Operazioen Harem. La ndrangheta
alleata con gli albanesi gestiva droga, armi e una tratta delle schiave.
Operazione congiunta Italia-Albania. 80 arresti. Una ragazza rapita
a 12 anni e ridotta a schiava.
13/12
Apre nuovi scenari sulla capacita' della 'ndrangheta di stringere
significative alleanze anche a livello internazionale l' operazione
condotta dai carabinieri del Ros per l' esecuzione di ottanta ordinanze
di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Procura antimafia
di Catanzaro. L' indagine ha consentito di sgominare un' organizzazione,
composta da calabresi, pugliesi ed albanesi, stretti in un saldo vincolo
operativo, che da alcuni anni gestiva, secondo l' accusa, una vasta
attivita' criminale concretizzatasi nell' organizzazione di viaggi
di clandestini provenienti da Durazzo e nella gestione di traffici
di armi e droga. Molti degli immigrati portati in Italia sono state
donne ed il loro destino, inevitabilmente, e' stato quello di alimentare
uno dei settori piu' redditizi gestiti dall' organizzazione, quello
dello sfruttamento della prostituzione. Una situazione che ha determinato
una vera e propria riduzione in schiavitu' per centinaia di ragazze
di varia nazionalita' (romene, moldave, ucraine ed albanesi), sequestrate
nei loro Paesi di provenienza e portate in Italia, dove per anni sono
state costrette a prostituirsi. Un' attivita' svolta non soltanto
in Calabria, ed in particolare nella zona dell' alto ionio cosentino,
ma anche in altre regioni. Alcune delle ragazze finite nella rete
dell' organizzazione, anche se sottoposte a rididi controlli, sono
pero' riuscite a fuggire, rivolgendosi poi a carabinieri e polizia
per denunciare i loro persecutori. E' stato grazie alle loro testimonianze
che la Procura antimafia di Catanzaro e' riuscita a ricostruire l'
organigramma e le varie attivita' dell' organizzazione calabro-albanese.
Un lavoro compiuto da un pool di magistrati, coordinati dal procuratore
della Repubblica, Mariano Lombardi, e dal procuratore aggiunto, Mario
Spagnuolo, protrattosi per oltre un anno tra difficolta' enormi, la
prima delle quali e' stata quella d' individuare i componenti albanesi
dell' organizzazione, abili nel cambiare continuamente identita',
grazie all' utilizzo di documenti falsi, e difficilmente individuabili
perche' sempre in giro per tutta Europa per la gestione dei loro traffici
illeciti. A ricostruire il tutto ci hanno pensato i sostituti procuratori
Vincenzo Luberto e Salvatore Curcio. Quest' ultimo nelle ultime settimane
si e' trasferito in Albania per lavorare a stretto contatto con l'
autorita' giudiziaria albanese. Un' attivita' resa possibile dalla
collaborazione tra la Procura nazionale antimafia e la Procura generale
d' Albania. Secondo l' accusa, sarebbero stati proprio i componenti
albanesi dell' organizzazione che si erano trasferiti in Calabria
a garantire alle cosche, a prezzo di favore, armi e droga. E questo
allo scopo di ottenere il beneplacito della 'ndrangheta per la gestione
dello sfruttamento della prostituzione. Il procuratore nazionale antimafia,
Piero Grasso, illustrando a Catanzaro i particolari dell' operazione,
ha rilevato come ''contro la strategia di espansione attuata dalla
'ndrangeta sia fondamentale la cooperazione investigativa a livello
internazionale. Cooperazione - ha aggiunto - di cui l' operazione
della Dda di Catanzario e del Ros, con gli arersti fatti contestualmente
in Italia ed in Albania, rappresenta una concreta applicazione''.
