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La Gentile all'attacco sul centro di raccolta di Donnici
La Gentile all'attacco sul centro di raccolta di Donnici 10 dic 13 Riceviamo e pubblichiamo una nota ell'ex vicesindaco di Cosenza Katya Gentile sul centro di raccolta differenziata di Donnici. : "Gentilissimi Direttori, ringraziandoVi anticipatamente per lo spazio che vorrete concedermi, gradirei che la nota fosse pubblicata integralmente perché vuole essere una lettera aperta. Un paio di giorni fà, ho ricevuto il supporto contenente il lavoro svolto dai tecnici del comitato spontaneo sorto a Donnici contro il centro di raccolta rifiuti e, a parte complimentarmi con chi lo ha realizzato per la completezza dei dati, atti alla mano, non potevo esimermi dal fare qualche riflessione e dal porre qualche interrogativo, soprattutto in virtú del fatto che ho lottato, dedicando energie e risorse, per la riqualificazione fisica ed il recupero dell'identità storica e culturale delle frazioni, che rappresentano una corona urbanistica dal valore paesaggistico inestimabile della nostra città. La prima domanda che sorge spontanea è: perché il Sindaco si ostina a chiamare isola ecologica, il progetto finanziato dalla Regione come centro di raccolta rifiuti di tipo b? Forse perché questa locuzione sottende, come prescritto dal D.M. del 8 aprile 2008, la possibilità di raccolta di ogni tipo di rifiuto pericoloso e non, di provenienza domestica e non, e la tal cosa troverebbe, a giusta ragione, non poche opposizioni? La distinzione tra le due definizioni infatti é inesistente, in alcune regioni sono utilizzate come sinonimi. Basti pensare che il termine isola ecologica, o suoi similari, non é mai menzionato nel decreto ministeriale. "L'isola ecologica" nasce da qualche Amministrazione regionale e/o comunale che cosí definisce le piazzole destinate alle campane per la raccolta del vetro, delle plastica e del cartone. Immagino che chiunque al posto degli abitanti di Donnici avrebbe con preoccupazione sollevato la questione alla luce delle contraddizioni tra gli atti e le affermazioni del Sindaco. E , alla luce di quello che ho letto, mi chiedo come possa essere consentito costruire, in barba a norme e procedure, un centro di raccolta rifiuti che potrebbe comprendere ogni tipo di rifiuto, dall'umido agli ingombranti, sia in una zona a vocazione agricola, in cui si realizzano prodotti Doc e Dop, a soli 15 metri dal torrente Albicello, che esondando nel 1959 aveva invaso proprio il fondo in questione e deviato il suo corso, sia in una zona in cui le norme urbanistiche prevedono fasce di rispetto considerevoli dai corsi d'acqua. Sul terreno in questione, poi, sono presenti canali di scolo ed opere di ingegneria della seconda metà del 1800 che devono essere assolutamente salvaguardate, quale patrimonio storico-culturale, e manutenute per evitare che le acque non regimentate creino frane e colamenti come quelli della vicina località di Fiego. Non credo si possano sottacere i rischi di una simile incauta operazione, cercando di catalizzare l'attenzione invece su "quattro tamarri ignoranti di Donnici", cosí come sono stati definiti, "che non vogliono fare la differenziata". I dubbi e le contraddizioni sono diversi, tanto piú se la ditta aggiudicataria dei lavori decide di rinunciare, pare facendo esposto alla Procura della Repubblica. Ma, ancora una volta, il Sindaco, con le sue grandi capacità mistificatorie, sminuisce il vero e sposta l'attenzione su di un falso problema. Il vero problema é che non avendo verificato per tempo la fattibilità del progetto, in tutte le sue sfaccettature, rischia di perdere il finanziamento che prevede una prima indispensabile rendicontazione dei lavori entro il 31 dicembre prossimo. Ma ció che offende è che, con la solita prepotenza ed arroganza, convinto di essere l'unico depositario del verbo e detentore della scienza infusa, tratta gli altri come soggetti lobotomizzati incapaci di intendere e di volere, non si confronta e non chiarisce pubblicamente, con i quasi 2000 cittadini che hanno sottoscritto la petizione e che dovrebbe rappresentare. E ancora mi chiedo: non sarebbe stato piú facile verificare immediatamente la fattibilità e cercare un altro suolo, magari distante piú di 20 metri da un corso d'acqua, per tanti ordini di ragioni? D'altro canto mi piace pensare che il tempo restituisce tutto a tutti. Ma se, Dio non voglia, un disastro o una tragedia dovessero verificarsi fra cento anni (l'acqua dimostra di essere "tonnara di passanti") rimarrà alla storia il responsabile. I corsi d'acqua negli anni tornano al loro percorso originario. La natura non chiede il permesso a nessuno per riprendersi ciò che è suo. Non é la prima volta che Occhiuto gioca con l'acqua, consapevole che può essere pericolosa quanto e più del fuoco. Meditate gente, meditate!
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del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto |