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Cronaca
Infiltrazioni mafiose nella fiction "Gente di mare"?

 

Aperta un indagine sulla fiction Gente di Mare. Gli attori ospitati negli alberghi della ndrangheta. La pruzione nega. Il PM chiede l'audizone del Productor manager. Commistioni tra Cosca mancuso, imprenduitori e politici.

19/01 'Gente di mare', la fiction televisiva girata a Tropea, arriva in un' aula di giustizia. La Dda di Catanzaro, infatti, ha allegato agli atti del processo Dinasty in corso di svolgimento a Vibo Valentia contro presunti capi e affiliati alla cosca Mancuso di Limbadi, un supplemento di indagini svolte dalla squadra mobile vibonese dalle quali emergerebbe che gli stessi Mancuso sarebbero riusciti a far ospitare attori e personale della troupe nei propri alberghi, inserendo anche alcuni amici tra le comparse. La vicenda ruota attorno a Tiziana Primozich, di 44 anni, giornalista pubblicista e production manager della fiction, definita dalla polizia ''amante del boss Francesco Mancuso'', di 49 anni. La donna, secondo quanto emerge dalle intercettazioni fatte dalla polizia, proprio per il suo rapporto con Mancuso, avrebbe consigliato alla produzione l' utilizzazione di alberghi e villaggi turistici di proprieta' di soggetti vicini alla cosca. Inoltre, tra le comparse scelte per alcune scene dello sceneggiato sarebbero finite anche persone amiche dei Mancuso, uno dei quali, Gaetano Comito, di 39 anni, di Limbadi, e' imputato nel processo Dinasty. Nel pomeriggio, alla ripresa del dibattimento, e' probabile che Tiziana Primozich venga sentita come test dal pm Marisa Manzini. La donna e' gia' stata sentita dal magistrato durante le indagini. In quella occasione ha riferito che il suo incarico nella produzione di Gente di Mare era quello di production manager. Durante le riprese, ha raccontato, a Tropea si verifico' un danneggiamento al vetro di un autocarro, motivo per cui si rivolse al vice sindaco, Gaetano Vallone, per metterlo al corrente dei fatti, ma anche per, ha detto al magistrato, ''per lanciare il messaggio secondo cui ero una persona che non avrebbe lasciato correre e che la rottura di un vetro non avrebbe potuto fermare il mio lavoro, e che avrei denunciato i fatti se ancora si fossero verificati danni nei confronti della produzione''. Al pm ha anche detto di aver pensato che gli autori del gesto fossero riconducibili ai La Rosa. Tiziana Primozich ha poi riferito al pm di avere pensato che il consistente movimento di danaro della produzione potesse far gola ai La Rosa, uno dei quali ha avuto modo di conoscerlo telefonicamente dal momento che stata individuata la sua casa per alcune riprese. La donna ha poi riferito di non avere avuto problemi con il direttore dello scalo, Antonio La Torre. Lo stesso gli avrebbe presentato dei charter-noleggio per le imbarcazioni da utilizzare per le riprese e di avere avuto l' impressione che volesse intromettersi e condizionare le sue scelte. Poi per le riprese si servi' di sue risorse e amicizie importanti che poteva sfruttare. Ha ricordato anche che gli fu presentata una signora che ha una scuola sub per utilizzare la sua imbarcazione e di non averla scelta perche' molto esosa nelle sue richieste. Tiziana Primozich ha anche detto di avere parlato con La Torre dei La Rosa, che considera bassa manovalanza, ma che al momento dell' incarico della gestione del porto ha dovuto sottostare alla presenza di ''buoni e cattivi'' e che con difficolta' riusci' a liberarsi. Ha riferito anche di avere detto che ''che sperava che nessuno ci infastidisse durante le riprese e lui mi assicuro', senza averglielo chiesto che si sarebbe interessato con i La Rosa''. Nel corso dell' interrogatorio la donna ha detto di avere conosciuto Francesco Mancuso una decina d' anni fa tramite Gaetano Comito che conosceva per avergli fatto presentare la domanda per ottenere la licenza di apertura di una discoteca, il Rebus. ''Comito - ha detto Primozich al magistrato - me lo presento' come un amico''. Sui Mancuso, infine, ha detto di aver conosciuto Salvatore al Rebus, e poi Francesco e, successivamente, Diego Mancuso tramite Mario Lorenzo figlio del pittore Albino morto recentemente.

