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Ambiente
Goletta Verde tira le somme, la Calabria, oppressa dalle ecomafie, sprofonda

Tropea rimane un paradiso

Goletta verde tira le somme: In un anno perso quasi il 5% di mare blu

23/08-(servizio di G.C.)- Lo stato di salute del mare italiano è peggiorato. L'Italia ha perso da un anno all'altro il 4,5% di acque blu, passando da un promettente 92% del 2004 all'87,5% della stagione in corso, a dimostrazione di uno stato di salute della depurazione degli scarichi ancora molto precario. A renderlo noto la relazione annuale di Goletta Verde di Legambiente, che, attraverso l'analisi delle acque, assegna le pagelle agli 8.000 chilometri di coste italiane. Erosioni del litorale, uno stato diffuso di illegalità e abusivismo costiero, con 3.300 casi registrati nel 2004, sono gli altri mali che affliggono le coste italiane. In definitiva, più sono forti le ecomafie, più l'ambiente ne risente, con maggior danno proprio per le regioni che potrebbero puntare sulle risorse naturali e sul turismo. Le tre regioni 'bocciate' da Goletta Verde sono Sicilia, Calabria e Campania, tenendo conto però dei diversi indicatori: balneabilità, cinque vele, illegalità, abusivismo sul demanio, depurazione ed erosione. La prima della lista invece, con un voto che arriva a 8, è la Sardegna, seguita da Basilicata, Toscana e Friuli Venezia Giulia. La Sardegna può vantare quasi il 94% di acqua marina non inquinata, ed è la regione pluripremiata dalla guida Blu con tantissime vele (il riconoscimento per le località che coniugano ambiente, natura, servizi turistici, storia, enogastronomia). Ma anche nella più grande isola italiana, a detta di Legambiente, non mancano i problemi: l'ingombrante presenza nella regione delle forze militari e della base nucleare Usa alla Maddalena e il crescente problema dell'abusivismo sul demanio che conta 337 infrazioni nel 2004. La Basilicata invece ha il 100% di campioni di acqua marina non inquinati ma una percentuale del 13% di scarichi non depurati. Quello che, invece, preoccupa in Lucania è la percentuale di costa in erosione: ben il 51,1% in una regione che ne ha appena 62 chilometri. Nella speciale classifica la Calabria si trova ultima insieme alla Campania. La prima si segnala per un'eccessiva percentuale di scarichi non depurati (47%), per la costa esposta al problema dell'erosione che è quasi il 60% e per l'elevato numero di infrazioni legate all'abusivismo, che sono 432. Inoltre solo il 78% dei campioni di acque esaminati è risultato pulito. La seconda ha la percentuale più bassa dei campioni esaminati in regola, appena il 70,5%, elevate invece il numero di infrazioni per chilometro di costa (5,92), che la vedono al secondo posto dopo il Veneto. Alto anche il numero di infrazioni legate all'abusivismo (437) che collocano la Campania al terzo posto nazionale dopo Sicilia e Puglia; ancora troppo alta la percentuale di scarichi non depurati: 42% e quasi il 23% di costa soggetta all'erosione (22,8%). ''Ogni regione ha fortunatamente le sue perle - ha commentato il direttore generale di Legambiente, Francesco Ferrante - basta citare il caso di Otranto, in provincia di Lecce, che ha avviato un percorso di certificazione ambientale e sta promuovendo l'istituzione di un'area marina protetta lungo il suo litorale. O ancora di Pollica, Acciaroli e Pioppi nel salernitano, perle del parco nazionale del Cilento, che per il sesto anno consecutivo si aggiudicano le cinque vele della Guida Blu, o di Tropea, in provincia di Vibo Valentia, col suo splendido scenario naturale e i progetti di recupero della fascia costiera, o ancora di Noto, in provincia di Siracusa, vera sorpresa per la qualità della gestione del patrimonio costiero''. Assegnate, come ogni anno ai pirati del mare le bandiere nere di Legambiente. Più di una decina i vessilli, fra i quali spicca, sottolinea l'organizzazione, quella consegnata alla petroliera San Marco, sorpresa da un aereo della Marina francese a ripulire le cisterne in una zona ecologicamente protetta a 268 chilometri al largo di Marsiglia e a 241 dalla Sardegna. Bandiera nera, infine, ancora una volta al ministro della Difesa Antonio Martino ''per non aver difeso la Sardegna e i suoi abitanti dalle servitù militari''.

Il Sud primo per abusivismo sul demanio

23/08 -La mafia “controlla” anche l’ ambiente. E’ quanto si deduce dai risultati del rapporto di Goletta Verde di Legambiente a conclusione della campagna 2005 di monitoraggio della situazione del mare e delle coste italiane. Sono le quattro regioni a tradizionalepresenza mafiosa - Sicilia, Puglia, Campania e Calabria – ad occupare le prime quattro posizioni della classifica dell'abusivismo edilizio costiero in Italia. In questi territori - rileva il rapporto – si sono consumate quasi il 61%, delle violazioni accertate dalle forze dell'ordine nel corso del 2004 ed e' stato effettuato ben il 63% dei sequestri. "Numeri - afferma il dossier – che segnalano, ancora una volta, l'incidenza dei fenomeni di criminalità organizzata nel ciclo illegale del cemento, da sempre considerato una delle attività privilegiate delle mafie nel nostro Paese". Al primo posto per quanto riguarda i fenomeni di abusivismo edilizio costiero e demaniale si colloca la Sicilia, con 696 infrazioni accertate (+ 19% rispetto al 2003), 576 persone denunciate e ben 253 sequestri (+122%), seguita quest' anno dalla Puglia, con 489 notizie di reato, 617 persone denunciate e 200 sequestri effettuati. Al terzo posto troviamo la Campania (437 infrazioni accertate e 632 persone segnalate all'autorita' giudiziaria). Questa regione, invece, e' la prima in Italia per numero di sequestri eseguiti: ben 259. Al quarto posto per numero di infrazioni accertate si colloca la Calabria (486 notizie di reato). La Sardegna, invece, si piazza, al quinto posto con 337 infrazioni accertate. Ecco, la classifica dell'abusivismo edilizio sul demanio nel 2004.
-Sicilia: Infrazioni accertate 696; Persone denunciate o arrestate 576; Sequestri effettuati 253.
-Puglia: Infrazioni accertate 489; Persone denunciate o arrestate 617; Sequestri effettuati 200.
-Campania: Infrazioni accertate 437; Persone denunciate o arrestate 632; Sequestri effettuati 259.
-Calabria : Infrazioni accertate 432; Persone denunciate o arrestate 486; Sequestri effettuati 160.
-Sardegna: Infrazioni accertate 337; Persone denunciate o arrestate 573; Sequestri effettuati 97.
-Toscana: Infrazioni accertate 251; Persone denunciate o arrestate 395; Sequestri effettuati 134.
-Lazio: Infrazioni accertate 191; Persone denunciate o arrestate 264; Sequestri effettuati 89.
-Liguria: Infrazioni accertate 186; Persone denunciate o arrestate 184; Sequestri effettuati 75.
-Emilia Romagna: Infrazioni accertate 102; Persone denunciate o arrestate 109; Sequestri effettuati 19.
-Abruzzo: Infrazioni accertate 78; Persone denunciate o arrestate 59; Sequestri effettuati 11.
-Veneto: Infrazioni accertate 69; Persone denunciate o arrestate 74; Sequestri effettuati 33.
-Friuli V. G.: Infrazioni accertate 44; Persone denunciate o arrestate 73; Sequestri effettuati 27.
-Marche: Infrazioni accertate 37; Persone denunciate o arrestate 68; Sequestri effettuati 7.
-Basilicata: Infrazioni accertate 22; Persone denunciate o arrestate 25; Sequestri effettuati 0.
-Molise: Infrazioni accertate 8; Persone denunciate o arrestate 9; Sequestri effettuati 3.

Solo il 70% degli scarichi urbani viene filtrato

23/08- Legambiente, con il suo dossier legato a Goletta Verde, afferma che il sistema di depurazione in Italia fa terrore: solo il 70% degli scarichi urbani viene filtrato prima di finire nelle acque marine o lacustri. La percentuale degli allacciamenti al sistema di depurazione scende infatti al sud, con "situazioni di estrema criticità come quella della Calabria, dove sono ancora 1.200 i chilometri mancanti di reti fognarie" e molti gli impianti di depurazione che sono si' in attivita' ma "sottodimensionati e inefficienti". Per la Calabria - dice l'associazione ambientalista – si tratta "ormai dell'ottavo anno di emergenza ambientale per la depurazione", e la condizione critica "emerge anche dai prelievi sulla qualità delle acque" effettuati dai tecnici di Goletta Verde sul versante tirrenico e ovunque sulle foci dei fiumi che pur non essendo balneabili "dimostrano una profonda crisi degli impianti di depurazione delle acque reflue su costa". Grave viene definita poi la situazione anche per Imperia e Trapani, l'uno al nord e l'altro al sud, "gli unici comuni d'Italia che risultano completamente privi di qualsiasi impianto di depurazione".

Calano i tratti puliti , ecco le pagelle di Goletta Verde

Regione

Balneazione

% campioni

in regola

%Abusivismo

sul demanio

Scarichi

% non depurati

Voto

Goletta

Verde

SARDEGNA

93,90

10,00

29

8,2

BASILICATA

100,00

0,70

13

7,4

TOSCANA

84,40

7,40

38

7,3

FRIULI V.G

100,00

1,30

nd

7,1

LIGURIA

97,00

5,50

nd

6,9

VENETO

94,00

2,00

11

6,8

MARCHE

86,70

1,10

34

6,8

PUGLIA

86,20

14,50

23

6,6

MOLISE

100,00

0,20

nd

6,4

EMILIA R.

90,50

3,00

21

6,3

ABRUZZO

86,60

2,30

14

6,2

LAZIO

91,30

5,70

26

6

SICILIA

92,00

20,60

62

5,9

CALABRIA

78,00

12,80

47

5,6

CAMPANIA

70,50

12,90

42

5,3

23/08- Passo del gambero per le azioni del mare italiano. Le acque pulite perdono un secco 4,5% da un anno all'altro, passando dal 92% di onde blu dello scorso anno all'87,5% della stagione in corso. Goletta Verde di Legambiente ha dato le sue pagelle, incrociando i dati di diversi indicatori. Il primo posto se lo aggiudica la Sardegna con un punteggio di 8,2, seguono la Basilicata con 7,4 e la Toscana con 7,3. Ultimi tre posti invece per Sicilia, che non raggiunge la sufficienza (5,9), Calabria (5,6) e Campania (5,3).Di seguito i dati del monitoraggio 2005. I numeri di Legambiente- che oggi ha presentato - comunque ondeggiano tra regioni promosse a pieni voti o quasi e regioni sonoramente bocciate: sulla pagella sarda c'e' un 8 abbondante, quelle di Basilicata, Toscana e Friuli Venezia Giulia spaziano tra il 7 e il 7 e mezzo, l'altra grande isola italiana la Sicilia non arriva alla sufficienza, così come la Calabria (5,6) e la Campania che con 5,3 e' l'ultima della classe. Dopo due mesi di tour lungo le coste italiane (con qualche puntatina anche in altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo) il dossier conclusivo con i dati raccolti dalle tre imbarcazioni che hanno partecipato al viaggio di quest'estate, realizzato in collaborazione con il settimanale L'Espresso, e' stato presentato stamane a Roma. "Sono tre gli elementi che balzano agli occhi scorrendo il diario di viaggio di Goletta Verde puntualizza Roberto Della Seta, presidente di Legambiente quest'estate purtroppo e' diminuito il numero di persone che ha scelto le coste italiane per le vacanze. Un minor numero di presenze turistiche (unito alle pioggie e a un clima non proprio agostano) si sarebbe dovuto tradurre in un minor quantitativo di scarichi, e conseguentemente di batteri, lungo gli arenili". Non e' stato così soprattuto a causa della rete depurativa che ancora lascia correre senza nessun filtro verso il mare tre litri d'acqua di fogna su 10. "Ci sono poi altri due aspetti profondamente intrecciati tra loro continua Della Seta dove c'e' ecomafia non c'e' ecomare e dove non c'e' un mare sostenibile c'e' meno possibilità di utilizzare il turismo come antidoto contro il ritardo economico di alcune aree del Paese. In altre parole le regioni che stanno peggio sono quelle dove l'illegalità e' più asfissiante, dove c'e' più abusivismo sulle coste, dove c'e' più speculazione, dove ci sono più scarichi pirata". E si tratta delle stesse aree la Sicilia, la Calabria, la Campania che "hanno tesori sotterratti, territori pregevoli, ma non li sfrutano appieno: qui invece un intelligente business delle vacanze potrebbe portare ricchezza, sviluppo, qualita'". I numeri al contrario dicono che qui si concentrano le percentuali peggiori di acqua inquinata (il 30% in Campania), gravi problemi di erosione (i l 60% delle coste sabbiose calabresi e' a rischio) e tanta, tantissima, illegalità: nel 2004 le forze dell'ordine hanno accertato ben 19.111 infrazioni (scarichi illegali, pesca di frodo, violazioni al codice della navigazione e cemento illegale), con un incremento del 7% rispetto alle 17.871 infrazioni del 2003 e di quasi il 15% se confrontate con le 16.656 del 2002. Mentre il record degli abusi edilizi sul demanio marittimo e' della Sicilia, che da sola assorbe il 20% di tutto il mattone fuorilegge italiano.




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