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Cosenza, dopo due anni bui ora serve la svolta
Cosenza, dopo due anni bui ora serve la svolta 12 giu 22 Nessuno dimentica la rabbia di due anni fa quando il Cosenza retrocesse in Lega Pro e la successiva gioia per la riammissione in serie B sul filo del rasoio. Nessuno dimentica quella stagione iniziata con un pizzico di speranza dettato dalla salvezza miracoloso a fine della stagione della pandemia. Nessuno dimentica le tre panchine Braglia-Pillon-Occhiuzzi frutto di un campionato nato con mille problemi, non ultimo il ritiro con la Primavera a San Giovanni in Fiore con Braglia incazzato nero per i ritardi nella composizione delle rosa. Ritardi riflessi sul campionato che a febbraio già vedeva il Cosenza retrocesso. La stagione del covid Cinque sconfitte di fila e La società che continuava a guardarsi in giro. Poi l’arrivo di Pillon e lo scoppio della pandemia. Campionato finito si, campionato finito no. Intanto Pillon molla più per paura del covid che per la situazione dell’organico. Tutti fermi e Guarascio affida al tecnico della Primavera, Occhiuzzi, la squadra. Tutti fermi e il solo Occhiuzzi s’inventa le collegiali via Skype con allenamenti in camera da pranzo. Una mossa che alla fine, con tutte le squadre completamente ferme, risulta vilente. Gli altri sono fermi e tu ti alleni. La svolta nonostante un organico non competitivo. Ma il problema che tra i vari Petre e giocatori scommessa scavati nel retrobottega del retrobottega del mondo del calcio la qualità era rimasta scadente. I limiti al budget erano una palla al piede. Poi il finale a sorpresa arrivato, addirittura, sul campo all'ultimo minuto dell'ultima giornata con la salvezza diretta ai danni della Juve Stabia. La retrocessione sul campo L’anno successivo si parte peggio. Con Occhiuzzi al timone e il DS in scadenza a giugno si prosegue con gli avanzi di magazzino. Arriva al mercato di riparazione un vergognoso Mbakogu che pagato un occhio della testa, il Cosenza aha dovuto vendere Baez per colmare il buco creato, arriva rotto. Tant’è che non riesce a giocare una partita, che si dica una. Società ostaggio di scelte? Ma anche complice di una situazione economia ridotta all’osso. Qualche alibi per gli stadi chiusi e la mancanza di incassi e poi la retrocessione sul campo. Viene segato il Chievo e Cosenza esulta. E’ di nuovo B ma per avere la certezza ufficiale ci vuole il 4 agosto con il campionato che inizia dopo meno di venti giorni e un organico di sei giocatori. La politica dei prestiti funziona solo se hai le amicizie giuste. Ma con il DS Trinchera in scadenza ora sei solo senza neanche un competente di calcio. Di nuovo serie B I soldini sono sempre gli stessi, pochi per una B che si presenta ai nastri di partenza con corazzate messe su a forza di euro. Una B in media costa dai 7 ai 10 milioni di euro. Il Cosenza sta sotto i sette milioni di budget. Arriva prima il tecnico, Zaffaroni, e poi il DS Goretti anche se il secondo viene presentato prima. La decisione era stata già presa per non perdere tempo. Segno che una idea e delle mosse si stavamo facendo già. I due non vanno di pelo. Lo si capisce solo a gennaio. Intanto la campagna acquisti parte di fatto alla fine di agosto. La parvenza di una squadra si vedrà solo alla terza giornata. Ancora sofferenze. Dichiarazioni di circostanza. Siamo deboli ma cresceremo. Poi arriva un filotto di vittorie. A fine stagione si capirà che hai battuto le squadre che poi sono retrocesse o che hanno avuto problemi seri durante la stagione. A gennaio c’è uno sfoltimento di mezza rosa. Tutti gli alibi di questo mondo, ad agosto chi vale è già accasato, e senza ritiro lavori tipo “arrosti e mangi”. Via Occhiuzzi arriva Bisoli Dicevamo di gennaio con Goretti che candidamente afferma che non gradiva Zaffaroni e avalla la scelta della società che riaffida la squadra a Occhiuzzi ancora a libro paga per due anni. Al di là della tecnica e delle idee del tecnico, che sono comunque valide, la squadra quella è. Solo pareggi e nonostante i nuovi arrivi di Camporese, Larrivey Laura, Kongolo e Ndoj la situazione non cambia. Nata in fretta e furia con il budget risicato, si arriva a febbraio con l’arrivo di Bisoli. Anzi nello stesso giorno Bisoli è a Cosenza e Zaffaroni è a Lamezia. Primi segnali si attrito tra DS e proprietà. Poi sappiamo come è andata. Bisoli punta sui giovani, mette fuori rosa quanti non credono alla salvezza e con l’aiuto dei giovani Florenzi e Zilli sappiamo come è andata a finire. Arriva Gemmi Ora è il momento della riflessione. Arrivato un DS di categoria con un pedigree costruito con esperienza e risultati è arrivato il momento delle scelte. Il Cosenza e Cosenza chiede il stato di qualità. Lo chiede al presidente Gauarscio, che allarga i cordoni della spesa, e lo chiede al DS che a Cosenza vuole dimostrare di avere le carte in regola per spiccare il salto. Non deve dimostrare niente a nessuno. Vero. Ma serve dare una impronta anche ad una stagione che dovrà iniziare col piede giusto. Non indecisioni ma scelte che portino ad andar oltre la sofferenza. Lo si deve a quei ventimila che hanno spinto la squadra alla permanenza in B. Lo si deve agli altrettanti rimasti senza biglietto fuori dallo stadio. D’altronde Sky non nasconde il successo di spettatori per la gara col Vicenza segnale che la malattia del calcio è diffusa in una delle province più grandi del Mezzogiorno e non solo. Lo evidenzia un’altra piazza calda come Palermo questa sera che ad obiettavo importante presenta il tutto esaurito al Barbera. Non è un refrain. Quando lotti per qualcosa il pubblico è il primo a sostenerti. Serve una svolta Serve un cambio di passo. Serve una rosa competitiva. Basta con l’usato garantito “ammiocuggino”. Dalla società trapela un “vogliamo l’ottavo posto”. Preferiamo meno proclami ma scelte adeguate alla categoria. Con l’iniezione della Legge Melandri il budget sale di consistenza e permette di fare scelte importanti. A partire dall’allenatore. Si parte con un organico di 16 giocatori validi. Questo è già un fatto positivo. Ma bisogna continuare costruire bene. Certo, tenendo occhio al bilancio. Ma non più come accaduto fino ad oggi. Nel frattempo le interlocuzioni del DS per il nuovo tecnico fanno ben sperare. Su Bisoli ancora non c’è convergenza. Ma non c’è tutta questa fretta per decidere. La stagione è difficile e molto complicata non si possono compiere passi affrettati perché qualcuno “spinge”. Se bisogna attendere qualche altro giorno, ben venga. L’allenatore è il primo passo, importante, per una stagione importante. Il calcio mercato inizia il primo luglio e, pensiamo, che Il DS, assieme all’allenatore che verrà, ha le idee chiare. Poi se Regione vuole andare al SudTirol o qualcun’altro non vuole rimanere, nessuno li tiene. Entro martedì il tecnico Il tecnico? Diversi i discorsi aperti. Ma, per carità, ci fidiamo dell’esperienza e della competenza. Nel frattempo tra domani e martedì potrebbe già esserci la scelta. Con Bisoli non si è parlato di cifre. Qualcosa significa. D’Angelo è in cima ai pensieri del DS. Lo ha portato lui a Pisa ma ha un altro anno di contratto. Knaster vuole cambiare. Per D'Angelo si sta già formando la fila. Ma, lo ribadiamo, serve una scelta di qualità per una stagione da Cosenza.
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