Relazione della minoranza della
commissione antimafia sulla ndrangheta calabrese.
Dopo l'area del reggino e' quella di Vibo Valentia, secondo i componenti
di minoranza della commissione parlamentare antimafia, la provincia
piu' inquinata e piu' condizionata sia per la presenza di una forte
'ndrina, quella dei Mancuso di Limbadi, sia per la ''debolezza dei
personaggi politici locali - e' scritto nella relazione - che hanno
chiesto i voti ai Mancuso o con gli stessi hanno rapporti di collusione
che durano da molto tempo''. La situazione nel vibonese e' ritenuta
''particolare' anche per ''l'alto numero di logge massoniche - prosegue
la relazione di minoranza della commissione parlamentare antimafia
- tra cui qualcuna copertaþa cui aderisce il fiore fiore della
borghesia; attraverso queste logge sono condizionateþtutte le
scelte urbanistiche, economiche e politiche della citta'. Con la recente
operazione ''Dinasty'' della squadra mobile di Vibo Valentia dell'ottobre
2003 il clan Mancuso di Limbadi ha ricevuto un duro colpo. Per la
prima volta tra i 62 arrestati compaiono non solo quelli appartenenti
all'ala militare, ma anche personaggi dirigenti come Pantaleone Mancuso
del 1947, detto Luni. La 'ndrina dei Mancuso era arrivata al dominio
totale su tutti e su tutto. Allorquando si presentava uno dei Mancuso
o un tramite di essi, nessuno osava negare un favore sia quando si
trattava di una attivita' privata sia pubblica''. Anche nelle altre
province calabresi la situazione e' ritenuta preoccupante. ''Nel catanzarese
- prosegue la relazione facendo riferimento a note della Dia - l'attivita'
estorsiva e' lo strumento tipico attraverso cui le cosche attuano
il controllo e lo sfruttamento del territorio. L'azione criminale
e' indirizzata verso tutti gli operatori economici, siano essi imprenditori
o esercenti commerciali. L'area maggiormente interessata al fenomeno
e' quella di Lametta Terme, a seguito dell'importante ruolo che la
cittadina ha assunto per lo sviluppo dell'intera regione. Benche'
gli esponenti di rilievo delle cosche lametine siano attualmente in
stato di detenzione, le cosche endogene presentano sicuramente un
livello organizzativo piu' evoluto se messo a confronto con quello
degli altri gruppi criminali presenti nel catanzarese e si caratterizzano
per la loro capacita' di gestire, ad alti livelli, una vasta e diversificata
gamma di attivita' criminose, che vanno dall'estorsione all'usura,
dal traffico di stupefacenti a quello di armi''.
Nella provincia di Crotone si registra la presenza di sodalizi della
'ndrangheta tra i piu' organizzati e pericolosi, con proiezioni nel
Nord Italia, Europa e Americhe, e saldi rapporti di alleanza con le
cosche del reggino, principalmente per il traffico di droga. ''Le
cosche crotonesi - sostengono i commissari di minoranza dell'antimafia
- che al momento stanno vivendo una fase di ristrutturazione, prevalentemente
insistono sul litorale ionico, dove gli interessi economici sono maggiormente
presenti. Il gruppo di maggior prestigio e' sempre quello della famiglia
Arena di Isola Capo Rizzuto che pero' essendo attualmente indebolito
piu' di altri dalle inchieste giudiziarie, non esercita piu' una ''leadership''
incontrastata, tanto da dover convivere, in contrapposizione latente
con le altre cosche. Nei centri provinciali sono presenti piccole
ma agguerrite compagini criminali, che a livello locale mantengono
un ferreo controllo del territorio, anche grazie alle alleanze strette
con i gruppi maggiori''.
I commissari di minoranza della commissione antimafia ritengono che,
negli ultimi anni, il territorio del cosentino e' stato fortemente
condizionato da un violento scontro armato tra i clan e dalla consumazione
di numerosi reati che evidenziano i nuovi caratteri della 'ndrangheta.
'' L'intero - conclude la relazione - territorio di Cosenza, in cui,
per contiguita' territoriale e criminale, deve considerarsi incluso
quello di Paola o comunque del comprensorio dell' alto Tirreno Cosentino,
essendosi ritrovato di colpo e per lungo tempo privo degli esponenti
delinquenziali storici, e' divenuto terreno di libera caccia per l'emergente
clan dei Bruni, alias Bella Bella, che, nel frattempo, aveva accorpato
intorno a se soggetti ormai perdenti delle zone di Castrovillari,
Cassano, Paola e Cosenza e, pertanto proprio nel 1999, aveva iniziato
a svolgere piu' ampie attivita' illecite (traffico di droga, rapine,
estorsioni a commercianti e sui lavori pubblici, ecc.) ponendo a capo
di ogni attivita' un proprio referente e su ogni singola zona del
territorio''.
Dopo Fortugno un clima di tangibile
paura
''Con l'omicidio Fortugno si e' aperto un nuovo scenario criminale
e nel contempo politico. Certo e' difficile prevedere quello che riservera'
l'immediato futuro; tuttavia e' tangibile il clima di paura e di preoccupazione
che vive in Calabria soprattutto chi e' chiamato ad amministrare la
cosa pubblica o sta facendo impresa, due attivita' che negli ultimi
anni sono diventate particolarmente a rischio''. E' quanto scritto
nella relazione della minoranza della Commissione parlamentare antimafia.
''L'omicidio Fortugno - prosegue la relazione - ha cambiato molte
cose, tra queste la percezione dei giovani del fenomeno 'ndrangheta.
Hanno capito, all'improvviso e nel modo piu' brusco, che non e' possibile
alcuna forma di convivenza con il potere mafioso. I giovani di Locri
sono stati i protagonisti assoluti di uno straordinario movimento
di lotta contro la 'ndrangheta che non ha precedenti in Calabria.
Mai nel passato si era vista una mobilitazione cosi' vasta ed una
partecipazione cosi' corale che si e' estesa in tutta Italia con questi
giovani che hanno girato le scuole del centro e del nord per spiegare
ai loro coetanei cosa significhi vivere giorno dopo giorno con i mafiosi
che circolano normalmente ed abitualmente in piazza e nelle vie del
paese''. ''Hanno spiegato anche - conclude - come sia difficile in
quelle realta' esercitare la democrazia e vivere una vita di relazione
normale, come si fa tra coetanei e in rapporto con gli adulti''.
Rapporti tra ndrangheta e massoneria
e ndrangheta con i politici
''La relazione di maggioranza non fa cenno, neppure incidentalmente,
ai rapporti tra 'ndrangheta e massoneria, cosi' come non fa cenno,
quasi fosse un problema inesistente, a casi emblematici di rapporti
della 'ndrangheta con esponenti politici''. E' quanto scrivono nella
loro relazione i componenti di minoranza della commissione parlamentare
antimafia facendo riferimento alla situazione della 'ndrangheta in
Calabria. ''La 'ndrangheta - si aggiunge nella relazione - ha chiuso
con le guerre del passato che avevano insanguinato in modo particolare
la provincia di Reggio Calabria ed e' uscita da quel periodo piu'
rafforzata perche' ha selezionato i suoi quadri dirigenti ed ha creato
una struttura di comando in grado di chiudere tutte le faide aperte
- tranne quella di Locri che e' continuata fino ad oggi - e di decidere
sulle strategie future di comune accordo tra tutte le 'ndrine piu'
forti e piu' prestigiose. La relazione di maggioranza, dopo aver fatto
una fotografia della realta', sfugge pero' al compito principale di
chiedersi e di comprendere il motivo del perche' si sia giunti alla
odierna situazione e di individuare le strategie che, in concreto,
possano contrastare un fenomeno che, allo stato attuale, potrebbe
apparire difficile da contrastare al punto da sembrare invincibile.
