L’omicidio di San Lorenzo
del Vallo frutto dell’esasperazione e dalle continue richieste
di denaro
12/09 Richieste estorsive che si ripetevano da tempo e che ieri mattina
erano state accompagnate anche da un tentativo di aggressione. Cosi'
Eugenio Ciliberti, di 48 anni, il commerciante che ieri a San Lorenzo
del Vallo ha ucciso Francesco Gabriella, di 55 anni, che da tempo,
secondo quanto e' emerso dalle indagini, lo taglieggiava, ha spiegato
al sostituto procuratore della Repubblica di Castrovillari, Baldo
Pisani, i motivi dell' omicidio. Ciliberti, dopo l' omicidio, secondo
quanto ha precisato il suo difensore, l' avvocato Eugenio Donadio,
si e' costituito ai carabinieri ed e' stato poi posto, su disposizione
dello stesso pm Pisani, agli arresti domiciliari. A San Lorenzo del
Vallo, piccola cittadina del cosentino, l'episodio ha provocato sconcerto
e stupore. Tutti conoscono Ciliberti come una persona tranquilla e
particolarmente impegnata nel suo lavoro. Stamane il negozio di abbigliamento
di Ciliberti e' stato riaperto regolarmente e la gran parte degli
impiegati erano al loro posto di lavoro con tranquillita' e senza
alcun timore per quanto e' accaduto. Nessuno degli impiegati pero'
ha voluto ricordare o raccontare l'episodio di ieri avvenuto proprio
a poca distanza dall'esercizio commerciale. Nel corso dell' interrogatorio,
protrattosi per oltre due ore, Ciliberti ha riferito degli episodi
di violenza di cui era vittima da tempo e che avevano provocato in
lui un forte stato di esasperazione. ''Di tutti gli atti vandalici
subiti - ha detto l' avv. Donadio - il mio assistito ha sempre informato
le autorita' preposte, mentre ha sempre taciuto per paura le richieste
estorsive''. Tra l' altro, sulle richieste estorsive che Ciliberti
aveva denunciato, erano in corso specifiche indagini da parte dei
carabinieri. L' avv. Donadio ha riferito, inoltre, che ieri Ciliberti
aveva con se' la pistola per motivi di sicurezza. In precedenza il
commerciante e Gabriella avevano avuto altri incontri in occasione
dei quali le richieste estorsive ai danni del commerciante si erano
rinnovate. Ed un' altra richiesta di denaro gli era stata rivolta
dal pregiudicato anche ieri mattina. ''In occasione dell' incontro
di ieri - ha detto ancora l' avv. Donadio - Ciliberti e' stato nuovamente
aggredito da Gabriella, che gli ha anche sferrato un pugno alla fronte.
Circostanza che ha trovato conferma nel referto stilato dai sanitari
del pronto soccorso dell' ospedale di Castrovillari, dove il commerciante
e' stato portato dopo che si e' costituito ai carabinieri''. Donadio
ha anche definito ''un provvedimento equilibrato'' la decisione del
sostituto procuratore Pisani di concedere a Ciliberti il beneficio
degli arresti domiciliari. Anche il sostituto procuratore del tribunale
di Castrovillari, Baldo Pisani, ha confermato che l'omicidio di Gabriella
e' maturato in un clima di disperazione da parte del commerciante.
''Si e' trattato - ha detto Pisani - di un tragico, drammatico episodio,
frutto deL taglieggio e della disperazione, che ha indotto un commerciante
bene avviato e benestante ad un episodio di drammatica autotutela,
frutto della paura e della disperazione. Un fenomeno purtroppo, molto
diffuso in questo territorio, che richiede una presenza sempre decisa
e forte dello Stato. Il commerciante ha avuto un lungo sfogo. Ha detto
tante e diverse cose che ci hanno indotto a concedere fin da subito
gli arresti domiciliari''.
Callipo: “Un gesto di esasperazione”
12/09 ''Uccidere non e' mai giustificabile. Nessuno deve farsi giustizia
da solo. Ma l'esasperazione porta anche a queste cose''. Cosi' il
presidente degli industriali della Calavria Filippo Callipo commenta
il tragico episodio di ieri a San Lorenzo del Vallo, in provincia
di Cosenza, dove un imprenditore ha ucciso a colpi di pistola l'uomo
dal quale subiva tentativi di estorsione. ''Comprendo -dice- lo stato
d'animo di chi ha costruito una qualcosa con mille sacrifici e mille
problemi qui in Calabria e poi si vede arrivare un pinco pallino qualsiasi
che chiede il pizzo. Si perdono i lumi della ragione. La mia speranza
-aggiunge Callipo che in diverse occasioni e' rimasto vittima di atti
di intimidazione- e' che rimanga un episodio isolato''.
Il commerciante annotava le somme
versate al racket su di un registro
12/09 Le somme pagate al racket delle estorsioni sarebbero state
annotate su un registro da Eugenio Ciliberti, di 48 anni, il commerciante
che ieri ha ucciso il suo presunto estorsore, Francesco Gabriella,
di 55 anni. Su alcuni registri gli inquirenti hanno trovato delle
annotazioni con le cifre pagate ed una frase che fa riferimento ad
un uomo di Terranova da Sibari, cittadina di origine di Francesco
Gabriella. Proseguono intanto le indagini dei carabinieri per accertare
gli ultimi dettagli relativi al dinamica dell'omicidio. La procura
della repubblica di Castrovillari, intanto, sta valutando anche la
posizione del giovane che ha accompagnato Francesco Gabriella nei
pressi del negozio di Eugenio Ciliberti, alla periferia di San Lorenzo
del Vallo. Dopo l'omicidio il giovane e' stato aggredito da alcuni
impiegati dell'esercizio commerciale e successivamente si e' recato
in ospedale per farsi medicare le ferite. Le sue condizioni, nonostante
una grave ferita all'occhio, non destano preoccupazione.
Minniti (DS) “Contro il racket
serve un azione comune Stato-Regione”
12/09 ''Serve un'azione comune tra lo Stato e la Regione e per questo
ritengo ormai non differibile l'esigenza di dar vita a una Conferenza
Stato-Regione Calabria sul tema della sicurezza e dell'ordine pubblico''.
Lo ha detto Marco Minniti, responsabile sicurezza e difesa della direzione
nazionale dei Ds, commentando l'ultimo episodio criminale legato al
racket delle estorsioni: l'omicidio da parte di un commerciante di
San Lorenzo del Vallo, in provincia di Cosenza, dell'uomo che da lui
pretendeva il pagamento del 'pizzo' . ''L'episodio e' emblematico
di una situazione molto grave - ha proseguito Minniti - Come ormai
acclarato, la 'ndrangheta calabrese e' l'organizzazione criminale
piu' forte e pericolosa d'Italia. In Calabria e' in atto una vera
e propria sfida per l'esercizio della sovranita'. Le pressioni e le
richieste del pizzo agli imprenditori e gli attacchi e le minacce
ai pubblici amministratori, ultime quelle di cui e' stato vittima
il presidente della Regione Agazio Loiero, ne sono la testimonianza''.
''C'e' bisogno di una risposta all'altezza della sfida in corso. Da
tempo ho chiesto che non ci sia alcuna sottovalutazione della situazione
in atto e ho avanzato una proposta concreta. Da sola la calabria non
ce la puo' fare'', ha precisato Minniti, riferendosi proprio alla
conferenza straordinaria Stato-Regione Calabria, della quale il responsabile
difesa e sicurezza dei Ds ha gia' parlato con il ministro dell'Interno
Giuseppe Pisanu, che ha mostrato interesse e disponibilita'. ''Si
tratta di una misura - ha spiegato ancora Minniti - che insieme riconosce
la straordinarieta' della situazione calabrese e dall'altra risponde
ad essa con misure organiche e capaci di mobilitare tutte le energie
politiche istituzionali nell'azione di prevenzione e contrasto alla
criminalita' organizzzata. Una misura - ha concluso l'esponente Ds
- che non ha precedenti e che risponde all'esigenza di affrontare
la situazione non ricorrendo a leggi 'straordinarie ma con misure
'ordinarie'''
Sottosegreatrio Santelli: “Episodi
agghiaccianti”
12/09 "Premesso che la giustizia 'fai da te' non è la
soluzione, dagli odierni fatti di cronaca non si può non evincere
un unico comune denominatore. Morire in casa propria, come è
accaduto a Taormina, perché si è cercato di difendere
se stesso e i propri familiari è agghiacciante". E' quanto
afferma il sottosegretario alla Giustizia, Jole Santelli. "Allo
stesso tempo, aggiunge - è difficile pensare al commerciante
di Cosenza, vittima da tempo del racket, come ad un omicida a sangue
freddo. Sia Cosenza che a Taormina ci troviamo davanti a due vittime
della criminalità. La massima solidarietà alla famiglia
di Pancrazio Muscolino così come al commerciante di Cosenza".
Dima (An) “Intensificare la
lotta alla illegalità”
12/09 ''I tragici avvenimenti di San Lorenzo del Vallo rappresentano
l'ulteriore conferma di come, nella nostra regione, la criminalita'
organizzata tenti, sempre di piu', di soffocare le attivita' imprenditoriali
piu' dinamiche e produttive mortificando, di conseguenza, i sacrifici
di quanti investono nella propria terra''. Cosi' Giovanni Dima, consigliere
e coordinatore regionale di An in Calabria, commenta il tragico episodio
di ieri a San Lorenzo del Vallo, in provincia di Cosenza, dove un
imprenditore ha ucciso a colpi di pistola l'uomo dal quale subiva
tentativi di estorsione. ''Rimaniamo comunque attoniti - aggiunge
Dima - di fronte all'esasperazione di quell'imprenditore che, nel
farsi giustizia da solo, ha ferito mortalmente chi ha commesso l'estorsione.
Evidentemente - sottolinea il coordinatore di An - la solitudine che
ha sentito intorno, la lontananza delle Istituzioni, il vedere in
pericolo il frutto del suo lavoro, i soprusi e le angherie subiti
sono stati cosi' determinanti da muoverlo in questa azione tragica''.
Comunque per Dima ''bisogna evitare che l'esasperazione spinga i cittadini
a farsi giustizia da se' ma nello stesso tempo bisogna con forza intensificare
la lotta all'illegalita' e al fenomeno mafioso perche' nella nostra
terra si possa assicurare un clima di serenita' a chi vuole lavorare
onestamente''.
Sindaco Catizone: “Segno di
un crescente disagio”
12/09 ''E' il segno di un disagio crescente che c'e' in questo territorio.
Credo anche il segno di una disperazione anche''. Cosi' Eva Catizone,
sindaco di Cosenza, commenta il tragico episodio di ieri a San Lorenzo
del Vallo, in provincia di Cosenza, dove un imprenditore ha ucciso
a colpi di pistola l'uomo dal quale subiva tentativi di estorsione''.
Il primo cittadino della citta' dei Bruzi, inoltre, ritiene che ''questo
e' un ulteriore segnale che ci ripropone ancora una volta il tema
della sicurezza dei territori, delle persone che vi vivono e ci abitano.
Forse sarebbe utile - conclude la Catizone - riflettere su una maggioranza
vicinanza dello Stato. Forse con un Stato maggiormente solidale episodi
di questo genere andrebbero scemando''.
Preoccupazioni del Sindaco di San
Lorenzo del Vallo
12/09 ''Il grave episodio accaduto nel nostro territorio dimostra
come le preoccupazioni e gli allarmi lanciati da questa amministrazione
trovano, purtroppo, un loro fondamento''. E' quanto sostiene in una
nota il sindaco di San Lorenzo del Vallo, Luciano Marranghello, circa
l'omicidio di Francesco Gabriella ucciso da un commerciante, Eugenio
Ciliberti, durante un tentativo di estorsione. ''La nostra comunita'
- ha aggiunto - dilaniata da una gestione della cosa pubblica ispirata
negli anni passati al piu' bieco clientelismo che ha determinato il
consolidarsi della cultura della illegalita', ha bisogno anche alla
luce di quanto accaduto, di riconoscersi nelle istituzioni democratiche
che sul territorio tentano di ripristinare il rispetto delle regole,
dei diritti e dei doveri dei cittadini. L'Amministrazione che ho l'onore
di dirigere e', e sara', un presidio certo di legalita'. Stiamo combattendo
una battaglia difficile e pericolosa''. ''Condivido - ha proseguito
Marranghello - la proposta dell'onorevole Marco Minniti di mobilitare
tutte le energie politiche e istituzionali nell'azione di prevenzione
e contrasto alla criminalita' organizzata''. Il sindaco di San Lorenzo
del Vallo ''purtroppo, in un momento cosi' difficile, i compagni di
Minniti stanno cercando di isolare l'amministrazione comunale. Autorevoli
esponenti dell'opposizione sono a conoscenza dei ricatti cui siamo
stati sottoposti e che abbiamo rispedito al mittente. E tuttavia in
questo difficile contesto assistiamo senza parole a tentativi politicamente
poco dignitosi dell'opposizione che con qualche compagno di ventura,
attraverso manovre poco coerenti, cerca di ribaltare lo storico risultato
elettorale dello scorso 2 e 4 aprile con l'intento di porre un freno
alla volonta' di cambiamento espressa dai cittadini sanlorenzani''.
''Il tentativo - ha concluso - e' quello di impedire il processo di
rinnovamento e di trasparenza avviato da questa amministrazione. Noi
manterremo fede alla fiducia accordataci dai cittadini di San Lorenzo
del Vallo e andremo avanti per la nostra strada, facendo appello alla
Magistratura, alle forze dell'ordine e a tutti gli uomini onesti e
di buona volonta' che hanno a cuore il futuro della nostra comunita'
affinche' il nostro Paese non venga lasciato solo e possa percorrere
per intero il percorso che porta al riscatto morale, economico e sociale
dell'intera collettivita'''.
Bonofiglio: “Segno della gravità
del fenomeno criminale”
12/09 ''La vicenda di San Lorenzo del Vallo con un imprenditore che,
esasperato, uccide il suo estorsore e' un altro segnale della gravita'
del fenomeno criminale in Calabria che, inarrestabile, continua la
sua ascesa nel controllo capillare del territorio''. A sostenerlo
e' stato Gianfranco Bonofiglio, responsabile del Centro studi regionale
sull' illegalita' e responsabile dell' Osservatorio sulla legalita'
e trasparenza della Provincia di Cosenza, in merito all' omicidio
di Francesco Gabriella, di 55 anni, ucciso ieri da un commerciante
che cercava di taglieggiare, E.C., di 48 anni. ''Dinanzi ad una Calabria
dall' illegalita' diffusa ed ambientale - ha proseguito Bonofiglio
- non si puo' ancora indugiare. Il governatore della Calabria, Agazio
Loiero, durante la campagna elettorale ha piu' volte annunciato la
costituzione di un osservatorio regionale sulla criminalita' con l'
intenzione di impegnare le migliori risorse sul territorio. Su tale
progetto vi erano state anche le disponibilita' di emeriti studiosi
come Pino Arlacchi, gia' vicepresidente dell' Onu ed Enzo Ciconte,
docente di storia della criminalita' presso l' Universita' 'Roma 3'.
E' quanto mai opportuno - ha concluso Bonofiglio - che si passi dall'
enunciazione alla fase operativa con la speranza che tale commissione
possa dare un contributo concreto per adottare nuove strategie piu'
incisive e proporzionate alla gravita' del fenomeno criminale che
in Calabria continua ad essere ancora sottovalutato''.
Sono 160 mila le vittime del racket
in Italia
12/09 Aumentano sempre di piu' in Italia i commercianti e i professionisti
che rimangono vittima del racket. Lo era anche E.C., 40 anni, titolare
dell'azienda ''Full moda'', che ieri sera si e' costituito ai carabinieri
accompagnato dal suo legale e, dopo essere stato interrogato dal pm,
ha ottenuto gli arresti domiciliari per l'omicidio a colpi di pistola
a San Lorenzo del Vallo, nel Cosentino, di un uomo con precedenti
penali, Francesco Gabriella, 50 anni. E quella del racket resta una
piaga nazionale. Secondo recenti dati della Confesercenti in Italia
le vittime sono 160mila. La concentrazione piu' alta e' nel sud. Nella
classifica nazionale in testa e' la Sicilia, dove a essere finiti
nella rete del 'pizzo' si calcola siano 50 mila. Seguono la Campania
con 40 mila, la Puglia con 17 mila, la Calabria con 15 mila e 6mila
nel Lazio. Il giro di denaro quantificato dal punto di vista del costo
per i commercianti si aggira intorno a 5 miliardi di euro l'anno,
somme che finiscono nelle tasche delle cosche mafiose. Per quel che
concerne le denunce regione per regione, nel 2001 in Sicilia se ne
sono registrate 526, 75 in Sardegna, 273 in Calabria, 275 in Piemonte,
4 in Valle d'Aosta, 316 in Lombardia, 21 in Trentino, 121 in Veneto,
52 in Friuli, 213 in Emilia Romagna, 76 in Liguria, 168 in Toscana,
43 in Umbria, 72 nelle Marche, 372 nel Lazio, 476 in Campania, 533
in Puglia, 35 in Basilicata, 23 in Molise e 85 in Abruzzo. Per quanto
riguarda i fondi erogati alle vittime di estorsione dal comitato nazionale
di solidarieta', nel biennio 2001-2003 ammontano a 18,8 milioni di
euro. Le domande accolte sono state 415. Secondo il dato del 2003
invece sono stati erogati 9 milioni di euro, per 101 domande. La regione
che ha ricevuto piu' fondi, secondo i dati del ministero dell'Interno,
e' la Puglia con oltre 4 milioni di euro. Si calcola anche che ogni
ora 2 milioni e 600mila euro passano dalle mani dei commercianti a
quelle dei mafiosi e che ogni anno la criminalita' sottrae al sistema
commerciale oltre 24 miliardi di euro, che si trasferiscono per oltre
il 40% nelle tasche delle mafie italiane''. La quantita' di denaro
movimentato, comprensivo dei costi sostenuti dall'insieme del sistema
delle imprese, supera i 63 miliardi di euro, di questi oltre 25 miliardi
(40%) sono gestiti dalla criminalita' organizzata italiana e straniera.
Si tratti di costi economici ai quali si aggiungono quelli sociali
che le imprese devono sopportare. Il racket si conferma insomma come
il reato tipico della criminalita' organizzata all'insegna di nuove
forme di condizionamento attraverso l'imposizione di merci, servizi
e mano d'opera, mentre tende ad allargarsi la platea degli imprenditori
coinvolti, non solo commercianti, ma anche artigiani e professionisti.
