Chiusura Polti di Piano Lago: Pignataro,
Castagna e Sbarra intervengono sulla vicenda
Pignataro (CGIL) “Imbarazzante
silenzio di Confindustria”
“La vicenda Polti, il rischio concreto e immediato di perdere
altri 200 posti di lavoro nel settore metalmeccanico e di rendere
più debole un intero territorio come il Savuto, rappresenta
l’ennesimo passaggio drammatico di un processo di deindustrializzazione
che ha investito e investe la Calabria e che negli ultimissimi anni
è costato alla regione oltre 5000 posti di lavoro diretti nei
settori dell’industria manifatturiera”. E' quanto sostiene,
in una dichiarazione, il segretario generale
della Cgil della Calabria, Fernando Pignataro. “L’assenza
di politiche industriali, nazionali e regionali, - prosegue Pignataro-
la delocalizzazione di tante industrie in territori europei ed extra-europei
a più “basso costo del lavoro”, la scarsa propensione
competitiva del nostro Paese e sistema produttivo sono gli elementi
di una crisi industriale di proporzioni inaudite,
Il Mezzogiorno e, soprattutto, la Calabria pagano un prezzo più
alto, come si evince dai dati sulla mortalità delle aziende
e sulla perdita di posti di lavoro a tempo indeterminato.
Su Polti e su altre crisi aziendali si avverte un silenzio, un’assenza
di iniziative da parte di Confindustria, che è, a dir poco,
imbarazzante. Quali politiche di sviluppo e rilancio delle attività
produttive condivise, se non ci si impegna per salvaguardare le imprese
esistenti, quel poco che resta di un debole sistema produttivo calabrese.
Quale senso ha il rilancio e la crescita di un tessuto produttivo,
di una rete larga di media impresa se non si parte dalla tenuta dell’esistente?
Il confronto in sede sindacale è più che mai indispensabile
per mettere sul tavolo ruoli, volontà e anche, mi si permetta,
l’autorevolezza delle Associazioni datoriali e non solo di rappresentanza
virtuale.
Infine, la Regione che ruolo vuole giocare, sapendo del segnale negativo
che può rappresentare sulla fiducia dei lavoratori e dei cittadini
la chiusura di un’altra fabbrica emblematica.
Per tutte queste ragioni si chiede a tutti, oggi, uno sforzo in più
per evitare un’altra sconfitta, un’altra beffa a danno
di lavoratori giovani che hanno sperato, creduto di poter progettare
il proprio futuro a casa loro, di potersi realizzare con il lavoro
nella loro terra.
Sbarra (CISL) “Il Presidente
Loiero convochi un tavolo con imprenditori e sindacati”
''La decisione assunta dalla Polti di chiudere lo stabilimento di
Piano Lago non puo' non generare allarme e preoccupazione soprattutto
in una Provincia, quella di Cosenza, gia' duramente provata da una
crisi irreversibile che non ha finora risparmiato alcun settore del
gia' debole tessuto produttivo esistente''. E' quanto sostiene in
una nota il segretario generale regionale della Cisl, Luigi Sbarra.
''La Cisl calabrese - ha aggiunto - sollecita un intervento forte
di tutti i livelli istituzionali, territoriali, provinciali e regionali
affinche' vengano messe in atto misure straordinarie di contrasto
rispetto a tale deriva che, in particolare per la Provincia di Cosenza,
ha gia' prodotto nell'ultimo triennio una perdita di oltre 3.000 posti
di lavoro: dal tessile, al metalmeccanico, al manifatturiero, ai servizi,
all'informatica , all'edilizia, comparti questi che, come si sa, hanno
subito drastici processi di ridimensionamento e pesanti tagli occupazionali,
e quel che e' piu' grave e' che tutto questo sia avvenuto nell'indifferenza
e nel silenzio colpevole delle Istituzioni e della politica. Per la
Cisl non e' piu' rinviabile l'adozione di misure straordinarie in
materia di politiche del lavoro: non e' pensabile continuare con interventi
isolati, dettati esclusivamente dalle emergenze, ma occorre procedere
con interventi di carattere strutturale in grado di incidere nel tessuto
economico e sociale del territorio e favorire cosi' la creazione di
un sano sistema d'Imprese''. ''In questo senso la Cisl - ha proseguito
Sbarra - considera ingiustificabili i ritardi che anche in materia
di politiche industriali sta accumulando la Giunta regionale: infatti
la Calabria e' una delle poche Regioni a non aver ancora provveduto
a recepire la ''Legge Bersani'' che istituisce i distretti industriali,
cosi' come non si e' ancora deciso se regionalizzare gli strumenti
della Programmazione Negoziata. Per la Cisl occorre avviare un concreto
e reale processo di sviluppo all'interno del quale integrare le diverse
realta', puntando in primo luogo al rafforzamento e al rilancio delle
filiere produttive esistenti e, allo stesso tempo, creare condizioni
di maggiore attrattivita' del territorio. Solo cosi' si potranno evitare
decisioni unilaterali come quelle assunte dalla Polti, peraltro simili
a quelle di tante altre Imprese che, dopo aver usufruito di consistenti
finanziamenti pubblici, hanno deciso di abbandonare il nostro territorio
lasciando macerie sul piano produttivo e occupazionale''. ''Per questi
motivi - ha concluso - la Cisl richiede con forza l'immediata convocazione
di un tavolo di confronto coordinato dalla Presidenza della Giunta
Regionale alla presenza del Presidente dell'Amministrazione Provinciale
oltre che, ovviamente, delle Associazioni Imprenditoriali e delle
Organizzazioni Sindacali finalizzato non solo a far rientrare i preannunciati
provvedimenti di licenziamento collettivo alla Polti, ma anche a sostenere
possibili processi di riconversione industriale che prevedano il rilancio
delle attivita' nel sito produttivo di Piano Lago''
Castagna (UIL) “Fermare questo
atto improponibile e unilaterale”
La messa in mobilita' dei 175 lavoratori della Polti Sud ''e' un
atto unilaterale improponibile e inaccettabile nonche' di grande irresponsabilita''':
e' quanto hanno affermato, incontrando i giornalisti, Roberto Castagna,
segretario generale della Uil calabrese e Antonio Lento, della Uil
di Cosenza chiedendo al presidente della Giunta regionale l' adozione
di iniziative a difesa del sito produttivo. ''I signori della Polti
- sottolineano Castagna e Lento - non possono pensare di spengere
l' interruttore della luce ed andarsene facendo finta di niente. La
decisione della proprieta' di chiudere l' Azienda non ha giustificazioni,
e' uno schiaffo ai 175 lavoratori e un atto di arroganza verso tutto
il nostro territorio. Lo stabilimento di Figline Vegliaturo e' un
sito produttivo e tale deve rimanere, esso non puo' essere a disposizione
di nessun tipo di speculazione. Per cui e' necessario avviare una
dura battaglia nei confronti dell' azienda capace di far cambiare
idea, rispetto alle posizioni oggi assunte''. ''Questo sindacato -
proseguono Castagna e Lento - non puo' che essere pronto a discutere
e a condividere, eventualmente, percorsi capaci di rendere produttivo
il sito di Figline, ma a condizione di realizzare la complessiva ripresa
occupazionale. Intorno a quest' ennesima vicenda di desertificazione
produttiva occorre una grande partecipazione attiva delle forze sociali,
politiche e del sindacato regionale e nazionale, che tra l' altro
la Uil ha gia' interessato''. Per la Uil ''e' necessario e inderogabile
l' intervento delle istituzioni provinciale e regionale; oggi piu'
che mai ognuno deve fare la propria parte, per far continuare a far
viver questo importante sito produttivo e per ridare vitalita' a una
vertenza piu' complessiva che recuperi i piu' di 2500 posti di lavoro
persi negli ultimi due anni in questa provincia. La vicenda del gruppo
Polti deve diventare emblematica anche a livello regionale, perche'
se passasse l'idea che in Calabria si puo' agire in questo modo, saremmo
di fronte ad un arretramento inammissibile dei rapporti sindacali
e sociali. Non lo permetteremo''.