Apertura dell’Anno Giudiziario
con l’assenza dell’ANM che protesta. A Reggio, Adorno:“Sbagliata
l’assenza dll’ANM”. A Catanzaro, Commodaro: “Mafia
emergenza nazionale. Confotante la lezione dei ragazzi di Locri. Nel
distretto mancano 60 magistrati”
28/01 E' toccato a Pasquale Adorno, presidente facente funzioni della
Corte d'Appello, in ossequio alla nuova riforma dell' ordinamento,
svolgere la relazione sull' amministrazione della giustizia nel Distretto
di Reggio Calabria. Adorno, sottolineando la pericolosita' della 'ndrangheta,
ha detto che ''si tratta di un' associazione al passo con i tempi,
agile, moderna, intelligente, perfettamente inquadrata, spietata e
dotata di grandi mezzi'', facendo riferimento, in questo senso, ''alle
centinaia di attentati di cui sono stati vittime gli amministratori
pubblici della Locride, a cui si aggiungono quelli posti in essere
contro gli imprenditori e i rappresentanti delle forze dell'ordine''.
All' inaugurazione dell'anno giudiziario erano assenti molti magistrati,
coerentemente alla protesta dell'Anm, e gli ordini forensi, tanto
che il relatore ha espresso '' il piu' vivo rammarico per la mancata
partecipazione'', definendola ''una decisione certamente opinabile
perche' in tal modo la magistratura sembra privilegiare la strada
della contrapposizione con il potere legislativo''. Adorno, inoltre,
sui temi della riforma dell' ordinamento giudiziario, ha detto che
''compete ai giudici osservarla ed applicarla. Non possiamo non esprimere
la nostra perplessita' sulla decisione assai inusuale degli scioperi
insistiti e reiterati effettuati da parte dei magistrati nell'iter
formativo della legge in questione, scioperi apparsi in contrasto
con il principio della separazione delle funzioni, caposaldo del costituzionalismo
liberale''. Adorno ha definito inoltre ''un'azione giudiziaria spacciata
come unico metodo allora possibile e che ha prodotto tragedie umane
e politiche l' architrave giurisprudenziale che ha abbattuto nei primi
anni '90 una Repubblica e interi partiti storici, nota sotto il nome
di tangentopoli''. Secondo Adorno, inoltre, ''le affermazioni assolute
ed assiomatiche che si pronunciano insistentemente contro la separazione
delle carriere appaiono prive di fondamento storico. Alla separazione
delle carriere e' collegato il tema della specializzazione del magistrato.
Si deve avere il coraggio di riconoscere che, considerato il progresso
della scienza ed il costante e continuo ampliarsi delle conoscenze,
il magistrato generico ha ormai fatto il suo tempo e la specializzazione
dei giudici sembra inevitabile. L' acquisizione di una particolare
esperienza e capacita' in un determinato settore del sapere raffigura
il metodo seguito dal mondo della produzione, della ricerca scientifica
e delle professioni liberali al fine di ottenere risultati ottimali
per quantita' e qualita'. Parlare di specializzazione dei magistrati
significa, quindi, proporre non un' ideologia ma un metodo che consente
la maggiore rapidita' di esercizio delle funzioni giudiziarie, stante
la minore necessita' di acquisire, volta per volta, informazioni,
con la riduzione del pericolo dell' errore tecnico''
A Catanzaro, Commodaro: “La
mafia emergenza nazionale”
''La situazione di eccezionale rischio criminale e di concreta attuazione
dei progetti delle cosche, come se lo Stato fosse assente, sta distruggendo
quel che resta dell' economia e di quella parte del tessuto sociale
amante della convivenza civile e democratica''. E' quanto ha sostenuto
il presidente facente funzioni della Corte d' appello di Catanzaro,
Rinaldo Commodaro, nella relazione fatta nel corso della cerimonia
d' inaugurazione dell' anno giudiziario. ''Si sta registrando - ha
aggiunto Commodaro - una sprovincializzione della 'ndrangheta, che
ha assunto le dimensioni di un fenomeno interregionale e che attribuisce
sempre piu' all' emergenza mafiosa le caratteristiche di emergenza
nazionale. La 'ndrangheta dimostra una rinnovata capacita' di mimetizzarsi
nelle pieghe della societa' ed e' fortemente presente sul territorio.