La società produttrice afferma: “Alloggi scelti per comodità e convenienza”

''L'individuazione e la scelta di location e' stata determinata da criteri artistici mentre la scelta degli alloggi per la troupe e' stata improntata alla comodita' logistica e alla convenienza economica. Il lavoro per la realizzazione di 'Gente di Mare' si e' dunque svolto nella piu' assoluta normalita'''. E' quanto precisa la Palomar, la societa' produttrice per Raiuno della serie girata in Calabria, in merito ai presunti contatti tra la fiction e la 'ndrangheta che avrebbe ospitato attori e personale della troupe nei propri alberghi, inserendo anche alcuni amici tra le comparse. ''Sorprende dunque - sottolinea la Palomar - questa iniziativa degli inquirenti che avrebbero individuato comportamenti censurabili ai margini della produzione. La Palomar, il cui operato non puo' per nessun motivo essere messo in relazione a comportamenti o azioni contrari alla legge eventualmente commessi da terzi, si dichiara pronta a fornire alle autorita' la massima collaborazione''. ''In fase di preparazione del programma, quando fu scelto il tratto di costa tra Tropea e Reggio Calabria per girare la serie, i nostri responsabili di produzione - conclude la nota della Palomar - cercarono in loco professionisti che fossero in grado di dare assistenza alla nostra troupe cionematografica. Fu all'epoca individuata e selezionata la signora Tiziana Primozich, che aveva gia' ricoperto ruoli simili in altre produzioni, e come per tutte le nostre serie furono contestualmente presi contatti con le autorita' della zona: sindaci, responsabili degli enti locali e delle forze dell'ordine''.

Il PM chiede l’audizione del Production manager

Il pm distrettuale al processo Dinasty, che si sta svolgendo a Vibo Valentia contro i presunti capi e affiliati alla cosca Mancuso di Limbadi, ha chiesto stasera l' acquisizione di nuovo materiale e l' audizione di due donne, Tiziana Primozich, di 44 anni, considerata dagli investigatori l' amante del boss Francesco Mancuso di 49 anni, e l' architetto Francesca Tulino, di 42 anni. La richiesta del pm Marisa Manzini rientra nell' ambito di un supplemento di indagini effettuate dalla Squadra mobile con intercettazioni telefoniche ed ambientali, dalle quali risulterebbe che la Primozich, production manager della fiction ''Gente di mare'' avrebbe consigliato alla produzione l' utilizzo di alberghi e strutture ricettive di persone legate ai Mancuso. Dalle intercettazioni, inoltre, risulterebbe l' interesse dei Mancuso per un progetto turistico, denominato Infra-Tur, di cui la Tulino era ideatrice. Il Tribunale di Vibo Valentia si e' riservato di decidere sulla richiesta del Pm nella prossima udienza che e' stata fissata per il 26 gennaio.

Dalle indagini si evidenzia una commistione tra ‘cosca Mancuso’, imprenditori e politici

