Forum nazionale sulla sicurezza
a Lamezia Terme
12/01 '''Delitto limite' e, insieme, delitto spartiacque: il profilo
umano e politico-istituzionale della vittima, le modalita' dell'omicidio,
la data e il luogo scelto per l' agguato rivelano un livello criminale
finora mai espresso in Calabria''. E' aggiornata al delitto Fortugno,
l' ampia analisi del fenomeno 'ndrangheta svolta nella relazione del
giornalista Gianfranco Manfredi al Forum nazionale sulla Sicurezza
urbana che si e' aperto a Lamezia Terme. L' omicidio del vicepresidente
del Consiglio regionale, compiuto il 16 ottobre scorso a Locri, viene
definito ''delitto d' alto valore eversivo. Un delitto 'frattura'
- afferma Manfredi - che scompagina analisi, travolge ricerche, studi
ed esegesi, provoca smarrimento e angoscia''. Il giornalista, direttore
della rivista ''Calabria'', pone una serie di interrogativi: ''Ottantacinque
giorni dopo, come non cogliere le connotazioni simboliche dell' omicidio?
Come credere che il vicepresidente del Consiglio regionale possa essere
stato ucciso da un isolato boss mafioso di paese? E un boss di paese
avrebbe mai osato, da solo, organizzare e compiere l' uccisione del
vice presidente dell' Assemblea regionale, esponente del partito che
guida il governo della Calabria? E avrebbe mai scelto di eseguire
il delitto il giorno delle elezioni primarie dell' Unione, e proprio
in un seggio elettorale?. Difficile, insomma - sostiene Manfredi -
catalogare questo delitto come un omicidio di periferia, con matrice,
mandanti e movente di livello esclusivamente criminale e di piccolo
cabotaggio''. ''Forse - continua - solo il presidente Ciampi, che
ha subito abbracciato la famiglia della vittima e il Consiglio regionale,
e gli straordinari ragazzi di Locri sono stati davvero tempestivi
nell' acquisire piena consapevolezza del livello della sfida, nel
cogliere l' agghiacciante eppure semplice messaggio di potenza egemonica
lanciato con l' eliminazione di Fortugno. Cosi', evidentemente, ha
deciso di uccidere e parlare oggi la 'ndrangheta. Per dire forte e
chiaro, col suo linguaggio, chi comanda oggi in Calabria''. La relazione
di Manfredi, un vero e proprio ''rapporto'' sulla mafia calabrese
e' partita dalla perdurante sottostima del fenomeno, pur unanimemente
indicato come l' organizzazione criminale piu' pericolosa: ''Malgrado
circa due secoli di storia che ne documenta lo straordinario radicamento
in Calabria e nonostante la scoperta di stabili succursali impiantate
in almeno quattro continenti, la 'ndrangheta - sostiene - rimane il
fenomeno mafioso piu' sottovalutato dello scenario criminale italiano.
E anche quello ancora meno indagato, piu' impunito e quindi piu' insidioso.
Solo negli ultimi decenni il velo che ha avvolto il mondo della 'ndrangheta
si e', in parte, squarciato, grazie alle ricerche storiche, alle indagini
giudiziarie, alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Ne
e' venuto fuori un quadro sicuramente inedito, inaspettato e sconcertante.
Quello, cioe', di un fenomeno esistente gia' al momento dell' Unita'
d' Italia, con caratteristiche in gran parte simili a quelle odierne,
strutturato nella societa' meridionale non come escrescenza patologica,
come certa pubblicistica ama rappresentare i fenomeni mafiosi, bensi'
come componente strutturale, essenziale e storicamente consolidata.
