Ponte sullo stretto: la gara slitta
di un mese, si ritira Strabag. Rischio troppo alto
1804 Slitta di un mese - dal 20 aprile al 25 maggio - la gara per
il general contractor del ponte sullo Stretto di Messina, appalto
da 4,4 miliardi di euro che salgono a 6 con gli oneri finanziari,
il piu' ricco mai realizzato in Italia. Il cda della societa' concessionaria,
la Stretto di Messina spa, ha deliberato oggi lo slittamento del termine
per la presentazione delle offerte, ''in ragione del prevalente interesse
pubblico a che la gara in corso registri la massima possibile partecipazione
di offerenti pre-qualificati'' ha spiegato in una nota. ''Una breve
proroga - ha detto l'amministratore delegato Pietro Ciucci - che non
influira' sulla tempistica del progetto mentre consentira' ai concorrenti
di valutare approfonditamente anche alcune modifiche recentemente
introdotte''. Un mese in piu' concesso alle imprese alcune delle quali
hanno chiesto e ottenuto chiarimenti sulle modalita' di gara, la cui
tempistica e' stata fin dall'inizio molto serrata. Ordinaria amministrazione
insomma, si fa presente dalla Stretto, solo una concessione alle imprese
alle quali sei mesi erano sembrati un periodo troppo breve per mettere
a punto un'offerta per un'opera cosi' complessa. Ma lo slittamento
ha scatenato lo storico fronte del 'no' alla costruzione del ponte
piu' lungo del mondo, mentre da Vienna si apprende del ritiro di una
delle tre cordate pre-qualificate, il consorzio Risalto capitanato
dal colosso austriaco Strabag. Impregilo e Astaldi sono le capogruppo
delle altre due cordate prequalificate nella precedente tornata del
28 ottobre scorso, su 5 offerenti che si erano presentati (un gruppo
canadese e una quinta cordata composta da imprese locali del Mezzogiorno).
Al momento le offerte che arriveranno il 25 maggio sembrano quindi
fermarsi due: Impregilo ha smentito con una nota voci su un possibile
ritiro dalla gara, confermando quindi che presentera' la propria offerta
per il Ponte nei tempi prestabiliti. ''Contrariamente a quanto diffuso
da fonti finanziarie - si legge in una nota -, Impregilo non ha mai
chiesto alla committenza nessun slittamento dei tempi, dal momento
che la societa' era pronta a presentare l' offerta nei termini previsti
inizialmente, ovvero entro il 20 aprile''. Impregilo, conclude il
comunicato, ''prende atto positivamente del rinvio al 25 maggio 2005
del termine per presentare le offerte per la progettazione e la realizzazione
del Ponte sullo Stretto e dei suoi collegamenti autostradali e ferroviari''.
Conferma anche da Astaldi.
Il Gruppo austriaco Strabag esce
dalla gara: “Rischio troppo alto”
18/04 Il gruppo austriaco delle costruzioni Strabag avrebbe deciso
di uscire dalla gara di appalto per la costruzione del ponte sullo
Stretto di Messina, secondo il quotidiano viennese ''Wirtschaftsblatt''
domani in edicola. ''Rischio troppo alto'' e' il motivo indicato dal
giornale per la rinuncia da parte del consorzio Risalto guidato da
Strabag a presentare un progetto esecutivo per la costruzione del
ponte con la Sicilia (il termine di scadenza e' appena stato rinviato
oggi di un mese, al 25 maggio), del costo preventivato in circa 4,4
miliardi di euro dei quali circa un miliardo, secondo Wirtschaftsblatt'',
sarebbe andato alla Strabag. ''Per noi era troppo alto il rischio
che avremmo dovuto affrontare dal punto di vista legale, geologico
e tecnico- finanziario'' avrebbe dichiarato Roland Jurecka, del consiglio
di amministrazione della Strabag, secondo quanto riferisce ''Wirtschaftsblatt''.
Al consorzio ''Risalto'' appartengono con Strabag - secondo il giornale
austriaco - anche la societa' di costruzioni francese Bouygues con
''Travaux Publics'', la spagnola Dragados, e le italiane Rizzani de
Eccher, Salini e Todini. Jurecka, secondo il giornale, avrebbe affermato
che Strabag si sarebbe assunta rischi non prevedibili che avrebbero
reso il costoso progetto non piu' redditizio. E non si sarebbe trattato
solo di rischi naturali, bensi' soprattutto di condizioni economiche
non calcolabili in anticipo. ''Forse gli italiani possono affrontare
meglio queste condizioni, forse perche' per essi valgono altre condizioni''
ha detto Jurecka, secondo ''Wirtschaftsblatt''.
Ambientalisti: “Il bando non
è credibile”
18/04 ''Il rinvio del termine di gara per il General Contractor e'
un'ulteriore prova della fallacia del progetto''. Cosi' Italia Nostra,
Legambiente e WWF commentano lo slittamento al 25 maggio del termine
di presentazione delle offerte per la progettazione definitiva e la
realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Il componente della
segreteria di Italia Nostra, Gaia Pallottino, il presidente nazionale
di Legambeinte Roberto Della Seta ed il componente del Wwf Italia,
Gaetano Benedetto, evidenziano inoltre che ''il bando, infatti, non
e' credibile. Ci sono troppi elementi - aggiungono - che inducono
a pensare che il ponte sullo Stretto di Messina non si realizzera'
mai e che gli unici a trarre beneficio saranno i progettisti del General
Contractor vincente, a cui lo Stato non chiedera' mai alcuna garanzia,
come risulta dalla normativa sulle infrastrutture strategiche e dal
bando stesso. Noi valutiamo che il costo di 4 miliardi e 400 milioni
posto a base di gara per l' assegnazione a Gc della progettazione
definitiva ed esecutiva del ponte sia del tutto irrealistico, mancano,
a nostro avviso, tra gli 800 e i 1.500 milioni di euro''. ''Il progetto
preliminare - sostengono gli ambientalisti - presentato dalla Stretto
di Messina Spa e' troppo lacunoso e approssimativo nel presentare
il quadro economico-finanziario (come dimostra, ad esempio, il ''canone''
di 138 milioni di euro all' anno imposto a Rfi), descrivere le soluzioni
tecniche (per un ponte sospeso ad unica campata, stradale e ferroviaria
della lunghezza tre volte superiore rispetto a qualsiasi altra opera
analoga esistente al mondo) e valutare l' impatto ambientale (come
dimostrano le 35 prescrizioni dettate dal Cipe). I costi di realizzazione
- proseguono gli ambientalisti - non sono credibili. Non e' stato
valutato ne' l' aumento del 50% del costo dell' acciaio sui mercati
internazionali, che dovrebbe portare ad un incremento di prezzo dell'
opera attorno al 20%, ne' il rilevante aumento del costo del lavoro
per cantieri che non dureranno certo 6 anni, come calcolato dalla
Stretto di Messina SpA, ma almeno il doppio''. ''La componente ambientale
- e' aggiunto nella nota - e' stata sottovalutata. E' stato anche
ampiamente sottovalutato l' aumento dei costi derivato dalle 35 prescrizioni
di carattere tecnico e ambientale, richieste dal Cipe in occasione
dell' approvazione del progetto preliminare e del giudizio di compatibilita'
ambientale, che riguardano quasi tutti gli aspetti fondamentali (naturalistici,
paesaggistici e urbanistici), tra cui quelli importantissimi, per
l' area interessata dall' intervento, inerenti gli aspetti sismologici
e geo-tettonici. Il rischio sismico e' stato sottovalutato. Il progetto
preliminare prende come terremoto di riferimento quello di Messina
del 1908 (con magnitudo 7.1 Richter), quando i terremoti in varie
parti del mondo hanno raggiunto anche una magnitudo di 8.9; inoltre,
nel progetto si prevede una durata del sisma di 30 secondi, quando
in Italia si sono avute sequenze sino a 80 secondi (terremoto dell'
Irpinia) Gli scenari di traffico non sono credibili. In 10 anni, dal
1991 al 2001, gli Advisor hanno documentato un calo del traffico degli
autotreni del 6% e delle autovetture dell' 8%, mentre la Stretto di
Messina SpA accredita al 2012, per giustificare il ponte, incrementi
dei transiti che vanno dal 20 ad oltre il 52%. Sempre gli Advisor
hanno stimato con orizzonte al 2032 un traffico di attraversamento
di appena 18.500 autoveicoli al giorno per un' infrastruttura progettata
per farne transitare 100.000''. ''Gli scenari di adeguamento tecnologico
- concludono gli ambientalisti - non sono credibili. Ci sono voluti
70 anni per avere un incremento della luce massima dei ponti di 900
metri (dal Washington Bridge a New York con 1.067 metri di luce, costruito
nel 1931, all' Akashi Kaikyo bridge in Giappone con 1.990 metri di
luce del 1998). E visto che ad oggi non esistono ponti ad unica campata
sia ferroviari che stradali piu' lunghi di 1.100 metri, il Minami
Bisan-Seto in Giappone, ci sono forti dubbi che si abbiano nel prossimo
futuro le competenze per costruire una struttura di una lunghezza
tre volte superiore, come ha confermato professor Federico Mazzolani,
ordinario di tecnica delle costruzioni all'Universita' Federico II
di Napoli e uno dei massimi esperti di costruzioni in acciaio in Italia''.
Claudio Fava (DS): “Il ponte
rischia di franare ancor prima di cominciare”
''Il ponte sullo Stretto rischia di franare prima ancora che Berlusconi
piazzi il suo primo mattone''. Lo ha affermato Claudio Fava, vice
presidente della commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento
europeo, secondo il quale ''alle perplessita' sulla sostenibilita'
tecnica, economica e ambientale dell'opera si aggiunge adesso il rischio
che la gara per la progettazione vada sostanzialmente deserta, al
punto da costringere la societa' Stretto di Messina a prendersi un
altro mese di tempo prima di scegliere il General Contractor''. ''Appena
un paio di settimane fa, contro il ponte s'era pronunciato perfino
il consiglio comunale di Messina, a maggioranza di centrodestra. Volendo
tacere, per carita' di patria, le inchieste giudiziarie sul rischio
di infiltrazioni mafiose nella gestione dell'operazione. Insomma,
ci sono tutte le premesse di ordine politico e finanziario per un
ripensamento definitivo sull'opportunita' e la fattibilita' di quest'opera'',
ha rivelato Fava. ''Ed e' bene che di questa urgenza si faccia carico,
fin da adesso, la coalizione del centrosinistra'', ha concluso l'europarlamentare
dei Ds.
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