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La scultura di Alarico domina la confluenza dei fiumi a Cosenza
La scultura di Alarico domina la confluenza dei fiumi a Cosenza 05 nov 16 Adesso Alarico, in piedi sul suo cavallo, guarda davvaero alla confluenza dei fiumi Crati e Busento dove la leggenda lo vuole sepolto insieme al suo incommensurabile tesoro. E i cosentini e i visitatori guardano lui attraverso la scultura dell’artista Paolo Grassino. La scultura è stata inaugurata questa mattina e già rappresenta un suggestivo passaggio turistico per scattare foto e ricordarne il mito e la storia. Alla manifestazione tutte le massiem autorità cittadine civili e militari. Assieme al Sidnaco Occhiuto, al sottosegretario Dorina Bianchi ed al Persidented ella Fondazione Carical Mario Bozzo, fondazione che ha finanziato l'opera, c'erano il Prefetto Tomao, il questore Liguori, i rappresentanti di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Vigili del Fuoco, Polizia Municpale oltre ai sindaci, tra gli altri, di Rende, Castiglione, Mendicino e Cerisano. Nella diffusa emozione di un battesimo baciato da un caldissimo sole di novembre, non si è trattato però di una semplice cerimonia inaugurale. Oggi, la scopertura della statua dedicata ad Alarico, si è rivelata perlopiù un evento per l’intera città di Cosenza. Lo spiazzo alla confluenza dei fiumi, al centro degli antichi conventi medievali, tra San Domenico e San Francesco di Paola, si presentava gremito di pubblico, autorità civili, militari e religiose, dei Sindaci dell’area urbana e di numerosi Amministratori di palazzo dei Bruzi e dei Comuni della Provincia, di Associazioni culturali e, naturalmente, del Comitato tecnico-scientifico fondato proprio per favorire gli studi e i progetti su Alarico, voluto fortemente dal sindaco Mario Occhiuto a suggellare, fra tante altre iniziative, la sua idea visionaria incentrata sulla ricerca del tesoro quale volano turistico per il territorio. Quasi commosso per un momento che, attraverso questa pregevole opera visiva segna una tappa importante nell’ambito di un percorso più ampio, il primo cittadino ha esordito nel suo intervento sottolineando l’intento di costruire e mai di dividere. “Non siamo qui – ha detto Occhiuto – per celebrare un personaggio che alcuni considerano un guerriero sanguinario. Siamo qui per promuovere ulteriormente lo sviluppo della città e la sua attuale candidatura a Capitale della Cultura 2018. La Storia si racconta, la Storia non si nasconde”. Dopo una breve premessa sui cenni bibliografici, ripresi anche dal presidente della Fondazione Carical Mario Bozzo che ha finanziato l’opera (“Siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo in questa circostanza perché tutto – ha detto Bozzo – parte dalla conoscenza”), Occhiuto si è soffermato sulla valenza di posizionare una scultura dedicata ad Alarico alla confluenza dei fiumi Crati e Busento: “Questo evento – ha dichiarato il Sindaco ringraziando i presenti - consolida una modalità di storytelling del territorio che sta alimentando un nuovo turismo per Cosenza. Serve a raccontare una storia e ad impiegarla come strategia di comunicazione persuasiva. Risponde al tentativo di aumentare le presenze in città portando maggiore ricchezza per il territorio, più occupazione e più posti di lavoro per i giovani”. Mario Occhiuto, inoltre, dopo aver ricordato che la città di Cosenza è al momento al terzo posto in Calabria per presenze turistiche, ha approfittato della partecipazione alla manifestazione del sottosegretario al MiBact Dorina Bianchi al fine di sollecitare al Governo un’azione propulsiva a sostegno alla candidatura del capoluogo bruzio quale prossima Capitale italiana della Cultura. La richiesta ha trovato subito una sponda favorevole. “Le luci su Cosenza sono accese – ha sottolineato Dorina Bianchi - Anche l’evento di è oggi è un tassello di un percorso importante in cui la Calabria ed il Sud devono essere più protagonisti, consapevoli delle straordinarie bellezze culturali che custodiscono”. L’alta rappresentante del Ministero, ha manifestato molto interesse per la figura del re dei Goti e la fascinazione della leggenda che tale figura si porta dietro: “Alarico ha una storia ricca di fascino, e in virtù di questo deve innescare un meccanismo di valorizzazione e promozione turistica non solo della città di Cosenza – ha ribadito Dorina Bianchi - ma dell’intero hinterland, attraverso una rete di percorsi turistici che guardino alle variegate peculiarità che questo territorio ha da offrire. La ricerca della tomba di Alarico è un’indagine complessa che deve diventare un progetto sperimentale e innovativo per l’analisi capillare del territorio e per mettere a sistema connessioni tra paesaggio e archeologia. Un progetto di ricerca che deve privilegiare – ha concluso - il nostro know-how e guardare alle competenze espresse dalla vicina Università della Calabria, dove ci sono studiosi riconosciuti a livello nazionale e tecnologie all’avanguardia nel campo”. L’appuntamento ha visto pure l’intervento del Prefetto della Provincia di Cosenza, Gianfranco Tomao, che portando il suo saluto istituzionale si è soffermato in particolare sull’immaginario che rievoca l’antica figura del re dei Goti. Era presente anche Marina Mattei, curatrice archeologa dei Musei capitolini di Roma e sponsor della prima ora del progetto culturale del sindaco Occhiuto (se ne ricorda ad esempio un’intervista sul tema rilasciata alla trasmissione televisiva “Voyager” nella puntata dedicata ad Alarico). E questa mattina c’era, naturalmente, l’artista che ha realizzato la scultura bronzea finanziata dalla Fondazione Carical, Paolo Grassino. Per lui, timido e riservato, ha parlato l’opera stessa. Quindi la lettura della sua sinossi di presentazione alla statua e di conseguenza via il telo: applausi e pose a ricordo. Alarico e il suo cavallo da oggi stanno sulle rive del fiume, alle confluenze, a beneficio di tutto ciò che evocano. Già questo, nel segno “vivo” e visivo di una scultura, rappresenta di per sé un “tesoro” che è attrazione turistica e culturale. --- La scultura di Alarico (VIDEO) --- Sottosegretario Dorina Bianchi (VIDEO) --- Presidente Fondazione Carical Bozzo (VIDEO) --- L'artista Paolo Grassino (VIDEO) --- Archeologa Marina Mattei (VIDEO) Sinossi di Paolo Grassino, autore della scultura. “Il cavallo del progetto è ferito. Non ha gambe. E' reduce da cento battaglie. Fantasma. Viene sorretto e innalzato come una giostra per i bimbi da quattro linee-tubi-trampoli o come le impalcature di un cantiere. Non c'è trionfo in questo gesto ma la radicale volontà di staccare l’opera e il mito dalla superficie della terra. Sradicare il monumento equestre dal terreno crea un meccanismo che riconverte l'oggetto materiale in dispositivo per accompagnare l'osservatore su una dimensione immateriale. Qualcosa di più simile all’inesprimibile, al segreto. Il re guerriero è in piedi e con i piedi rimane collegato al suo destriero, non si abbandonano, hanno un comune destino. La figura riemerge dall'acqua e ci interroga dopo secoli. Uno scarto temporale. Forse il mito come la scultura rimane in quel limbo senza tempo dove tutto è cristallizzato. La fusione del metallo ferma l’idea, una resistente impresa donata ai secoli. La superficie della scultura è rivestita da una pelle di linee in rilievo che rende omogenei i tre elementi cardini dell’opera. Il cavallo, il re e la struttura che li sorregge, sono legati insieme dallo stesso derma, da una buccia di onde che ridisegnano le forme e coprono i dettagli della figurazione che non sempre lascia eventualità aperte per l'interpretazione personale. L’intento di questo progetto è di proteggere un segreto, esporlo ma tenerlo coperto da un ‘velo’. Rispettare e tentare di non dare delle risposte a degli eventi in modo razionale. Lasciare che un mistero rimanga tale e sentirsi appagati nel condividere questo”.
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