Di ''lotta alla 'nrangheta quale priorita' assoluta'' ha parlato poi
il ministro dell' Interno, Giuseppe Pisanu. ''L' organizzione criminale
calabrese - ha aggiunto il titolare del Viminale - non solo condiziona
pesantemente la vita economico-sociale della Calabria, ma estende
le sue attivita' criminali sull' intero territorio nazionale ed in
diverse aree d' Europa e del mondo''
La storia di una ragazza rumena
rapita a 12 anni e ridotta a schiava
Rapita a 12 anni in Romania per essere portata dapprima in Albania
e poi in Italia, dove per quattro anni ha fatto la schiava e la prostituta,
sfruttata in primo luogo dal fidanzato. Quindi la liberazione e la
decisione di raccontare tutto ai carabinieri. E' la storia di Irene,
una delle tante ragazze finite nella rete dell' organizzazione criminale
composta da albanesi ed affiliati alla 'ndrangheta sgominata dai carabinieri
del Ros con l' operazione Harem. Irene oggi e' una donna libera e
da alcuni mesi ha fatto rientro a Timisoara, in Romania, dove ha ripreso
una vita normale con i genitori ed i fratelli. Le sofferenze che ha
patito, pero', la segneranno per sempre. Su un fatto, in particolare,
Irene non sara' piu' la stessa, la fiducia negli altri, che ha perso
totalmente, diventando diffidente e rendendosi conto quanto male puo'
esistere al mondo. Irene, quattro anni fa, era una ragazza normale.
Frequentava la scuola media, viveva con la famiglia ed aveva un fidanzato
che credeva le volesse bene. La sua vita e' cambiata il giorno in
cui ha accettato l' invito del fidanzato a partecipare ad una gita.
Nel corso del viaggio Irene viene sequestrata dal fidanzato, che la
costringe dapprima ad arrivare a Durazzo e da qui a raggiungere l'
Italia. Scopo del giovane e' di consegnare la fidanzata all' organizzazione
criminale che gestisce lo sfruttamento della prostituzione perche'
questo gli dara' potere e denaro. Irene, quando si rende conto di
cio' che le sta accadendo, si ribella. E cosi' per mesi viene tenuta
prigioniera in una casa di un centro dell' alto Ionio. Alla fine la
ragazza si rassegna ed accetta di prostituirsi. Seguono quattro anni
d' inferno e di angoscia. Una sera Irene riesce a sfuggire al controllo
dei basisti dell' organizzazione che ogni giorno la conducono sulla
strada in cui si offre ai suoi clienti, e scappa. La ragazza sale
su un treno e raggiunge Roma, dove vivono alcuni connazionali ai quali
puo' fare riferimento. Sono loro a consigliarle di rivolgersi ai carabinieri.
Inizia cosi' il rapporto di collaborazione di Irene con la giustizia.
E' lei, adesso, uno dei testimoni chiave dell' inchiesta della Dda
di Catanzaro. Le sue dichiarazioni, con la descrizione dettagliata
delle sevizie subite e dei nomi dei suoi persecutori, hanno riempito
decine e di pagine di verbale. ''Irene - ha detto Vincenzo Luberto,
uno dei sostituti procuratori della Dda che hanno condotto l' inchiesta
- e' una ragazza che ha dimostrato un grande coraggio e maturita',
oltre che un grande senso di giustizia''. Quello di Irene, comunque,
e' solo una delle ragazze sfruttate dall' organizzazione criminale
calabro-albanese che hanno deciso di collaborare con la giustizia.
Il suo esempio e' stato seguito da un' altra ventina di ragazze, che
hanno raccontato le crudelta' subite, i lunghi periodi di segregazione
e le violenze fisiche cui sono state sottoposte. Adesso sono rientrate
nei loro Paesi d' origine, pronte a tornare in Italia, se sara' necessario,
per ribadire, in un eventuale processo, le loro accuse contro i componenti
l' organizzazione. Magistrati ed investigatori gia' le chiamano le
ragazze-coraggio. Il loro comportamento, dicono, e' un esempio per
tutti.
Stretta alleanza tra ndrangheta e albanesi
'Ndrangheta e criminalita' albanese strettamente alleate per sfruttare
i flussi di immigrati nel nostro Paese. E' quanto e' emerso dalle
indagini svolte dai carabinieri del Ros che hanno portato all' emissione
da parte del gip di Catanzaro, su richiesta della Procura antimafia,
di 80 ordinanze di custodia cautelare che gli stessi militari in queste
ore stanno provvedendo ad eseguire. L' attivita' investigativa ha
consentito di sgominare un' organizzazione criminale, composta da
albanesi e calabresi, radicata nella zona di Sibari, che faceva prostituire
donne dell' est. L' organizzazione gestiva, inoltre, un vasto traffico
di armi e droga importati dall' Albania. La sostanza stupefacente
veniva smerciata nelle province di Cosenza, Crotone e Messina, mentre
le armi andavano ad incrementare gli arsenali della 'ndrangheta. I
carabinieri hanno operato gli arresti in Calabria, in altre regioni
italiane, in Albania e in Germania per i reati di associazione per
delinquere finalizzata alla tratta di persone, alla riduzione in schiavitu',
allo sfruttamento della prostituzione, al traffico internazionale
di armi e droga.
Centinaia le ragazze ridotte a schiavitù
Sarebbero state centinaia le ragazze ridotte in schiavitu' e fatte
prostituire dall' organizzazione criminale sgominata dai carabinieri
del Ros con l' operazione Harem per l' esecuzione di 80 ordinanze
di custodia cautelare emesse su richiesta della Procura antimafia
di Catanzaro. Le ragazze fatte prostituire, secondo quanto si e' appreso,
sono di nazionalita' albanese, moldava, ucraina e romena. Lo sfruttamento
della prostituzione veniva effettuato in Calabria ed in altre regioni
dai componenti albanesi dell' organizzazione con il beneplacito della
'ndrangheta, che in cambio avrebbe ricevuto droga ed armi. I casi
accertati di riduzione in schiavitu', e contestati formalmente in
altrettanti capi d' imputazione, sono una quarantina. Delle ottanta
persone a carico delle quali sono stati emessi i provvedimenti restrittivi
la meta' circa, secondo quanto si e' appreso, sono albanesi ed il
resto calabresi e pugliesi. Alcune delle persone coinvolte nell' operazione
risultano residenti in Germania. L' identificazione dei componenti
albanesi dell' organizzazione e' stata ostacolata dalla difficolta'
della loro individuazione anche perche', e' stato spiegato, si tratta
di persone che si spostano continuamente in tutta Europa per la gestione
dei loro traffici illeciti. I presunti affiliati alla 'ndrangheta
coinvolti nell' operazione avrebbero fatto parte delle cosche di Corigliano
Calabro e di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza
Le barche con gli immigrati fatte
affondare per distrarre le unità navali
Alcune barche con a bordo immigrati partiti dall' Albania sarebbero
state fatte affondare volutamente per distrarre le unita' navali delle
forze dell' ordine e consentire cosi' il passaggio di altri natanti
che trasportavano droga ed armi. E' quanto e' emerso dalle indagini
dei carabinieri che hanno portato la scorsa notte all' operazione
Harem. I militari del Ros, in particolare, stanno indagando su alcuni
affondamenti avvenuti al largo della Puglia nel 2002. In alcuni casi
i componenti l' organizzazione avrebbero anche provocato la collisione
delle barche che trasportavano immigrati clandestini con unita' navali
delle forze dell' ordine in modo da avere campo libero per i loro
traffici illeciti di armi e droga. ''L' organizzazione composta da
albanesi, calabresi e pugliesi - ha detto il procuratore della Repubblica
di Catanzaro, Mariano Lombardi - considerava gli immigrati una pura
merce di scambio da sfruttare per i peggiori scopi, attuando nei loro
confronti crudelta' terribili. Un comportamento che dimostra l' estrema
bassezza morale di queste persone''.
Sette arresti eseguiti in Albania
Sono sette gli arresti eseguiti oggi in Albania nell'ambito dell'inchiesta
''Harem'' coordinata dalla procura antimafia di Catanzaro: lo ha annunciato
nel corso di una conferenza stampa a Tirana Enrik Ligori, vice procuratore
della corte d'assise albanese. Per tutti le accuse sono di associazione
per delinquere finalizzata alla tratta di persone, alla riduzione
in schiavitu', allo sfruttamento della prostituzione e al traffico
internazionale di armi e di droga. Le ordinanze di custodia sono state
emesse dall'autorita' giudiziaria albanese sulla base del materiale
inviato dai magistrati italiani e delle ulteriori indagini condotte
sul posto. ''E' la prima volta che operazioni di arresto legate ad
una stessa inchiesta vengono condotte in modo simultaneo in Albania
e in altri Stati'' ha commentato Ligori. Gli arresti sono stati effettuati
nelle citta' di Tirana, Durazzo, Kavaja e Valona. Secondo gli investigatori
l'attivita' del gruppo criminale era in corso sin dal 1999: ''Abbiamo
accertato almeno due casi di traffico di armi verso l'Italia avvenuti
nel 2002 - ha aggiunto il magistrato - nel primo l'organizzazione
aveva trasportato armi con un gommone, nel secondo caso invece si
era servita di un traghetto di linea sul quale avevano caricato un'auto
con le armi''. Verificato anche un episodio di traffico di eroina
con il sequestro di 3 chili di droga: ''Purtroppo dalle indagini sappiamo
che molti altri carichi sono invece riusciti a passare'' ha riconosciuto
il procuratore.
Le ragazze sfruttate hanno collaborato
Sono almeno una ventina le ragazze sfruttate dall' organizzazione
criminale composta da calabresi ed albanesi che, dopo essere riuscite
a sfuggire ai loro aguzzini, hanno collaborato con i carabinieri e
con la Procura distrettuale di Catanzaro, consentendo di acquisire
gli elementi sulla base dei quali sono state emesse le ordinanze di
custodia cautelare nell' ambito dell' operazione Harem eseguita dai
carabinieri del Ros. Tra le ragazze finite nella rete dell' organizzazione
sono molti i casi di crudelta' portata agli estremi, con sequestri
fatti anche carpendo la loro buona fede e con la complicita' di persone
a loro vicine o a loro legate sentimentalmente. Le stesse ragazze
sono state sottoposte a lunghi periodi di segregazione, all' estero
ed in Italia, fino all' avviamento successivo alla prostituzione esercitata
in particolare nella zona dell' alto Ionio cosentino ma anche in altre
zone della Calabria ed in altre regioni. Molte delle ragazze sfruttate,
controllate costantemente dai basisti dall' organizzazione che provvedevano
anche al loro trasporto nei luoghi in cui esercitavano la prostituzione,
sono poi riuscite a fuggire ed a contattare i carabinieri o la Polizia,
avviando cosi' la loro collaborazione con l' autorita' giudiziaria.
Alcune delle ragazze sono rimaste successivamente in Italia, mentre
altre sono state riaccompagnate nei loro Paesi d' origine, cominciando
cosi' le une e le altre una nuova vita.
Ministro Pisanu: “Combattere
la ndrangheta una priorità assoluta”
La lotta alla 'ndrangheta e' ''una priorita' assoluta'': a sostenerlo
e' il ministro dell' Interno Giuseppe Pisanu, il quale si e' ''vivamente
congratulato con i carabinieri e la direzione centrale per i servizi
antidroga'' per la ''complessa operazione antimafia, eseguita dall'
Arma dei carabinieri e dalle polizie di diversi paesi stranieri, coordinata
dalla procura nazionale antimafia e dalla procura distrettuale di
Catanzaro, in collaborazione con la magistratura albanese''. Un' operazione,
spiega Pisanu, che ''ha inferto un duro colpo ad un' organizzazione
italo-albanese dedita alla tratta degli esseri umani ed al traffico
internazionale di stupefacenti e armi, facendo registrare 80 arresti
ed il sequestro di notevoli quantitativi di droga operati in Calabria
e in altre regioni italiane, nonche' in Albania, Kosovo, Ucraina e
Germania''. ''Come ho detto altre volte la lotta alla 'ndrangheta
- ha detto Pisanu - e' una priorita' assoluta per la sicurezza e l'
ordine pubblico del nostro Paese, perche' questo sodalizio non solo
condiziona pesantemente la vita economico-sociale della Calabria,
ma estende anche le sue attivita' criminali sull' intero territorio
nazionale e in diverse parti d' Europa e del mondo. Per questo - conclude
Pisanu - mi sono vivamente congratulato con i carabinieri e la direzione
centrale per i servizi antidroga''
Procuratore nazionale Grasso: “Con
l’Albania un nuovo salto di qualità”
''L' alleanza operativa tra 'ndrangheta ed organizzazioni criminali
albanesi emersa dall' inchiesta della Dda di Catanzaro dimostra un
ulteriore salto di qualita' dell' organizzazione criminale calabrese,
che trova cosi' nuova linfa per le sue attivita' illecite''. Lo ha
detto il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, incontrando
i giornalisti per illustrare i risultati dell' operazione Harem fatta
dai carabinieri dei Ros. ''Contro questa strategia di espansione -
ha aggiunto Grasso - e' fondamentale la cooperazione investigativa
a livello internazionale di cui l' operazione compiuta la scorsa notte,
con gli arresti fatti contestualmente in Italia ed in Albania, e'
una concreta applicazione. E' stata stroncata un' alleanza tra criminali
albanesi ed affiliati alla 'ndrangheta che si stava rivelando reciprocamente
utile: i primi fornivano ai calabresi armi e droga in cambio dell'
autorizzazione a fare esercitare la prostituzione a donne di Paesi
dell' est ridotte in schiavitu' e costrette a trasferirsi nel nostro
Paese. E' emerso pure che gli albanesi avrebbero anche garantito alla
'ndrangheta la disponibilita' di persone pronte ad eseguire omicidi,
in Calabria o ovunque servisse. Il capitolo dell' inchiesta che riguarda
la droga e' anche importante perche' apre nuovi scenari nelle rotte
dei traffici internazionali di sostanze stupefacenti''. ''L' operazione
della scorsa notte - ha concluso il procuratore Grasso - e' servita
a stroncare tutto questo e puo' dunque rappresentare il punto di partenza
per nuove collaborazioni investigative a livello internazionale per
sconfiggere la grande criminalita'''.
Spagnuolo (DDA) “La cooperazione
giudiziaria internazionale è stata fondamentale”
''La cooperazione giudiziaria internazionale rappresenta l' elemento
qualificante e fondamentale nella lotta contro la criminalita' organizzata''.
Lo ha detto all' Ansa il procuratore della Repubblica aggiunto di
Catanzaro, Mario Spagnuolo, commentando l' operazione Harem dei carabinieri
del Ros contro un' organizzazione criminale composta da affiliati
alla 'ndrangheta ed albanesi. ''Quella che e' in corso - ha aggiunto
Spagnuolo - e' la quarta grande operazione condotta quest' anno dalla
Procura antimafia di Catanzaro contro lo sfruttamento dell' immigrazione
clandestina''
Bianchi: “Restituita la libertà
agli immigrati”
''Esprimo grande soddisfazione per l'operazione dei Carabinieri dei
Ros in Calabria, denominata Harem, con la quale e' stata sgominata
un'organizzazione criminale che ha ridotto in schiavitu' e fatto prostituire
centinaia di ragazze in cambio di droga e armi''. E' quanto sostiene
in una nota la parlamentare e responsabile del terzo settore della
Margherita, Dorina Bianchi. ''L'alleanza - ha aggiunto - tra malavita
calabrese e albanese aveva messo occhi e mani su uno dei settori piu'
redditizi e abietti. Alla Procura nazionale Antimafia, alla Dda di
Catanzaro e ai Ros vanno il ringraziamento e le congratulazioni per
la ''doppia liberazione'' con cui hanno restituito alla liberta' centinaia
di donne sfruttate e vessate e nello stesso tempo reso piu' liberi
i cittadini dalla morsa di una criminalita' che mina e ipoteca anche
le possibilita' di sviluppo del Sud'
Minniti “Un colpo durissimo
all’organizzazione”
''Il successo dell' operazione 'Harem' condotta dai Ros in Calabria
costituisce un colpo durissimo a quella che oggi appare la piu' inquietante
evoluzione della 'ndrangheta calabrese e cioe' la sua capacita' di
costruire rapporti con organizzazioni criminali di altri paesi''.
E' quanto sostiene in una nota il responsabile Dipartimento Sicurezza
e difesa della Direzione nazionale dei Ds, Marco Minniti, circa l'operazione
Harem. ''Si colpisce altresi' - ha aggiunto - la gestione di un reato
particolarmente abbietto quale e' la riduzione in schiavitu' e nello
stesso tempo si recide il corridoio 'balcanico'di approvvigionamento
di droga e di armi che per la 'ndrangheta calabrese ha sempre costituito
un canale privilegiato''. ''Alle forze dell' ordine - ha concluso
Minniti - e ai magistrati che hanno condotto l' operazione le mie
piu' sincere congratulazioni''.
Meduri: “Presenza fattiva
dello Stato”
''Sono segnali importanti che testimoniano una presenza fattiva dello
Stato a presidio e controllo del territorio''. Lo sostiene Luigi Meduri,
deputato della Margherita, facendo riferimento all' operazione contro
la 'ndrangheta fatta dai carabinieri del Ros. ''Bisogna rafforzare
quest' attivita' di controllo - aggiunge Meduri - e dare fiducia ai
cittadini che la battaglia sul crimine si puo' e si deve vincere.
Si parla di reati gravi come la riduzione in schiavitu', il traffico
di persone e di droga. L'operazione dei Ros e' una risposta tempestiva
e imponente. Ora non bisogna abbassare la guardia. Onore dunque ai
Ros ed alla magistratura, che in Calabria oggi hanno compiuto un'
importantissima operazione anticrimine che ha svelato ancora una volta
l' enorme bacino d'affari che la criminalita' organizzata ha intessuto
purtroppo anche sul piano internazionale''.
