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Cronaca
Aereo cade vicino Punta Raisi

resti dell'aereo portati a terra

Volo da Bari a Djerba cade nel Tirreno: 13 morti, 3 dispersi e 11 feriti gravi. Secondo un esperto incidente dovuto ad un problema di carburante

07/08 Tragico incidente sabato pomeriggio al largo della costa palermitana. Un aereo Atr 72 della Tuninter, compagnia affiliata alla Tunis Air, con 39 persone a bordo, quasi tutte italiane, e' ammarato in seguito ad un'avaria intorno alle 15.55, 13 chilometri al largo di Capo Gallo, sulla costa palermitana. Pesante il bilancio: 13 morti, tra cui due bambini di 8 e 2 anni, 11 feriti gravi ricoverati in rianimazione, 3 dispersi per cui si nutronooramai poche speranze. E il bilancio sarebbe stato addirittura maggiore, catastrofico, se non fosse parzialmente riuscito il tentativo di ammaraggio del pilota, Chafik Gharbi, che ha scelto l'opzione piu' rischiosa non riuscendo a portare il velivolo verso l'aeroporto di Punta Raisi ed e' rimasto ferito nella manovra. Il volo Tui 1153 charter parte dall'aeroporto Bari-Palese alle 14.30, diretto a Djerba, in Tunisia. Alle 15.24, la chiamata via radio al centro di controllo di Roma da parte del pilota Chafik Gharbi e del suo assistente Ali' Kbaier, che affermano di avere un'avaria al motore: concitata, arriva la richiesta di atterrare nell'aeroporto di Punta Raisi, il 'Falcone e Borsellino' di Palermo. Ma l'Atr non arrivera' mai allo scalo palermitano. Gharbi sara' costretto ad ammarare, nell'ultimo, disperato tentativo di salvare piu' vite possibili. ''Non ce la faccio ad atterrare, sto ammarando'', riferisce il comandante alla torre di controllo.
Quasi per miracolo, l'Atr 72 non affonda, ma l'ammaraggio non e' perfetto. L'urto e' devastante e molti passeggeri subiscono un pesante contraccolpo all'interno della pancia del velivolo. Chi riesce a uscire tenta di aggrapparsi alle ali dell'aereo per non farsi travolgere dalle onde. Un altro volo, della Air One, localizza l'apparecchio e immediatamente gli uomini di guardia costiera e vigili del fuoco si lanciano nel soccorso dei naufraghi. Subito dopo intervengono polizia, carabinieri, elicotteri del 118, della protezione civile e della forestale. Le motovedette della capitaneria di porto di Palermo sono le prime a far salire a bordo i passeggeri piu' fortunati. Nel giro di poco piu' di un'ora, la maggior parte dei sopravvissuti viene raccolta dai mezzi dei vigili del fuoco e della guardia costiera. Contemporaneamente, mezzi dell'esercito e dell'aeronautica tunisina sirecano sul luogo dell'incidente per partecipare alle operazioni di soccorso in mare. A riva, intanto, si allestiscono i soccorsi per i superstiti. In un primo momento sembra che i naufraghi verranno accolti all'aeroporto, poi la macchina dei soccorsi si sposta nel porto di Palermo, dove un vero e proprio esercito di ambulanze e mezzi delle forze dell'ordine e' pronto a trasportare i feriti negli ospedali palermitani 'Civico', 'Villa Sofia' e 'Ingrassia', che nel frattempo hanno attrezzato i reparti e chiamato a rapporto gli operatori di pronto soccorso e rianimazione. A uno a uno, tutti coloro che erano rimasti in mare vengono portati in salvo. Tanto che in un primo momento vigili del Fuoco e Capitaneria di Porto sembrano ottimisti, e arrivano a ipotizzare che quello di Punta Raisi sia stato un disastro che non ha fatto vittime. Piu' tardi la tragica scoperta. Mancano all'appello ancora molte persone. Alcuni sono feriti gravi, che sembrano essere ancora intrappolati nell'aereo. Altri verrano cercati per ore nel relitto. E quello che sembrava essere un miracolo finisce con l'assume pian piano i colori della tragedia. I cadaveri raccolti dai mezzi di soccorso sono prima cinque, poi dieci. Il numero dei morti aumenta di minuto in minuto. Negli ospedali palermitani, oltre ai posti letto in rianimazione, si iniziano ad allestire le prime camere ardenti. La ricerca dei dispersi, poi, si fa ancora piu' difficoltosa quando l'aereo si spezza in tre punti, costringendo i vigili del fuoco ad applicare dei 'palloncini' per tenerlo a galla il piu' a lungo possibile.

particolare dei resti portati questa sera a terra

I sopravvissuti

07/08 Nel tardo pomeriggio di sabato, intanto, chi e' sopravvissuto senza troppi guai fisici, comincia a raccontare quello che e' successo. Inizialmente, una gioia quasi cinica. Poi il terrore e la consapevolezza di essere stati quasi dei 'prescelti'. ''Siamo vivi per miracolo''. E' la prima testimonianza che arriva da Addolorata De Pasquale, scesa da una motovedetta della guardia costiera insieme con gli altri naufraghi, visibilmente sotto choc, scampati al disastro aereo. Dall'imbarcazione scende anche un uomo ferito, con il volto sanguinante e i pantaloni strappati. Una delle ragazze grida con un'espressione di dolore ''Aiuto mamma, aiuto mamma''. ''Non sappiamo bene cosa sia successo -racconta un altro naufrago- All'improvviso abbiamo visto l'aereo cadere e abbiamo gridato tutti. Poi il mare che si avvicinava... il buio... quanta paura. Credevo di morire. Non so ancora come sia riuscito a cavarmela''. ''Siamo salvi, stiamo bene, e' tutto a posto'', sono invece le frasi di Gianluca Laforgia, 26enne barese, che parla al telefono con il padre Diego e chiede di rassicurare anche i genitori della fidanzata Annalisa Susca e quelli di altri due amici del gruppo. Diverse le sensazioni di un'altra donna, anche lei 'miracolata', che pero' ha perso il marito, che le era seduto vicino. ''Ho visto morire mio marito accanto a me'', continua a ripetere. Dopo l'arrivo al porto di Palermo viene trasportata all'ospedale Civico del capoluogo siciliano. Sottoposta alla Tac, le e' stata riscontrata una lesione, giudicata non grave. Durante la visita non fara' altro che piangere, disperandosi per quanto accaduto. Al pronto soccorso dell'ospedale 'Civico' di Palermo vengono trasportati Rosanna di Cesare, Claudio Gullo, Addolorata di Pasquale. Dimessi dopo qualche ora, invece, Annalisa Susca e Gianluca La Forgia. In prima rianimazione vegono, invece, ricoverati il comandante dell'equipaggio Gharbi Chifik, tunisino, e i componenti dell'equipaggio Ali' Kewaier e Galia Kebil. Poi, Benedetta Rita Ranieri, Gianfranco Basile, Massimo Matera, Luca Squicciarini, Grazia Silvestri, Gaetano Di Pizzo, Luciano Lucaselli e Carmela Intini. Superstiti anche a 'Villa Sofia', dove continua a chiedere ininterrottamente del suo papa' la piccola Maria Grazia di 11 anni. Accanto a lei c'e' sempre la mamma, Flora La Catena, che non la abbandona un attimo. Il marito sarebbe tra le vittime dell'incidente aereo. A supportare la donna e la bambina c'e un'equipe di psicologi arrivati in ospedale. A Villa Sofia vengono ricoverati i pazienti ''non gravi'' Flora La Catena, 32 anni, Donato Salvatore Cetola, 31 anni, Ilaria Lo Bosco, 23 anni, Roberto Fusco, 24 anni, e una bambina di 11 anni. All'ospedale 'Ingrassia', infine, ci sono Angelo Luciri e Gaetano Paltera. Tra i superstiti, lo stesso pilota Chafik Garbi, autore di una operazione di emergenza che, a detta degli esperti dell'Ansv (Agenzia nazionale sicurezza volo), ''raramente riesce in questa maniera''. Secondo la ricostruzione che Garbi fornisce all'Enac (ente per l'aviazione civile) ''i motori hanno perso potenza''. ''Sono stato costretto ad ammarare'', spiega. E ai tecnici Enac Garbi dice anche che ''la manovra di ammaraggio, proprio a causa della mancata potenza dei motori, non sarebbe riuscita perfettamente e l'aereo sarebbe entrato in mare con la fusoliera in picchiata''.

il troncone con le ali

A Bari la disperazione

Nel frattempo a Bari si scatena l'allarme. I parenti dei passeggeri, quasi tutti italiani, si recano all'aeroporto per cercare notizie dei loro cari. Le modalita' del disastro si diffondono velocemente e il Comune di Bari invita coloro che vogliono avere notizie sull'incidente aereo a contattare il centralino del municipio (080-5771111). - Dei passeggeri, la maggior parte aveva comprato un pacchetto turistico della 'Swantour' e sei della 'Sprintours', due tour operator romani, specializzati in viaggi in Egitto, Tunisia, Mar Rosso e Grecia. ''Si tratta di un pacchetto 'tutto compreso' -spiega il responsabile del prodotto della Swan Tour, Fabrizio Capurro- con volo Bari-Djerba, trasferimenti e albergo. I nostri clienti sono tuttituristi italiani, per lo piu' residenti nelle province di Bari e di Taranto''. Djerba, infatti, e' una localita' turistica molto gettonata dal turismo italiano. Ogni anno, sono migliaia a recarsi, soprattutto dal Sud, nella 'Polinesia del Mediterraneo', tra le piu' tranquille e accoglienti del nord-Africa. Allo scalo di Bari, insieme ai familiari arrivano anche il sindaco di Bari, Michele Emiliano, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e il questore Franco Grasseri. Con loro, il procuratore capo della Repubblica di Bari, Emilio, Marzano che annuncia l'apertura ''d'obbligo'' di un fascicolo sull'incidente aereo. E proprio per accertare le cause dell'incidente anche l'Ansv, l'Agenzia nazionale sicurezza volo, apre un'inchiesta da condurre di concerto con le autorita' francesi e tunisine. ''Non si conoscono, nonostante le parole del pilota, i motivi veri che hanno portato all'incidente, visto che l'Atr e' un aereo che puo' volare in maniera abbastanza tranquilla anche con un motore solo. Potrebbe esserci stato dell'altro'', commenta a caldo il responsabile Ansv Adalberto Pellegrino. Ma che il tragico incidente non sia comunque imputabile a un atto terroristico viene rapidamente confermato dal ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi. ''Si e' trattato di un incidente e non di un attentato terroristico'', spiega, sottolineando peraltro che''le procedure di salvataggio sono scattate immediatamente e la rapidita' di reazione ha permesso di far giungere sul punto dell'incidente in tempi rapidissimi i primi mezzi di soccorso''. Il ministero annuncia inoltre che, ''insieme ad un gruppo di esperti, seguira' con la massima attenzione l'inchiesta sull'incidente''. Per questo verra' assegnato l'incarico al direttore generale dell'Aviazione Civile, Gerardo Pelosi, di seguire l'indagine insieme ad altri due esperti: il generale Andrea Fornasiero e l'ingegnere Carlo Damiani

i soccorsi al porto appena arrivati i feriti

In mare una scena apocalittica agli occhi dei soccorritori

07/08 Quando e' arrivato sul luogo del disastro, nel punto dove l'Atr 72 della Tuninter e' ammarato, la scena che si e' presentata al sergente Giuseppe Cavarra, della Guardia Costiera di Terrasini, e' stata da vera apocalisse: ''corpi seminudi galleggianti a faccia in giu' nell'acqua, valigie, indumenti strappati, pezzi di aereo e giubbotti salvagente parzialmente gonfiati''. Nonostante gli anni di addestramento in mare, a studiare e verificare le tecniche di soccorso, l'impatto psicologico di vedere con i propri occhi un disastro aereo in mare e' di quelli che non si dimenticano: ''E' stato impressionante arrivare e vedere i cadaveri intorno a quello che restava dell'aereo - racconta il sergente - dovevo fare attenzione a manovrare con il gommone per evitare di passargli sopra, perche' erano a pelo dell'acqua''. Giuseppe Cavarra, 27 anni, di cui 8 passati in Guardia Costiera, e' uno dei membri dell'Ufficio Locale Marittimo di Terrasini, il servizio addetto al soccorso aereo per l'aeroporto di Palermo Punta Raisi, il 'Falcone e Borsellino'. E ieri Giuseppe non doveva essere nemmeno di guardia, era il suo giorno di riposo, ma e' passato lo stesso a salutare commilitoni e 'Capi' nella piccola caserma proprio sotto l'aeroporto. ''Appena ho sentito via radio l'allarme - spiega - sono corso in porto, ho requisito un gommone e mi sono diretto verso il luogo dell' impatto''. Con lui, a bordo del mezzo veloce, un altro sottocapo. A fianco, la motovedetta CP 2036, con a bordo gli altri sottufficiali e il comandante della stazione, il maresciallo Santo Talluto. Per i mezzi della Guardia Costiera e' una lotta contro il tempo, le miglia da affrontare per raggiungere l'Atr 72 non sono poche e c'e' mare grosso. Sul posto nel frattempo convergono i mezzi della Capitaneria di Palermo, della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e i sommozzatori dei Vigili del Fuoco, questi ultimi in elicottero. E mentre una delle motovedette, raccolti a bordo i superstiti feriti fa rotta verso il porto di Palermo, il sergente Cavarra e gli altri membri della Locamare Terrasini, insieme alla motovedetta della Finanza, si incaricano del compito forse piu' triste e difficile: cercare e issare a bordo chi non e' uscito vivo. ''Ho visto subito sei cadaveri - racconta ancora Giuseppe, l' immagine dei corpi straziati sempre impressa negli occhi - ma ne ho potuti portare a bordo solo quattro, due uomini e due donne, tutti tra i venti e i trent'anni''. Alcuni dei cadaveri avevano le gambe rotte, ferite profonde e il volto tumefatto: ''Probabilmente sono morti sul colpo, nell'impatto - aggiunge il sergente - Quando i corpi galleggiano senza andare a fondo, infatti, vuol dire che al momento della morte c'e' ancora aria nei polmoni, che non sono morti per annegamento''. Altri cadaveri vengono issati con fatica a bordo della motovedetta CP 2036: ''C'era anche il corpo di una donna - spiega Cavarra - ma si capiva soltanto che doveva essere molto giovane''. E mentre da Palermo arrivano i racconti dei superstiti, a Terrasini la routine ricomincia pian piano a farsi strada. Nessuno, pero', nella piccola caserma di 'frontiera' potra' mai dimenticare l'orrore delle ultime 24 ore.

Le reazioni politiche e istituzionali

Non si fanno attendere le reazioni dal mondo politico. Il primo ad esprimere il proprio cordoglio e' il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, che invia al Prefetto di Bari, Tommaso Blonda, un messaggio di cordoglio per le vittime dell'incidente aereo davanti alle coste palermitane. ''Vorrei pregarla di esprimere ai familiari delle vittime dell'incidente aereo del volo proveniente da Bari e diretto a Djerba -si legge nel messaggio di Casini- le piu' sentite espressioni di cordoglio della Camera dei deputati e mie personali''. Dalla Sardegna, interviene il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che esprime il suo cordoglio e quello di tutto il governo per le vittime dell'incidente aereo al largo di Palermo. Berlusconi annuncia anche di essere stato in costante contatto tutto il pomeriggio con il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, che lo ha aggiornato sull'evolversi della situazione dopo l'ammaraggio in mare dell'Atr 72. In continuo contatto con le autorita' pugliesi e' anche il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, per manifestare la sua vicinanza dopo la tragedia aerea di Palermo che ha visto coinvolti moltissimi cittadini di Bari e della provincia. Intanto, il sindaco di Bari Emiliano, proclama il lutto cittadino e dispone l'annullamento di un concerto previsto per questa sera nel capoluogo pugliese. ''Sono qui per portare un segno di solidarieta' del governo a queste persone partite per fare una vacanza e adesso sono ricoverate qui''. E' invece il commento del ministro per gli Affari regionali, Enrico Lo Loggia, arrivato nel pomeriggio all'ospedale Civico di Palermo. ''So che nel frattempo sono partite tutte le indagini possibili per accertare quanto accaduto -prosegue- Quello che si sa al momento e' che e' stato un guasto tecnico. Pare che non sia stato un fatto, diciamo, traumatico, quale poteva essere una ipotesi terroristica''. Ed e' lo stesso La Loggia ad annunciare che ''domani verra' a Palermo il ministro Lunardi, per dare una ulteriore spinta affinche' si sappia quanto accaduto''. Lo stesso ministro La Loggia racconta alcune testimonianze ricevute in prima persona da alcuni superstiti durante la visita nel reparto di rianimazione. ''Prima si e' bloccata un'elica. Poi la seconda ed e' scoppiato il panico nell'aereo. Subito dopo c'e' stato l'ammaraggio''. ''Ho incontrato il comandante e il vicecomandante dell'aereo -racconta La Loggia all'uscita- Inoltre ho parlato con un poliziotto italiano che e' riuscita salvarsi nuotando ed un altro ragazzo, Luciano. Tutti hanno dato la stessa versione. Prima si e' bloccata un'elica, un'hostess si e' messa a urlare e si e' creata subito confusione nel velivolo. La gente ha iniziato a gridare, sganciando lecinture di sicurezza. Subito dopo il blocco della prima elica, il comandante ha avvertito l'aeroporto palermitano 'Falcone-Borsellino' per l'atterraggio di emergenza. Ma non c'e' stato il tempo perche' si e' bloccata dubito dopo la seconda elica. A quel punto, sia l'equipaggio che i passeggeri superstiti mi hanno raccontato che hannofatto l'ammaraggio. A quel punto l'aereo, battendo contro l'acqua, si e' spaccato''. Ed e' grazie al ministro La Loggia che si rincontrano Luciano Lucaselli e Rosanna Di Cesare, due fidanzatini pugliesi che erano partiti questo pomeriggio da Bari per fare una vacanza a Djerba. Lui non aveva piu' notizie della propria fidanzata da alcune ore, cosi' quando incontra il ministro degli Affari regionali glielo dice. A quel punto, La Loggia si fa da tramite, chiedendo notizie della fidanzata e dopo poco meno di un quarto d'ora la trova. ''Luciano -racconta poi La Loggia- e' stato molto contento. Quando gli ho detto che la sua fidanzata non era in pericolo di vita e che si trova ricoverata sempre all'ospedale Civico di Palermo, gli si sono illuminati gli occhi. Sono contento perche' in questo momento tragico -osserva La Loggia-almeno una persona e' riuscita a
sorridere''

le ali galleggiano in mare

Si studiano i resti del velivolo

Sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti predisposti alle indagini e' l'Atr 72, il velivolo della Tuninter. Un aereo nato inizialmente dalla collaborazione italo-francese. Insieme all'Atr42, viene impiegato per il trasporto regionale. Le due famigliedi aeromobili sono ora progettate e prodotte da 'Alenia Aeronautica' insieme alla societa' franco-tedesca Eads. Negli anni, il successo del programma Atr e' testimoniato dagli oltre 719 esemplari ordinati in tutto il mondo da circa 115 operatori,venduti nelle versioni Atr 42 (46-50 posti) e Atr 72 (65-74 posti). Dall'entrata in servizio del primo Atr, sono state sviluppate diverse configurazioni, tra cui la serie '500' che rappresenta l'ultima generazione della famiglia Atr. La stessa Ansv, che indaghera' sull'accaduto, ammette di non aver mai ''avuto a che fare con un Atr quando si sono verificati questo tipo di incidenti''. Oggetto di indagine, anche la Tuninter, la compagnia aerea che di norma assicura i collegamenti interni in Tunisia. Occasionalmente, la Tuninter allestisce voli charter per conto dell'azienda madre, la compagnia di bandiera tunisina Tunisair. La situazione finanziaria attuale della Tuninter e' solida, nonostante l'aumento dei prezzi del carburante (la voce relativa ha registrato un aumento del 54% sul bilancio annuale): alla fine dell'anno fiscale 2004 la societa' registrava un attivo pari a 260mila euro, con un aumento del traffico del 3% di contro ad un'identica diminuzione percentuale del numero di ore di volo.

I nomi dei superstiti e delle vittime

07/08 Ventitre superstiti, 13 vittime e tre dispersi, sui quali non si nutre piu' alcuna speranza. E' questo il bilancio ufficiale della sciagura aerea avvenuta a largo delle coste palermitane. I nomi dei tre dispersi, cosi' come quelli delle quattro vittime non ancora identificate ufficialmente, sono gia' noti. Questo l'elenco definitivo:

SUPERSTITI
Chafik Garbi, comandante Atr
Ali Kebaier, copilota
Galia Kebil, hostess
Gianfranco Basile
Luca Squicciarini
Massimo Matera
Grazia Silvestri
Getano Di Pierro
Luciano Lucaselli
Carmela Intini
Benedetta Rita Ranieri
Rosanna Di Cesare
Claudio Gullo
Addolorata De Pasquale
Annalisa Susca
Gianluca Laforgia
Flora La Catena
Maria Grazia Ditano, 11 anni figlia di Flora La Catena
Donato Salvatore Cetola
Ilario Lo Bosco
Roberto Fusco
Gaetano Paltera
Angela Luceri

VITTIME
Moez Bouguerra, capo cabina dell'Atr
Enrico Fallacara
Maria Grazia Berenato
Paola Di Ciaula
Giuseppe Francesco Scarnera
Anna Maria Palmisano
Antonella Capurso
Barbara Baldacci
Isabella Ruta
Elisabetta Acquaro
la figlia Chiara di 4 anni
Rosa Santoro
Carmela Amoruso

DISPERSI
Harbaoui Chokri, meccanico di bordo
Raffaele Ditano, padre di Maria Grazia
Francesco Cafagno.

Secondo il PM potrebbero esserci concorsi di colpa

07/08 "L'autopsia era necessaria perché bisogna valutare tutte le responsabilità sotto tutti i profili e sotto tutti i versanti. Ci potrebbero essere concorsi di colpa". Lo ha detto il sostituto procuratore della Repubblica di Palermo, Marzia Sabella, che conduce l'inchiesta insieme al procuratore Pietro Grasso, uscendo dall'obitorio del Policlinico di Palermo. "Bisogna già da ora dare delle prime risposte", ha aggiunto. "Stiamo facendo tutto in fretta per rispettare le esigenze dei familiari - ha detto il pm - e penso che chiuderemo tutto entro domani". Il pm ha anche riferito che dopo la tac è iniziata l'autopsia sui corpi dei 13 sfortunati passeggeri dell'Atr-72 ammarato ieri pomeriggio a Palermo. Intanto, nelle prossime ore si completeranno le operazioni di identificazione dei corpi delle ultime 4 vittime rimaste, ma solo ufficialmente, senza nome. La Procura di Palermo sta indagando per disastro colposo. "Sull'indagine - conclude il pm Sabella - è prestissimo per fare
delle ipotesi".

Secondo un esperto incidente dovuto ad un problema di carburante

07/08 A provocare il blocco quasi contemporaneo dei due motori dell'Atr 72 caduto 12 miglia al largo di Palermo, e' stato con molta probabilita' un problema legato al carburante: una perdita improvvisa a causa di una rottura oppure un errore di valutazione del pilota nel momento del rifornimento. Sono le ipotesi ''piu' concrete'', secondo Antonio Castellani - titolare della cattedra di impianti aeronavali della facolta' di Ingegneria della Sapienza di Roma e perito durante il processo per la strage del Dc9 Itavia ad Ustica - per spiegare il disastro costato la vita a meta' dei 34 passeggeri del volo Tuninter Bari-Djerba. ''In tanti anni - dice - non ho mai visto o sentito di due motori che vanno in avaria contemporaneamente. Cosi' come non ho mai visto ne' sentito che siano andati contemporaneamente in avaria i sistemi elettrici e idraulici che portano il carburante al motore. E' un'ipotesi molto, molto remota''. Ma allora cosa e' successo all'Atr 72? ''L'ipotesi piu' plausibile e' che vi sia stato un problema legato all'impianto di distribuzione del carburante'' spiega Castellani ribadendo pero' che la possibilita' che si interrompa contemporaneamente il flusso di cherosene a causa di un guasto agli impianti elettrici e idraulici e', se non impossibile, molto difficile. Dunque il problema sembrerebbe legato proprio alla mancanza di carburante. ''Puo' essere che vi sia stata una mancanza di cherosene, dovuta ad una perdita dei serbatoi, ad un errore di valutazione nel momento del rifornimento, o, ancora, ad un errore nell'aprire la valvola che consente di passare il carburante da un serbatoio all'altro in caso di blocco di un motore. Ma in entrambi i casi - ragiona Castellani - e' molto strano che il pilota non se ne sia accorto e che non abbia segnalato nulla di tutto cio' alla torre di controllo''. Castellani tende invece ad escludere la possibilita' che vi sia stato un sabotaggio o un inquinamento del carburante. ''Se il cherosene fosse stato inquinato - spiega infatti - i problemi si sarebbero verificati subito e i motori si sarebbero grippati. Invece l'aereo ha volato per quasi un'ora prima di cadere''.

Le indagini vertono anche sulla quantità e qualità del carburante

07/08 E' stato di circa 300 litri il rifornimento di carburante fatto ieri nello scalo barese al velivolo Tuninter Bari-Djerba caduto al largo della costa siciliana. Lo si e' appreso da fonti inquirenti che pero' non hanno saputo precisare ''al momento'' se si sia trattato di un rabbocco per raggiungere il 'serbatoio pieno' o di un semplice rifornimento. Una volta appresa la circostanza del rifornimento il procuratore Emilio Marzano, e il sostituto inquirente Giuseppe Scelsi, che sull'incidente indagano per disastro aereo colposo, hanno ordinato il sequestro probatorio dell'autocisterna che ha rifornito l'Atr-72. ''Quella relativa alla qualita' del carburante fornito e' un' ipotesi in via di accertamento - precisano gli inquirenti baresi - perche' il fatto che si siano bloccati entrambi i motori fa sorgere qualche dubbio''. Al momento, precisano le stesse fonti, sono da ritenere ''fantasiose'' le ipotesi che circolano in ambienti giornalistici sul cosiddetto carburante sporco o annacquato che sarebbe stato fornito al velivolo. Particolari relativi alla quantita' e alla qualita' del kerosene saranno forniti domattina ai magistrati dalla polaria e dalla squadra mobile della questura di Bari.

 

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