Il Governo ed il Viminale si costituiscono
parte civile contro il Clan Muto. Per la DDA un fatto significativo.
Adamo e Violante: "Una scelta importante"
16/11 Lo Stato sara' parte civile in un processo alla 'ndrangheta.
L' Avvocatura generale dello Stato, per conto della Presidenza del
Consiglio dei Ministri e del Ministero dell' Interno, ha depositato
stamani l' atto di costituzione di parte civile nel corso dell' udienza
celebrata davanti ai giudici del Tribunale di Paola nel processo contro
i presunti affiliati al clan del boss Franco Muto di Cetraro , noto
come "il re del pesce La richiesta e' stata avanzata dall'avvocatura
generale dello Stato alla corte presieduta dal giudice Giovanni Spinosa.
I due procedimenti, scaturiti dalle inchieste "Godfather"
e Azimuth" potrebbero essere unificati su richiesta del pm Vincenzo
Ruberto. Su quest'ultima possibilita', cosi' come in merito alla richiesta
di costituzione di parte civile dello Stato, il Tribunale si pronuncera'
nel corso di una nuova udienza gia' fissata per il 14 dicembre prossimo.
Una richiesta di costituzione di parte civile e' stata presentata
anche dalla Regione Calabria, dalla Provincia di Cosenza e dal comune
di Cetraro. I due procedimenti vedono alla sbarra complessivamente
46 persone. Con la decisione odierna, il Governo ha accolto un invito
rivolto nei giorni scorsi dal vice presidente della Regione Calabria,
Nicola Adamo. Adamo, che e' anche segretario regionale dei Ds, in
particolare, dopo avere ricordato la decisione della Regione di costituirsi
parte civile in tutti i processi di mafia, aveva sollecitato lo Stato
a fare altrettanto, sottolineando l' urgenza di una decisione in merito
per il processo Mithos contro le cosche di Guardavalle (nello Jonio
catanzarese) i cui termini scadono il 23 di novembre e quello contro
il clan Muto i cui termini scadevano oggi.
DDA Catanzaro: “fatto significativo”
''La decisione della Presidenza del Consiglio dei ministri di costituirsi
parte civile nei processi in corso a Paola contro la cosca Muto rappresenta
un fatto estremamente significativo''. Lo ha detto all' Ansa il procuratore
della Repubblica aggiunto presso la Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo.
''Si tratta di un' iniziativa - ha aggiunto Spagnuolo - che e' la
dimostrazione di una forte sensibilita' istituzionale e che assume
una valenza ancora piu' importante in un momento come quello attuale,
caratterizzato da una forte recrudescenza del fenomeno mafioso in
tutta la Calabria. La nostra speranza e' che vengano risolti, al piu'
presto, i problemi di carattere tecnico, relativi alla riproduzione
da parte dell' ufficio Gip degli atti dei fascicoli processuali contro
il gruppo Muto in modo da consentire l' avvio e la celebrazione di
tutti i dibattimenti pendenti e la discussione presso la Corte d'
appello di Catanzaro del ricorso presentato nel mese di settembre
dalla Dda contro il proscioglimento di Franco Muto''.
Violante: “Pagina di una nuova
lotta”
''La Costituzione dello Stato come parte civile nel processo contro
una delle piu' pericolose cosche calabresi, la Muto di Cetraro, a
fianco della Regione e degli enti locali calabresi, e' di particolare
significato politico''. A sostenerlo e' stato il capogruppo dei Ds
alla Camera, Luciano Violante. ''E' la prima volta - ha aggiunto Violante
- che il governo si costituisce parte civile in un processo contro
la 'ndrangheta in Calabria. Questa decisione, da noi tempestivamente
auspicata e ora profondamente condivisa, puo' aprire una pagina nuova
nella lotta contro la criminalita' organizzata. E' necessario andare
avanti sulla strada della difesa della sicurezza e della legalita',
valorizzando la partecipazione delle forze democratiche e, in particolare,
delle nuove generazioni, manifestatesi a seguito del brutale assassinio
del vice presidente del Consiglio regionale Fortugno''. ''Ma e' anche
necessario - ha concluso Violante - che si investa sullo sviluppo
economico e sociale della regione e del Mezzogiorno: per questo obbiettivo
il nostro impegno sara' massimo anche per la correzione della Legge
Finanziaria''.
Adamo: “Una chiara scelta
di campo”
''E' un fatto straordinariamente positivo l' atto di costituzione
di parte civile dello Stato in riferimento al processo in corso di
svolgimento a Paola nei confronti della cosca Muto''. Cosi' il vice
presidente della Regione Calabria, Nicola Adamo, ha commentato la
decisione della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero
dell' Interno. ''Si tratta - ha aggiunto Adamo - di una prova eloquente
dell' impegno concreto del ministro Pisanu. Il Ministro ha accolto
la richiesta da me formulata e oggi registriamo una significativa
novita'. Non e' prassi, non e' consuetudine che lo Stato si costituisca
parte civile nei processi di mafia. E' avvenuto per la strage di Capaci,
ma non ci sono precedenti nello svolgimento di processi contro la
'ndrangheta calabrese. La costituzione di parte civile da parte dello
Stato e' una chiara e netta scelta di campo: lo Stato si mette dalla
parte di coloro i quali vogliono avere fiducia nell' azione di lotta
contro la mafia''. ''Proprio nel giorno del trigesimo della morte
di Franco Fortugno - ha sottolineato, infine, Adamo - il ministro
Pisanu ci ha voluto dire che la Calabria e i calabresi questa volta
non sono da soli in questa battaglia. Oggi le condizioni, rispetto
agli anni scorsi, sono notevolmente cambiate. Mentre negli anni passati
sembrava quasi una bestemmia pensare che un Comune, la Provincia,
la Regione si costituissero parte civile in un processo di mafia,
oggi abbiamo ottenuto la conquista di avere lo Stato ufficialmente
insieme a noi''.
Processo bloccato, non arrivano
le copie
L' ufficio del Gip distrettuale di Catanzaro non riesce a produrre
le fotocopie degli atti ed il processo, di conseguenza, non si puo'
celebrare. E' la singolare difficolta' che ha costretto stamattina
il Tribunale di Paola a rinviare al 13 dicembre il dibattimento che
vede imputate 27 persone presunte affiliate alla cosca Muto imputate
di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata all' usura
e ad una serie di estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti.
La difficolta' a fotocopiare le migliaia di atti del processo, scaturito
dall' operazione Azimuth condotta nel 2004 dalla Squadra mobile di
Cosenza e dal Gico della Guardia di finanza ed in cui la pubblica
accusa e' rappresentata dal sostituto procuratore distrettuale Vincenzo
Luberto, deriva dalle carenze di personale e di strutture dell' ufficio
Gip di Catanzaro, che quando svolge funzioni distrettuali deve fare
fronte alle esigenze di tutti i Tribunali delle province di Cosenza,
Vibo Valentia e Crotone, oltre a quelle dello stesso Tribunale del
capoluogo. Un altro gruppo di affiliati alla cosca Muto e' imputato
in un altro processo davanti al Tribunale di Paola, denominato Goodfather,
anche questo bloccato per la difficolta' da parte dell' ufficio gip
a produrre le fotocopie degli atti. Analogo blocco, sempre per l'indisponibilita'
degli atti per la mancata produzione delle fotocopie, si registra
in un altro dibattimento davanti alla Corte d' assise di Cosenza sempre
a carico della cosca Muto, considerata una delle piu' pericolose ed
attive della 'ndrangheta. Quest' ultimo dibattimento ha come oggetto
l' omicidio di Franco De Nino, ucciso a Cetraro (Cosenza) nel 1990
perche' non avrebbe voluto rivelare ad alcuni affiliati della cosca
Muto l' identita' dei responsabili di un tentato omicidio compiuto
alcuni mesi prima, sempre a Cetraro, ai danni di un altro esponente
dello stesso gruppo mafioso. Per lo stesso motivo, infine, non si
e' ancora potuto procedere alla fissazione della discussione davanti
alla Corte d' appello di Catanzaro del ricorso presentato dalla Procura
distrettuale contro il proscioglimento da parte del gip del presunto
capo della cosca, Franco Muto, dall' omicidio di Franco De Nino e
dei reati di usura ed associazione per delinquere di stampo mafioso.