Parte integrante insomma della storia, della cultura, del modo d'
essere di questa parte del Paese''. Passando ad esaminare le peculiarita'
del fenomeno, Manfredi sottolinea che ''la mafia calabrese, che si
differenzia dai modelli siciliani e campani per le diverse origini
storiche, ambientali e culturali, pur avendo in comune con le altre
mafie metodi e comportamenti, 'valori' di fondo e cultura, concezione
del mondo e atteggiamento verso lo Stato, ha una specifica connotazione
organizzativa. Invece di una strutturazione piramidale, verticistica,
ha elaborato una propria organizzazione marcatamente orizzontale che
ne spiega la longevita', l' eccezionale flessibilita' alle piu' varie
vicende politiche e l' impermeabilita' alle attivita' repressive che
l'hanno interessata''. Le conclusioni del rapporto sono allarmanti:
''le attivita' criminali degli ultimi venti anni hanno assicurato
alle cosche calabresi - afferma Manfredi - una massa di profitti illeciti,
difficilmente calcolabili, se non nell' ordine di miliardi, continuamente
reimpiegati. Il traffico della droga, innanzitutto, attraverso il
quale vengono ricavati profitti pari all' 80% circa del fatturato
totale. I clan calabresi hanno finito col monopolizzare il traffico
della cocaina in Europa e addirittura le organizzazioni siciliane,
un tempo dominanti, oggi devono farsi accreditare dalla 'ndrangheta.
La poderosa accumulazione di capitale realizzata negli ultimi decenni
- conclude Manfredi - spiega anche le rinnovate ambizioni di dominio
sull' economia e sull' intera societa'. Un agghiacciante quadro di
aggressivita' in cui si deve evidentemente collocare anche la tragica
'lezione' impartita a Locri il 16 ottobre alle istituzioni e alla
politica e che fa rischiare grosso non solo la societa' calabrese''
Chiarella (Patto) Il forum sulla
sicurezza una riconoscimento per la città
''L' Assemblea straordinaria del Forum italiano per la sicurezza
urbana, convocata a Lamezia per confrontarsi sul tema Calabria-Mezzogiorno-Italia,
insieme per costruire comunita' libere e sicure, rappresenta un riconoscimento
politico di rilievo all'attivita' dell' Amministrazione comunale in
direzione della ricostruzione della citta' di Lamezia sul terreno
della legalita', in un confronto permanente con le altre realta' del
sud d' Italia e del resto del paese''. Lo afferma il consigliere regionale
Egidio Chiarella, dei Liberaldemocratici. ''Come Regione - aggiunge
Chiarella - firmeremo un protocollo di collaborazione tra la Calabria
e la Regione Emilia Romagna, in materia di scambio e trasferimento
di conoscenza, per sostenere lo sviluppo nel rispetto delle vocazioni
territoriali, dotandosi di nuove idee e di strategie vincenti, per
rafforzare di riflesso il sistema sociale ed amministrativo locale.
E' una grande occasione questa che sottolinea il ruolo centrale di
Lamezia Terme che, se inserito, come gia' richiesto al presidente
Loiero, in un progetto di valorizzazione dell' area centrale della
Calabria e della stessa citta', potra' fare decollare concretamente
un territorio che da troppo tempo viene umiliato e messo da parte.
E' arrivato il momento di cambiare rotta. E l' assemblea del Forum
italiano va in questa direzione''.
Enzo Ciconte: “Consorzio dei
Comuni per la confisca dei beni mafiosi”
Accelerare l'attivita' per la confisca dei beni mafiosi; ipotizzare
un consorzio di Comuni che mettono insieme una rete di conoscenze
sulle imprese; costituire un gruppo di lavoro che si ponga il problema
di mettere in rete una mappa delle famiglie mafiose, italiane e straniere,
che operano in tutte le regioni del centro nord e capire come operano:
queste le proposte lanciate stasera da Lamezia Terme da Enzo Ciconte,
presidente dell' Osservatorio del Lazio sulla sicurezza, nel corso
della prima giornata dell'assemblea straordinaria del Forum italiano
per la sicurezza urbana su ''Calabria, Mezzogiorno, Italia. Insieme
per costruire comunita' libere e sicure''. Un'iniziativa promossa
dal Forum, dal Comune di Lamezia Terme e dalla Regione Calabria e
che ha tra i suoi scopi quello di portare alla riflessione dell' assemblea
''la necessita' che le amministrazioni del centro-nord assumano sul
serio e con continuita' l'impegno a contrastare nei loro territori
le organizzazioni mafiose e la necessita' che lo Stato e la magistratura
compiano davvero uno sforzo straordinario per disarticolare la 'ndrangheta,
che e' la piu' chiusa e la piu' impenetrabile delle organizzazioni
mafiose''. Dopo il saluto del sindaco di Lamezia, Gianni Speranza,
che ha parlato della centralita' della citta' ed ha auspicato che
''dall'incontro conseguano risultati importanti'', la 'ndrangheta
nella sue sfaccettature e' stato oggetto dei vari interventi della
sessione di approfondimento ''Conoscere per cambiare'' coordinata
da Pino Battaglia, vice presidente del Forum europeo per la sicurezza
urbana e presidente della commissione sicurezza del Comune di Roma.
Nel suo intervento, Ciconte ha fatto notare, da un lato che la 'ndrangheta
e' ''l'organizzazione criminale considerata la piu' forte a livello
internazionale'' e dall'altro che la stessa ''ha avuto la capacita'
di agire ed operare al riparo dai riflettori di stampa, mass media,
forze dell' ordine perche' non ha mai avuto l' intenzione di attrarre
l' attenzione su di se'. Cio' ha fatto si' che nell' opinione pubblica
nazionale ci fosse una sottovalutazione del fenomeno''. Quindi ha
evidenziato che ''la presenza della 'ndrangheta nelle regioni del
centro-nord non e' un fatto passeggero perche' se vuole espandersi
deve muoversi oltre i confini calabresi e sta andando all' assalto
delle amministrazioni perche' esse sono il cuore pulsante dell'economia.
Esistono quelli che io definisco 'uomini cerniera'. Sono coloro i
quali riescono a mettere in comunicazione il mondo della 'ndrangheta
con il mondo dell'economia locale''. Di come, invece, e' cambiato
il modo di rapportarsi della mafia con il territorio, investendo nel
patrimonio immobiliare e di come migliorare la sicurezza delle citta'
ha parlato Maria Fortuna Incostante, presidente del Forum per la sicurezza
urbana dal 1999 al 2004 e socio onorario del Fisu. ''Spesso nel Mezzogiorno
- ha affermato - ci si trova a parlare di questo fenomeno soprattutto
quando ci sono episodi di violenza, ma i periodi di calma e di quiete
non ci devono far pensare che le attivita' criminali siano ferme.
Il riciclaggio e' sempre piu' sofisticato, ma e' sempre piu' difficile
in quanto oggi avviene in modo piu' complesso. Le azioni di contrasto
sono sempre piu' difficili perche' la criminalita' si serve di imprese
amiche e questo puo' ingannare le amministrazioni comunali''. Delle
estorsioni, del racket e di come intervenire parlato Lino Busa', presidente
di Sos impresa che ha evidenziato che ''c'e' una ripresa delle attivita'
estorsive nel centro-nord e nella Sicilia orientale, mentre si registra
una presenza inquietante di cosce gelesi a Ragusa, Siracusa ed Agrigento.
In Calabria - ha proseguito - il fenomeno non esiste solo nella provincia
di Reggio Calabria, ma anche nella provincia di Cosenza. In questo
periodo esistono due realta' diverse da analizzare. A Palermo da tempo
non c'e' un omicidio mentre a Napoli c'e' una guerra, ma la situazione
non e' cosi' come appare. A Palermo, infatti, le denunce per estorsione
sono pochissime, mentre a Napoli le denunce sono tantissime''.
La Lega Nord provoca, come suo solito,
mostrando disappunto
Il gruppo Lega nord alla Regione Emilia-Romagna esprime, in una nota,
il proprio ''disappunto in merito alla presenza di una delegazione
della nostra Regione, composta dal presidente della Giunta regionale
Vasco Errani e dal sindaco di Piacenza, Roberto Reggi, al 'Forum italiano
per la Sicurezza urbana', oggi e domani a Lamezia Terme''. ''A nostro
avviso - prosegue la nota - la Regione Calabria non e' il posto piu'
indicato per discutere di sicurezza, forse sarebbe stato piu' indicato
che per approfondire questo tipo di discorsi il presidente Errani
e il sindaco Reggi si recassero a Treviso o nella Regione Veneto,
luoghi dove il concetto di sicurezza e' sicuramente piu' presente
che in Calabria''.