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Pentito Lamanna ora a Cosenza tremano tutti
Pentito Lamanna ora a Cosenza tremano tutti 15 apr 16 Il pentimento di Daniele Lamanna, esponente di primo piano della cosca Rango Zingari di Cosenza e che sta facendo tremare le vene ai polsi a tanti, mondo di sotto, mondo di mezzo e mondo di sopra per riprendere le definizioni di mafia capitale, riapre il dibattito anche sul pentitismo, fenomeno peculiare soprattutto del cosentino, e nella città dei bruzi in particolare, inaugurato nel 1995 da Franco Pino, il boss dagli occhi di ghiaccio protagonista del salto di qualità della malavita cosentina in organizzazione ndranghetistica dopo aver eliminato Luigi Palermo, detto ‘u zorru’, fino ad allora capo carismatico. Pino per anni a capo di una consorteria insieme a Tonino Sena, contrapposto al gruppo Perna-Pranno in una lunga e sanguinosa guerra di mafia negli anni 80, un anno dopo l’arresto nella maxi operazione Garden nel 94, decide di collaborare con la giustizia. Prima di lui avevano saltato il fosso Roberto Pagano, Dario e Nicola Notargiacomo, ma la loro collaborazione non ebbe gli effetti deflagranti come quella di Pino, un boss insignito del grado di Diritto e medaglione, che godeva di altissima considerazione tra le più importanti cosche della regione e che sdoganava cosi uno dei tabù o dei principi della mafia: la collaborazione con gli sbirri considerata la peggiore delle infamie. Dopo di lui l’elenco si allunga vertiginosamente: i fratelli Vitelli, Angelo, Satolla, Mario Pranno, i fratelli Vitelli, Nicola Belmonte, Franco Tedesco, Aldo Acri, Franco Garofalo, protagonisti della stagione più buia e cruenta della Cosenza criminale. E poi si continua con Vincenzo Dedato, Francesco Amodio, Erminio Munno. Dopo anni di apparente silenzio ecco che le inchieste giudiziarie cominciano ad avvalersi di una nuova schiera di collaboratori, molti semplici soldati, pesci di piccolo calibro altri più organici che rivelano retroscena determinanti relativamente alle attività delle cosche dominanti su Cosenza e hinterland come Marco Massaro, Marco Paura, Giuseppe Montemurro, Silvio Gioia, Mattia Pulicanò, quello che ha parlato delle presunte scorie interrate a Lattarico, Pierluigi Terrazzano, Roberto Violetta Calabrese, fino agli esponenti di primo piano della cosca Rango-zingari :Adolfo ed Ernesto Foggetti, Franco Bruzzese e ora Daniele Lamanna. Con le loro dichiarazioni non hanno svelato solo organizzazione e attività criminali, fatto luce su omicidi eccellenti come quello di Luca Bruni, ma anche e soprattutto il presunto intreccio mafia –politica nell’area urbana.
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© 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713
del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto |