad altri ambiti. Da parte
loro anche le autonomie locali debbono compiere una svolta operativa
aprendo le loro porte a valori quali la qualita' e la trasparenza''.
Acri: “La nuova figura del
Sindaco non tira più”
Calo demografico, instabilita' di governo, sicurezza e tentativi
d' infiltrazione della criminalita', rischi di dissesto finanziario:
sono queste le principali problematiche che emergono dal Rapporto
2005 sulla situazione degli enti locali calabresi redatto da Legautonomie
Calabria e presentato stamattina a Catanzaro. Il rapporto e' stato
illustrato dal presidente regionale dell' associazione, Antonio Acri,
che ha incontrato i giornalisti insieme al vicepresidente, Carmine
Barbaro; al presidente della Fondazione di Legautonomie, Giuseppe
Guarascio; al presidente della Commissione regionale antimafia, Giuseppe
Guerriero, ed a Claudio Cavaliere, dirigente di Legautonomie ed estensore
del rapporto, la cui presentazione coincide con il novantesimo anniversario
della fondazione di Legautonomie, che fu fondata a Bologna il 16 gennaio
del 1916. Il presidente Acri, illustrando il rapporto, ha sostenuto,
tra l' altro, che ''a distanza di appena 12 anni dall' entrata in
vigore della legge sull' elezione diretta del sindaco, normativa che
assumeva un ruolo nuovo e centrale nel panorama politico italiano,
si avverte oggi una certa voglia di archiviazione di quella stagione
e l' impressione che, anche mediaticamente, il sindaco 'non tiri piu''.
Il sistema delle autonomie locali non e' piu' percepito, come e' accaduto
per tutti gli anni '90, come la punta avanzata di un processo di modernizzazione
del nostro Paese. Con le ultime Finanziarie poi si e' manifestato
un disegno preciso mirato a presentare le autonomie locali come i
luighi dello spreco e dello sperpero. Il territorio viene coinvolto
sempre meno nelle scelte di politica economica, lasciando ai sindaci
la sola opzione di aumentare l' imposizione locale o di tagliare i
servizi. L' esigenza che si avverte e' di mettersi al lavoro avendo
l' obiettivo di riportare al centro il ruolo delle autonomie locali
per l' innovazione e la modernizzazione del sistema regione e del
sistema Paese''. Acri, facendo riferimento all' omicidio di Francesco
Fortugno ed alle intimidazioni ai danni di amministratori locali,
ha sottolineato che ''emerge la presenza di una nuova e rinnovata
energia per opporsi alla criminalita' organizzata''. Il presidente
di Legautonomie Calabria si e' poi rivolto alla Regione per chiedere
''pari dignita''' nei confronti dell' associazionismo degli enti locali,
evitando discriminazioni a vantaggio di Upi ed Uncem. ''L' Upi regionale,
tra l' altro - ha detto Acri - formalmente non e' mai stata costituita
e Michele Traversa e', di fatto, presidente di un organismo inesistente.
