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Cronaca
Le audizioni della Commissione del CSM

 

Sei ore di audizioni per la commissione del CSM

Sei ore di audizioni oggi a Reggio Calabria. Poi la trasferta a Locri. Una giornata intensa per la settima commissione del Consiglio superiore della magistratura, che guidata dal vice presidente Virgilio Rognoni, oggi si e' occupata del caso Calabria. In mattinata negli uffici del vecchio Palazzo di Giustizia sono stati ascoltati i capi di tutti gli uffici inquirenti e giudicanti di Reggio Calabria. Sul tappeto la verifica di eventuali problemi di carattere organizzativo nelle strutture giudiziarie, ma anche i contrasti che da tempo 'avvelenano' i rapporti all'interno di alcuni uffici giudiziari calabresi. Quelli che il senatore di An Luigi Bobbio ha bollato come ''faide'', frutto anche delle ''lunghe inerzie'' del Csm. La delegazione dell'organo di autogoverno dei giudici, composta, oltre che dal vice presidente, da Lanfranco Tenaglia, Francesco Menditto, Mario Buccico, Leonida Primicerio, Ernesto Aghina' e Giuseppe Meliado', ha ascoltato il Procuratore Generale Giovanni Marletta, il Procuratore Capo Antonino Catanese, il procuratore della Repubblica del Tribunale dei Minori, il capo dell'ufficio dei Giudici per le Indagini Preliminari Annamaria Arena, il Presidente del Tribunale Giuseppe Lo Presti, il Presidente della Prima sezione della Corte d'Appello Pasquale Adorno, e il presidente dell'ordine degli avvocati di Reggio Giuseppe Morabito. Nessuna indiscrezione e' emersa al termine delle audizioni. Le audizioni della delegazione dell'autogoverno della magistratura, con i magistrati reggini, dal vice presidente del Consiglio superiore, nel corso di una conferenza stampa sono state definite positive, anche perche' ha spiegato ai giornalisti al termine degli incontri ''abbiamo potuto cosi' constatare che all' interno delle varie nicchie ordinamentali ci sono ombre e luci''. E su questo aspetto Rognoni ha precisata che ''spettera' al consiglio giudicare, attraverso le commissioni competenti, la prima e la settima in particolare''. Ed il vice presidente del consiglio superiore della magistratura ha auspicato inoltre la realizzazione di un rapporto ''circolare tra le procure e la Direzione Nazionale Antimafia cosi' come avvenne contro il terrorismo''. Rognoni parlando con i giornalisti ha spiegato le ragioni della visita del commissione del Consiglio superiore a Reggio Calabria. ''Siamo stati incaricati dal Csm - ha precisato Rognoni - di verificare in concreto il funzionamento degli uffici giudiziari a Reggio Calabria, cosi' da acquisire elementi utili per il lavoro del plenum del Consiglio''. Parlando della situazione in Calabria, il vice presidente del Csm, ha sottolineato che ''e' conosciuta dal Consiglio superiore della magistratura''. Tuttavia, ha ancora aggiunto Rognoni ''di fronte ad una situazione drammatica che c' e' e non da ora, ed in termini duri, per come la pubblica opinione ne percepisce la sostanza, il Csm ha ritenuto di aggiungere conoscenza a conoscenza''. Per quanto riguarda il potenziamento delle strutture Rognoni ha sottolineato che ''si pongono misure di rafforzamento perche' qui occorre tenere conto della qualita' dei reati, di delitti e delle investigazioni, e ci sono stati richiesti per questo rafforzamenti della pianta organica''. ''E' necessario -ha sottolineato- oggi predisporre comportamenti che la comunita' civile ci indica come esigenti, come in altri momenti della storia della repubblica''. Il vice presidente del Csm , ha sottolineato come ''a Reggio Calabria ci sono giovani magistrati e bisogna quindi aumentare l' esperienza, anche se tocca al Ministero destinare i servizi e i mezzi per l' attivita' giudiziaria''.

Rognoni: “A Reggio ci sono ombre e luci”

La visita di stamani di una delegazione del Csm e' ritenuta utile dal vice presidente dell' organo di autogoverno dei magistrati, Virgilio Rognoni, perche' ''abbiamo potuto cosi' constatare - ha detto - che all' interno delle varie nicchie ordinamentali ci sono ombre e luci''. Rognoni ha auspicato anche che si realizzi un rapporto ''circolare tra le procure e la Direzione Nazionale Antimafia cosi' come avvenne contro il terrorismo''. E sulle luci ed ombre rilevate a Reggio Calabria nel corso della visita della delegazione del Csm ora ''spettera' - ha proseguito Rognosi - al consiglio giudicare, attraverso le commissioni competenti, la prima e la settima in particolare''. Rognoni ha illustrato l'esito della visita negli uffici giudiziari di Reggio Calabria al termine di una serie di audizioni cominciate stamani. La delegazione del Csm, oltre che dal vice presidente, era composta anche da Lanfranco Tenaglia, Francesco Menditto, Mario Buccico, Leonida Primicerio, Ernesto Aghina' e Giuseppe Meliado'. ''Siamo stati incaricati dal Csm - ha detto Rognoni - di verificare in concreto il funzionamento degli uffici giudiziari a Reggio Calabria, cosi' da acquisire elementi utili per il lavoro del plenum del Consiglio. La situazione in Calabria e' conosciuta dal Consiglio superiore della magistratura, tuttavia di fronte ad una situazione drammatica che c' e' e non da ora, ed in termini duri, per come la pubblica opinione ne percepisce la sostanza, il Csm ha ritenuto di aggiungere conoscenza a conoscenza''. ''Abbiamo ricevuto un ampio ventaglio di opinioni - ha proseguito Rognoni - e abbiamo ritenuto per intanto di ascoltare i capi degli uffici, inquirenti e giudicanti, e devo dire che il lavoro e' stato utile. Non si e' trattato come qualcuno poteva pensare di una passerella perche' siamo venuti con grande onesta' di intendimenti, come ho avuto occasione di dire a quasi tutti i nostri interlocutori. Si tratta certamente di fotografare la situazione, sia quando il tempo e' brutto o quando il tempo e' bello, perche' solo cosi' possiamo agguerrire ed approntare quel fronte di contrasto giudiziario alla criminalita' organizzata''. In relazione al potenziamento di strutture e di servizi, il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, ha evidenziato che ''si pongono misure di rafforzamento perche' qui occorre tenere conto della qualita' dei reati, di delitti e delle investigazioni, e ci sono stati richiesti per questo rafforzamenti della pianta organica. E' necessario oggi predisporre comportamenti che la comunita' civile ci indica come esigenti, come in altri momenti della storia della repubblica. A Reggio Calabria ci sono giovani magistrati e bisogna quindi aumentare l' esperienza, anche se tocca al Ministero destinare i servizi e i mezzi per l' attivita' giudiziaria''. Sull' eventuale trasferimento per incompatibilita' ambientale del procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Antonino Catanese, il vice presidente del Csm ha risposto che ''si tratta di una procedura ancora sotto riserva e quindi non c' e' nulla di preciso e di puntuale''. ''Occorre - ha concluso - porre in essere un forte rapporto circolare tra Procure e Direzione nazionale antimafia, cosi' come avvenne durante lo scontro con il terrorismo. Vorremmo e vogliamo che, cosi' come per il terrorismo islamico, affidare ad un nuovo gruppo di lavoro le stesse competenze affidate al gruppo in atto coordinato dal consigliere Buccico, estendendo queste competenze alla criminalita' organizzata''