Permangono le condizioni di grave preoccupazione a causa dell' attivita'
fortemente incisiva e paralizzante della criminalita' organizzata
e comune, con pesanti ripercussioni sullo sviluppo economico e sociale.
Tale quadro e' accompagnato da mancata risposte civiche e delle altre
istituzioni, che dovrebbero intervenire, attraverso doverose ed adeguate
scelte, per ostacolare le condizioni che favoriscono il processo di
crescita della 'ndrangheta su tutto il territorio. Oggi, dopo diversi
omicidi in agguati mafiosi, si avverte una sorta di pax tra le cosche,
ma la criminalita' mafiosa e' sempre in agguato e copre questo territorio
come un enorme mantello che condiziona, non poche volte, la gestione
di alcune amministrazioni fino allo scioglimento degli enti. Le caratteristiche
peculiari della criminalita' organizzata in Calabria sono state segnalate
in piu' occasioni ed anche di recente vicende di eccezionale gravita',
come l' assassinio del vicerpresidente del Consiglio regionale, Francesco
Fortugno, si sono imposte all' attenzione nazionale. Sono sempre piu'
ricorrenti i dati che depongono per una dotazione di armi micidiali,
per l' estrema facilita' di approvvigionamento sul mercato nazionale
e per lo scambio sempre piu' frequente tra armi e droga. Conseguenza
dell' estensione ultraregionale della 'ndrangheta e' la difficolta'
della localizzazione dei patrimoni delle grandi famiglie mafiose.
L' individuazione dei patrimoni di pertinenza dei gruppi criminali
di Isola Capo Rizzuto, Ciro', Rossano e Crotone e' accompagnata da
spunti investigativi da cui emerge il dirottamento di capitali all'
estero''. Commodaro ha sottolineato poi l' aumento dei processi di
criminalita' organizzata, passati dai 13 del 2004 ai 116 del 2005.
I processi riguardanti lo spaccio organizzato di sostanze stupefacenti
sono 313 e 69 quelli per usura aggravata, contro i 57 dell' anno precedente.
Gli omicidi sono stati 83, 59 dei quali commessi da adulti e 24 da
minorenni. ''Riguardo poi le rapine, le estorsioni ed i reati di usura
- ha detto ancora il presidente - va rilevato che i dati statistici
non costituiscono lo specchio fedele delle realta' poiche' e' lecito
desumere che il numero di tali reati e' notevolmente superiore a quello
apparente, rivelandosene difficilissima la scoperta, nonostante l'
impegno della magistratura e delle forze dell' ordine, a causa della
totale mancanza di collaborazione da parte delle stesse vittime, che
dimostrano, piu' o meno apertamente, una scarsa fiducia nelle forze
dell' ordine e nella magistratura sia in riferimento alle investigazioni
che in relazione alla certezza ed all'adeguatezza delle pene irrogate''.
Il presidente Commodaro ha riferito poi del ''sensibile aumento dei
reati contro la pubblica amministrazione e di quelli di violenza sessuale,
passati, rispettivamente, da 613 a 2014 e da 88 a 248, con questi
ultimi che hanno visto coinvolti anche ecclesiastici e persone anziane.
Ci sono stati poi 50 casi di pedofilia contro i dieci dell' anno precedente''.
Commodaro ha insistito anche sulla ''necessita' e sull' opportunita'
del ricorso alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, in un
ambiente pervaso dalla 'ndrangheta, quale mezzo principe per acquisire
la prova dei reati e delle responsabilita''', mentre, riguardo la
giustizia civile, ha sostenuto che ''il continuo aumento dei giudizi
pendenti nautralizza in parte l' impegno e la professionalita' dei
magistrati. La definizione in tempi ragionevoli dei procedimenti esigerebbe
un aumento dell' organico dei magistrati addetti al settore civile
e l' istituzione dell' Ufficio del giudice''. Il presidente della
Corte d' appello ha rivolto il suo ''primo e piu' doveroso salute
ed un grato pensiero al Presidente della Repubblica, che si pone -
ha detto - come fedele interprete dei principi e dei valori della
Costituzione, garantendone il rispetto, con la sua vigile supervisione
sulle leggi, e che non ha mai tralasciato occasione di riaffermare
i principi dell' autonomia e dell' indipendenza della magistratura,
visti 'quali punti fondanti per ogni Stato di diritto'. Nella parte
finale del suo intervento Commodaro, rifacendosi ad un analogo richiamo
fatto nella relazione dello scorso anno dal procuratore generale,
Domenico Pudia, si e' augurato che ''per l' avvenire di evitino esternazioni
precipitose, di qualsiasi tipo, da parte di magistrati e risse poco
edificanti a mezzo stampa''
Nel distretto di Catanzaro mancano
60 magistrati
Nel distretto di Catanzaro, su 237 magistrati ordinari previsti in
organico, nel mancano 60. Quanto ai magistrati onorari, si registrano
110 vacanze su 156 unità. Inoltre, la polizia giudiziaria ha
un organico limitato, specialmente nella provincia di Cosenza, "la
cui consistenza numerica è quella minima prevista dalla normativa
vigente", cioè due unità per ogni pubblico ministero.
Questi i numeri che affliggono il distretto giudiziario catanzarese,
resi noti dal presidente di Corte d'Appello Rinaldo Commodaro nella
sua relazione di inizio anno, e che impediscono alla giustizia di
funzionare a regime nelle quattro province (Cosenza, Vibo Valentia
Crotone e Catanzaro). Questi vuoti in organico si manifestano, ha
rilevato Commodaro, in un periodo in cui, nel distretto, sono aumentati
i reati di criminalità organizzata (estorsioni, usura, omicidi,
spaccio di stupefacenti), i reati contro la pubblica amministrazione,
quelli riconducibili allo sfruttamento degli immigrati clandestini
(prostituzione, lavoro nero); quelli di violenza sessuale; le violazioni
delle norme edilizie e urbanistiche e i reati societari.
Commodaro: “Confortante la
lezione dei ragazzi di Locri”
“Il barbaro ed efferato assassinio del vicepresidente del Consiglio
regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ha disvelato la confortante,
convinta e singificativa protesta dei ragazzi di Locri''. Lo ha detto
il presidente della Corte d' appello di Catanzaro, Rinaldo Commodaro,
nella relazione fatta nel corso della cerimonia d' inaugurazione dell'
anno giudiziario. ''I ragazzi di Locri - ha aggiunto Commodaro - dopo
il cruento sacrificio di Fortugno, che ricordo con animo commosso
e vittima di un barbaro ed efferato assassinio che ripropone in termini
prentori e drammatici la situazione in cui versa la Calabria, ci dicono
che non possiamo accettare di convivere con la malapianta della violenza
e del malaffare che si annida nella societa' calabrese, ne inquina
le istituzioni, ne corrode le coscienze e ne devasta la vita civile.
C' e' da sperare che proprio dal moto di ripulsa di questi ragazzi,
autentico capitale sociale della Locride, derivi quella forza nuova
capace di operare il grande riscatto della nostra Terra sfortunata''.
Pudia: “Il problema è
la risposta giudiziaria”
''L' unico, vero e serio problema della giustizia e' quello eterno
della risposta giudiziaria. Fino a quando questo nodo non sara' sciolto,
la crisi non sara' superata''. Lo ha sostenuto il procuratore generale
di Catanzaro, Domenico Pudia, nel corso della cerimonia per l' inaugurazione
dell' anno giudiziario. ''Ridurre i tempi della durata dei processi
- ha aggiunto Pudia - e' l' obiettivo che qualunque Governo serio
di questo Paese si dovra' proporre, attraverso lo snellimento delle
procedure, l' eliminazione di inutili formalismi contrabbandati come
garanzie e la riduzione di termini irragionevolmente sovrabbondanti.
A che vale predicare di durata ragionevole dei processi e codificare
principi di giusto processo se poi non si approntano i mezzi normativi,
organizzativi e materiali a sostegno e per l' attuazione pratica delle
proposizioni cosi' solennemente affermate?''. Pudia ha definito ironicamente
le leggi ex Cirielli e Pecorella, recentemente approvate dal Parlamento,
''due perle legislative, prodotti - ha detto - di una frammentarieta'
della legislazione che ha introdotto la solita normativa di rattoppo
completamente avulsa da qualsiasi disegno organico di una vera riforma
del sistema giustizia. Con la ex Cirielli, in particolare, siamo veramente
al grottesco: da quando l' on. Cirielli ne ha disconosciuto la paternita',
non si e' trovato nessuno che se l' assumesse, e tanto meno il nuovo
relatore. Sicche', ufficialmente, sarebbe figlia di nessuno''. Pudia
ha poi fatto riferimento alla situazione nel Distretto di Catanzaro
''in cui si registra sempre piu' - ha detto - la pressione della criminalita'
organizzata, con tutte le conseguenze che ne derivano. Non vi sono
settori della vita economica e non vi sono zone del territorio risparmiati
dalle intrusioni criminali. I settori piu' colpiti sono gli appalti
pubblici e le attivita' economiche private, sottoposte ad estorsione
e ad angherie varie. Molto spesso i titolari di attivita' vengono
taglieggiati o addirittura espropriati attraverso il sistema dei prestiti
usurari, che sono ormai monopolio della criminalita' mafiosa''. Secondo
Pudia ''la battaglia contro la criminalita' organizzata puo' e deve
essere vinta soprattutto con interventi dello Stato e degli enti locali
ed attraverso una politica di riscatto dalle millenarie arretratezze
della nostra terra, una modifica dei rapporti sociali, un' utilizzazione
equa e trasparente di tutte le risorse economiche e umane ed interventi
sul sistema creditizio che, allo stato, penalizza le imprese meridionali.
In sostanza, il successo passa dalla rimozione di tutte le cause di
ordine socio-economico che impediscono progresso e sviluppo, creando
una situazione negativa che favorisce l' illegalita'''. Pudia ha fatto
anche riferimento agli ''atti di intimidazione anche gravi a pubblici
funzionari ed amministratori che, negli ultimi tempi - ha detto -
si verificano con cadenza quotidiana. I casi nell' ultimo anno sono
stati 90, una cifra per difetto perche' mancano completamente dal
totale i dati di due Procure della Repubblica su otto. E' necessario
tenere la guardia molto alta rispetto a questi atti criminali, che
presentano un elevato grado di pericolo per le istituzioni democratiche
perche' diffondono senso di sfiducia e di insicurezza''.
Adorno “Fortugno dava noia”
''Francesco Fortugno dava noia con quella sua mania di razionalizzare,
potare, sveltire, modernizzare una macchina sanitaria che ingoia il
flusso maggiore di spesa della Regione''. Lo ha detto, nella relazione
per l' inaugurazione dell' anno giudiziario, il presidente della Corte
d' appello di Reggio Calabria, Pasquale Adorno, facendo riferimento
all' omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria.
''Quel mondo Fortugno - ha aggiunto Adorno - lo conosceva bene e sapeva
che non c' e' settore della sanita' pubblica in cui la criminalita'
organizzata non si fosse inserita. L' omicidio di Francesco Fortugno
ha rappresentato un evento luttuoso e drammatico che ha sconvolto
la nostra gente. Un omicidio eccellente, dalle chiare connotazioni
mafiose, a conferma che l'antistato decide chi eliminare senza la
benche' minima preoccupazione e s' infiltra direttamente o indirettamente
nelle istituzioni e nella politica''.
Salvi: “Sbagliata la riduzione
dei componeti il CSM”
''La riduzione del numero dei componenti del Csm, non bilanciata
da un potenziamento delle strutture di supporto, ha certamente indebolito
la capacita' per l' organo di autogoverno della magistratura di rappresentare
la specificita' delle situazioni in cui e' forte le sfida della criminalita'
organizzata''. Lo ha detto Giovanni Salvi, componente del Csm, nell'
intervento fatto a Reggio Calabria nel corso della cerimonia per l'
inaugurazione dell' anno giudiziario. ''A rendere piu' difficile il
nostro compito - ha aggiunto Salvi - e' il peso di logiche di appartenenza
e la sclerotizzazione delle posizioni. Elementi che sono in contrasto
con il grande valore propulsivo dell' associazionismo come garanzia
della pluralita' ideale interna alla magistratura, a sua volta garanzia
della sua indipendenza e autonomia''. Parlando della formazione dei
magistrati, Salvi ha sottolineato ''la positivita' dell' istituzione
della Scuola superiore della magistratura'', aggiungendo pero' di
ritenere ''del tutto incomprensibili scelte che mettono invece in
discussione il controllo da parte di un organo di rilievo costituzionale
come il Csm sul pluralismo e sulla liberta' di insegnamento''.
La ANM protesta: “Sistema
al degrado”
Aule semivuote. Volantinaggi. Sit in. E tante, tante critiche: ad
alcune delle ultime leggi varate dall'esecutivo e, piu' in generale,
alla riforma dell'ordinamento giudiziario. Tutto come previsto nelle
cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario nei distretti delle
Corti d'appello. E al guardasigilli, Roberto Castelli, che ha letto
la prevista assenza dei magistrati come "il solito atto di cieca
contrapposizione al governo", ha replicato puntuale l'Anm, per
bocca del suo presidente: "le nostre proposte non sono mai state
nemmeno prese in considerazione. Anzi, si e' fatto volutamente tutto
il contrario". In effetti, il quadro disegnato dalle relazioni
lette un po' in tutta Italia appare tutt'altro che esaltante: processi
lenti, organici insufficienti, mezzi del tutto inadeguati ai tempi
e alle necessita'. La macchina giudiziaria "e' alle prese con
un progressivo degrado", ha lamentato il presidente della Corte
di appello di Roma, Giovanni Francesco Lo Turco; la piu' recente legislazione
in tema di giustizia appare "schizofrenica, strettamente settoriale,
scoordinata e contraddittoria", ha rincarato la dose il suo collega
di Messina, Bruno D'Arrigo; il nuovo ordinamento e' mosso "da
intenti punitivi e normalizzatori nei confronti della magistratura",
ha concluso il presidente della Corte di appello di Torino, Francesco
Novita'. Impietose, praticamente ovunque, le bocciature delle leggi
ex Cirielli e Pecorella, accusate di "comportare un notevole
squilibrio nei confronti delle persone offese, private del potere
di far sentire le loro ragioni per ottenere la punizione del colpevole".
Allarmanti anche i "numeri" della criminalita', con reati
predatori, delinquenza minorile e mafie straniere in ascesa, ma soprattutto
con la confermata solidita' di Cosa nostra e 'ndrangheta. La mafia
- ha affermato il presidente della Corte d'appello di Palermo, Carlo
Rotolo - oltre a gestire traffico di droga e usura, "continua
ad esercitare il suo potere criminale sulle attivita' economiche e
sociali attraverso le estorsioni, le intimidazioni, gli attentati
e l'illecita influenza sugli appalti". Mentre la 'ndrangheta,
ha concluso il procuratore della Corte d'appello di Reggio Calabria,
Pasquale Adorno, "oltre a condizionare le attivita' imprenditoriali
non ha mai rinunciato a condizionare la politica"
Scalfaro: “La parole di berlusconi
inadeguate al ruolo”
''Vi pare che appartenga alla veste e alla statura di un presidente
del Consiglio, terminata l' assemblea della Corte di Cassazione per
inaugurare l' anno giudiziario, e svoltasi con una procedura che e'
stata introdotta da questo Governo, visto che prima parlava solo il
procuratore generale, dire che lui per partecipare ha sottratto due
ore al suo lavoro?''. Lo ha detto l' ex presidente della Repubblica
Oscar Luigi Scalfaro, rispondendo ad una domanda sulle dichiarazioni
fatte ieri del presidente del Consiglio.
Valentino: “Puntuale la risposta
dello Stato”
''Lo Stato, dopo l' omicidio di un uomo probo come Francesco Fortugno
e l' azione inefficace che ha caratterizzato in passato proprio la
Locride, ha mutato sensibilmente il suo intervento in maniera rigorosa
e puntuale, destinando proprio alla Locride uomini e mezzi di assoluta
capacita' e forza''. Lo ha detto il sottosegretario alla Giustizia,
Giuseppe Valentino, intervenendo a Reggio Calabria alla cerimonia
per l' inaugurazione dell' anno giudiziario. Valentino, riferendosi
alla mancata partecipazione alla cerimonia dell' Associazione nazionale
magistrati, ha parlato di ''vicende anomale'', esprimendo apprezzamento
per le dichiarazioni con cui il presidente della Corte d' appello
di Reggio, Pasquale Adorno, ha criticato l' iniziativa dell' Anm.
''Le sue parole - ha detto Valentino rivolto al presidente Adorno
- sono una risposta ed un auspicio per soluzioni condivise che superino
questo inaccettabile conflitto tra poteri dello Stato. Non posso,
dunque, che sottoscrivere ogni pagina che lei ha letto. Il mio ragionamento
e' imposto da onesta' intellettuale e lo voglio dire pubblicamente''.