Secondo Eurispes il giro di affari
del racket ammonta a 4 miliardi di euro
12/09 Ammonta a 4.116 milioni di euro il giro d'affari della 'ndrangheta
sul versante dell'usura e delle estorsioni, secondo le stime dall'Eurispes
per il 2004. Un fatturato ''fuorilegge'' che rappresenta oltre il
30 per cento dell'intero provento di settore delle quattro principali
cupole mafiose, stimato in 13.520 milioni di euro. Per introiti provenienti
dall'usura e dalle estorsioni, la 'ndrangheta e' seconda solo alla
camorra per la quale l'Eurispes ha stimato proventi pari a 4.703 milioni
di euro. A seguire Cosa nostra con 3.526 milioni di euro e la Sacra
Corona Unita con 1.175 milioni di euro. ''Il mercato dell'estorsione
e dell'usura - sottolinea l'Eurispes - ha rappresentato per i clan
della 'ndrangheta il principale viatico per infiltrarsi nell'economia
legale sia, direttamente, attraverso il rilevamento dell'azienda in
crisi, e sia, indirettamente, cooptando nell'organizzazione criminale
lo stesso proprietario''. La graduatoria generale del rischio usura
delle province calabresi vede al primo posto la provincia di Vibo
Valentia ''che - sottolinea l'Eurispes - presenta il piu' elevato
indice di rischio usura, con un valore medio pari a 85,2, seguono
a poca distanza Catanzaro e Reggio Calabria, rispettivamente con un
indice pari a 83,6 e 81,2; un grado potenziale di usura inferiore,
rispetto alle altre province, si riscontra a Cosenza con il 79,5 e
a Crotone che presenta il valore piu' basso, il 78,4''. Nell'arco
di un anno, dal 2001 al 2002, sottolinea poi l'Eurispes, il numero
dei delitti legati alle estorsioni e agli attentati dinamitardi denunciati
all'Autorita' giudiziaria ha registrato un incremento complessivo
dell'11 per cento, passando da 574 a 637 reati. Il maggior incremento
si e' registrato nella Provincia di Vibo Valentia (+71,6%). A seguire
le province di Crotone e di Reggio Calabria con un aumento dei delitti
denunciati pari al 39,3% e al 25%. Flessione rilevante, al contrario,
in provincia di Catanzaro (-28,5%) e di Cosenza (-7,2%). ''Se da un
lato, i dati presentano un aumento delle denunce per i reati principalmente
connessi alle estorsioni, dall'altro -evidenzia la ricerca Eurispes
- emerge un andamento meno confortante: quasi una estorsione su due
in Calabria resta impunita. Se si esamina, nel dettaglio, il dato
regionale complessivo, risulta che ben il 42,7 per cento dei delitti
commessi nel corso del 2002 ha un autore ignoto. Anche disaggregando
il dato a livello provinciale, le preoccupazioni non diminuiscono:
nel solo territorio provinciale di Vibo Valentia, la soglia di estorsioni
rimaste impunite per essere, fino ad oggi, rimasti ignoti gli autori
raggiunge quota 84,4 punti percentuali. Segue la provincia di Catanzaro
(48,1%), Cosenza (32,3%) e Reggio Calabria (31%)''. Le vittime dell'usura
sono da rintracciare, in maniera particolare, tra i commercianti (62%),
in seconda battuta tra gli imprenditori (46%), tra gli artigiani (14%)
e poi tra i liberi professionisti (12%). Sono proprio i commercianti
a individuare nella propria categoria quella prescelta dagli usurai:
la quasi totalita' di questi intervistati (ben l'88,9%) e' infatti
di questa opinione. Anche i lavoratori autonomi sono convinti che
e' nelle categorie delle attivita' di lavoro autonomo, che si riscontra
il maggior numero di usurati: per il 40% tra gli artigiani, per il
50% tra gli imprenditori e per il 20% nella categoria dei liberi professionisti.
La ricerca evidenzia ancora che i lavoratori dipendenti non indicano
la propria categoria come quella piu' esposta a rischio usura, solo
il 4,3% e' di questa opinione. Il dato e' emerso dal rapporto sull'usura
realizzato dall'Eurispes Calabria per conto della Provincia di Cosenza,
attraverso la somministrazione di un questionario. I tempi giudiziari
rappresentano il maggiore deterrente che piu' di ogni altro scoraggia
le vittime a denunciare il reato. Secondo una ricerca di Sos Imprese,
nel 44% dei casi il rinvio a giudizio per l'usuraio arriva dopo 2-4
anni dalla denuncia, mentre per avere la sentenza di primo grado la
parte offesa, nel 70% dei casi, deve attendere piu' di quattro anni.
In alcune situazioni si registra una attesa anche di 7-9 anni. La
lentezza dell'intero iter giudiziario ha, come prima conseguenza,
la caduta in prescrizione del reato per decorrenza dei termini, dato
che rappresenta la conclusione di oltre il 20% dei casi. Solo nel
58% dei casi, infine, il processo per usura si conclude con la condanna
anche se quasi tutti gli imputati condannati per reati di usura rimangono
a piede libero perche' patteggiano, ovvero si avvalgono delle attenuanti
e in nessun caso vengono applicate le misure di restrizione patrimoniale.