Stati Generali per il mezzogiorno
a Reggio Calabria. Pignataro: “Una ricerca di nuove strategie”.
Castagna: “Rompere la cultura nordista”. Adesione della
FNSI.
16/12 “Cgil- Cisl-Uil, Confindustria, la Conferenza delle Regioni
meridionali terranno il 17 Dicembre a Reggio Calabria gli “Stati
Generali per il Mezzogiorno”, una grande assise copromossa per
confrontarsi e stabilire una azione comune per il rilancio delle politiche
per il Sud, per definire una piattaforma condivisa di priorità
a breve termine, per una nuova assunzione forte della questione meridionale,
affinché diventi elemento fondamentale di una nuova politica
di inversione del declino, di rilancio del sistema Paese”. A
sostenerlo e' stato il segretario generale della Cgil calabrese, Fernando
Pignataro, in merito agli stati generali per il Mezzogiorno in programma
a Reggio Calabria. “Il Presidente Ciampi – ha poi proseguito
Pignataro- ci ha ricordato ripetutamente che puntare sul Mezzogiorno
non è solo un dovere etico, ma anche una grande opportunità
per l’Italia. Pertanto, la valorizzazione del Mezzogiorno, la
realizzazione di interventi assolutamente prioritari, il rilancio
della concertazione fra le forze economiche, sociali e politiche,
diventano punti essenziali di una politica che tende ad invertire
sensibilmente la situazione di crisi economica e produttiva del nostro
Paese.
L’iniziativa è, nel contempo, straordinaria e fortemente
innovativa nell’approccio alle problematiche del Sud. Non fosse
altro che per la prima volta insieme il Sindacato, la Confindustria
e i Governi regionali pensano ad investire su una proposta condivisa,
su un quadro delle esigenze più impellenti. Ed è un
investimento per il presente, ma lo è ancora di più
per il futuro prossimo, per il nuovo Governo nazionale, per il nuovo
quadro politico che uscirà dalla competizione elettorale del
prossimo aprile.
Ma perché oggi e perché in Calabria?
Pochi giorni fa l’Italia del lavoro si è fermata, lo
sciopero generale contro le politiche economiche e finanziarie del
Governo è stato un successo, altissima astensione in tutto
il Paese, tutte le piazze italiane gremite di gente che vive il disagio
di una crisi forte, di un’assenza di prospettive, di insicurezza
e di nuova crescente povertà ed esclusione sociale.
Questo è il risultato di scelte sbagliate, che hanno penalizzato
il lavoro, le imprese e la capacità competitiva del nostro
sistema produttivo, che hanno reso più vulnerabile la società
italiana, che hanno aumentato il divario del Mezzogiorno dal resto
del Paese.
La Finanziaria 2006 riduce le risorse per il Mezzogiorno (già
esigue), non contiene una visione strategica di sviluppo, abbandona
qualsiasi sostegno allo sviluppo locale, taglia i fondi per le Regioni
e per i Comuni, diminuisce in modo consistente i finanziamenti per
le aree sottoutilizzate e i cofinanziamenti delle risorse comunitarie.
Il quadro che ne deriva è drammatico ed impone il contrasto
forte a queste politiche, ma anche la ricerca di un fronte comune
di proposta e intervento, di una nuova strategie per il Sud del Paese,
di una nuova centralità del Mezzogiorno. Ecco il perché
oggi degli Stati Generali.
All’indomani dell’omicidio Fortugno, dalla Calabria è
ritornata prepotentemente quale priorità assoluta la questione
della legalità, il legame inscindibile tra un’azione
straordinaria per il ripristino della legalità e il rilancio
di politiche di crescita, sviluppo e coesione sociale.
Immediatamente una prima risposta, forse inaspettata, che ha scosso
le coscienze, che ha ridato slancio alle forze sane della società
calabrese: quella dei giovani della Locride, che chiedono impegno
e continuità, che pensano che una rinnovata tensione sociale
sia indispensabile per battere la mafia, che chiedono di non essere
soli, perché non possono accollarsi tanta responsabilità
e un ruolo che è di altri soggetti, deve essere dello Stato,
delle Istituzioni, della politica e della società civile.
Ecco perché parte dalla Calabria questo percorso unitario di
proposta per lo sviluppo del Mezzogiorno, per il messaggio che ne
deriva, ma anche perché ai giovani bisogna cominciare a rispondere
con presenze, fatti, assunzioni di responsabilità, impegni
concreti e unità di intenti.
Infine, non si tratta di una passerella di personalità, di
leaders nazionali, ma si concluderà con un documento comune
che impegna tutti sulle future azioni nei confronti del Governo nazionale
sulle scelte da compiere per il Mezzogiorno, sulle priorità
e sulle ricadute economiche e finanziarie.
Legalità, sistema di imprese da incentivare con la fiscalità
di vantaggio, potenziamento delle dotazione infrastrutturale, interventi
per le aree urbane per superare il degrado delle periferie e l’esclusione
sociale, i distretti tecnologici e un nuovo pacchetto di interventi
sul settore del turismo e dei beni culturali, un quadro certo di risorse
pubbliche per la spesa corrente e per una maggiore sicurezza del sistema
delle Autonomie locali, un quadro certo di risorse per gli investimenti.
Queste le priorità, questo un percorso condiviso di scelte
che possono dare un nuovo segno alle politiche per il Mezzogiorno
e utilizzare al meglio un territorio, quale risorsa per l’intero
Paese.
Ma si tratta anche di lanciare una sfida alla politica, una competizione
virtuosa, programmatica, di idee e strategie di sviluppo. E’
sempre più pressante il bisogno di scelte che vadano nella
direzione della qualità, dell’innovazione, della modernità.
Non si può vincere questa sfida se si lascia indietro un intero
pezzo del Paese, un pezzo importante che può essere una delle
grandi risorse della ripresa nazionale.
Un’opportunità che va utilizzata fino in fondo: questo
è il messaggio che deve scaturire forte da
La FNSI condivide le ragioni degli
stati generali del Mezzogiorno
16/12 ''La Federazione Nazionale della Stampa Italiana condivide
le ragioni e l'iniziativa degli Stati Generali del Mezzogiorno, convocati
a Reggio Calabria per domani''. Lo scrivono il Presidente e il Segretario
Generale della Fnsi, Franco Siddi e Paolo Serventi Longhi, in un messaggio
indirizzato ai Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil, di adesione
agli ''Stati Generale del Mezzogiorno'' in programma domani a Reggio
Calabria. ''Il Sindacato unitario dei giornalisti italiani ritiene
che la questione Mezzogiorno meriti attenzioni politiche, culturali
e sociali rinnovate. Abbassare la discussione, come e' stato negli
ultimi anni - aggiungono - non e' stato un bene. Gli squilibri del
Paese sono cresciuti e l'intero Sistema-Paese ne risente. Anche il
mondo dell'informazione soffre di piu' al Sud, per le difficolta'
economiche della popolazione e per i fenomeni di disagio sociale,
e anche di criminalita', che non aiutano certo lo sviluppo delle imprese
del settore. E i giornalisti risentono pesantemente della crisi di
occupazione stabile, della diffusione estrema del fenomeno del precariato
e dell'incertezza di futuro che nel Mezzogiorno si evidenziano in
maniera particolarmente acuta. C'e' bisogno di una politica di investimenti
in democrazia che tengano conto della promozione delle politiche socio-culturali
come condizione centrale per lo sviluppo. La carenza di una diffusa
considerazione del valore sociale del bene informazione - spiegano
ancora Siddi e Serventi Longhi - visto spesso come un impaccio da
rimuovere piuttosto che come una risorsa, rappresenta un problema
che si scarica sulle imprese ma anche e soprattutto sui giornalisti
troppo spesso bersaglio di quanti non accettano che i fatti meritevoli
di essere conosciuti siano portati alla ribalta della pubblica opinione.
Fare giornalismo nel Sud e', percio', piu' faticoso e difficile (e
talvolta pericoloso) per tutti''. ''Il libero giornalismo e' essenziale
per la democrazia e contribuisce alla costruzione, nella societa',
delle capacita' di fronteggiare i problemi dello sviluppo e della
poverta'. Per questa ragione l'informazione non puo' essere considerata
una merce qualsiasi ma un bene e un servizio. Il movimento sindacale
dei giornalisti italiani e' consapevolmente impegnato sul terreno
della crescita del sapere e dell'informazione libera e, di conseguenza,
dell area dei diritti di tutti i cittadini. La Federazione Nazionale
della Stampa Italiana crede nel valore della collaborazione. Per questo
aderisce agli Stati Generali di Reggio Calabria rilanciando l azione
per i contratti di lavoro e il diritto dei giornalisti a lavorare
in un quadro di liberta' e di rispetto dell autonomia professionale,
finalizzata a fare di ogni persona un soggetto titolare del diritto
a comunicare nel mondo e con il mondo. L'impegno per il rinnovo dei
contratti e' indirizzato alla tutela dell occupazione e dei diritti
fondamentali del lavoro, alla lotta al lavoro nero e precario. Gli
Stati generali del Mezzogiorno, in questo senso - concludono - sono
un occasione molto importante, per rompere solitudini e per illuminare
una realta' altrimenti rimossa o vissuta solo come un fastidioso 'problema
che appartiene ad altri'. La nuova vigorosa iniziativa della societa'
civile del Sud va incoraggiata e sostenuta''.
Castagna : “rompere la cultura
nordista”
16/12 ''Gli Stati generali sul Mezzogiorno sono un segnale forte,
positivo e dirompente nei confronti di una cultura nordista che ha
condizionato, in modo particolare, la politica dei Governi della cosiddetta
seconda Repubblica e fatto molti proseliti anche nelle forze economiche
e sociali''. E' quanto afferma Roberto Castagna, segretario generale
della Uil calabrese circa l' appuntamento di domani a Reggio. ''Con
l' iniziativa di domani e la sottoscrizione di un Manifesto comune
- prosegue Castagna - forse si aprira' una nuova fase in cui le Regioni
del Mezzogiorno potranno svolgere un ruolo di primo piano. Finalmente
da piu' parti si e' compreso che il rilancio del Paese e' condizionato
dallo sviluppo o meno del Mezzogiorno''. Secondo il segretario della
Uil calabrese, inoltre, ''il Sud, e la Calabria in particolare, hanno
bisogno di politiche di welfare che puntino ad un sostegno al reddito
attraverso il finanziamento di servizi di utilita' sociale e la stabilizzazione
di importanti fasce di precariato oggi presenti. Ma, soprattutto,
bisognera' puntare su ricerca, innovazione, formazione e infrastrutture,
quattro obiettivi su cui fondare un progetto di rilancio. Il Sud deve
sapere cogliere la grande opportunita' che proviene dal bacino del
Mediterraneo. Deve diventare una risorsa strategica per l' intero
paese''. Per Castagna ''bisogna bloccare il fenomeno di migrazione
culturale che negli ultimi 10 anni ha visto circa centomila giovani
diplomati e laureati, abbandonare la Calabria. Infine, una particolare
attenzione va dedicata alla lotta contro l' illegalita' e la criminalita'
organizzata''. ''La Calabria ha bisogno di una terapia d' urto che
parta anche, e soprattutto, dal basso - conclude Castagna - dalle
istituzioni, dalla classe dirigente in senso lato, dalla necessita'
di comportamenti etici e morali''.