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Il magistrato Giovanni Spinosa ospite il 30 della libreria ubik di Cosenza
Il magistrato Giovanni Spinosa ospite il 30 della libreria ubik di Cosenza 24 apr 12 Forse molti ricordano gli eccidi perpetrati dai criminali in divisa della UNO BIANCA, i fratelli Savi, che si susseguirono tra il 1987 e il 1994. Una lunga scia di sangue (82 delitti, 23 morti, centinaia di feriti) e un bottino di quasi due miliardi di lire, una tragedia che sembrava dovesse rimanere avvolta nel mistero. A parlare e ricomporre tutta la vicenda, degna di un film (ma il dolore delle famiglie delle vittime è ben reale), lunedì 30 aprile alle ore 18 presso la libreria ubik sarà il pm Giovanni Spinosa, presidente del Tribunale di Teramo, in magistratura dall’81, vent’anni di servizio negli uffici giudiziari bolognesi, diciassette dei quali da pm, e che è stato titolare dell’indagine sui crimini della Uno bianca. Di fondamentale rilevanza anche la sua esperienza alla guida della Sezione Penale del Tribunale di Paola, in Provincia di Cosenza: il pm ha firmato la prima sentenza con cui una cosca mafiosa (il clan che fa capo al boss Franco Muto) è stata condannata al risarcimento del danno in favore dello Stato per la lesione della sovranità statale sul territorio oggetto dell’occupazione mafiosa. Poi, ancora, inchieste sulle associazioni mafiose siciliane in trasferta nel nord Italia, su stidda, ‘ndrangheta, doping nel ciclismo, sulla revoca della scorta a Marco Biagi, morto assassinato il 19 marzo del 2002. Spinosa documenta le voragini investigative, le bugie, i depistaggi operati dai Savi soprattutto in relazione ai rapporti che essi ebbero con la criminalità organizzata, cioè con la MAFIA catanese, con la CAMORRA cutoliana e casalese. E ricostruisce i numerosissimi interventi della FALANGE ARMATA, la misteriosa sigla che dal 1990 al 1995 segna ogni strage mafiosa e molti episodi misteriosi di quegli anni. Spinosa fornisce le prove che i Savi hanno fornito per anni una versione concordata fra di loro prima dell'arresto, e che avvalora la teoria processuale dell'impresa criminale famigliare, ovvero una banda con solo membri della famiglia Savi. Alla fine i nodi vengono al pettine: l’arresto dei Savi è l’atto conclusivo di una STRATEGIA STRAGISTA di destabilizzazione di Cosa nostra e dei suoi referenti che finora nessuno aveva fatto emergere. Ce n’è abbastanza per riaprire un caso chiuso troppo in fretta, dove giustizia non è stata fatta. Il Magistrato ne parlerà lunedì in libreria con Arcangelo Badolati, caposervizio della Gazzetta del Sud e Vincenzo Luberto magistrato antimafia di Catanzaro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cerca con nell'intero giornale: -- > Guarda l'indice delle notizie su: "Area Urbana di Cosenza"
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© 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713
del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto |