Chiuso in meno di 48 ore il caso
Presta. Il presunto assassino ha confessato
06/07 Si è chiusa in tempi brevissimi l’inchiesta che
ha portato all’arresto dell’omicida del sindacalista della
CGIL, Miche Presta. Meno di 48 ore per risolvere un caso che sembrava
più che giallo. Legami omosessuali oggetto di squallidi mercimoni
ed influenzati pesantemente da ricatti, violenze ed abusi anche di
tipo psicologico: e' questo il contesto in cui sarebbe maturato l'omicidio
di Michele Presta, di 57 anni, celibe, il dirigente della Cgil Calabria
ucciso a Catanzaro nell'appartamento adibito dal sindacato a foresteria.
Il fatto che l'assassinio di Presta fosse da mettere in relazione
con l'omosessualita' del sindacalista era gia' emerso ieri in modo
abbastanza chiaro. Ed oggi se ne e' avuta la conferma con l'emissione
da parte della Procura della Repubblica di un provvedimento di fermo
nei confronti di Gianfranco Palermo, di 31 anni, di Lamezia Terme,
sposato con una nomade e padre di un figlio di due mesi, conosciuto
dalle forze dell'ordine come uno sfruttatore proprio di omosessuali,
attivita' da cui, tra l'altro, traeva il proprio sostentamento economico.
Una persona, riferiscono investigatori e magistrati, priva di scrupoli
e votata ad una concezione della vita in cui la morale non ha mai
trovato posto. Palermo, insieme ad un'altra persona, Nicola Carino,
di 23 anni, anch'egli omosessuale, era stato portato sin da ieri pomeriggio
nella Questura di Catanzaro per essere sottoposta ad interrogatorio.
Una terza persona, gia' ricercata dalla Polizia, era stata rintracciata
in nottata e portata anch'essa in Questura, ma la sua posizione era
apparsa subito piu' defilata rispetto a quelle degli altri due sospettati.
Nel corso della notte il quadro della situazione si era andato man
mano delineando ed in mattinata era giunta la notizia che Palermo
e Carino erano stati posti in stato di fermo di indiziati di reato.
Il primo come esecutore materiale dell'omicidio di Presta ed il secondo
come concorrente nello stesso reato. Dagli ambienti investigativi
erano filtrate notizie che delineavano il quadro di bassezza morale
in cui sarebbe maturato l'assassinio di Presta. Il dirigente della
Cgil, da tempo legato sentimentalmente a Palermo, sarebbe stato sottoposto
da quest'ultimo a ricatti e persecuzioni sulla base di un assoggettamento
psicologico e di una depravazione che appaiono inspiegabili se raffrontate
al prestigio di Presta, segretario generale per la Calabria della
Flai, il comparto della Cgil che si occupa anche della forestazione,
uno dei settori maggiormente impegnativi per l'importanza e l'influenza
della categoria dei forestali. Presta, dirigente sindacale unanimente
apprezzato per le sue capacita' di mediazione e di rappresentativita',
viveva nel suo privato un dramma legato alla sua condizione di omosessuale
per la relazione perversa e ''maledetta'' con Palermo, che non si
creava alcuno scrupolo nel trarre da questa situazione il massimo
vantaggio economico. Il dirigente della Cgil era soggiogato totalmente
da Palermo. Quando e' stato fermato l'omicida era alla guida dell'automobile
di Presta, cedutagli gratuitamente dal sindacalista. L'uomo aveva
in tasca anche il bancomat di Presta ed assegni emessi da quest'ultimo
per un importo di quattromila euro. Gli investigatori non escludono
che domenica sera, quando Presta e Palermo si sono incontrati per
l'ultima volta nell'appartamento di viale De Filippis, tra i due dovesse
esserci una sorta di chiarimento basato sulla volonta' del dirigente
sindacale di troncare la relazione, stanco dello stato di sottomissione
cui era stato sottoposto. Palermo aveva gia' maturato la volonta'
omicida, forse perche' ferito nell'orgoglio o forse perche' intimorito
dalla minaccia di Presta di rivelare tutto a sua moglie. Dopo avere
avuto un rapporto sessuale col dirigente sindacale, approfittando
forse del fatto che questi era in dormiveglia, gli ha assestato un
colpo alla fronte con l'ascia che il sindacalista custodiva nella
camera. La morte del sindacalista e' stata istantanea. Quindi la fuga
a bordo dell'auto di Presta, sulla quale era rimasto ad attendere
Carino. Mario Spagnuolo, procuratore della Repubblica aggiunto di
Catanzaro, ha spiegato che ''la decisione di emettere il provvedimento
di fermo soltanto nei confronti di Palermo e' stata presa dopo un'attenta
valutazione della posizione delle tre persone sospettate. Il nostro
metodo di lavoro - ha aggiunto Spagnuolo - ci porta da sempre a prendere
in considerazione, quando dobbiamo adottare misure riguardanti la
liberta' personale, soltanto cio' che e' certo e inoppugnabile. In
ogni caso, le due persone nei confronti delle quali non e' stato adottato
il provvedimento di fermo restano indagate e la loro posizione sara'
oggetto di ulteriore valutazione''.
Non è stato un omicidio occasionale.
Palermo ha reso piena confessione
Gianfranco Palermo, l' uomo nei confronti del quale la Procura della
Repubblica di Catanzaro ha emesso un provvedimento di fermo per l'
omicidio del dirigente della Cgil Michele Presta, ''ha premeditato
l' assassinio e si era incontrato domenica sera col sindacalista con
la ferma volonta' di ucciderlo''. E' quanto hanno sostenuto, parlando
con i giornalisti, i magistrati e gli investigatori che hanno condotto
le indagini sull' omicidio di Presta. Quello del dirigente della Cgil,
e' stato riferito, non e' stato un omicidio d' impeto o frutto di
motivazioni occasionali. Palermo si era recato a casa sua, domenica
sera, accompagnato da Nicola Carino, che sarebbe pero' rimasto in
auto, dopo avere avuto con la vittima una serie di contatti telefonici,
con la precisa volonta' di ucciderlo. Il movente, comunque, non e'
ancora chiaro. Potrebbe essere stato di natura passionale, collegato
alla volonta' di Michele Presta d' interrompere la relazione con Palermo
o di rivelare tutto alla moglie dell' uomo. Gli investigatori non
escludono, inoltre, che Presta volesse interrompere la relazione allo
scopo di sottrarsi ai continui ricatti cui veniva sottoposto da Palermo
e che tale volonta' abbia scatenato in quest' ultimo la reazione omicida.
''Palermo ha reso piena confessione, ammettendo le proprie responsabilita'''.
A riferirlo e' stato il procuratore della Repubblica aggiunto, Mario
Spagnuolo . La confessione di Palermo, comunque, secondo quanto si
e' appreso, riguarda soltanto l' esecuzione materiale dell' omicidio.
Restano da chiarire gli aspetti relativi al movente per il quale Palermo
ha ucciso Presta, anche perche' sul punto lo stesso omicida non ha
fornito una versione univoca e chiara.
Le ammissioni di Carino non sono
attendibili
Le parziali ammissioni di responsabilita' fatte da Nicola Carino
in merito all' omicidio di Michele Presta, il dirigente della Cgil
ucciso a Catanzaro, non sono state ritenute attendibili dalla Procura
della Repubblica e quindi non giustificavano l' emissione di un fermo
nei suoi confronti. E' quanto si e' appreso in ambienti investigativi
riguardo la decisione dell' autorita' giudiziaria di emettere il provvedimento
di fermo di polizia giudiziaria, in merito all' uccisione di Presta,
soltanto nei confronti di Gianfranco Palermo . Secondo quanto si e'
appreso, inoltre, le presunte responsabilita' emerse in un primo tempo
nei confronti di Carino si basavano anche sulla chiamata in correita'
fatta nei suoi confronti da Palermo. Un' accusa che lo stesso Palermo,
in una successiva dichiarazione, aveva smorzato, facendo venire meno
cosi' la gravita' indiziaria nei confronti di Carino ed inducendo
cosi' la Procura della Repubblica a non emettere il provvedimento
di fermo. Una parola definitiva sulla posizione di Carino e sulla
terza persona che era stata sottoposta ad indagini potra' venire,
comunque, secondo quanto e' stato spiegato dagli investigatori, dall'
esito degli accertamenti sui reperti biologici (liquido seminale,
capelli, peli e tracce di sudore) che sono stati trovati dalla Polizia
scientifica nella casa in cui e' avvenuto l' omicidio di Presta.
Soltanto uno il fermo emesso
06/07 La Procura della Repubblica di Catanzaro ha emesso il provvedimento
di fermo, nell' ambito delle indagini sull' uccisione del dirigente
della Cgil Michele Presta, nei confronti di Gianfranco Palermo, di
31 anni, di Lamezia Terme. Nei confronti dell' altra persona, Nicola
Carino, di 23 anni, che era stata posta in stato di fermo di indiziato
di reato dalla Polizia, la Procura non ha adottato alcun provvedimento.
Carino, quindi, e' tornato in liberta'. Ha potuto lasciare la Questura
anche la terza persona che era trattenuta e su cui erano in corso
indagini. A fare il punto della situazione con i giornalisti e' stato
il procuratore della Repubblica aggiunto di Catanzaro, Mario Spagnuolo,
insieme al sostituto procuratore Adriana Pezzo ed al questore, Romolo
Panico. - ''La decisione della Procura della Repubblica di emettere
il provvedimento di fermo soltanto nei confronti di Palermo - ha aggiunto
Spagnuolo - e' stata presa dopo un' attenta valutazione della posizione
delle tre persone sospettate. In ogni caso, le due persone nei confronti
delle quali non e' stato adottato il provvedimento di fermo restano
indagate e la loro posizione sara' oggetto di ulteriore valutazione''.
''Il nostro metodo di lavoro - ha aggiunto Spagnuolo - ci porta da
sempre a prendere in considerazione, quando dobbiamo adottare misure
riguardanti la liberta' personale, soltanto cio' che e' certo e inoppugnabile.
Ed anche in questo caso, anzi soprattutto in questo, abbiamo applicato
i nostri abituali criteri di valutazione, assumendo le decisioni conseguenti.
Gli elementi per emettere il provvedimento di fermo esistevano, a
nostro giudizio, soltanto per Palermo. Per gli altri vedremo col prosieguo
dell' attivita' d' indagine. Abbiamo svolto un lavoro certosino che
ha impegnato la Polizia di Stato ed il sostituto procuratore Adriana
Pezzo ininterrottamente nelle ultime 48 ore''. Palermo e' stato fermato
e condotto nel carcere di Catanzaro con l' accusa di omicidio volontario
aggravato dalla premeditazione e dai motivi abbietti e futili.
Le sinergie della polizia alla Base
della soluzione del caso
06/07 E' stato il ''perfetto coordinamento'' tra i biologi della
Direzione Centrale Anticrimine (DAC) di Roma, dotata dei piu' sofisticati
strumenti e competenze tecniche, e gli agenti della Questura di Catanzaro,
che erano informati sui contatti e l'ambiente frequentato da Michele
Presta, a portare alla rapida soluzione dell'omicidio del sindacalista
della CGIL. E' quanto si apprende in ambienti investigativi. Fin dal
primo sopralluogo compiuto sulla scena del delitto, gli esperti della
Polizia Scientifica hanno scoperto decisive tracce biologiche sul
cadavere di Presta e sui suoi indumenti intimi, hanno trovato numerose
impronte digitali recenti che, insieme ad altri elementi, hanno subito
rilevato la presenza di piu' persone sul posto al momento dell'omicidio.
Gli investigatori del pool impegnato nelle indagini hanno subito escluso
la matrice politica dell'omicidio puntando subito agli ambienti legati
al mondo privato del sindacalista. Secondo gli investigatori, inoltre,
Presta avrebbe piu' volte ricevuto insistenti richieste di denaro
in cambio di incontri particolari, incontri da mantenere pero' nel
piu' stretto silenzio. Il sindacalista, per gli investigatori, sarebbe
quindi stato ucciso proprio nell'ambito di uno di questi particolari
incontri con i suoi frequentatori.
