Allarme pesticidi nel 50% della
frutta e nel 23% della verdura. Confagri: i prodotti italiani sono
sicuri.
27/05 Cibo a rischio chimico. Perche' meta' della frutta commercializzata
in Italia e' contaminata da uno o piu' residui di pesticidi. Il 2,2%
e' addirittura fuorilegge. Per le verdure la situazione e' solo leggermente
migliore: il 22,7% presenta tracce di pesticidi, l'1,2% ha concentrazioni
assai pericolose. Anche i prodotti derivati (olio, pasta, vino, miele
ecc) presentano tracce di molecole chimiche utilizzate in agricoltura
nel 13,7% dei casi. Cala pero' il numero totale dei campioni fuorilegge:
era pari al 2% nello scorso anno e scende all'1,4%. Ecco, in sintesi,
il quadro di pesticidi nel piatto 2005, il dossier elaborato da Legambiente
in collaborazione con "Salute&Gusto", progetto sulla
sicurezza alimentare del Movimento difesa del cittadino, che e' stato
presentato oggi a Roma durante il convegno "Le Agriculture di
Pomona: dove il locale coltiva il globale", nell'ambito di Park
Life, salone dei archi e del vivere naturale, in svolgimento alla
Fiera di Roma fino a domenica 29 maggio.All'incontro hanno partecipato,
tra gli altri, Francesco Ferrante, direttore di Legambiente; Antonio
Longo, presidente Movimento difesa del cittadino. I dati, come sempre,
sono stati raccolti da Legambiente presso i laboratori addetti (Asl,
Arpa, istituti zooprofilattici) ed elaborati dalla stessa associazione
ambientalista. La fotografia della presenza dei pesticidi sui prodotti
ortofrutticoli in commercio si riferisce naturalmente all'anno appena
trascorso: il 2004. I numeri del rapporto "Pesticidi nel piatto"
spiega Francesco Ferrante, "evidenziano un quadro ancora preoccupante
della presenza di pesticidi sulle nostre tavole. Ancora oggi nelle
valutazioni ci si basa su una normativa vecchia di oltre 30 anni che
non contempla affatto i rischi legati alle sinergie tra diverse molecole
chimiche presenti su uno stesso prodotto". Solo il nuovo regolamento
europeo (n.396 del 2005), introduce il concetto degli effetti del
multiresiduo ed e' quindi importante continuare a considerare in modo
diverso i campioni contaminati da uno o da piu' residui. "Controlli
sempre piu' puntuali e una normativa stringente aiuterebbero quindi,
a non mettere sullo stesso piano l'agricoltura di tipo intensivo e
chimicizzata con quella che punta sulla qualita' e sulla sicurezza
alimentare". Nello specifico: su un totale di 3.601 campioni
di frutta analizzati, il 52,6% (1.894 campioni tra irregolari e regolari
con uno o piu' residui) sono risultati contaminati da pesticidi.Per
la verdura, ancora come lo scorso anno, vi e' un corposo numero di
campioni regolari senza residui (77,3% su un totale di 3.478), mentre
il numero di quelli regolari con uno o piu' residui si attesta sul
21,5%. "I consumatori chiedono continuamente informazioni e pongono
domande sulla qualita' del ciboû dichiara Antonio Longo- in
particolare su frutta e verdura. Gli sportelli del progetto Salute&Gusto,
che dal 2004 Mdc sta gestendo con Legambiente in 12 regioni, hanno
ricevuto in questi mesi centinaia di richieste di chiarimenti da parte
soprattutto di genitori allarmati per quello che viene offerto alle
mense scolastiche. I consumatori sono sempre piu' disponibili anche
a pagare prezzi piu' alti pur di avere frutta e verdura controllate
e garantite nelle qualita' e nella sicurezza: lo dimostra anche il
successo di mercato dei prodotti biologici”. Il numero di campionamenti
totali di frutta e verdura e' diminuito rispetto all'anno scorso quando
sono stati analizzati 3.860 campioni di frutta e 3.893 di verdura
contro i 3.601 di frutta e 3.478 di verdura di quest'anno. Cio' anche
a causa del mancato rilevamento della regione Molise che ha dichiarato
di non svolgere le analisi, sottolinea Legambiente. Molte regioni
effettuano ancora uno scarso numero di controlli, ma emergono singoli
casi di miglioramenti (come in Campania, dove le indagini riguardano
numerosi campioni di frutta, verdura e derivati e in Abruzzo dove
i risultati evidenziano una maggiore attenzione nella ricerca delle
molecole chimiche). Come ogni anno, spiega l'associazione del cigno,
e' necessario evidenziare che le analisi meno positive (con un maggior
numero di campioni irregolari o con residui), non stanno ad indicare
necessariamente le regioni piu' "inquinate" ma quelle che
conducono le analisi con maggior precisione e serieta', "anche
perche' i campioni analizzati sono stati prelevati tra quelli in commercio
e possono provenire da ogni luogo d'Italia e dall'estero". Dal
rapporto emergono non pochi casi eclatanti di campioni di frutta e
verdura con presenza di piu' pesticidi contemporaneamente, tra questi
"vince" la palma di frutto piu' inquinato un campione di
uva analizzato in Piemonte e contaminato da 8 sostanze chimiche.
Confagri: sicuri frutta e verdure
italiane.
27/05 ''La legislazione italiana in materia di utilizzo di prodotti
chimici in agricoltura e' tra le piu' severe e restrittive a livello
europeo e mondiale, con particolare riferimento ai limiti previsti
per i residui di prodotti chimici negli alimenti: i nostri ortaggi
e la nostra frutta sono i migliori''. Cosi' Confagricoltura commenta
l'indagine che ogni anno Legambiente diffonde sui residui di pesticidi.
I risultati - sottolineano dall'organizzazione - continuano ad essere
visibili: non e' il primo anno che il nostro Paese viene dichiarato
dal rapporto annuale della Commissione Europea quello pi sicuro d'Europa
in termini di presenza di residui di prodotti fitosanitari. Gli stessi
dati preliminari dell'Osservatorio Nazionale Residui confermano questa
tendenza positiva. E gli stessi dati diffusi da Legambiente mostrano
un deciso miglioramento rispetto agli anni passati. ''Tale situazione
- rileva Confagricoltura - per diversi aspetti sara' ulteriormente
rafforzata dal nuovo regolamento europeo in materia di residui, che
ha proprio lobiettivo di armonizzare le legislazione dei Paesi europei,
prevedendo tra l'altro nuovi standard totalmente condivisibili''.
Agrofarma: Meno pesticidi fuorilegge
nei nostri piatti
27/05 Sempre meno pesticidi oltre i limiti di legge nei nostri piatti.
Su 100 campioni, solo 3 presentano residui di agrofarmaci fuorilegge,
secondo i dati preliminari 2004 provenienti dall'Osservatorio Nazionale
Residui (Onr) e diffusi da Agrofarma. Numeri confermati anche dal
rapporto annuale di Legambiente , che in base ai risultati delle analisi
di Asl, Arpa e istituti zooprofilattici nel 2004 ha registrato una
diminuzione dei campioni che hanno superato la soglia consentita dalla
normativa, passati dal 2% all'1,4%. Dei quasi 13.000 campioni esaminati
dall'Onr e sui quali sono stati eseguiti piu' di 1.825.000 controlli,
il 63,7% e' risultato completamente privo di residui e il 33.2% con
una quantita' al di sotto dei limiti di legge. Quel 3%, poi, nel quale
qualche sostanza chimica si nasconde, presenta ''una quantita' di
residui da 40 a 10.000 volte inferiore'' a quella definita dall'Oms
e dalla Comunita' Europea come non pericolosa per la saluta umana,
spiega il presidente della Federazione delle Societa' Europee di Tossicologia
e docente all'Universita' di Milano Corrado Galli. Il dato generale
e', dunque, positivo ma non e' ancora ora di brindare, secondo Legambiente
e il Movimento a Difesa del Cittadino (Mdc). La meta' della frutta
commercializzata (52,6%) in Italia ed un quarto delle verdura sono
contaminate da uno o piu' residui di pesticidi, mentre nel 13,7% dei
casi anche olio, pasta, vino e miele presentano tracce di molecole
chimiche utilizzate in agricoltura. Ad essere meno sicuri sarebbero
soprattutto le primizie e i prodotti provenienti dall'estero. Meglio
quindi ''evitare di comprare la frutta fuori stagione e quella che
non viene dalla nostra terra'', e' il consiglio del presidente del
Mdc Antonio Longo e del direttore generale di Legambiente Francesco
Ferrante Sudafrica, Argentina, Spagna, Namibia e Cile: provengono
da questi Paesi gli 11 campioni di uva analizzati in Trentino Alto
Adige e tutti ricchi di 'sulfiti non autorizzati', mentre su 32 campioni
di mele, 7 sono risultati senza residui, 14 contaminati da uno solo
ma in 11 ne sono stati ritrovati diversi. Ma a vincere la classifica
del 'piu' inquinato' e' stato un grappolo d'uva analizzato in Piemonte,
contaminato con 8 sostanze chimiche, e seguito a ruota da un sedano
con 5 diversi prodotti chimici, tutti oltre i limiti di legge. Ed
e' proprio questo uno dei punti all'ordine del giorno della discussione.
La legge italiana, infatti, ''non contempla i rischi legati alle sinergie
tra diverse molecole chimiche presenti su uno stesso prodotto'', spiega
Ferrante. In molti, dunque, chiedono un adeguamento della normativa
italiana ai regolamenti europei che gia' prevedono i cosiddetti 'effetti
multiresiduo', tra cui anche il deputato della Margherita Ermete Realacci
che presto presentera' un'interrogazione parlamentare ai ministri
della Sanita' e delle Politiche agricole. Sul fronte, invece, dell'agricoltura
bio il trend e' costante, sottolinea il dossier di Legambiente, anche
se sono solo 12 le regioni che hanno inviato i risultati per un totale
di 2n79 campioni. Due campioni di frutta in Veneto, 2 tipi di pasta
in Campania, 1 verdura in Friuli e un campione di finocchio in Sicilia
sono i soli ad essere risultati 'inquinati'. Ragion per cui, secondo
Longo, le produzioni biologiche possono rappresentare un buon escamotage,
anche se ''non sono le sole a garantire la sicurezza'', come dimostrano
i dati. E poi, da non sottovalutare, c'e' una questione di prezzi.
Secondo Ferrante, pero', la gente e' piu' che disposta a mettere mano
al portafoglio quando in ballo c'e' la qualita'. Una caratteristica,
quest'ultima, che secondo le associazioni di categoria e' di tutta
la produzione made in Italy, che puo' vantare un vero e proprio ''primato
sanitario e qualitativo'', afferma la Coldiretti. E che, quindi, a
maggior ragione non deve essere confusa con i prodotti provenienti
dall'estero. La parola chiave, per la Coldiretti, e' etichettatura.
Che i nostri ortaggi e la nostra frutta siano ''i migliori'', sottolinea
la Confagricoltura, lo testimonia anche Bruxelles, che da ormai qualche
anno definisce l'Italia il Paese ''piu' sicuro d'Europa in termini
di presenza di residui di prodotti fitosanitari''. Ed il merito di
tutto cio', ricorda la Confederazione italiana agricoltori-Cia, e'
''dell'impegno dei produttori e dall'azione portata avanti dalle organizzazioni
professionali''.
Le altre notizie di agroalimentare