Lumia: “Scoperto chi sfrutta
l’immigrazione”
''Quella di oggi e' un' operazione importante per la quale bisogna
fare i complimenti ai Ros dei Carabinieri, alla Procura Nazionale
Antimafia ed alla Dda di Catanzaro. Il dato piu' importante e' che
e' stato colpito il vertice dell' organizzazione e dimostrato che
molti degli immigrati irregolari che venivano fatti entrare in Italia
altro non erano che schiavi''. E' quanto sostiene in una nota il capogruppo
dei Ds nella commissione parlamentare Antimafia, Giuseppe Lumia, circa
l'operazione Harem compiuta stamane in Calabria. ''Questa - ha aggiunto
- e' la strategia corretta, quella di scoprire chi sfrutta l' immigrazione
ed i bisogni, mentre va respinta l' idea di colpire indiscriminatamente
tutti gli immigrati. Come dimostra questa inchiesta gli strumenti
per attuare una vera strategia contro lo sfruttamento dell' immigrazione
ci sono: se funziona il controllo del territorio e si utilizza bene
la cooperazione internazionale i boss vengono scoperti in Italia ed
all' estero. In piu' si dimostra che le stesse bande che gestiscono
il traffico di esseri umani controllano anche il traffico di droga
e di armi, confermando che di vere e proprie mafie si tratta''. ''Purtroppo
il Governo - ha concluso Lumia - ha preferito in questi anni puntare
tempo e risorse verso la repressione in Italia degli immigrati clandestini
invece di attuare con costanza politiche di prevenzione anche a livello
internazionale, colpendo le organizzazioni mafiose anche nei loro
paesi d'origine, che avrebbero dato risultati importanti e duraturi''
Jole Santelli “Strategia d’azione
sta dando si suoi frutti”
''Quello che e' avvenuto oggi e' l' ennesima dimostrazione che, al
di la' delle speculazioni politiche portate avanti da certa sinistra,
la strategia d' azione scelta per liberare la Calabria dalla criminalita'
organizzata sta dando i suoi buoni frutti''. Cosi' il sottosegretario
alla Giustizia, Jole Santelli, commenta l' operazione antimafia Harem.
''Si e' trattato di un'operazione non sporadica ma di alto profilo
- dice il sottosegretario - che dimostra quanto le forze dell' ordine
e la Procura nazionale Antimafia stiano portando avanti una strategia
che colpisce profondamente al cuore certe organizzazioni criminali.
Le mie congratulazioni per questa straordinaria operazione, che e'
un grande esempio di cooperazione internazionale anche nel campo investigativo,
vanno al procuratore Grasso, alla procura distrettuale di Catanzaro
ed all' Arma dei Carabinieri''.
Valentino: “Efficiente azione
dello Stato”
''L'operazione Harem e' l'ulteriore riprova di quanto efficiente
e rigorosa sia l'azione dello Stato contro la criminalita' organizzata
ma rivela anche l'ampiezza degli intrecci delittuosi che, anche a
livello internazionale, caratterizzano le relazioni della 'ndrangheta''.
E' quanto ha detto il sottosegretario alla giustizia, Giuseppe Valentino,
circa l'operazione Harem. ''L'attivita' - ha aggiunto - contro il
delitto nella nostra Regione e' da tempo scandita da una serie di
successi delle forze dell'ordine, dimostrazione evidente che le scelte
attuate sono assolutamente proficue e impongono il plauso della Comunita'
Calabrese che si oppone strenuamente a che le forze della criminalita'
possano prevalere''. ''Credo - ha concluso Valentino - che sullo striscione
bianco dei ''Ragazzi di Locri'' oggi si possa scrivere 'Lo Stato c'e'''
Gentile “Colpita la capacità
di espansione”
''L'operazione ''Harem'' ha questa volta colpito la capacita' di
espansione della malavita calabrese con organizzazioni criminali di
primissimo piano di altri Paesi''. E' quanto sostiene in una nota
il componente della commissione parlamentare antimafia e senatore
di Forza Italia, Antonio Gentile, circa l'operazione Harem. ''L'aspetto
piu' inquietante - ha aggiunto - non e' la tratta degli esseri umani
ma quello che si nasconde dietro e cioe' il traffico di droga e di
armi. I miei ringraziamenti personali, da calabrese in primo luogo
vanno al ministro dell'interno, Giuseppe Pisanu, che ha creato una
rete di controlli finalizzati a sconvolgere gli equilibri criminali
in tutta l'area meridionale''