Possibili sviluppi nell’inchiesta
Fortugno dopo l’arresto dei quattro appartenenti al clan Cordì.
Avevano una calibro 9, come quella usata per il politico calabrese,
bombe e bazooka
15/11-(servizio a cura di Giampaolo Cataldo)- Potrebbero rivelarsi
decisivi anche per i possibili sviluppi dell' attivita' investigativa
sull' omicidio di Francesco Fortugno le indagini che hanno portato
all' arresto a Locri di quattro presunti affiliati alla cosca Cordi'.
Uno dei due clan, l' altro e' quello dei Cataldo, da tempo contrapposti,
che hanno il controllo della attivita' illecite nella cittadina ionica
reggina. I quattro arrestati, considerati elementi di spicco della
cosca Cordi', sono Antonio Dessi', di 23 anni, Domenico Novella (29),
Bruno Piccolo (27), ed Alessio Scali (21). Gli arresti sono scattati
ieri sera a Locri ad eccezione di quello di Novella, bloccato a Roma,
dove si trovava per motivi che gli investigatori stanno accertando.
Anche se al momento non e' emerso nulla di concreto dalle indagini
che possa fare ipotizzare un collegamento diretto con l' assassinio
di Fortugno, le indagini che hanno condotto ai quattro arresti s'
inseriscono in un contesto in cui potrebbe trovare una collocazione,
sia pure in termini ancora tutti da decifrare, anche l' assassinio
del dirigente della Margherita. Il punto di relazione con l' indagine
sull' omicidio di Francesco Fortugno consiste nel fatto che tra le
armi di cui i quattro arrestati avrebbero avuto la disponibilita',
secondo quanto risulta dall' intercettazione dei loro dialoghi in
una casa di Locri in cui erano soliti incontrarsi, c' e' anche una
pistola calibro nove dello stesso tipo di quella utilizzata dal killer
che il 16 ottobre scorso, con estremo sangue freddo, s' introdusse
a palazzo Nieddu, dove era stato allestito il seggio per le Primarie
dell' Unione, e sparo' quasi a bruciapelo cinque colpi di pistola
contro il vicepresidente del Consiglio regionale.
La difficolta' di fronte alla quale si trovano gli investigatori e'
che nulla del presunto arsenale che sarebbe stato nella disponibilita'
degli arrestati, tra cui bazooka e bombe a mano di fabbricazione jugoslava,
e' stato al momento sequestrato. Il che rende impossibile effettuare
quelle comparazioni balistiche che darebbero la possibilita' di verificare
tutte le ipotesi investigative che si stanno facendo. Sara' adesso
il magistrato che coordina le due inchieste, il sostituto procuratore
distrettuale Giuseppe Creazzo, a valutare i possibili elementi di
connessione tra l' indagine sull' assassinio di Fortugno e quella
che ha portato agli arresti dei quattro presunti affiliati alla cosca
Cordi'.
Investigatori e magistrati, incontrando i giornalisti, hanno comunque
sottolineato l' importanza degli arresti fatti a Locri, a prescindere
dagli sviluppi delle indagini sull' omicidio di Francesco Fortugno.
I quattro arresti sarebbero serviti, in particolare, a bloccare sul
nascere una possibile ripresa della faida tra i Cordi' ed i Cataldo.
Nei dialoghi intercettati dagli investigatori i presunti affiliati
alla cosca Cordi' avrebbero fatto riferimento alla disponibilita'
di armi anche da guerra che avrebbero dovuto essere utilizzate in
agguati contro esponenti del gruppo avversario. ''Gli affiliati alla
cosca Cordi', tuttora viva, vitale ed operante malgrado le tante operazioni
che hanno colpito questo gruppo criminale - ha dichiarato il sostituto
procuratore Creazzo - stavano programmando gravissimi reati sul territorio,
tra cui alcuni omicidi''. L' operazione che ha portato ai quattro
arresti e' servita, comunque, a riaffermare la presenza dello Stato
a Locri, in una citta' ed in un territorio cioe' che proprio con l'
omicidio di Francesco Fortugno e' apparso particolarmente esposto
all' influenza della 'ndrangheta.
Avevano bazooka e bombe
Avrebbero avuto la disponibilita' anche di alcuni bazooka e bombe
ad alto potenziale di fabbricazione jugoslava i quattro affiliati
alla cosca Cordi' di Locri arresti ieri sera dalla Polizia di Stato.
I quattro arresti sono stati fatti dalla squadra mobile di Reggio
Calabria. Contro Dessi' e gli altri arrestati sono eseguite ordinanze
di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria,
Adriana Costabile, su richiesta del sostituto procuratore distrettuale
Giuseppe Creazzo, lo stesso magistrato che sta conducendo l'inchiesta
sull'omicidio del vice presidente del consiglio regionale della Calabria,
Francesco Fortugno. Nei provvedimenti viene contestata agli arrestati
l'associazione mafiosa finalizzata al traffico di armi anche da guerra
ed altri reati. Uno degli arrestati, Antonio Dessi', ha una relazione
di parentela con Vincenzo Cordi', considerato il capo della cosca,
che sta scontando una condanna definitiva all'ergastolo, essendo fidanzato
con la figlia di una sorella del boss.
Pm Creazzo , la cosca Cordi' programmava
gravissimi reati
''Gli affiliati alla cosca Cordi', tuttora viva, vitale e operante
malgrado le tante operazioni che hanno colpito questo gruppo criminale,
stavano programmando gravissimi reati sul territorio, tra cui alcuni
omicidi''. E' quanto ha detto il sostituto procuratore distrettuale
di Reggio Calabria, Giuseppe Creazzo, facendo riferimento ai quattro
arresti fatti dalla Squadra mobile di Reggio Calabria a Locri. ''Dai
discorsi tra gli arrestati che sono stati intercettati - ha aggiunto
Creazzo - e' emerso un quadro allarmante, con riferimenti alla detenzione
di armi pesanti e da guerra, come un bazooka e bombe a mano. Quello
di oggi e' un tassello dell' inchiesta sulla faida tra le cosche Cordi'
e Cataldo. Un tassello che e' frutto di un' attivita' investigativa
che e' precedente, comunque, all' omicidio di Francesco Fortugno''.
All' incontro con i giornalisti, insieme ai magistrati della Dda,
hanno partecipato il questore di Reggio Calabria, Vincenzo Speranza;
il dirigente della Squadra mobile, Salvatore Arena, ed il funzionario
dello Sco, Fausto Vinci.
Pisanu, Le indagini sono ancora
aperte
''Non posso dire nulla su indagini ancora aperte'', ma ''gli arresti
e le perquisizioni di oggi costituiscono la conferma del fatto che
le forze dell' ordine stanno profondendo il massimo impegno nelle
attivita' investigative''. Lo ha dichiarato il ministro dell' Interno,
Giuseppe Pisanu, interpellato ad Abu Dhabi (dove si trova da domenica
in visita ufficiale) sull' operazione compiuta questa notte dalla
polizia di Stato in Calabria. ''A questo impegno ed alla loro professionalita'
- ha aggiunto il ministro - possiamo tutti guardare con fiducia''.
Grasso, le indagini porteranno nuovi
risultati
''Incominciano ad arrivare le prime rispose ad indagini mirate sulle
cosche di Locri. Il volano che abbiamo avviato non si fermera' presto
e ci saranno altri risultati sul piano concreto delle inchieste''.
Cosi' Piero Grasso, Procuratore nazionale antimafia, commenta gli
arresti a Locri. Il capo della Dna si complimenta con i magistrati
della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e con gli
investigatori dello Sco della polizia di Stato e della squadra mobile
reggina.
Jole Santelli, risposta per riportare
legalita'
''Gli arresti eseguiti oggi a Locri rappresentano un passo importante
e sono una testimonianza di quanto lo Stato sia sempre in prima linea
per garantire la sicurezza ed il controllo del territorio in Calabria''.
Jole Santelli, sottosegretario alla Giustizia, commenta cosi' gli
arresti a Locri. ''Desidero congratularmi con le forze dell’ordine
e la DDA di Reggio Calabria - ha detto inoltre la Santelli-, che ha
coordinato brillantemente questa operazione. È una risposta
importante alla sfida lanciata dalla criminalità organizzata:
la risposta di un Governo che quotidianamente opera per ristabilire
la legalità in questa regione'.
Cisal,bene De Sena a Reggio ma bisogna
aiutare pure Vibo
Il Ministro dell' Interno “ ha fatto bene ad inviare a Reggio
Calabria il vice capo della Polizia, prefetto Luigi De Sena, ma avrebbe
fatto altrettanto bene se anche a Vibo Valentia avesse inviato qualcuno,
magari della stessa levatura di De Sena''. A sostenerlo e' Nicola
Maria Cavallaro, della Cisal, in una lettera allo stesso Ministro.
Una iniziativa utile, a giudizio di Cavallaro, ''per tentare di aiutare
la popolazione locale ad uscire dalla morsa dell' indifferenza in
cui sono precipitati il Prefetto, la Provincia, il Comune e tutte
quelle istituzioni che colpite o meno dagli strali della stessa delinquenza
organizzata, non dimostrano di offrire serie e concrete garanzie di
liberta' ad un territorio che e' costantemente dominato e minacciato
dalla presenza della 'ndrangheta nei gangli vitali degli apparati
della pubblica amministrazione''. ''La tragica uccisione di Francesco
Fortugno - ha sostenuto Cavallaro - ha sconvolto non soltanto la Calabria,
ma il Paese intero. Sono state le orrende modalita' di esecuzione,
che hanno rappresentato una vera e propria sfida allo Stato, a fare
accapponare la pelle di tutti quei calabresi che attenti a quanto
accade non hanno certamente tollerato che la 'ndrangheta colpisse
ancora e nel modo piu' scellerato e plateale''. ''Si e' pensato a
Locri, dunque - ha aggiunto - ma ci si e' dimenticati di Vibo Valentia
e dei suoi tristi primati in negativo. Vibo in questi ultimi tempi
e' stata al centro di eventi che non lasciano tranquilli i cittadini.
Minacce, aggressioni, segnali intimidatori e altri efferati e gravi
fatti di sangue hanno posto Vibo in testa alle citta' calabresi piu'
tormentate dagli effetti della ondata di delinquenza organizzata.
Ne' si venga a dire che l' indagine sull' uccisione del povero Rocco
Minniti, tabaccaio a Nicotera, ha rappresentato una grande operazione
delle forze dello Stato quando e' risaputo che il delitto e' stato
perpetrato alla presenza della consorte della vittima. E i tanti delitti
impuniti? Non sono qui certamente a mettere in discussione la grande
abnegazione che anima magistrati e le stesse forze dello Stato, ma
e' anche giusto chiedersi che fine ha fatto la grande arringa della
vice presidente della Commissione parlamentare antimafia, Angela Napoli,
che ha denunciato tutto e tutti, partendo dalla testa delle istituzioni''.
''Penso - ha concluso Cavallaro - che i vibonesi abbiano tutto il
diritto di chiedere un maggiore intervento dello Stato soprattutto
nell' attivita' delle pubbliche amministrazioni. Ritengo, altresi',
che sia giusto, signor Ministro, evitare che succeda l' irreparabile.
Vibo Valentia, come dimostrano i dati in suo possesso, e' una provincia
ad alto rischio. Anche qui aspettiamo il morto prima di decidere come
intervenire?''.
Lumia (DS), conferma giro armi pesanti
''Questa operazione conferma che l' impegno da parte degli investigatori
e' massimo, ma conferma anche che nella zona della locride ed in tutta
la Calabria la tensione e' molto alta, circolano molte armi anche
pesanti ed esplosivi''. A dichiararlo e' stato il capogruppo dei Ds
in Commissione antimafia, Giuseppe Lumia, commentando l' operazione
della polizia contro presunti affiliati al clan Cordi'. ''Bisogna
mantenere - ha continuato Lumia - un livello di attenzione adeguato
nelle istituzioni e fare crescere ancora di piu' la corrente positiva
che sta attraversando la societa' calabrese stimolata soprattutto
dalle manifestazioni dei giovani''.
Angela Napoli, segnale importante
Per Angela Napoli, vicepresidente della Commissione parlamentare
antimafia, gli arresti avvenuti nella serata di ieri a Locri , dei
quattro presunti affiliati alla cosca Cordi', rappresentano ''il risultato
della grande capacita' di intelligence che, ancora una volta, gli
uomini della Polizia di Stato, guidati dal Questore, Vincenzo Speranza,
e dal capo della Squadra mobile reggina, Salvatore Arena, hanno posto
in essere nel territorio della Locride, rimbalzato aglio onori della
cronaca nazionale dopo l' omicidio del Vice Presidente del Consiglio
Regionale, Francesco Fortugno. Le armi trovate in possesso degli uomini
arrestati evidenziano la pericolosita' della 'ndrangheta nell' esercitare
il controllo ed il dominio del territorio''. Nel formulare le ''congratulazioni
a tutti gli uomini della Polizia di Stato ed alla Dda di Reggio Calabria,
coordinatrice delle indagini, voglio augurarmi - dice la Napoli -
che questi arresti, che rappresentano un segnale importante nel contrasto
alla criminalita' organizzata, siano anche utili per le indagini necessarie
a scoprire mandanti ed esecutori del delitto Fortugno''.
Minniti (DS), Stato reagisce a sfida
criminale
''Gli arresti di Locri, per i quali e' innanzitutto doveroso congratularsi
con chi ha condotto l' operazione, rappresentano, anche per il materiale
sequestrato, un risultato significativo''. Lo afferma, in una dichiarazione,
Marco Minniti, responsabile Sicurezza e difesa della Direzione nazionale
dei Ds. ''Sono anche il segno - prosegue Minniti - di uno Stato che
puo' essere in grado di reagire colpo su colpo alla sfida criminale
in Calabria. E' necessario andare avanti con determinazione giorno
per giorno''.
Dorina Bianchi (DL), passo significativo.
Gambale (DL),frutto maggior coordinamento. Meduri (DL), impressiona
potenziale fuoco
In “casa” Margherita gli arresti avvenuti a Locri sono
stati commentati con un grande plauso alle forze dell’ Ordine.
''L'operazione portata a termine a Locri e' un passo significativo
e speriamo rilevante anche per far luce sul barbaro omicidio di Francesco
Fortugno''. Lo dichiara l'on. Dorina Bianchi della Margherita. ''E
soprattutto si tratta di un segnale importante verso quel ripristino
della legalita' che i calabresi, primi tra tutti i giovani, chiedono
a gran voce e con coraggio alle istituzioni''. ''E' doveroso congratularsi
con le forze dell'ordine per la brillante operazione portata a termine.
Ed e' necessario tenere alta la guardia affinche' a vincere questa
difficile sfida con la criminalita' organizzata siano lo Stato e i
cittadini''.
Sulla falsa riga si è espresso l’ onorevole Giuseppe
Gambale, responsabile delle lotte alle mafie della Margherita, dichiarando:
''Congratulazioni alle forze dell'ordine per l'operazione di Locri,
che e' anche il risultato di un maggiore coordinamento tra la magistratura
e le forze dell'ordine''. ''Una maggiore incisivita' nell'azione delle
forze dell'ordine che si deve anche all'efficace lavoro del prefetto
De Sena cui chiediamo di continuare in questa direzione, perche' c'e'
bisogno di riprendere in maniera forte l'attivita' di intelligence
sul territorio. Ci auguriamo che l'operazione di oggi possa essere
un passo in piu' per consentire, in breve tempo, di fare piena luce
sull'omicidio di Francesco Fortugno ed assicurare alla giustizia gli
assassini e i mandanti''.
''Complimenti alle forze dell' ordine e a tutti coloro che hanno condotto
l' importante azione che ha portato agli arresti di Locri e al sequestro
di vero e proprio materiale bellico. Ad impressionare infatti e' il
potenziale di fuoco che e' a disposizione e in circolazione sul territorio''.
A sostenerlo e' stato il deputato della Margherita, Luigi Meduri,
commentando l' operazione condotta dalla polizia di Stato a Locri.
''Azioni come queste - ha aggiunto - sono le risposte necessarie affinche'
lo Stato si riappropri del territorio. Non bisogna abbassare la guardia
nella lotta senza respiro alla criminalita'. C' e' una forte attenzione
in queste settimane che non deve scemare. C' e' bisogno di fiducia
nello stato nelle istituzioni nella politica che reagisce non solo
con la repressione, ma soprattutto con la formazione''.