Duro colpo alla ndrangheta. Arrestati
due calabresi coinvolti in un traffico di esplosivo militare
26/10-(servizio a cura di Giampaolo Cataldo)- Continua la controffensiva
dello Stato contro la mafia. Una operazione, coordinata dal sostituto
procuratore Nicola Gratteri della Procura di Reggio Calabria, che
si e' avvalsa di informazioni provenienti dal Sismi, ha portato all'arresto
nel Bresciano e a Reggio Calabria di due calabresi (mentre e' indagata
una terza persona gia' in carcere per altre vicende), ritenuti dagli
inquirenti vicini al clan di Africo Nuovo che fa capo a Giuseppe Morabito,
conosciuto meglio come 'U Tiradrittu'.Gli arresti sono avvenuti nell’ambito
delle indagini successivi al sequestro di super esplosivo al plastico
di tipo sintetico di quello usato dai militari per rimuovere ostacoli
fissi, talmente potente che 200 grammi potrebbero fare esplodere in
volo un Boeing 747 avvenuto ne nel luglio 2004 in una operazione contro
la 'ndrangheta, la cui prosecuzione nella scorsa notte ha portato
ai due arresti e alla denuncia. Gli arrestati sono Rocco Musolino,
di 38 anni, gia' noto agli investigatori per contrabbando, bloccato
a Reggio Calabria, nell'abitazione del quale sono stati trovati tre
fucili e una pistola regolarmente denunciati, e Giovanni Morello di
33, preso a Concesio (Brescia) nell'abitazione della convivente, conosciuto
dalle forze dell'ordine per traffico d'armi, di stupefacenti e truffa.
Indagato e' Sebastiano Musarella, di 27 anni, pure lui calabrese.
Gli uomini del Gico di Milano, il reparto investigativo specializzato
nella lotta contro la criminalita' organizzata, sono intervenuti la
scorsa notte eseguendo le due ordinanze di custodia cautelare emesse
dal Gip di Reggio, Anna Maria Arena. L'indagine, condotta dal nucleo
regionale Polizia Tributaria Lombardia, era iniziata nel luglio dello
scorso anno su segnalazione del Sismi, cui era giunta voce di un commercio
di esplosivo militare dalla ex Jugoslavia all'Italia, acquistato dalla
'ndrangheta. L'esplosivo era stato scoperto dai finanzieri a Reggio
durante il trasporto, presumibilmente verso il Nord Italia. Secondo
gli investigatori sono aperte piu' piste: dalla comune attivita' criminale
delle organizzazioni mafiose al terrorismo. Al momento sono solo ipotesi,
ma l'aspetto che ha preoccupato gli inquirenti e' proprio la potenza
dell'esplosivo che fa presumere un uso specifico, per esempio un attentato.
Le indagini, dopo gli arresti, proseguono a 360 gradi.
In 2 anni 4 importanti sequestri:
indagini evidenziano dal terrorismo a ipotesi di attentati a magistrati
L'operazione di oggi e' solo l'ultima di una lunga serie di indagini
che hanno portato negli ultimi due anni al sequestro di armi ed esplosivi
che erano nella disponibilita' delle cosche della 'ndrangheta. Nel
corso di una operazione compiuta nel giugno scorso dal Sismi e dal
Ros dei Carabinieri, nell'ambito di una operazione coordinata dalla
Dda di Reggio Calabria, furono scoperti nella piana di Gioia Tauro
numerosi lanciarazzi, kalashnikov e un chilo di plastico con detonatore
e bombe a mano. Nel dicembre del 2004 sempre grazie ad un'operazione
congiunta Ros e Sismi fu scoperto un vero e proprio arsenale con bazooka,
kalashnikov, mitragliatori e munizionamento vario. A novembre del
2004 e' stata la volta del sequestro di 70 chili di tritolo e di una
notevole quantita' di C4, mentre nel giugno dello stesso anni il tritolo
sequestrato era oltre un quintale. Dalle indagini che portarono all'operazione
compiuta dalla Guardia di Finanza nel giugno dell'anno scorso era
emerso anche, tra le ipotesi, che la 'ndrangheta avrebbe ceduto ingenti
quantitativi di esplosivo anche ad organizzazioni terroristiche. Nel
corso di alcune indagini compiute sempre nei confronti delle cosche
del Reggino sono stati riscontrati anche progetti di attentati contro
il sostituto procuratore della Dda, Nicola Gratteri. In una delle
indagini, coordinata dallo stesso Gratteri, le cosche stavano progettando
di uccidere il magistrato e la sua scorta utilizzando dell'esplosivo.
La parte dell'indagine relativa ai preparativi dell'attentato e' stata
stralciata e trasmessa ai magistrati di Catanzaro. Dalle indagini
compiute nel reggino e relative alla detenzione di armi ed esplosivo
da parte delle cosche della 'ndrangheta emerge che il tipo di armamento
della criminalita' organizzata e' nettamente cambiato rispetto al
passato. E' diventata ormai una prassi che cosche detengano ingenti
quantitativi di esplosivo ed armi da guerra che spesso vengono acquistati
in Paesi dell'Est europeo.
Chi sono gli arrestati
Rocco Musolino, con precedenti per traffico di stupefacenti, nascondeva
in casa i tre fucili e la pistola. Giovanni Morello, originario di
Reggio Calabria, e' stato sorpreso a Concesio, nel Bresciano, in casa
della convivente. Anche lui ha alle spalle un precedente per droga.
La terza persona indagata e' Sebastiano Masarella, 27 anni, pure lui
calabrese, in carcere dalla scorsa estate nell'ambito di altre indagini
sulle cosche operanti nella zona. Tutti e tre, secondo gli investigatori,
sono legati al clan di Africo Nuovo che fa capo a Giuseppe Morabito
'U Tiradrittu'. L'indagine e' iniziata nel luglio dello scorso anno
su segnalazione del Sismi, cui era giunta voce di un commercio di
esplosivo militare dalla ex Jugoslavia all'Italia, acquistato dalla
criminalita' organizzata. La segnalazione circostanziata e' arrivata
alla guardia di Finanza, che ha sequestrato il plastico durante un
trasferimento (''per strada, ma non in auto'' e' stato precisato)
in due momenti successivi, sempre nell'estate del 2004. L'esplosivo
e' di un tipo molto piu' potente di quello per usi civili, sostengono
gli investigatori, e il suo valore nel mercato clandestino raggiunge
i tremila Euro al chilo. Bastano 200 grammi, precisano sempre gli
investigatori, per far esplodere in volo un Boeing 747.
Grasso: “Congratulazioni alla
Finanza, cominica a muoversi un meccanismo virtuoso”
''Congratulazioni agli investigatori della Guardia di Finanza che
sono riusciti a individuare l'esplosivo e le armi che avrebbero rafforzato
ancora di piu' la violenza e il potere della 'ndrangheta, e ad eseguire
i due arresti''. Lo dichiara il procuratore nazionale antimafia, Piero
Grasso, commentando l'operazione che ha portato al sequestro di sette
chili di esplosivo al plastico e all' arresto di due persone, eseguita
fra Reggio Calabria e Brescia. Grasso oggi coordinera' a Reggio Calabria,
nella sua prima uscita ufficiale da Procuratore nazionale, riunioni
di coordinamento fra le procure calabresi e gli investigatori dopo
l'omicidio di Francesco Fortugno e le intimidazioni a magistrati e
politici. Riprendendo l'operazione di stamani della Guardia di Finanza,
Grasso afferma: ''Si incomincia a muovere un meccanismo virtuoso''.
I complimenti del Ministro Martino
a Pollari
Il contributo del Sismi e' stato ''significativo e determinante''
nell'operazione che ha portato al sequestro di esplosivo ed armi a
Reggio Calabria. Lo afferma in una nota il ministro della Difesa,
Antonio Martino, esprimendo ''grande apprezzamento'' al capo del servizio
segreto Nicolo' Pollari.