Il Cosenza soffia Forte sul Bari

02 set 23 Dove eravamo rimasti? Già, un pò di tempo fa si ambiva con speranza, poi d’improvviso il cielo s’illumina e il tempo grigio fatto di nuvole e di tanti ma, mostra la sua immagine più bella. Certo, c’è voluto del tempo ma alla fine ha prevalso la necessità di abbandonare la condizione di precarietà per tentare, sperare e credere. Guarascio, parsimonioso, oculato, attento sui conti, ha rotto gli indugi e spinto dallo scaltro DS Gemmi si è aggiudicato due calciatori (dicasi due) con alle spalle esperienza, capacità e forza. Nello spazio di un pomeriggio il Cosenza porta a casa due colpi che si traducono in un 8 in pagella (giornali sportivi nazionali) che profumano di miracoloso. Sarebbe interessante origliare la rabbia della società barese che aveva già in tasca il centravanti Forte, prefigurando un campionato da protagonista con un attaccante di grido. Ma nel calcio, come nella vita, è la strategia a fare la differenzia (vero Gemmi?).

E che dire di Canotto, soffiato ai mai amati giallorossi, chirillà, portato nella sua terra. Lui cosentino di nascita e reggino, quasi, di adozione, su cui aveva fatto la bocca anche la Cremonese, quasi certa del suo arrivo, o del Parma che era sicura di averlo portato a casa assieme a De Chiara. Lui, invece, non vedeva l’ora di tornare nella sua terra. Altro che storie. Raccontare poi i retroscena delle ultime due ore di calciomercato con Gemmi che, assoluto protagonista, ridendo sotto i baffi fa finta di nulla. Bè è un bel raccontare.

Ora la parola tocca al campo. Sono castagne, per usare un eufemismo, del Mister trovare le soluzioni adatte a tanto ben di Dio. E’ anche vero, però, che dietro tutto c’è la sua idea di squadra perchè avendo avuto, e anche svezzato in un certo senso, tutti e due i giocatori ultimi arrivati, ha le idee ben chiare per l'attacco: Canotto-Forte-Tutino. Il 4-3-3 è servito.

E Florenzi? Oggetto di tutte le trattative del DS e utilizzato, pensiamo noi, come esca per stanare chi aveva provato a farlo fesso? Senza ombra di dubbio il miglior acquisto dei Lupi. Ai box assieme a Martino, Cimino e La Vardera scalpita per dare il suo contributo. Scalpita per dimostrare a chi ha offerto due caramelle per il suo acquisto che lui è tanta roba. Merce preziosa. Altrochè.

Ora si riparte da Brescia. Per uno scherzo del destino si va lì dove l’entusiasmo ha fatto scatenare la rabbia di qualche imbecille. Lì dove, però, la birra Meroni verrà ricordata per sempre. Sta nel libro della storia. Il resto non conta.