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Processo WhyNot, E Bruno Bossio "Esposta a vergogna terribile"

 

 

Processo WhyNot, E Bruno Bossio "Esposta a vergogna terribile"

28 mar 12 "Dal punto di vista professionale é stato terribile. Mi sono dimessa per correttezza verso le aziende di cui ero manager, rinunciando a una carriera che mi ero costruita solo con il mio lavoro e le mie competenze". Così in un'intervista a Tempi, Enza Bruno Bossio, ex manager calabrese della Cm Sistemi Sud (società che fornisce consulenze e prodotti informatici per la pubblica amministrazione), descrive la sua vicenda. La donna è una delle tre persone che hanno intentato causa per diffamazione nei confronti di Luigi De Magistris, l'ex pm poi europarlamentare, oggi sindaco di Napoli, che fu titolare dell'inchiesta Why Not. Le dichiarazioni da lei ritenute diffamanti sono contenute nel libro "Assalto al Pm, storia di un cattivo magistrato" in cui l'ex magistrato ricostruisce l'inchiesta. Bossio è stata assolta in primo e secondo grado. La Commissione affari giuridici del Parlamento Ue ha appena respinto tre richieste di immunità su quattro presentate da De Magistris e domani c'é il voto finale dell'assemblea. Nell'intervista Bossio ha accenti molto duri, afferma di essere stata esposta alla "vergogna" in alcuni passaggi dell'inchiesta e annuncia tra l'altro di aver "chiesto il risarcimento danni a Luigi De Magistris, Michele Santoro e Gian Antonio Stella. Visto il ruolo di eurodeputato ricoperto allora da De Magistris - spiega - non ho potuto querelarlo, ma ho potuto denunciarlo per quanto ha scritto nel suo libro contro di me. Ovviamente, forte del suo relativismo giudiziario e politico, ha usato il suo privilegio per sfuggire alla giustizia. Oggi che per fortuna mia (ma per sfortuna dei napoletani, che però se la sono voluta) è sindaco di Napoli, non si può più opporre. Sempre che la sua ennesima casta non lo copra". Oggi nelle file del Pd, Bossio non crede che "lo Stato sia colpevole di queste vicende". Secondo lei "il tema rimane quello di una distorsione del ruolo dei pm e di una responsabilità politica, anche di influenti settori della sinistra, verso la deriva giustizialista".

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