''Nella vicenda Infra-Tur si evidenzia una preoccupante commistione tra appartenenti alla consorteria criminale dei Mancuso di Limbadi, imprenditori, politici e amministratori locali i quali, ognuno con proprio tornaconto, non esitano ad avere contatti ed incontri'': e' uno dei passaggi di una informativa suppletiva realizzata dalla squadra mobile di Vibo Valentia e depositata dalla Dda di Catanzaro agli atti del processo Dinasty che si sta svolgendo a Vibo e nel quale sono imputati presunti capi e affiliati della cosca Mancuso. Il progetto Infra-Tur prevedeva una formula-vacanza che avrebbe dovuto unire il mare con l' entroterra e che avrebbe interessato piu' comuni della provincia di Vibo. Oggi, alla ripresa del processo, il pm, Marisa Manzini, ha intenzione di sentire Tiziana Primozich, 44 anni, indicata dalla polizia come ''amante del boss mafioso Francesco Mancuso'', di 49 anni, e l' architetto Francesca Tulino, 41 anni, di Mileto, esponente della Margherita e coordinatrice del programma Infra-Tur. Nell' informativa si parla anche della ''conoscenza che Tiziana Primozich aveva di affari illeciti della famiglia Mancuso'', nonche' della infiltrazione ''mafiosa che gli stessi Mancuso hanno nel tessuto amministrativo e sociale della provincia di Vibo Valentia''. A dare il via all' informativa, per la quale il pm ha chiesto la formazione di un apposito fascicolo, sono state intercettazioni telefoniche e ambientali all' interno dell' auto della Primozich. Da queste intercettazioni emerge ''il progetto Infra-Tur' di cui Ciccio Mancuso si era interessato, facendosi garante della buona riuscita''. Il progetto era stato ideato da Francesca Tulino che aveva chiesto di contattare Ciccio Mancuso, per mettere d' accordo imprenditori e sindaci affinche' appoggiassero il progetto di cui risulta la capofila la Provincia. L' Ente, il 3 novembre 1999 aveva deliberato la spesa di 200 milioni delle vecchie lire per lo studio di fattibilita', dopo che il 30 giugno precedente altri 200 milioni erano stati messi a disposizione dal Cipe. Lo studio fu affidato dalla Provincia alla societa' Orgasystems con sede a Reggio Emilia che aveva come socio accomandatario, Sergio Bevilacqua, amministratore unico della societa' Progetto e Sviluppo di cui risultava socia la Tulino. Nella proposta dell' Orgasystems alla Provincia, Bevilacqua e Tulino venivano indicati come consulenti senior per la predisposizione del progetto. Fra i programmi dell' Infra-Tur la realizzazione di un consorzio tra i dieci enti interessati (la Provincia e i nove comuni costieri) per l' attuazione di opere pubbliche la costituzione di un consorzio d' imprese per la realizzazione di strutture turistiche e alberghiere. A tale Consorzio parteciparono 14 societa' riconducibili a cinque grossi imprenditori della zona. In seguito alle intercettazioni, il 16 novembre 2005 la polizia acquisi' degli atti alla sede della Provincia e senti' a verbale sia la Primozich che la Tulino. La prima confermo' che la Tulino le chiese di metterla in contatto con Francesco Mancuso anche per garantire di poter mandare avanti il suo progetto senza interferenze criminali. La Tulino, da parte sua, ha confermato agli inquirenti della Mobile, di essersi incontrata piu' volte con Francesco Mancuso, tramite Tiziana Primozich. La Tulino ha pero' detto che era stato Mancuso a volerla conoscere. Paradossale viene poi definita la circostanza che la Tulino, pur sapendo chi fosse il suo interlocutore, si sia recata al matrimonio della figlia di Mancuso. ''Il progetto - ha riferito agli investigatori la Primozich - mirava a creare una zona turistica simile a quella esistente sulla costiera amalfitana. So che l' architetto Tulino aveva trovato degli imprenditori privati tra i quali Mancini Peppino mentre per il settore pubblico erano coinvolti sia la provincia che i comuni della costa''. Ha anche riferito che la Tulino la informo' di questo progetto per sostenerlo, ma che temeva che le cosche potessero impedirle di andare avanti nella realizzazione. ''La Tulino, al corrente dell' amicizia con Francesco Mancuso - ha poi detto la Primozich - mi chiese di parlare con lui per avere assicurazione affinche' potesse mandare avanti il suo progetto senza interferenze criminali. Ciccio mi ha riferito di essere riuscito a parlare con i vari sindaci affinche' si trovassero d' accordo in sede di trattative. Ritengo che Ciccio possa aver contattato anche qualche imprenditore locale''.

 

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