Determinante la testimonianza di
un collega
La testimonianza di un collega sindacalista di Michele Presta si
e' rivelata determinante per risalire all' identita' degli assassini
del dirigente della Cgil ucciso a Catanzaro con un colpo d' ascia
alla testa. E' quanto si e' appreso in ambienti investigativi. L'
indagine sull' uccisione di Presta ha registrato una svolta nel momento
in cui un collega del dirigente sindacale ha riferito alla Polizia
di avere visto piu' volte Presta negli ultimi giorni in compagnia
di un non meglio identificato ''Gianfranco di Lamezia Terme''. Le
indagini hanno consentito di appurare che effettivamente Presta da
alcuni mesi frequentava Gianfranco Palermo, nullafacente, conosciuto
anche dalle forze dell' ordine come sfruttatore di omosessuali. Tra
l' altro Palermo, quando aveva occasione di incontrare insieme a Presta
i colleghi sindacalisti di quest' ultimo, si spacciava come ufficiale
di Marina e come tale, tra l' altro, veniva presentato dal dirigente
della Cgil. Un atteggiamento, quello di Presta, che si spiegherebbe
sempre con l' azione di ricatto cui veniva sottoposto il dirigente
sindacale. Determinante per l' identificazione degli assassini di
Presta si e' rivelato anche il sequestro dei tabulati delle telefonate
intercorse tra il dirigente della Cgil e Gianfranco Palermo. Durante
una di queste telefonate, tra l' altro, Presta avrebbe concordato
con Palermo l' incontro di domenica sera, al quale avrebbe partecipato
anche Canino, nell' appartamento di Catanzaro in cui e' avvenuto l'
omicidio.
L’omicida aveva il bancomat
e l’auto di Presta
Gianfranco Palermo, l' uomo fermato con l' accusa di essere stato
l' esecutore materiale dell' assassinio del dirigente della Cgil Michele
Presta, aveva con se', nel momento in cui e' stato bloccato dalla
polizia, il bancomat del sindacalista ucciso. Palermo, inoltre, per
motivi che sono in corso d' accertamento, aveva anche in uso l' automobile
di Presta e quando ieri pomeriggio e' stato bloccato per essere condotto
nella Questura di Catanzaro, era proprio alla guida della vettura,
sulla quale si trovava anche il secondo fermato, Nicola Canino. Gli
investigatori non escludono che l' uso da parte di Palermo del bancomat
e dell' auto di Presta rientrasse nell' azione di ricatto che veniva
da tempo posta in essere nei confronti del dirigente della Cgil. Presta,
infatti, totalmente soggiocato da Palermo e dagli altri omosessuali
con cui intratteneva rapporti, sarebbe stato costretto a soddisfare
tutte le richieste che gli venivano rivolte, tra cui, appunto, quella
del bancomat e dell' auto.
Ad Altomonte lo piangono tutti.
In 2000 al funerale
06/07 Oltre duemila persone hanno partecipato ai funerali di Michele
Presta, il segretario regionale della Flai-Cgil ucciso mentre era
in un appartamento del sindacato adibito a foresteria. Il feretro
e' arrivato oggi pomeriggio ad Altomonte, il paese natio di Presta,
dove e' stato esposto nella camera ardente che e' stata allestita
nella sala consiliare del comune. Accanto alla bara, coperta da una
bandiera rossa della Flai Cgil, c'erano gli anziani genitori del sindacalista.
Tra le tante persone presenti anche numerose delegazioni di lavoratori
e rappresentanti delle altre organizzazioni sindacali Il rito funebre
e' stato officiato da don Vincenzo Longo e da don Vincenzo Calvosa.
Nella sua omelia don Vincenzo Longo nel definire il sindacato la caritas
laica e nell'evidenziare che fare il sindacalista non e' un mestiere
bensi' una missione, ha rimarcato come Michele Presta ha sempre operato
per dar voce agli ultimi e evidenziando come lui che affiancava tutti
domenica sera si e' trovato solo. Don Longo nel rivolgersi poi agli
anziani genitori, ma soprattutto alla madre, ha affermato che il dolore
di una mamma non si puo' capire, e' immenso, non ci sono parole che
possono consolarla. Nella chiesa, dopo il rito funebre, c'e' stata
la lettura di un messaggio scritto dalla nipote del sindacalista,
Sabrina. Il componente della segreteria nazionale della Cgil, Paolo
Nerozzi, nel ripercorrere la vita sindacale di Michele Presta, ha
affermato che ''la Cgil, e non solo la Flai - ha detto - perde un
suo grande uomo. Michele Presta ha dato tanto per la conquista dei
diritti ed alla battaglia dei forestali. Non sara' dimenticato e restera'
per sempre nei nostri cuori''.
Nella camera ardente i colleghi attoniti
''Ciao Michele. Niente e nessuno potra' scalfire di un solo millesimo,
l' affetto e la stima delle compagne e dei compagni nei tuoi confronti''.
E' rotta dai singhiozzi la voce di Fernando Pignataro, segretario
generale della Cgil Calabria che, nella camera ardente allestita nella
sede regionale del sindacato, ha dato l' estremo saluto alla salma
di Michele Presta, segretario della Flai calabrese. 'Sei stato un
grande dirigente - aggiunge Pignataro, incapace di trattenere un'
emozione che nemmeno i grandi occhiali a specchio riescono a mascherare
- una bella persona, un uomo straordinario e noi tutti, oggi, possiamo
solo ringraziarti''. Applausi e lacrime, nel cortile della sede regionale
della Cgil a poche centinaia di metri dal locale in uso foresteria
dove si e' consumata la tragedia che ha avuto come vittima Michele
Presta, scandiscono l' arrivo del feretro proveniente dall' ospedale
Pugliese. Nell' attesa, che dura dal primo mattino, sono solo volti
tesi e espressioni attonite quelle che si scorgono negli uffici e
tra i tanti giunti a manifestare il loro cordoglio. A dare l' ultimo
saluto a Presta un centinaio di persone tra dirigenti, iscritti e
simpatizzanti della Cgil. Oltre a Pignataro, ci sono i segretari regionali
Nino Zumbo e Vera Lamonica; il segretario nazionale della Flai Cgil,
Franco Chiriaco e i componenti della segreteria nazionale dell' organizzazione
dell' agroindustria Patrizia Consiglio, Gabriele Cioncolini e Edilio
Galeone. Ad Altomonte, dove oggi pomeriggio si svolgeranno i funerali,
per la Cgil nazionale e' atteso il segretario confederale Paolo Nerozzi.
Il feretro, accolto da due ali di folla, viene sistemato nella sala
''Carmine Garofalo'', luogo di decine di incontri, di riunioni, attivi
sindacali. La bara e' posta alla base di una grande foto con a lato
la bandiera della Flai listata a lutto. L' emozione si fa ancora piu'
palpabile quando tutti i livelli, dai vertici alle strutture tecniche
della Cgil si alternano nel formare il picchetto d' onore. Nessun
commento da parte dei vertici del sindacato. Non parla Fernando Pignataro
che, proprio da Presta, con il quale condivideva le origini geografiche
(entrambi di Altomonte), era stato introdotto nel mondo del sindacato.
Il segretario generale della Cgil calabrese ha solo la forza di abbracciare
quanti gli si avvicinano per testimoniare il cordoglio di quanti,
dal segretario regionale all' ultimo iscritto della categoria, conoscevano
e stimavano Michele Presta come ''sindacalista schivo e gentile''
ma anche ''rigoroso e intransigente nello svolgimento della propria
attivita''. Proprio da Altomonte, per testimoniare la vicinanza della
massima istituzione locale ma anche di un' intera comunita', e' giunto
l' assessore Pino Ferrara, in rappresentanza del sindaco Giampiero
Coppola. ''Siamo costernati - sottolinea Ferraro - anche e soprattutto
per i rapporti di amicizia fraterna che ci legavano a Michele Presta.
Noi, comunque, preferiamo mantenere vivo il suo ricordo ripensando
a quando veniva in paese e stava in piazza insieme a noi, prodigo
di consigli e indicazioni. E' stato un punto di riferimento''. L'
ultimo applauso, prima del congedo definitivo di Michele Presta dalla
sede della Cgil calabrese, e' quello piu' lungo e scrosciante.
Le altre notizie di cronaca