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Cosenza, verso fumata bianca per la panchina; mercato fermo, servono subito 3 pedine
Cosenza, verso fumata bianca per la panchina; mercato fermo, servono subito 3 pedine 30 dic 23 Non trapela nulla del summit di ieri sera voluto dal presidente Guarascio per sentire le parti interessate ed eventualmente prendere una decisione. Il sospetto, al di là del suo solito lavorare tenendo un profilo molto basso, è che lui la decisione in testa ce l’ha già ma deve confrontarsi con il DS che non è d’accordo con alcuni nomi messi sul piatto (uno di questi è Bisoli su cui erano cadute le preferenze di Guarascio). Il fatto stesso che dopo la riunione la società sembra aver deciso di non fare alcun comunicato è sintomatico della decisione presa. Come a dire 'non si cambia nulla, perchè ribadire quello che rimane così come era?'. Il passato insegna Più di una volta, in passato, il presidente si è scontrato con il Ds di turno. Giusto per rinfrescare le idee, la memoria corre all’arrivo contemporaneo di Bisoli in albergo e Zaffaroni a Lamezia. Ora siamo in una situazione molto simile. Caserta potrebbe essere il minore dei mali ma Guarascio sembra aver preso già la sua decisione per la pace comune in casa. Il calcio, anche dietro le quinte, è un gioco di squadra, se non si fa gruppo, non si resta uniti, non si va da nessuna parte. Al di là delle considerazioni fatte durante la riunione continunare a lavorare con l'attuale tecnico sembra la decisione più ovvia. Condizione atletica C'è però da ribadire, ancora una volta, che sul piano atletico la squadra sembra soffire più del dovuto. Infatti l'autonomia del Cosenza, lo dimostrano i numeri, si ferma a 45-50 minuti con un refrain preoccupante. Al rientro dagli spogliatoi la squadra va in sofferenza. Una precaria condizione o troppe parole a più voci nell'intervallo riempono di confusione i giocatori. O ancora il tecnico batte troppo forte i pugni sul tavolo tanto da ottenere l'effetto contrario con alcuni degli interpreti. Sono solo considerazioni a bassa voce che di sicuro saranno state valutate. Intanto i numeri dicono che questa squadra ha mostrato un calo ateltico fino ad oggi e una mancanza di carattere anche se a singhiozzo. Intanto il tecnico sembra aver ribadito le sue idee e il suo credo nel modulo di gioco. La rosa è stata costruita così. Vedremo se ci saranno correttivi. Calciomercato fermo Intanto il calciomercato è già nel pieno delle trattative ed anche qui il Cosenza è completamente fermo. Servono con urgenza tre pedine, se non cinque, e si rischia di partire il 3 dicembre con vuoti preoccupanti nella rosa. Al di lá delle bocciature degli attuali componenti i numeri dicono che la difesa se non da rifare completamente è da rimettere in sesto subito. Difesa imbarazzante Nove gol presi nelle ultime sei gare preoccupano più di qualunque modulo di gioco, tra l’altro più volte cambiato, adottato recentemente. Se hai costruito un telaio che si basa sulla difesa a quattro, non puoi pretendere che Fontanarosa, che ha sempre giocato da centrale o da terzino sinistro, ma sempre schierato a quattro, venga proposto in una difesa a tre. Lo avevamo detto ad ottobre e lo ribadiamo ancora oggi: come il pane servono subito un terzino destro, un difensore centrale di espereienza e un terzino sinistro. Considerando che gli under a disposizione in questo settore devono ancora crescere per giocare in B, servono anche i due cambi per i terzini che in partita sono sempre soggetti a sostituzione per via del loro lavoro martellante. Centrocampo e attacco da rivedere E poi a centrocampo si è persa l’abitudine di correre e pressare come si faceva nelle prime otto/nove giornate, possibile che nessuno se ne sia accorto che bisogna avere qualcuno che palleggi e che contrasti? Infine l’attacco dove si sta sfruttando la grande classe ed esperienza di Tutino. Perchè non lo si mette in condizione di sfruttare le sue capacità? Forte gioca da solo e Mazzocchi è un rifinitore ma chi dovrebbe aprirgli gli spazi in area per i suoi inserimenti? Domande che giriamo al tecnico, chiunque esso sia, sperando che gli esperimenti siano finiti. Una squadra funziona se il bravo allenatore sfutta le capacità di ogni giocatore nel suo ruolo e non ci metta del suo inventandosi altro. Più semplice di così.
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