Nuovo colpo alla ndrangheta: arrestato
il presunto boss Francesco Cataldo detto “u professuri”
27/12-(Giampaolo Cataldo)- E’ finita la latitanza del presunto
boss, di una delle più potenti cosche della locride, Francesco
Cataldo, di 47 anni. “U professuri”, così chiamato
perche', subito dopo la laurea, ha insegnato come supplente per alcuni
anni in un istituto d' arte , e' stato arrestato dalla polizia dopo
che il 20 dicembre scorso era sfuggito alla cattura nell' ambito dell'operazione
''Pr.659 dead'' contro presunti affiliati alla cosca ”Cataldo”.
In quella occasione erano state arrestate sei persone accusate di
associazione mafiosa e, due di loro, anche dell'omicidio di Salvatore
Cordi', uno dei capi dell'omonima cosca, contrapposta a quella dei
Cataldo, ucciso il 31 maggio scorso a Siderno.
Di quell’ omicidio gli investigatori hanno la registrazione
del colpo di fucile esploso da uno dei killer. Una registrazione che
e' stata resa possibile grazie alla disattenzione dello stesso killer
che inavvertitamente fece partire una telefonata dal proprio cellulare
che era tenuto sotto controllo dalla polizia. Francesco Cataldo e'
accusato di associazione mafiosa e danneggiamento per avere incendiato,
a Pordenone, un furgone di proprieta' di una societa' costruttrice
di macchine industriali per le pulizie.
Il boss Cataldo e' stato scovato dalla polizia di Siderno in un appartamento
non abitato ubicato vicino al liceo classico di Locri. Al momento
del suo arresto Cataldo, che si e' complimentato con la Polizia, era
solo e disarmato. ''E' giusto che mi prendiate voi'', ha detto agli
agenti al momento del suo arresto. Francesco Cataldo, e' considerato
dagli investigatori a capo dell'omonima cosca.
U professore ha insegnato per alcuni
anni
Lo chiamano ''u professore'' con ogni probabilita' perche' professore
ha tentato di diventarlo davvero. Si tratta di Francesco Cataldo,
di 47 anni, arrestato da personale del commissariato della Polizia
di Stato di Siderno con l' accusa di associazione mafiosa e considerato
il capo dell' omonima cosca operante a Locri. L' uomo, infatti, per
alcuni anni ha svolto l' attivita' di supplente in diversi istituti
della Locride. Una carriera interrotta dalle prime inchieste che lo
hanno riguardato e che risalgono a diversi anni fa. Cataldo era stato
scarcerato lo scorso anno dopo avere scontato cinque anni di reclusione
per associazione mafiosa nell' ambito dell' operazione ''Primavera''
e dal 20 dicembre era nuovamente ricercato dopo essere riuscito a
sfuggire all' arresto nell' operazione ''Pr.659 dead'' contro presunti
affiliati alla cosca. In quella occasione erano state arrestate sei
persone accusate di associazione mafiosa e, due di loro, anche dell'
omicidio di Salvatore Cordi', uno dei capi dell' omonima cosca, contrapposta
a quella dei Cataldo, ucciso il 31 maggio scorso a Siderno. Un omicidio
di cui gli investigatori possiedono anche la registrazione. Uno dei
killer, infatti, ha inavvertitamente fatto partire una telefonata
dal proprio cellulare, che era gia' tenuto sotto controllo dalla polizia,
proprio mentre stava esplodendo un colpo di fucile contro Cordi'.
Le accuse contestate a Francesco Cataldo sono di associazione mafiosa
e danneggiamento. Quest' ultima si riferisce, in particolare, all'
incendio, avvenuto a Pordenone, di un furgone di proprieta' di una
societa' costruttrice di macchine industriali per le pulizie. Cataldo
e' stato bloccato ieri mentre, da solo, in un appartamento non abitato
situato nelle vicinanze del liceo classico di Locri, si stava preparando
il pranzo di Santo Stefano. Disarmato non ha opposto resistenza. Anzi,
si e' complimentato con gli agenti che lo hanno arrestato. ''E' giusto
che mi prendiate voi'' ha detto ai poliziotti. Le ricerche di Cataldo
proseguivano da giorni. Gli agenti del Commissariato di Siderno hanno
compiuto numerose perquisizioni, non solo nella locride, ma anche
a Roma. Nel corso dell' attivita' gli investigatori sono riusciti
a individuare il rifugio dell' uomo ed hanno fatto irruzione.
Napoli (AN) “Un impegno incisivo
contro le cosche”
''La cattura di Francesco Cataldo, capo dell'omonima cosca di Locri,
oltre a confermare l'impegno, sempre piu' incisivo, intrapreso nel
contrasto alla 'ndrangheta, evidenzia come gli uomini delle cosche
calabresi siano sempre piu' inseriti nelle Istituzioni e nella societa'
civile, con ruoli che li hanno visti persino educatori dei giovani''.
E' quanto sostiene in una nota la vice presidente della commissione
parlamentare antimafia, Angela Napoli, circa l'arresto di Francesco
Cataldo. ''Per tale ragione - ha aggiunto - sento il dovere istituzionale
e morale di rivolgere un plauso all'azione che, ancora una volta,
gli uomini della Polizia di Stato di Siderno, coordinati dal locale
Dirigente e dal questore di Reggio Calabria, hanno compiuto a danno
della cosca Cataldo. Spero che la professionalita' e l'impegno messi
in atto da tutte le Forze dell'Ordine calabresi non vengano resi vani
dall'eventuale ed inopportuna approvazione della legge sull'amnistia,
che proprio oggi il Parlamento italiano inizia a discutere''.