Alla Regione chiediamo anche che il metodo di una forte, continua
ed efficace concertazione interistituzionale diventi prassi costante
e non sia vissuto come un vincolo fastidioso. Questo pero' significa
rivedere a rafforzare le sedi attuali della concertazione, a partire
dal pieno e convinto coinvolgimento della nostra associazione''. Riguardo
il calo demografico nel Rapporto si rileva come sono ben 245 i Comuni
calabresi che registrano un progressivo decremento di popolazione
residente. ''Una situazione - ha detto Acri - che riguarda alcuni
piccoli Comuni mettendone a rischio la stessa sopravvivenza''. Un
altro dato significativo che emerge dal rapporto e' quello della stabilita'
di governo e dello scioglimento di molti Comuni per dimissioni della
maggioranza dei consiglieri. In Calabria, nel corso del 2005, sono
stati sciolti anticipatamente 24 Consigli comunali, un dato che pone
la nostra regione al secondo posto in Italia dopo la Campania (29)
ed alla pari con la Lombardia. Grave allarme suscita inoltre il problema
delle intimidazioni, a proposito del quale Acri ha sottolineato come
nel corso del 2004 tutte le province abbiano fatto registrato un calo
di episodi ad eccezione di quella di Catanzaro, dove c' e' stato un
aumento addirittura del 153%e che concentra il 40% del totale degli
episodi che si sono verificati. L' ultimo capitolo del rapporto e'
dedicato alla Finanza locale ed al rischio grave di dissesto finanziario
che interessa un centinaio di Comuni calabresi. ''Una situazione -
ha detto Acri - che e' aggravata dai tagli dei trasferimenti da parte
del Governo centrale ai Comuni calabresi, tagli che nel quiquiennio
2001-2005 hanno raggiunto i 67 milioni di euro. Sono soprattutto i
piccoli Comuni ad essere piu' in sofferenza ed a subire, dunque, le
maggiori conseguenze di tale situazione''. Il presidente Guerriero
ha sottolineato, da parte sua, ''lo sforzo che deve compiere la Regione,
dando un effettivo segnale di svolta, per essere vicina agli amministratori
locali ed all' encomiabile attivita' di sostegno che in favore dei
Comuni viene svolta da Legautonomie. Uno sforzo che deve riguardare
non soltanto le aree di crisi piu' gravi come la Locride, ma tutti
i Comuni calabresi''.
Bianchi (DL) “Situazione grave”
''I dati contenuti nel rapporto 2005 di Legautonomie Calabria relativi
alle intimidazioni subite da amministratori confermano la gravita'
della situazione e la necessita' di misure che non possono certo fermarsi
al puro aspetto repressivo-giudiziario''. E' quanto sostiene la parlamentare
della Margherita, Dorina Bianchi, circa il rapporto di Legautonomie
Calabria. ''Anche volendo prescindere - ha aggiunto - dalla matrice
degli attentati intimidatori contro amministratori calabresi, e quindi
anche senza valutare se e in che misura dietro tali episodi vi siano
le cosche della 'ndrangheta, e' vero che di fatto il clima che si
va consolidando in Calabria e' per molti versi assimilabile a quello
terroristico. Appare, peraltro, condivisibile quanto affermato nel
rapporto 2005 di Legautonomie a proposito della stabilita' dell'inquietante
fenomeno, e cioe' che la gravita' dell'uccisione del vicepresidente
del Consiglio regionale Francesco Fortugno rende statisticamente irrilevante
la lieve diminuzione del numero delle intimidazioni registrate nel
2005 (82) rispetto a quelle dell'anno precedente (88)''. ''Anche in
considerazione - ha concluso Bianchi - del clima di sfiducia e rassegnazione
che questa impressionante serie di attentati a politici ed amministratori
genera tra la gente, appare quanto mai indifferibile una maggiore
incisivita' e continuita' dell'azione di prevenzione da parte delle
forze dell'ordine, per recuperare al controllo dello Stato porzioni
di territorio che ancora sembrano essere terra ostaggio della criminalita'''
Sindaco di Locri, Barbaro, “Fallita
la legge sullo scioglimento dei Comuni”
''La legge che prevede lo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni
mafiose si e' rivelata un fallimento e va dunque riformata''. Lo ha
detto il sindaco di Locri, Carmine Barbaro, nell' intervento fatto
a Catanzaro nel corso della presentazione del Rapporto sullo stato
delle Autonomie locali calabresi redatto da Legautonomie Calabria,
di cui lo stesso Barbaro e' vicepresidente. ''Gli annullamenti di
molti decreti di scioglimento da parte della giustizia amministrativa,
gli ultimi dei quali sono quelli che riguardano i Comuni di Africo
e Monasterace - ha detto Barbaro - rappresentano la dimostrazione
delle molte carenze di questa normativa. La legge, infatti, disponendo
lo scioglimento dei Consigli in caso di accertate infiltrazioni, generalizza
responsabilita' che sarebbe meglio, invece, colpire singolarmente,
evitando di coinvolgere chi non e' colluso. Un esame preventivo delle
liste dei candidati, con l' esclusione di chi risulta essere in rapporti
con la criminalita', sarebbe in questo senso piu' utile, evitando
le conseguenze negative dello scioglimento di interi Consigli ed il
vuoto amministrativo e politico che ne deriva''.