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Tenta l'omicidio di bimbo di 2 mesi, serbo arrestato dalla PS a Cosenza
Tenta di uccidere il figlio di 2 mesi e picchia la moglie, 26enne arrestato dalla PS a Cosenza 02 apr 15 Non accettava suo figlio ed ha tentato di ucciderlo prima e dopo la nascita. Alle violenze subite dal bambino di due mesi si sono aggiunti anche i maltrattamenti nei confronti della convivente che è stata più volte colpita alla pancia con un pallone mentre era incinta. Il protagonista è un serbo di 26 anni, Kemo Haziri, arrestato stamane a Cosenza dagli agenti della squadra mobile. La vicenda ha avuto inizio l'anno scorso quando l'uomo ha saputo dalla convivente, una donna italiana di 25 anni dell’hinterland cosentino, dell' arrivo di un bambino. La notizia ha provocato nell'uomo una violenza indescrivibile che si è concretizzata in una serie di aggressioni subite dalla donna nel tentativo di farla abortire. L'uomo avrebbe colpito la moglie con il pallone sostenendo che in questo modo non venivano lasciate tracce delle violenze. La donna, in diverse occasioni, ha riportato delle gravi lesioni ed ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari. Nonostante i maltrattamenti la donna non ha mai voluto sporgere denuncia contro il convivente sperando che con il passare del tempo la situazione sarebbe migliorata. Il 7 gennaio scorso è nato il bambino e le violenze non si sono placate. Venti giorni dopo il parto l'uomo ha provocato al bambino le prime lesioni che sono state curate in ospedale. Successivamente, quando il bambino aveva solo due mesi, l'uomo ha tentato di ucciderlo provocandogli la rottura di cinque costole e delle lesioni celebrali ed epatiche. Quando il bambino è giunto in ospedale a Cosenza i medici hanno segnalato la vicenda alla polizia e sono iniziate le indagini. Nonostante la reticenza della donna gli investigatori hanno ricostruito le violenze e le aggressioni subite. Gli agenti della squadra mobile hanno accertato che l'uomo, in diverse occasioni, approfittando dell'assenza della convivente aveva picchiato con una violenza inaudita il neonato provocandogli lesioni tali da rischiare la morte. Le informazioni raccolte sono confluite in una informativa depositata alla Procura della Repubblica di Cosenza che ha chiesto ed ottenuto l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del trentacinquenne. Il questore di Cosenza, Luigi Liguori, nel corso di una conferenza stampa ha evidenziato che "l'uomo che abbiamo arrestato è una vera bestia. Pensare che il bimbo, dopo venti giorni di vita, era già ricoverato in ospedale per lesioni interne". Personale della Polizia di Stato ha tratto in arresto, in esecuzione di Ordinanza di custodia cautelare in carcere, il cittadino serbo HAZIR1 KEMO, di 26 anni (nella foto) per il reato di tentato omicidio pluriaggravato nei confronti del minore H.D. di due mesi, nonché per il reato di maltrattamenti in famiglia per violenze nei confronti della convivente L.A. La misura cautelare scaturisce dalle risultanze investigative della Sezione specializzata della Squadra Mobile che aveva avviato specifiche attività di indagine finalizzate ad accertare l'origine delle gravi lesioni riscontrate sul corpicino del piccolo H.D. L'attività di indagine ha consentito di accertare che HAZIRI KEMO, che già nel corso della gravidanza della convivente aveva più volte tenuto comportamenti violenti, peraltro mai denunciati, in più occasioni approfittando dell'assenza della donna aveva violentemente percosso il neonato provocandogli lesioni tali da rischiare la morte. Il cittadino serbo è stato associato alla locale casa circondariale. --- Video della conferenza con il Questore Pallonate nella pamcia. Pallonate nella pancia della moglie incita per farla abortire. E' questa una delle violenze compiute dal cittadino serbo di 26 anni arrestato stamane dagli agenti della polizia di Stato a Cosenza. Il particolare è emerso nel corso delle indagini compiute dalla polizia negli ultimi mesi. Il trentacinquenne non voleva che nascesse il bambino ed ha cercato in tutti i modi di far abortire la convivente. L'uomo avrebbe colpito la moglie con il pallone sostenendo che in questo modo non venivano lasciate tracce delle violenze. La donna, in diverse occasioni, ha riportato delle gravi lesioni ed ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari. Nonostante le ripetute violenze subite la convivente del serbo non ha mai voluto sporgere denuncia contro l'uomo. Solamente dopo il parto e con le violenze subite dal bambino di due mesi della coppia gli agenti hanno avviato le indagini sulla vicenda. Questore Cosenza: è una vera bestia "L'uomo che abbiamo arrestato per il tentato omicidio al figlio e le aggressioni alla convivente è una vera bestia": lo ha detto il questore di Cosenza, Luigi Liguori, nel corso della conferenza stampa. "L'arrestato - ha aggiunto - ha procurato lesioni gravi, che addirittura sono sfociate nella rottura di cinque costole, lesioni celebrali ed epatiche sul piccolo perché, probabilmente, non accettava il figlio. La violenza contro la moglie era più controllata. Già durante la gravidanza l'uomo ha aggredito la madre del piccolo con pallonate per tentare di farla abortire. Pensate che il bimbo è nato il 7 gennaio e dopo venti giorni era già ricoverato in ospedale per lesioni interne". Marziale: Denuncia è importante. "Ciò che risalta da questa turpe vicenda è l'importanza di denunciare al primo segnale di violenza, senza attendere cambiamenti che verosimilmente non interverranno mai". Lo afferma in una nota il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, circa l'arresto, a Cosenza di un cittadino serbo che ha tentato di uccidere il proprio neonato. "La moglie - aggiunge - ha confessato che, durante la gravidanza, l'uomo ha tentato di farla abortire a suon di pallonate nella pancia, e davanti a questo scenario, c'è da chiedersi perché lei non lo abbia denunciato, per paura forse? Tutto può starci, anche la percezione della flebile consistenza di un sistema repressivo facilmente valicabile da cavilli fin troppo garantisti. Ma, in ogni caso la denuncia può salvare e questa storia lo dimostra. Rimane il fatto che la violenza su donne e bambini deve trovare davvero priorità nell'agenda politica. Questa volta il bambino si è salvato, ma troppi sono i segnali del disagio psicosociale, che non lasciano presagire tempo bello nell'immediatezza".
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