Tutti i veleni della Giustizia Calabrese

Sono molti e covano da tempo i contrasti all' interno della magistratura calabrese che la delegazione del Csm oggi a Reggio e poi a Locri si ritrovera' ad analizzare. Alcuni esponenti politici hanno parlato di vere e proprie ''faide'', frutto pero' anche di quelle che sono state definite le ''lunghe inerzie'' del Csm. All' attenzione del Csm, in primo luogo, i contrasti nella Procura di Reggio Calabria. Una situazione che vede al centro, in particolare, i rapporti tra il capo dell' ufficio, Antonino Catanese, e uno dei sostituti, Francesco Mollace. La Prima Commissione, che sta esaminando da tempo la vicenda, si e' divisa: tre componenti hanno sottolineato la necessita' di aprire la procedura di trasferimento d' ufficio, per incompatibilita' ambientale, nei confronti del procuratore, mentre altri hanno votato perche' il caso venga archiviato. Sara' il plenum, dunque, a prendere una decisione, anche se la pratica non puo' essere discussa perche' all' appello manca la motivazione a sostegno dell' archiviazione. A chiedere al Csm il trasferimento d' ufficio per Mollace, sulla base dei risultati di un' ispezione, era stato il Ministro della Giustizia Roberto Castelli, secondo il quale il sostituto, anche dopo il suo passaggio alla Procura ordinaria, avrebbe continuato a occuparsi di indagini sulla criminalita' organizzata, trattenendo alcune inchieste e restituendole soltanto dopo una sollecitazione in tal senso da parte del capo della Procura. E cio', secondo il ministro, ''in palese dispregio dei ripetuti interventi e diffide dello stesso procuratore della Repubblica e del procuratore aggiunto''. A conclusione dell' istruttoria, pero', la Commissione ha proposto per Mollace l' archiviazione, mentre a finire sotto accusa, almeno per meta' dei consiglieri, e' stata la condotta tenuta nel caso specifico dal procuratore capo. I magistrati della Dda, nei giorni scorsi, in un documento approvato unitariamente, avevano smentito ''l' esistenza di inimicizie e contrasti all' interno dell' ufficio'', aggiungendo che ''sono false anche le affermazioni tendenti a fare credere, sempre falsamente, che all' interno della Procura distrettuale non circolino informazioni sulle indagini da ciascuno condotte. Al contrario, i rapporti interpersonali e di lavoro sono improntati alla massima cordialita' e collaborazione''. Il Csm, inoltre, sta valutando da tempo anche la situazione nella Procura della Repubblica di Catanzaro. Secondo alcune anticipazioni di organi di stampa, gli ispettori del Ministero della Giustizia , che avevano avviato i loro accertamenti nel settembre del 2004 sui presunti conflitti all' interno della Direzione distrettuale antimafia denunciati da due magistrati, hanno, avrebbero chiesto il trasferimento d' ufficio del capo della Procura, Mariano Lombardi, dell' aggiunto Mario Spagnuolo, che fino a qualche mese fa coordinava la Procura distrettuale, e del pg Domenico Pudia. Il ministro Castelli ha pero' smentito la anticipazioni di stampa, riferendo che le conclusioni dell' ispezione, ''ci saranno a tempo debito. Il contenuto si esamina in mesi di lavoro - ha aggiunto Castelli - perche' ci sono procedure precise da rispettare sulla base di un iter che seguiremo anche in questo caso''. Castelli e' espresso anche la propria disapprovazione per la fuga di notizie, definendola ''veramente disdicevole perche' da' adito a una serie di illazioni che non avrebbero dovuto esserci in merito alla situazione di uffici giudiziari che sono in prima linea nella lotta alla criminalita'''. Le indiscrezioni sulle conclusioni degli ispettori di via Arenula, hanno denunciato i pm catanzaresi in un documento inviato nei giorni scorsi al Csm, rappresentano ''un tentativo di condizionare l' attivita' dell' ufficio, nonche' proiettare all' esterno un' immagine della Procura sicuramente preoccupante per i cittadini, ma assolutamente lontana dalla realta'''. Secondo i sostituti, ''la Procura mantiene intatta la propria serenita', continuando ad operare nell' esclusivo interesse della giustizia, con assoluta indipendenza, abnegazione, spirito di sacrificio e massima dedizione''.

Bucicco (CSM) “A Locri una forte presenza dell’antistato”

''A Locri bisogna migliorare la qualita' investigativa visto che proprio qui si avverte, piu' che in ogni altro luogo, una forte presenza dell' antistato''. Lo ha detto Mario Buccico, componente della delegazione del Csm che, dopo essere stata oggi a Reggio Calabria, ha incontrato i dirigenti degli uffici giudiziari di Locri. La delegazione ha incontrato, in particolare, il procuratore della Repubblica, Giuseppe Carbone, e il presidente del Tribunale, Domenico Ielasi. ''La situazione qui a Locri - ha aggiunto Buccico - non e' delle migliori. Per questo abbiamo deciso di effettuare questa visita. Abbiamo notato, comunque, che ci sono buoni rapporti tra le varie Procure territoriali e la Procura distrettuale di Reggio Calabria''.

 

 

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