Se avesse voluto affrontare il problema in modo adeguato, avrebbe
dovuto prendere l'avvio dalla relazione sulla Calabria approvata dalla
Commissione al termine della legislatura precedente''. ''La relazione
di maggioranza - si prosegue - fa cenno a quella relazione solo per
riabilitare alcuni personaggi che in quel documento erano stati indicati,
senza alcuna volonta' di criminalizzazione, a solo titolo esemplificativo
di un costume di contiguita' diffuso nella societa' calabrese, come
paradigma di casi emblematici e documentati di rapporti a rischio
tra esponenti delle istituzioni ed esponenti indagati e, quanto meno
contigui, alla criminalita' organizzata reggina. Se la 'ndrangheta
viene valutata e considerata come fenomeno criminale puro e semplice
esente da contaminazioni politiche, massoniche, o di altri poteri
deviati, allora l'analisi non potra' che essere parziale, insufficiente,
anzi addirittura fuorviante rispetto alla realta'''. ''E' evidente
- conclude la relazione - che, trattando la 'ndrangheta come puro
e semplice dato criminale e delinquenziale, si corre il rischio che
anche le ipotesi di contrasto risultino inadeguate e perdenti''
Il traffico di esseri umani
''C'e' anche una novita' che e' segnalata dalla Direzione Nazionale
Antimafia e cioe' la presenza di mafiosi calabresi nei traffici di
esseri umani gestiti da organizzazioni mafiose straniere. In questi
casi ci sono accordi pattizi che sono particolarmente convenienti
per la 'ndrangheta''. E' quanto sostengono i componenti di minoranza
della commissione parlamentare antimafia circa gli interesse della
'ndrangheta nell'immigrazione clandestina. ''L'ampiezza - prosegue
la relazione - del fenomeno della immigrazione clandestina, che in
larga parte ha interessato i territori del distretto, con particolare
riferimento alla provincia di Crotone - e' sito in quel circondario
uno dei piu' grandi centri di accoglienza d'Europa - e la zona della
Sibaritide, con prevalenza per le localita' di Corigliano e Rossano,
non poteva non suscitare anche gli appetiti di gruppi criminali, attenti
alla possibilita' di ulteriori profitti, da realizzare non tanto con
il coinvolgimento diretto nelle operazioni di ingresso dei clandestini
nel territorio dello Stato, quanto con l'offerta di contributi utili
al raggiungimento dei fini dell'organizzazione straniera, previa adeguata
ricompensa in armi o droga o mediante partecipazione diretta alle
attivita' delittuose, tra le quali assumono particolare rilevanza
il traffico di stupefacenti, il traffico di armi e la tratta di esseri
umani''. Le indagini compiute su questo fronte ''offrono - conclude
la relazione - un quadro, sufficientemente certo, del fenomeno criminale
in esame, connotato da un interesse, sempre piu' crescente, delle
organizzazioni criminali allo sfruttamento degli immigrati nei vari
settori della prostituzione, del lavoro nero e della utilizzazione
illecita delle cosiddette badanti''.
Mellea. “Sosteniamo la relazione
della minoranza antimafia”
''Come associazione condividiamo e sosteniamo la relazione fatta
dalla minoranza in commissione parlamentare antimafia. Da parte nostra
c'e' tutto il nostro impegno per diffonderla''. E' quanto ha detto
il presidente dell'Osservatorio Falcone-Borsellino-Scopelliti, Carlo
Mellea, stamane a Catanzaro a margine di una manifestazione durante
la quale e' stato presentato il calendario con le foto delle manifestazioni
organizzate dall'associazione. ''Esiste un forte connubio - ha aggiunto
Mellea - tra mafia e politica. Nella relazione di maggioranza, stranamente,
si evita di fare riferimento ai nomi politici e questo non e' un aspetto
positivo. In Calabria la 'ndrangheta rappresenta una forte potenza
economica e quindi occorre da parte di tutti un impegno incisivo per
combatterla. Riteniamo, infatti, che servono a poco le passerelle
quando poi scarseggia una azione incisiva di contrasto''. Per diffondere
i contenuti della relazione di minoranza della commissione parlamentare
antimafia l' Osservatorio Falcone-Borsellino-Scopelliti promuovera'
a maggio un incontro durante il quale sara' presentato anche il libro
dell'onorevole Giuseppe Lumia dal titolo 'Politica e Mafia'. Il 16
febbraio prossimo nei locali della 'Casa delle Culture' di Catanzaro
si svolgera' un incontro con gli studenti del liceo artistico durante
il quale verranno proiettati spezzoni del film sulla storia di Paolo
Borsellino.